La figlia di Jefte

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Simeone Alan Tovar
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La figlia di Jefte

Messaggio da Simeone Alan Tovar »

Ho letto con attenzione lo studio sulla figlia di Jefte postato su Biblistica.it.
Ora per alcuni mesi sono in Israele, vicino a Tel Aviv.
Stavo per postare alcune osservazioni ma ho trovato questo studio con commenti che posto integralmente, aggiungendo alcuni commenti dei forumisti. Lo faccio per amore di correttezza filologica. Pur essendo ebreo, figlio di rabbino, non seguo il Rabbanesimo. Non sono molto ben visto nella comunità ortodossa della mia famiglia paterna, che ha, come il cognome Tovar recita, origini dalla cacciata dei giudei dalla Spagna.
Ho trovato questa ricerca molto chiara, sulla scorta anche della correttezza semantica. Mi trovo d'accordo nelle linee essenziali specialmente in riferimento all'uso dei concetti biblici e delle fonti.
Voglio specificare che come letto, riporto. Non mi prendo responsabilità se vi sono affermazioni personali che potrebbero offendere qualcuno. Spero comunque che non vi sia una stupida censura. Il testo citato è in verde.
"Recentemente sul forum qualcuno ha messo il link di uno studio tratto dal sito di Biblistica.it. Ho preso a prestito questo studio per far notare come, nella fattispecie, si cada in un bias classico.
Premetto che il mio intervento è sulle idee, non sulle persone. Quindi ritengo che nessuno debba offendersi se vengono portati a galla limiti o errori. Lascio che sia il lettore a giudicare anche se è praticamente impossibile impedire il velo del giudizio nelle mie discussioni.

Veniamo allo studio di Biblistica:
Nella sostanza cercando di condensare le tesi, viene detto che Jefte effettivamente sacrifica in olocausto la figlia, adempiendo così il voto fatto precedentemente.

Come fatti a sostegno l'autore usa alcuni argomenti come indicazioni grammaticali e sintattiche e collegamenti logici.
1- la parola ebraica per olocausto che significa sacrificio consumato con il fuoco (Giudici 11:31)
2- il fatto che gli israeliti non avessero animali domestici per sacrificio in casa
3- il fatto che un sacrificio animale non era un voto speciale, ma una consuetudine
4- la frequentazione di Jefte con persone di dubbia moralità (Giudici 11:3)
5- Un calcolo dell'età che la figlia di Jefte poteva avere i relazione alla stesura del libro per dimostrare che veniva non visitata ma celebrato il suo sacrificio.
6)- Discussione sulla verginità della figlia di Jefte

1- Il fatto che la parola ebraica per olocausto (olah) sia usata in senso letterale non supera alcune obiezioni o contrasti logici sul fatto che vi sia stato un letterale olocausto.
- Citando lo stesso studio
"Gli ebrei ripeterono allora la supplica, liberandosi degli dèi pagani (10:15,16) e Dio “si addolorò per l’afflizione d’Israele” (v. 16). Siamo nel periodo in cui i Giudici governavano Israele."

Che cosa era usi a fare questi popoli che opprimevano Israele? Vediamo specificamente che cosa facevano gli Ammoniti:

"Alla fine del 1955 l'archeologo australiano John Basil Hennessy fece uno scavo della tarda epoca del bronzo (secolo XIII secolo AEV) . Identificò un tempio vicino all'aeroporto di Amman, in Giordania. Al centro della struttura solidamente costruita vi erano due pietre piatte circolari, una sopra l'altra, identificate come un altare, con un gran numero di offerte bruciate a cui erano associate, ceramiche, 50 pezzi di gioielli d'oro, un piccolo scarabeo in bronzo e sigilli di cilindro. Secondo le parole dell'archeologo, "la caratteristica più sorprendente di tutti nell'analisi finale del materiale è che le migliaia di piccoli frammenti ossei erano quasi esclusivamente [oltre il 90%] umani ... Non vi è dubbio che il rituale al tempio di Amman era il sacrificio di corpi umani." Le ossa erano appartenenti ad un' gruppo immaturo '. 'Uno era di un ragazzo di 14-18 anni.*

*From J.B. Hennessy, “Thirteenth Century B.C. Temple of Human Sacrifice at Amman,” Studia Phoenicia III, Phoenicia and its Neighbors (Leuven, 1985), figs. 3, 4.

Questo effettivamente conferma il racconto biblico.
Quindi sorge una obiezione non risposta:
Poteva Geova dare il suo Spirito, come da racconto (Giudici 11:29) a qualcuno che aveva già in mente un sacrificio umano, semplicemente perché la grammatica dice così? Ovvero, Geova vota alla distruzione gli Ammoniti proprio e anche per la pratica abominevole dei sacrifici di fanciulli, utilizzando un condottiero abominevole, (come detto dall'autore dello studio) che progetta un sacrificio umano?

E hanno edificato gli alti luoghi di Tofet, che è nella valle del figlio di Innom, per bruciare i loro figli e le loro figlie nel fuoco, cosa che io non avevo comandato e che non mi era salita in cuore’. Geremia 7:31

2 - Il fatto di non avere animali da sacrificio in casa in base anche il punto 3) non è dirimente per stabilire che Jefte sacrificasse sua figlia. Anzi può avvalorare la tesi che Jefte non avesse in mente un sacrificio umano.

4 - Un punto che manifesta lo stesso pregiudizio, sottinteso, che gli israeliti avevano fatto vedere contro Jefte, ovvero che era figlio illegittimo. Questo bias lo manifesta anche l'autore dello studio. Traduce liberamente il testo della scrittura traducendo che Jefte andava a fare scorribande con avventurieri. La traduzione delle parole ebraiche per scorribande (yatsa) e avventurieri (req) non è assolutamente giustificata ma arbitraria. Infatti req significa vuoto che applicato a persona può essere ozioso, yatsa significa venire o andare fuori, ovvero uscire. Questi significati sono confermati da tutti i maggiori commentari e dal contesto delle occorenze d'uso di tali parole nell'ebraico biblico. Notiamo che l'autore pur profondendosi nell'analisi di altre parole ebraiche nel testo del capitolo 11, evita l'analisi di quest'ultime.
Inoltre il versetti da 14 in poi che registrano lo scambio di idee tra Jefte e il re di Ammon mostrano una specifica e particolare conoscenza della Legge di Geova da parte di Jefte, non certo propria di un perditempo che girava con avventurieri.
Il riferimento a Ciro non regge, Ciro non era israelita.

5 - Un ragionamento molto aleatorio. Non aggiunge ne' toglie nulla. I calcoli sono ampiamente approssimati. Ma da questo ragionamento che verte sulla presunta dimostrazione che la figlia di Jefte non potesse essere visitata da viva, ma che si tratti di una ricorrenza commemorativa, si staglia il dubbio che Geova permetta agli israeliti di ricordare un sacrificio umano come commemorazione. Cosa unica e piuttosto bizzarra. Inoltre nulla poteva impedire che anche dopo la morte della figlia si stabilisse un rituale che ricordasse la dedicazione a Geova della fanciulla, che rinunciò così a farsi una famiglia e dare una discendenza al padre.
la durata di questo rituale è espressa come 'miyyamim yamimah' (11:40), che, associata ad uno 'statuto', può significare 'in perpetuo' (Esodo 13:10).
Ma tale espressione è anche utilizzata per la visita annuale di Hannah a Shiloh, che lo limiterebbe ad un evento regolare durante la vita di un determinato individuo (1 Samuele 1: 3; 2:19).
Se questo è l'intento del verso, che le donne israelite avessero fatto un pellegrinaggio a lei ogni anno, spiega perché questa pratica apparentemente istituzionalizzata di piangere la figlia di Jefte come rito annuale non viene mai menzionata altrove nella Bibbia ebraica. Ciò suggerisce che il rituale veniva istituzionalizzato solo fino a quando era viva; in altre parole, appartiene alle narrazioni riguardanti Jefte registrate qui, ma non abbiamo alcuna conoscenza se tale usanza era entrata a far parte del ciclo di festività o rituali in Israele.

6) - In seguito l'autore usa la questione della verginità della figlia di Jefte per avvalorare il sacrificio umano.
Dopo che Jefte aveva adempiuto il suo voto, ci viene detto che sua figlia "non conosceva uomo. "

E alla fine di due mesi avvenne che tornò da suo padre, dopo di che egli adempì il voto che aveva fatto verso di lei. In quanto a lei, non ebbe mai relazione con uomo. (Giudici 11:39)

Se fosse stata sacrificata queste informazioni non sarebbero pertinenti, quindi presumibilmente vi è un significato differente nella narrazione.
Questa percezione è rafforzata dall'estrema enfasi sulla verginità.
La figlia chiede che a lei e le sue amiche sia permesso di piangere per la sua verginità (non la sua morte) per due mesi.
La richiesta è concessa e lei e le sue amiche in realtà piangono per la sua verginità (non la sua morte) per due mesi
Perché l'accento nel suo rimaner vergine e non sulla sua morte? Credo che questo suggerisca semplicemente che rimanesse vergine per il resto della sua vita.

Considerazioni scritturali logiche e grammaticali a cui non si dà risposta.
Un sacrificio umano fatto da Jefte andrebbe anche in contrasto con come era ed è considerato Jefte stesso nelle scritture. L'apostolo Paolo che accomuna con il gran nugolo di testimoni, come esempio assolutamente positivo:

E che dirò ancora? Poiché mi mancherà il tempo se proseguo narrando di Gedeone, Barac, Sansone, Iefte, Davide, come pure di Samuele e degli [altri] profeti, Ebrei 11:32

O Samuele che lo accomuna ad altri come un liberatore provveduto da Geova (1Samuele 12:11)

Visto che l'autore usa molto l'approccio sintattico grammaticale, possiamo introdurre questa possibilità analizzando il testo del voto di Jefte a Geova:
Il voto si compone di due parti:

a - Colui che esce deve appartenere a Geova,
b - Jefte gli avrebbe offerto /lui /lei o questo/a come un olocausto.

Nella espressione " e io lo devo offrire come un olocausto” ovvero wə·ha·‘ă·lî·ṯi·hū (וְהַעֲלִיתִ֖הוּ) ricorre ad inizio della proposizione la lettera vav ( ו‎).
La flessibilità del vav ( ו‎) che collega le due affermazioni (deve anche divenire di Geova, / io lo devo offrire come un olocausto) avrebbe permesso di essere letta qui come ‘e’, (congiuntivo) in modo che l‘appartenenza a Geova’ significava l'olocausto citato subito dopo. Ma il ‘vav’ potrebbe anche essere letto come ‘o’ (disgiuntivo), in modo che qualsiasi cosa o chiunque è venuto fuori sarebbe stato dedicato a Dio, e, solo qualora fosse necessario, sarebbe stato sacrificato. Quest'ultimo suggerimento corre il rischio di sembrare apologetico intendendo a dare Jefte un certo margine di manovra, ma l'ambiguità è presente nel testo e quindi dal punto di vista sintattico grammaticale è lecito poter leggere:

30 Quindi Iefte fece voto a Geova e disse: “Se immancabilmente mi dai in mano i figli di Ammon, 31 deve anche avvenire che chi esce, chi mi esce incontro dalle porte della mia casa quando torno in pace da presso i figli di Ammon, deve anche divenire di Geova, o (non 'e' ) io lo devo offrire come un olocausto”.

Per referenze fatevi una ricerca sul vav


Origine dei bias:
Nell'osservare lo studio di questo autore è interessante notare come i suoi bias possano derivare dal suo vissuto. Lui era un anziano dei TdG e in seguito smise la frequentazione e l'appartenenza alla congregazione dei Testimoni di Geova. I bias possono essere creati su basi inconsce ma anche consce. In questi studi manca il distacco accademico . Infatti non solo in questo, ma in tutti gli studi di Biblistica di notano un ossessivo riferimento alla dottrina della WTS, e uno sforzo di contraddire direttamente le pubblicazioni della WTS e la TNM. Infatti lo si nota da espressioni come "Fa sorridere l’ingenuo tentativo di TNM..." "TNM traduce in maniera incomprensibile in un italiano strano" e così via. Un tale tipo di approccio non dovrebbe essere parte di uno studio serio.

Concludendo, quando si portano delle argomentazioni per stabilire in maniera chiara una tesi, tali argomentazioni debbono essere "bullet proof".
Nel nostro caso, essendo il sito Biblistica tendenzialmente nel filone giudaico/messianico (vedi logo) è ironico far notare che Rabbi autorevoli in maggioranza sostengono che non vi fu affatto un sacrificio umano. (Rabbi David Kimchi, Abraham Ibn Ezra,)

La realtà è che gli stessi argomenti scelti (verginità, animali da sacrificio, frequentazioni di Jefte, visite o commemorazione del voto, calcolo dell'età) non sono dirimenti ma possono essere letti come confermativi di una tesi opposta. Questo perché non sono fondamentali o condizioni necessarie e sufficienti.
D'altro canto le argomentazioni grammaticali debbono essere viste per quello che valgono. Sono valide se a corollario di una tesi, ma devono confermare l'armonia della tesi non viceversa. Come abbiamo visto vi sono ambiguità sintattiche che possono confermare una tesi opposta.

Quindi il bias di conferma dell'autore deriva dal suo desiderio frutto di qualche delusione all'interno del gruppo a cui apparteneva.
Il predetto continua a spendere energie per convincere anche altri che la WTS e la sua produzione dottrinale è scarsa. Nel fare questo comunque si espone, come in questo caso, a contribuire a diminuire la fiducia nelle Sacre Scritture e nel suo Autore quando si sostengono tesi deboli corrotte da bias di appartenenza o conferma.
Graf


Altri commenti:

...Giudici 11:38-40, non lascia margine di dubbio alcuno.

38 La figlia di Iefte pianse per la sua verginità: ti sembra che potesse importarle un fico secco della sua verginità se sapeva che stava per perdere la vita come sacrificio umano?

39 Che senso avrebbe poi specificare che "non ebbe mai relazione con uomo"?
Se era vergine, poi venne bruciata viva, quando avrebbe potuto mai avere relazione con un uomo?

40 "Le figlie di Israele andavano a lodare la figlia di Iefte", non dice che lodavano le sue ceneri.

Inoltre, dopo questo avvenimento, Iefte continuò a servire come giudice di Israele per altri 6 anni. Credi che Geova e il popolo, gli avrebbero permesso di continuare nel suo incarico se si fosse macchiato di un crimine così orrendo punito con la pena di morte dalla Legge? (Levitico 20:2)

...Giudici 11:31
(KJV+) Then it shall be, H1961  that whatsoever H834  cometh forth H3318  of the doors H4480 H1817  of my house H1004  to meet H7125  me, when I return H7725  in peace H7965  from the children H4480 H1121  of Ammon, H5983  shall surely be H1961  the LORD'S, H3068  and I will offer it up H5927  for a burnt offering. H5930 

Isaia 61:8
(KJV+) For H3588  I H589  the LORD H3068  love H157  judgment, H4941  I hate H8130  robbery H1498  for burnt offering; H5930  and I will direct H5414  their work H6468  in truth, H571  and I will make H3772  an everlasting H5769  covenant H1285  with them.

Come si può notare, la parola ebraica tradotta olocausto in italiano, "burnt offering" in inglese, riferimento dizionario Strong H5930, veniva usata anche in senso metaforico, non solo letterale, a meno che non si voglia sostenere che la rapina potesse essere letteralmente messa sull'altare e bruciata come olocausto.

Vedi Salmo 51:16,17 e Osea 14:2 per un uso similare.

Di esempi del genere ne abbiamo una caterva anche in italiano.
Se per esempio, Roberto, dici "sono scoppiato a piangere", non vuole mica dire che andremo a cercare i tuoi brandelli di carne in giro........

Per le Scritture greche, vedi per esempio Romani 12:1.

Purtroppo non so usare il forum, la vav e le altre lettere non so se mi appaiono in alfabeto ebraico.
Concludendo volevo solo dire che sarei felice di sapere cosa ne pensate. Vi prego evitate affermazioni per partito preso, non ho nessuna voglia di metterla sul piano religioso o su una presunta superiorità dell'ebraismo e bla bla bla. Siate nel limite del possibile scientifici. Pur essendo ebreo di discendenza non mi sento ne superiore ne inferiore ai miei simili. Il Cristo, Gandi, Martin Luther King ci hanno rimesso la vita per affermare che tutto il consesso dell'umanità e fratello. Io non voglio rimetterci il mio tempo. Se vi sono fatti, non opinioni, ci spendo tempo volentieri. Il resto non prendetevela, non mi interessa.
Simeone Alan Tovar
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bgaluppi
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Re: La figlia di Jefte

Messaggio da bgaluppi »

Nel nostro caso, essendo il sito Biblistica tendenzialmente nel filone giudaico/messianico...
Senza critica, solo una constatazione. Nel mondo ti devono per forza "bollare" e "categorizzare". Non ti è consentito di essere te stesso, come singolo individuo libero e indipendente, che rende conto solo a Dio. Chi è libero, o cerca di esserlo, è "fastidioso" e suscita le critiche e gli attacchi incrociati da parte delle varie fazioni. Chi è libero dà fastidio perché dice quello che pensa (nel rispetto dell'altrui persona e della legge), e subìsce gli attacchi di chi appartiene a questa o quella fazione, perché nel mondo non si può dire ciò che si pensa ma ciò che il gregge pensa. Fondamentalmente, alla base di questo comportamento, c'è la paura di vedersi veramente per come siamo, il rifiuto di accettare la realtà; se io sono schiavo, anche gli altri devono esserlo.

Solo un pensiero. Simeone, sono contento che tu sia qui con noi. :-) Lasciamo che sia Gianni a risponderti.
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Simeone Alan Tovar
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Re: La figlia di Jefte

Messaggio da Simeone Alan Tovar »

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Simeone Alan Tovar
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Re: La figlia di Jefte

Messaggio da Simeone Alan Tovar »

Volevo aggiungere che nei vari studi di Biblistica noto alcune intuizioni e tesi interessanti. Ciò che dice l'autore dello studio riportato, che si firma Graf, comunque è vero.
Per quello che vale il mio pensiero, il mio consiglio è gratis. Molto di ciò che viene scritto in Biblistica.it viene invalidato o "sporcato" da raffronti ciclici con la dottrina della dei Testimoni di Geova. Quindi nel mondo accademico per pubblicarli i Correttori o il Collegio editoriale chiederebbero di epurarli. Scrivo con cognizione di causa visto che anche alcune mie pubblicazioni sono state rimandate al mittente perché potevano dar l'idea di una considerazione non neutra verso altri colleghi, studi, istituzioni accademiche etc. Quando Graf parla di "distacco accademico" concordo che non è presente. Per carità non è un peccato, ognuno scrive quello che vuole.
Ovviamente sto parlando di pubblicazioni scientifiche, umanistiche e non, comunque secolari.
Nel campo di trattati religiosi vi assicuro che anche qui si tirano i pesci in faccia.
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Re: La figlia di Jefte

Messaggio da Gianni »

Caro Simeone, sinceramente sono stanco di rispondere a chi dice – di volta in volta – che sarei stato un sacerdote cattolico, un frate, un giudaizzante, un ministro della Chiesa di Cristo, un Testimone, un ebionita e altro ancora. Pensa che ho perfino trovato in rete in mio scritto pubblicato in un sito cattolico che è stato preso per un elogio alla Madonna e per questo pubblicato!

Lascia perdere. Se trovi qualcosa di interessante nei miei studi, prendilo; se no, buttalo. Se capito a Tel Aviv, magari ci prendiamo un caffè insieme sul suo splendido lungomare, al Migdal HaOpera. Masàl tov.
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Re: La figlia di Jefte

Messaggio da bgaluppi »

Simeone, non ti ritenevo responsabile, la mia era solo una considerazione che mi è venuta in mente. :-)
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Simeone Alan Tovar
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Re: La figlia di Jefte

Messaggio da Simeone Alan Tovar »

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Re: La figlia di Jefte

Messaggio da bgaluppi »

Adesso, però, vorrei fare io una domanda, e la faccio in qualità di moderatore. Qual'è il motivo per cui ha deciso di pubblicare sul forum la sua corrispondenza con il sig. Graf? E cosa c'è alla base di tale interesse sul passato di Gianni Montefameglio? Il fatto che lei non abbia problemi a dichiarare di essere stato un ultra-ortodosso non significa che anche gli altri debbano condividere certe informazioni. Non le sembra che certi argomenti dovrebbero essere discussi in chiave privata, per rispetto di Gianni Montefameglio, che potrebbe avere (ed ha il diritto di avere) precise motivazioni per cui non desidera condividere certi temi? Trovo molto strano che — invece di scrivere una mail privata — si facciano tutte queste domande e si pubblichi anche la corrispondenza con terzi. Qual'è lo scopo di tutto ciò? Non vorrei che lei e il signor Graf foste dei lupi travestiti da agnelli. Con la scusa della figlia di Jefte si parla di altro. Il mio istinto di solito non mi inganna. La moderazione non tollera comportamenti che violano la privacy e la sensibilità degli utenti.
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Re: La figlia di Jefte

Messaggio da Simeone Alan Tovar »

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Re: La figlia di Jefte

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