Perplessità inerenti il Decalogo

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matteo97
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Perplessità inerenti il Decalogo

Messaggio da matteo97 »

Mi è giunto un commento critico inerente l'ottavo e il decimo comandamento del Decalogo, ovvero l'insieme delle Leggi scritte sulle due tavole che furono consegnate da Yahweh a Mosè sul monte Sinai.

- L’ottavo: “Non rubare” (Es. 20:15); e il decimo: “Non concupire la casa del tuo prossimo; non concupire la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna che sia del tuo prossimo” (Es. 20:17).

Di seguito riporto il commento:
Ritorna “il tuo prossimo” ed in questo modo dalla Bibbia o almeno dai relativi primi cinque libri
non era proibito rubare a chi non era ebreo o aveva un’altra religione. Ma soprattutto si noti il titolo
giuridico della proprietà terriera degli antichi ebrei in Palestina, notando che a quei tempi dalla
proprietà terriera dipendevano le altre specie di proprietà. Quando gli Ebrei entrarono in Palestina,
venendo dall’Egitto, massacrarono gran parte dei popoli pacifici che l’abitavano e si impadronirono
delle loro terre, che fecero coltivare soprattutto dai figli dei massacrati. La peggiore conquista
militare o l’uccisione di popoli pacifici trasformata in titolo giuridico! E tanta iniquità era attribuita
a Dio! Subito dopo la conquista i dirigenti del popolo ebreo fecero dichiarare dai sacerdoti la
legge, falsamente attribuita a Dio, che nessuno degli emarginati doveva rubare o desiderare di
rubare i beni economici, che gli Ebrei avevano sottratto ai loro avi dopo averli massacrati.
In questo modo i due comandamenti sono la legge principale della ricchezza di tutti i popoli che si
considerano più civili o evoluti degli altri, e durante l’Evo Antico furono campioni insuperabili i
Romani. Conquistavano i territori degli altri, massacravano gli adulti dei relativi popoli, vendevano
come schiavi i loro giovani e le loro giovani e nel nome di Giove, loro dio supremo, affermavano e
difendevano le loro proprietà private. Ogni patrizio o nobile romano era padrone assoluto di ciò che
possedeva e che i suoi avi avevano sottratto con le legioni alle antiche popolazioni indigene e
pacifiche; e chi violava tale loro diritto o dominio assoluto, era ucciso o venduto schiavo.
In sintesi, desideravo sapere se corrisponde a verità il fatto che tali precetti trovassero la loro applicazione soltanto se l'offeso in questione era di stirpe ebraica (e che quindi fosse lecito appropiarsi di beni la cui proprietà non apparteneva ad ebrei e desiderare donne di altre stirpi) e se gli ebrei erano popolo dall'animo talmente bellicoso da ridurre in schiavitù tutti gli uomini appartenenti ad altri popoli sottomessi da essi stessi.
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bgaluppi
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Re: Perplessità inerenti il Decalogo

Messaggio da bgaluppi »

Ciao Matteo, aspettiamo che ti risponda Besasea su questa cosa, lui può darti informazioni "di prima mano".
marco
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Re: Perplessità inerenti il Decalogo

Messaggio da marco »

Un commento inutile.
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