Sl 110:4

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bgaluppi
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Re: Sl 110:4

Messaggio da bgaluppi »

In על־דברתי c'è la preposizione עַל , un costrutto che rende il senso di “a causa di”, ”a motivo”, “in virtù di”. Il termine מלכי־צדק (malki-sedeq) è lo stesso di Gn 14:18: ומלכי־צדק, in cui è presentato come re di Salem. Rashi commenta: "da te emergeranno sacerdozio e regalità che i tuoi figli erediteranno da Shem, tuo progenitore (come in 2Sam 8:18). A causa dell'ordine (comando) di Malchizedek".
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bgaluppi
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Re: Sl 110:4

Messaggio da bgaluppi »

Direi di si. Questa è anche l'interpretazione di Rashi.
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bgaluppi
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Re: Sl 110:4

Messaggio da bgaluppi »

Allora anche il malki tzedeq di Gn 14 non dovrebbe essere un nome? Perché mai applicare qui un significato diverso?
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Gianni
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Re: Sl 110:4

Messaggio da Gianni »

Ciao, Mattia. Che Melchisedek non fosse altro che Sem il figlio di Noè è un’idea avanzata dal Targum gerosolimitano (cfr. Targum di Gionata). Cronologicamente è possibile, perché Abraamo – che incontrò Melchisedek – visse quando Sem era ancora in vita (egli sopravvisse perfino a Sara, moglie di Abraamo). Tuttavia, se fosse vero, perché non chiamarlo, nella Bibbia, ‘Sem detto Melchisedek’? Di più, perché Paolo lo definisce senza genealogia?
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Gianni
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Re: Sl 110:4

Messaggio da Gianni »

Ogni nome proprio, specialmente se ebraico, corrisponde ad una breve frase.
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Re: Sl 110:4

Messaggio da Gianni »

Direi di no, ma può risponderti in modo più qualificato Noiman.
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Re: Sl 110:4

Messaggio da bgaluppi »

Forse, visto che la Torah non dà indicazioni specifiche, hanno voluto identificarlo con qualcuno. Il fatto che sia stata necessaria un'identificazione, indica la realtà del personaggio. Più che chi era, però, conta cosa rappresenta: l'unione della figura del re e del sacerdote in una sola persona.
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Re: Sl 110:4

Messaggio da bgaluppi »

Sul Talmud (Sukkah 52b) e secondo l'ebraismo alessandrino Melchizedek (nel testo talmudico “Kohenzedek”) viene messo al pari di Elia e dei due Messia ben Joseph e ben David. Il profeta Elia è una figura molto particolare all'interno dell'ebraismo chassidico; secondo la tradizione, egli riapparirebbe di tanto in tanto per aiutare Israele, portare conoscenza ai maestri della Torah, presenzierebbe ad ogni circoncisione e durante il Seder di Pesach. Secondo Mal 4:5, sarà inviato da Dio ad annunciare l'avvento del Messia. La sua scomparsa sul carro di fuoco significherebbe che sparì dalla circolazione e nessuno lo vide più, il che è interpretabile come una dipartita fisica (morte); in realtà, secondo parte della tradizione sarebbe stato trasformato in un angelo (o forse lo era sempre stato). Il rabbino cabalista Moses Cordovero identifica Elia con l'arcangelo Sandalphon.

I maestri delle generazioni successive, per contrastare l'idea che Melchizedek, al pari di Elia, non avesse avuto origini terrene né conosciuto la morte, lo identificarono con Sem. Però non è chiaro: la reincarnazione di Sem o Sem resuscitato?!? Di fatto non esistono elementi biblici concreti a supporto di tale identificazione. Di fatto, non esistono notizie sulle origini di questo re-sacerdote di Gerusalemme (Salem); la Bibbia dice solo che esistette e che unì la figura del re con quella del sacerdote. È abbastanza ovvio che, se era un uomo, avesse avuto un padre e una madre, ma la Bibbia non lo dice. Il Sl 110 riprende questa unione re-sacerdote, applicandola a David. Lo scrittore di Ebrei la applica al Messia, in quanto re davidico. Melchizedek, dunque, sarebbe il tìpo e il messia re-sacerdote (Davide e Yeshùa) l'antìtipo.

http://www.jewishencyclopedia.com/artic ... elchizedek" onclick="window.open(this.href);return false;
stella
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Re: Sl 110:4

Messaggio da stella »

Un mio piccolo intervento ...sembra che il " mistero" sta nel pane e vino che offri Melchesedek ad Abramo ...
Abramo lo riconobbe ,proprio dai simboli e anche sembra dalle lettere ,il disegno delle lettere per descrivere il pane ed il vino ..

Si sarò difficile da farmi capire ,ma già per Abramo il sacerdozio aveva significato ...
Ora non sono al pc...ma appena ho tempo caro Mattia ti trasmetterò un bel lungo messaggio ... :-)
Tutto è nascosto nelle lettere dell'alfabeto ebraico ,almeno che non voglia spiegarcelo Noiman ;;)
l,anima mia. ha sete del Dio vivente
noiman
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Re: Sl 110:4

Messaggio da noiman »

Svuotata la valigia e dopo una buona cena con la mia mogliettina , questo grazie a Bofrost, ( mia moglie oltre non sapere fare le orecchie di Haman, in genere non cucina…),ora posso provare a rispondere a quello che pare una discussione interessante aspettando l’intervento di Stella che sicuramente ci propone un approfondimento pirotecnico.

Assistiamo nel libro di Bereshit un incontro speciale tra due uomini assolutamente speciali.

“E Mallki-Zedeck re di Shallem tirò fuori pane e vino ed egli era sacerdote del dio Eccelso. E lo benedisse e disse:”Benedetto sia Avram per il Dio Eccelso padrone del cielo e della terra; e benedetto sia il Dio Eccelso che ha consegnato i tuoi nemici nelle tue mani.” Ed egli gli diede una decima di tutto. E disse il re di Sdom ad Avram: “Dammi le persone e prenditi il bottino”. E disse Avram al re di Sdom: “ Ho alzato la mano al Signore Dio Eccelso padrone del cielo e della terra se dovessi prendere un filo o un laccio o qualunque cosa tu abbia, e non dirai: “Io ho reso ricco Avram” (Bereshit – Lech lechà14/19-23) (genesi).

Questo passo di Bereshit è di difficile comprensione, complesso da collocare nel suo significato, questo lo leggiamo alla fine della narrazione della guerra che Avrahàm conduce contro quattro re con lo scopo di salvare il nipote , Lot.
E’ una guerra assai strana, combattuta tra quattro re contro altri cinque regni apparentemente per il dominio di zone che erano ricchissime, il testo racconta questo avvenimento ma non entra nei particolari tranne che per indicare i nomi e i regni a cui costoro appartenevano.
Viene invece citato Lot che abita quelle terre e che suo malgrado è coinvolto nella battaglia , alla fine catturato con tutti i suoi beni.
I cinque re sono a capo di città stato e da molto tempo essi pagano pesanti tributi ai regni vicini, tra cui il più importante è Babilonia, poi accade qualche cosa:
“Per dodici anni servirono Kedorlaomer e nel tredicesimo anno si ribellarono. E nel quattordicesimo anno venne Kedorlaomer ed i re che erano con lui e colpirono e Refaim a ad Ashtarot Karnaim, i Zuzim ad Am e gli Emim a Shavè Kiriataim. Ed i Chorim nel loro monte di Seir fino ad El Paran che si trova nel deserto” .

Solo a seguito del rifiuto di pagare i tributi ai re vicini nasce una guerra , i cinque re hanno la peggio e devono fuggire, rimane Lot e la sua famiglia e vengono catturati.
Il testo è laconico, si limita a raccontare che di questo episodio fu informato Avrahàm che non solo corre in difesa del suo nipote ma con l’aiuto di trecentodiciotto giovani “nati in casa sua” affronta il nemico , non solo libera Lot ma riesce anche a riconquistare i beni sottratti.
E’ la prima volta che viene fornito un numero che possa indicare una dimensione di questa guerra, ma trecentodiciotto è un numero molto esiguo al massimo rappresentare una scaramuccia, almeno che non si trovi una diversa interpretazione di questo numero, su questo se volete parleremo in seguito.
E restituì tutto il bottino e anche Lot suo fratello e i suoi beni restituì, ed anche le donne ed anche il popolo
Questa frase apparentemente racconta con un suo ordine la restituzione delle cose conquistate nell’azione militare, per prima viene menzionato il “bottino” in senso generale, questa parola comprende tutto, oro , argento, bestiame, donne e schiavi, ogni cosa è considerata al pari delle altre, non c’è distinzione tra le cose, Lot viene menzionato subito dopo come fosse meno importante, poi vengono citate le donne e il popolo.
Poi avviene l’incontro tra vincitori e vinti, il re di Sodoma e Malki-Zedèch , re di Shallem, vincitori e vinti si incontrano per uno scambio di prigionieri e la restituzione degli averi.
“Ed uscì il re di Sdom incontro a lui dopo il suo ritorno dall’aver colpito Kedorlaomer ed i re che erano con lui, presso la valle dell’Uguaglianza essa è la valle del Re. E Malki-Zedek, re di Shallem tirò fuori pane e vino ed egli era sacerdote del Dio Eccelso che ha consegnato i suoi nemici nelle tue mani” Ed egli gli diede una decima di tutto” (Bereshit- Lech- lechà 14/17) (Bereshit).
Compare per la prima volta il nome di questo personaggio che la tradizione vuole che sia Shem il figlio di Noàch, Re di “ Shallem”. Secondo la tradizione è anche sacerdote dell’Altissimo.
Questo è il primo incontro di Avrahàm con il Re di Sodoma, ma non avviene a Sodoma ma ha Shallem questo lo possiamo dedurre dalla frase:
E uscì il re di Sdom incontro a lui” . Questa ipotesi è rafforzata dal fatto che fu Malki-Zedèk a portare pane e vino, consuetudine e tradizione del padrone di casa nei confronti dei suoi ospiti, il luogo è impregnato di sacralità, la tradizione interpreta che è il posto dove fu creato Adamàh, dove avverrà il sacrificio di Izchàk, lo stesso dove sorgerà Jerusalaim , un luogo speciale e prediletto dal Santo, punto unico dove i cieli sono collegati con la terra, una specie di passaggio tra le due esistenze.
Il Bereshit Rabbà commenta :
Avrahàm chiamo quel luogo “Jir’eh” “provvederà” [come è detto ]: E chiamò Avrahàm quel luogo “Il Signore provvederà “ [Shem lo chiamò Shallem come e detto]:Malkisedek re di Shalem [Disse il Santo, Egli sia Benedetto: Se Lo chiamò Jir’eh come ha chiamato Avrahàm, Shem, che è uno giusto, si irriterà; così Io lo chiamo Shallem come la chiamato Shem, Avrahàm , che è un uomo giusto, si irriterà; così Io lo chiamo Jerushallem come l’hanno chiamato tutti e due”.(Bereshit Rabbà - LVI 10)
Le parole in ebraico sviluppano significati in modo trasversale, שלם le tre consonanti che compongono “Shallem provengono da una radice che raccoglie il concetto di completezza, nella sua specificità questo luogo rappresenta la completezza, la stessa radice genera il termine “integro” ancora una volta i significati si rimettono in movimento, lo spazio fisico diventa anche il luogo della completezza attraverso l’integrità, le lettere ebraiche si animano שלם può ancora essere letta come “shalom”, la pace, la polisemia dell’ebraico propone un ulteriore insegnamento: “la completezza porta alla salvezza e alla pace”
“ Il Signore provvederà” יהוה יראה questo è il luogo dove tutto verrà ricondotto all’Altissimo , Elìon. Questa parola compare solo quattro volte nel testo di Bereshit
accanto alla figura di Malchisedek, le prime tre volte come עליון לאל “ El Elion” la quarta volta gli attributi diventano completi אל יהוה אל עליון “ El Adonai El Elion,
significati che sfuggono e si dissolvono nelle traduzioni.

Il primo gesto di Malki-Zedèch è quello di offrire pane e vino, Rashi commenta questo passo :
Così si usa fare per coloro che ritornano affaticati dalla guerra. In tal modo Melkisedeq mostrò ad Avram che non gli portava male in cuor suo per il fatto che egli aveva ucciso i suoi figli. Secondo il midrash aggadico, Melkisèq fece una rivelazione ad Avram riguardo le offerte e alle libagioni che avrebbero offerto là i suoi figli”. I figli sono intesi i discendenti di Avrahàm .

Subito dopo Malki-Zedèch benedice Avrahàm che come voler ricambiare offre la decima di tutto il bottino di guerra, questo gesto ha un duplice significato una forma di un riconoscimento della autorità riferita al sacerdozio che il re di Shallem ricopre, questo e anticipatore della prerogativa sacerdotale nel futuro.
Apprendiamo che quando il re di Sodoma sconfitto offre il bottino in cambio dei prigionieri, Avrahàm risponde il uno strano modo: ”giuro per il Signore Dio Altissimo, padrone del cielo e della terra, che non prenderò neppure un filo né un laccio di una scarpa di ciò che è tuo, si che non si possa dire:”Io ho arricchito Avrahàm”(Bereshit - Lech Lechà 14/21-22) (genesi).

In questa affermazione nel originale leggiamo יהוה , il nome , affiancato alla parola עליון Helion , "Altissimo", questa espressione ci sembra insolita, le traduzioni in genere riportano la parola giurare, nel testo ebraico è scritto הרימתי ידי “che egli alzò la mano “, alzare la mano pronunciando una promessa è un impegno solenne, nominando il nome di D-o alzando la mano ci si vincola in un patto davanti a D-o.
Avrahàm non vuole nulla del bottino conquistato , questo può essere interpretato che egli è consapevole di una promessa più grande e meno materiale che gli farà D-o.
L’atto di vera generosità di Avrahàm è quello di scendere in guerra per salvare Lot, è la prima volta che la scrittura considera la salvezza di un uomo più importante del bottino e della ricchezza materiale.
Questo incontro non è solo destinato a mettere pace tra i contendenti, va interpretato come una specie di investitura che il re di Shallem passa al futuro patriarca di Israel, Malki-Zedèch è dunque Shèm , il figlio di Noàch colui che ha ricevuto la promessa nella sua discendenza , ultimo testimone del diluvio , sopravissuto a Apachsàd, Shelàh, Ever, Pelèg, Reu, Serug, Nachor, infine Teràch il padre di Avrahàm, al decimo posto.
Alla luce di questa interpretazione l’offerta del pane e del vino , insieme alla decima assumono un significato speciale, l’incarico dato a Avrahàm di conservare questo retaggio , tramite la sua discendenza di consegnarlo a Israel.
Dopo di questo di Malki-Zedèch non viene più menzionato nel libro di bereshit.
Questo passaggio di testimonianza ha un significato più profondo se pensiamo che Malki-Zedèch significa “re della Giustizia” , il suo nome è attributo di una condizione speciale, egli ha sempre garantito con la sua presenza la giustizia divina il riconoscimento al D-o Altissimo, ecco perché viene nominato” Sacerdote dell’Altissimo”.
Il passaggio di questo retaggio autentica Avrahàm nel essere portatore di giustizia attraverso il tempo, secondo una linea di trasmissione che inizia da Noàch e poi Shem.
Riguardo a tehilim, in 110/4 il testo originale riporta:
נשבע יהוה ולא ינחם אתה-כהן לעולם על- דברתי מלכי- צדק
Il Signore ha giurato e non cambierà, tu sei Cohen in eterno, tu sei re di giustizia
Non credo che questa affermazione sia il riconoscimento di un personaggio in carne e ossa, ma a una condizione speciale, la stessa che la tradizione riferisce a Shem, che riceve l’appellativo di re di giustizia che leggiamo in Bereshit .
Shem era dunque un Cohen ?
Shalom
Noiman
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