Sl 22:16

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bgaluppi
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Re: Sl 22:16

Messaggio da bgaluppi »

Is 38:13 ha כארי (kaarì), “come un leone”, da אֲרִי (ari). Il Sl 22:16 ha כארי, stessa identica parola che però la LXX fa derivare da כָּרָה (karàh), “scavare”, o “fare un buco”. Per questo utilizza il verbo ὀρύσσω (orùsso) che significa appunto “scavo”, che è il corrispettivo di karàh e nel contesto di mani e piedi assume quindi il senso di “forare”, “fare un buco”.

Indubbiamente, il testo ebraico non vocalizzato di Is 38:13 e di Sl 22:16 riporta lo stesso termine כארי che può essere letto in ambedue i casi “come un leone”. Ma in Is 38 tale traduzione ha senso: “come un leone, egli mi spezzava tutte le ossa”; mentre in Sl 22 non ha alcun senso e occorre un certo sforzo di fantasia per farglielo avere, e l'aggiunta tra parentesi di testo non presente sull'originale (come fa la traduzione da te proposta). Qui sorge l'ipotesi dell'errore dello scriba, che ha scambiato una vav per una yod, scrivendo כארי invece di כארו.

Besasea ci ha spiegato questo: “Il testo ebraico non dice "hanno forato le mie mani e i miei piedi", dice: כארי ידי ורגלי, che significa: come leone le mie mani e i miei piedi. I cacciatori di leoni, accompagnati dai cani, tiravano su il leone dalla fossa con le zampe legate.”. Però occorre aggiungere al testo ebraico per avere un senso compiuto. L'unica spiegazione potrebbe essere che il termine הקיפוני (hiqqipuni) possa essere riferito a ידי ורגלי (mani e piedi), e quindi avremmo: “una banda di malfattori mi ha legato mani e piedi come un leone”. Ma non so se questa traduzione è possibile, inoltre sarebbe strano utilizzare il leone per descrivere una condizione di sofferenza e passività (infatti in Is 38:13 avviene il contrario, il leone aggredisce, non subisce).
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bgaluppi
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Re: Sl 22:16

Messaggio da bgaluppi »

Strong: “A primitive root; properly, to dig; figuratively, to plot; generally, to bore or open -- dig, X make (a banquet), open.”

To bore, in inglese, vuol dire forare, fare un buco.
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Re: Sl 22:16

Messaggio da trizzi74 »

La Bibbia ebraica di Dario Disegni traduce: "e così i cani mi hanno circondato, una turba di malvagi mi ha attorniato, hanno morso le mie braccia e le mie gambe come fa il leone."
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"Le religioni sono sistemi di guarigioni per i mali della psiche, dal che deriva il naturale corollario che chi è spiritualmente sano non ha bisogno di religioni."
Carl Gustav Jung
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bgaluppi
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Re: Sl 22:16

Messaggio da bgaluppi »

Grazie trizzi. Però "hanno morso" non c'è sul testo ebraico, è un'aggiunta arbitraria per far tornare il senso. Se accettiamo karí, il testo dice "come il leone mani e piedi". Se accettiamo karú, abbiamo "hanno scavato/bucato mani e piedi".
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bgaluppi
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Re: Sl 22:16

Messaggio da bgaluppi »

Il verbo significa scavare (Rocci), non vangare. Ovviamente, il contesto può suggerire un senso specifico. Se si parla di una buca, si dirà scavare. La LXX usa orùsso perché è l'esatto corrispettivo di karàh, "scavare". Ma se vediamo l'uso di karàh, può assumere senso diverso da scavare; c'è un versetto, che adesso non posso cercare, in cui il verbo è usato in associazione con le orecchie: "scavare le orecchie", o anche "forare le orecchie", che assume un senso non letterale. Il NAS Hebrew Lexicon riporta il significato di "scavare", "scavare attraverso". Il fatto che la LXX usi orùsso mette in evidenza la lettura karù (hanno scavato), piuttosto che karì (come un leone). Il contesto non parla di buche o pozzi, ma di mani e piedi, dunque ha più senso tradurre con "forare" o "bucare" piuttosto che con "scavare". Appena posso vi cerco il versetto.
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Re: Sl 22:16

Messaggio da bgaluppi »

Ecco qua, Sl 40:6:

אזנים כרית (azenayim karita), che Rashi spiega con "hai reso le mie orecchie cave”, consentendomi di sentire, e NR traduce “m'hai aperto gli orecchi” (TILC: “mi hai dato orecchie per ascoltarti”). Questa espressione rende il senso di scavare le orecchie fino a creare un buco, una cavità, affinché si possa sentire meglio. Ma ovviamente non dobbiamo tradurre “scavare le orecchie”. Il Sl 22 parla di mani e piedi, dunque sta a noi comprendere cosa significhi “scavare mani e piedi”. Certamente, “come un leone mani e piedi” non significa nulla, e allora è necessario aggiungere un verbo che il testo non riporta al fine di dare un senso compiuto alla frase.
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Re: Sl 22:16

Messaggio da bgaluppi »

L'avevo proposta:
L'unica spiegazione potrebbe essere che il termine הקיפוני (hiqqipuni) possa essere riferito a ידי ורגלי (mani e piedi), e quindi avremmo: “una banda di malfattori mi ha legato mani e piedi come un leone”. Ma non so se questa traduzione è possibile, inoltre sarebbe strano utilizzare il leone per descrivere una condizione di sofferenza e passività (infatti in Is 38:13 avviene il contrario, il leone aggredisce, non subisce).
Però qui ci vorrebbero Gianni o Noiman. Comunque, non dimenticare che questo salmo presenta diversi casi di possibile, anzi probabile, corruzione. Il caso che stiamo discutendo è solo uno di questi. Questo studio di Gianni è davvero esaustivo, ricco di elementi di critica testuale (lo avrai già letto):
http://www.biblistica.it/wordpress/?page_id=1851" onclick="window.open(this.href);return false;
stella
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Re: Sl 22:16

Messaggio da stella »

se ne gia discusso sul salmo 22 ...mattia forse puoi leggere anche questa lunga discussione di due anni fa' troverai forse risposte alle tue domande ... ;;)
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Messaggioda chelaveritàtrionfi » martedì 30 agosto 2016, 12:10
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Re: Sl 22:16

Messaggio da bgaluppi »

I significati a volte vanno interpretati, perché devono esser resi in armonia col contesto. Sul dizionario di Alonso Shökel, file allegato, a pag. 24, voce “orecchio”, punto 1b, significato “perforare” troviamo:

forse con un senso simile — כרה Sal 40:7

Come vedi, lo Shökel interpreta “scavare” (כרה karah) con un significato nel senso di “perforare”, anche se alla voce karah non mostra il significato specifico di perforare. Ma se vogliamo essere fiscalissimi, allora lasciamo “scavare le mie mani e i miei piedi”, e “scavare l'orecchio”, che in italiano non suona proprio benissimo. ;)

Oppure lasciamo “come un leone mie mani e miei piedi”, che non vuol dire nulla e necessita dell'arbitraria aggiunta di un qualche verbo che dia all'azione senso compiuto. :-??
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bgaluppi
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Re: Sl 22:16

Messaggio da bgaluppi »

Si sente di tutto di più su questo versetto, ognuno dice la sua, anche tra gli esegeti ebrei. Il fatto è che evidentemente desta problemi, perché non è ben chiaro; la non chiarezza è data dal fatto che il testo è mal conservato.
perché Davide avrebbe dovuto dire che gli forano mani e piedi?
Perché avrebbe dovuto dire “spartiscono fra loro le mie vesti
e tirano a sorte la mia tunica” (v.18)?

Io credo che dobbiamo lasciare le interpretazioni esegetiche da parte per un momento e focalizzarci sull'analisi biblica. Qual'è il problema qui? Che il testo non è chiaro. Abbiamo due possibili traduzioni. Una è quella che ci presenta Besasea: “come leone le mie mani e i miei piedi”; l'altra è quella che origina dalla lettura כארו (kaarù), giustificata da una probabilissima quanto comune distrazione dello scriba. Qui finisce la nostra analisi. Il fatto è che la versione con כָּאֲרִי (kaarì), riportata sull'attuale TM, non esprime senso compiuto e crea notevole dibattito; Besasea ci ha riportato la traduzione del testo così com'è, ma non ha spiegato chiaramente il senso. Lo si può intuire (il salmista si sente come una belva catturata e legata per le zampe), ma il testo di fatto non lo esprime chiaramente. Lo studioso, dunque, cerca di capire, e analizza possibilità diverse. La facilità con cui il vav può essere scambiato per una yod genera il dubbio, e tale dubbio produce una lettura con senso compiuto.

Ora, lo Shökel, relativamente al Sl 40:7, riporta un significato di karàh simile a “perforare”. Simile, perché il verbo significa scavare. Dipende cosa si scava: se è una buca, non la si può certo perforare. Ma se applicato alle orecchie, le interpretazioni possono essere diverse: chi dice togliere il cerume (!), chi dice creare una cavità, renderle cave (Rashì), e sicuramente ce ne saranno altre. E se consideriamo il termine karàh, e lo applichiamo a mani e piedi del contesto, quali interpretazioni possiamo dare? Per precisione, possiamo lasciare “scavare”, ma per dare senso compiuto dobbiamo considerare cosa significhi scavare una mano o un piede. Davide sembra parlare in senso ispirato e poetico, se vogliamo; è in preda a sofferenza e, ispirato, ci dà immagini descrittive di quella sofferenza. Nessuno lo stava derubando delle sue cose, o della sua tunica, e nessuno gli stava scavando mani e piedi; dobbiamo allora immaginare che senso assumono quelle espressioni in quel contesto. Soprattutto, non tralasciamo il fatto che nell'ultima parte del salmo si parla dell'era messianica. Perché mai dovrebbe descrivere le sue sofferenze per poi saltare di palo in frasca all'era messianica? Anche questo è strano.
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