Facciamo una specie terrosa con la statua nostra

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SarimDavid
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Facciamo una specie terrosa con la statua nostra

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Maurizio1
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Re: Facciamo una specie terrosa con la statua nostra

Messaggio da Maurizio1 »

1 Per la grammatica ebraica na‘ăśeh (ebr. נַֽעֲשֶׂ֥ה ,facciamo) è un plurale di deliberazione nella forma coortativa, che sarebbe come un auto-imperativo (cfr. Guida allo studio dell’ebraico biblico, Giovanni Deiana e Ambrogio Spreafico, § 25, pag 60; "A Grammar of biblical Hebrew, Paul Jouon", § 114 e). Questo modo verbale, che esiste solo in prima persona, è costruito usando la prima persona plurale in tempo imperfetto, e dev’essere plurale perché l’imperativo richiede che ci siano due persone: chi dà l’ordine e chi la riceve, quindi "io" diventa "noi", perché "io" dò l’ordine a "me" di fare qualcosa. A parlare e a creare è solamente ’Ělōhîm. Il "noi" di maestà non esiste in ebraico (cfr. A Grammar of biblical Hebrew, Paul Jouon, § 114, § 136).
Se questo "plurale di deliberazione nella forma coortativa" o "auto-imperativo" era una forma verbale grammaticalmente prevista sarebbe ragionevole trovarla nelle scritture ebraiche applicabile a un qualunque soggetto che si auto prefigge di compiere un azione e non solo alla divinita'.
Puo' essere esistita una forma grammaticale verbale applicabile soltanto se il soggetto e' una divinita?!?!
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Maurizio1
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Re: Facciamo una specie terrosa con la statua nostra

Messaggio da Maurizio1 »

1 Per la grammatica ebraica na‘ăśeh (ebr. נַֽעֲשֶׂ֥ה ,facciamo) è un plurale di deliberazione nella forma coortativa, che sarebbe come un auto-imperativo (cfr. Guida allo studio dell’ebraico biblico, Giovanni Deiana e Ambrogio Spreafico, § 25, pag 60;


Ho dato un occhiata al libro di grammatica di Deiana e Spreafico ma alla pagina 60 non si prende in analisi quel particolare passo bilico, ne si dice che esiste un famigerato "plurale di deliberazione " da usarsi al posto del singolare.
Deiana e Spreafico dicono solamente che esiste una forma verbale che si definisce "imperfetto coortativo" la quale viene usata:

"solo alla prima persona SINGOLARE e plurale (e non nelle altre persone)"
Quindi se l'italiano non e' un opinione loro stanno dicendo che non ci sono problemi a coniugare l'impefetto coortativo anche alla prima persona singolare.

Non e' giusta ,quindi, la maniera in cui viene citato il libro di Deiana e Spreafico per far sembrare che dica che l'imperfetto coortativo esista solo coniugato alla prima persona PLURALE per comprendere anche i casi in cui il soggetto e' singolare.
(in riguardo al l libro di grammatica di Paul Jouon non posso per ora dire niente perche' non posso consultarlo)
Infatti come fa notare Gianni nella lezione 11 del suo corso di ebraico n.2 quando Giobbe dice che vuole dimenticarsi della sua preoccupazione dice: "eshach sihi".
https://www.biblistica.it/wordpress/wp- ... braici.pdf" onclick="window.open(this.href);return false;
"Eshach" non e' altro che il verbo dimenticare "shachac" coniugato alla prima persona singolare dell'imperfetto.
Ed e' un imperfetto che esprime la forma coortativa, come dice Gianni, ma come anche si puo' vedere qui su biblehub
https://biblehub.com/text/job/9-27.htm" onclick="window.open(this.href);return false;.
Per esprimere quindi "l'idea di obbligarsi a fare qualcosa" (per usare le parole di Gianni) o per "evidenziare la volonta' di compiere un'azione (per usare le parole di Deiana e Spreafico) un soggetto singolare ha tranquillamente nell'ebraico biblico la possibilita' di usare l'imperfetto coortativo coniugato alla prima persona SINGOLARE.
L'assunto quindi che la forma coortativa presupponga un PLURALE DI DELIBERAZIONE anche quando il soggetto e' singolare non appare corretta.


Questo modo verbale, che esiste solo in prima persona, è costruito usando la prima persona plurale in tempo imperfetto, e dev’essere plurale perché l’imperativo richiede che ci siano due persone: chi dà l’ordine e chi la riceve, quindi "io" diventa "noi", perché "io" dò l’ordine a "me" di fare qualcosa. A parlare e a creare è solamente ’Ělōhîm.


La fallacia logica nasce nel momento in cui si decide che siamo in presenza di un imperativo a tutti gli effetti (mentre poco prima si era detto che eravamo in presenza di una forma coortativa "che sarebbe come un auto imperativo.") e quindi c'e' bisogno di una regola a parte.
Ma non c'e' bisogno di una regola a parte perchè la forma coortativa che gia' esiste coniugata al singolare e' di per se stessa portatrice del concetto dell' auto-imperativo in quanto naturalmente come abbiamo visto nella lezione di Gianni e nella frammatica Deiana Spreafico) esprime l'idea di auto-imporsi di fare qualcosa.
Quando Giacobbe in fin di vita decide a tutti i costi di andare in Egitto per vedere suo figlio Giuseppe dice "andrò'' non "andremo"
Se leggiamo il racconto del diluvio possiamo vedere che Dio dice "Sterminerò'" e non "stermineremo".
Come mai qua non vale la regola del plurale di deliberazione?
Non abbiamo anche quà qualcuno che da a se stesso l'ordine di fare qualcosa?
Perche non si usa il plurale?
A essere pentito e a sterminare e' solamente Elohim!!


E gli esempi potrebbero non finire mai...sia con soggetto umano che con Elohim.
DIo disse "faro di te una grande nazione" non "faremo"
A chi sta ordinando di fare qualcosa qui Dio? a se stesso o a qualcun'altro?
Che fine fa il cosiddetto "plurale di deliberazione"?
E quando Dio doveva fare la donna perchè dice"farò un aiuto" e non "faremo un aiuto"?
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