Scienza e tecnologia in epoca biblica (tradizione ebraica)

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Alen.chorbah
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Re: Scienza e tecnologia in epoca biblica (tradizione ebraic

Messaggio da Alen.chorbah »

Besàseà ha scritto: “Disse HaShem a Moshèh: “Scriviti queste parole”, ciò è quanto esprime lo scritto: “Se io avessi scritto la maggior parte della mia Toràh sarebbero stati considerati come [popolo] straniero”(Oshea 8,12).
In tutte le traduzioni di questo verso che ho esaminato non gli viene dato questo senso però.
Giusto per non essere di parte questi sono le traduzioni di sefaria e chabad:
-The many teachings I wrote for him Have been treated as something alien.
-I write for them the great things of My Law; like a strange thing they are considered.
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bgaluppi
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Re: Scienza e tecnologia in epoca biblica (tradizione ebraic

Messaggio da bgaluppi »

Quindi Dio non vuole che alcun uomo non ebreo possa accostarsi al Suo insegnamento se non per mezzo di un ebreo? Dunque Dio esprime preferenze e fa favoritismi... :-? Se ciò fosse vero, c'è da chiedersi qual'è la scuola giusta.

A me quella traduzione sembra aggiustata secondo il pensiero del traduttore. Se è vero che l'ebraico non è una lingua che esprime significati univoci e precisi come il greco, non è possibile sostenere che una traduzione sia più giusta di un'altra (se ambedue hanno senso nel contesto). Chi sostiene questo è in malafede, a mio avviso. Tra due traduzioni possibili di un versetto, non può essercene una più giusta, se tutte e due sono possibili; oppure, non è vero che l'ebraico biblico è "plurisemantico". Allora entra in ballo il pensiero del traduttore e l'ideologia di appartenenza, esattamente come accade con il greco (anche se col greco è difficile cambiare il significato delle parole).
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bgaluppi
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Re: Scienza e tecnologia in epoca biblica (tradizione ebraic

Messaggio da bgaluppi »

Nessuno mette in dubbio la conoscenza di Negev. Ma il mio punto è un altro. Quando sussistono traduzioni diverse ma ambedue possibili, qual'è quella "giusta"? Ed è possibile parlare di tradizione giusta e sbagliata? Perché allora gli esegeti ebrei dovrebbero mettersi d'accordo.
LucaincercadiDio
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Re: Scienza e tecnologia in epoca biblica (tradizione ebraic

Messaggio da LucaincercadiDio »

Può anche avere il massimo dei voti, ma rimane pur sempre un compiacimento da parte di altri esseri umani imperfetti e quindi influenzabili e soggetti a sbagliare e scegliere secondo le loro soggettive interpretazioni.
Antonio dice bene che essendoci più traduzioni possibili come dedurre quale è più giusta o meno?
Le interpretazioni ebraiche sono così tante e così diverse da loro che a me ricordano la confusione propria di Babele.
Non c'è unanimità,o almeno io non la vedo.

Apocalisse 14:6 E vidi un altro angelo volare in mezzo al cielo, e aveva un’eterna buona notizia da dichiarare come lieta novella a quelli che dimorano sulla terra, e ad ogni nazione e tribù e lingua e popolo,
Il capitolo 10 degli Atti spiega l'importante ruolo degli ebrei e degli apostoli, ovvero di far conoscere ai gentili la buona notizia della pace per mezzo di Gesù .
Lo spirito santo rese possibile il dono di parlare in lingue..Dio non mi sembra così tanto classista analizzando le scritture.
Giusto per citarne uno, mi viene in mente Paolo di Tarso. :-??
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Israel75
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Re: Scienza e tecnologia in epoca biblica (tradizione ebraic

Messaggio da Israel75 »

De 27:19 "Maledetto chi calpesta il diritto dello straniero, dell'orfano e della vedova!" - E tutto il popolo dirà: "Amen".
E' proprio classista, infatti lo mette sul piano della vedova e dell'orfano. ;) ;) ;)

Ci sono eminenti interpretazioni della Legge di DIO e molte rispettabili, verrebbe da chiedersi se lo sono quelle della tradizione orale che a forza di aggiungere inutili fardelli e precetti si è allontanata dal Suo vero spirito.
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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Daminagor
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Re: Scienza e tecnologia in epoca biblica (tradizione ebraic

Messaggio da Daminagor »

Ci sono eminenti interpretazioni della Legge di DIO e molte rispettabili, verrebbe da chiedersi se lo sono quelle della tradizione orale che a forza di aggiungere inutili fardelli e precetti si è allontanata dal Suo vero spirito.
Una simile affermazione non è offensiva verso gli ebrei e la loro cultura? Chi sei tu per poter definire qualcosa inutile, all'interno della tradizione orale di un popolo?
Se scrivevo io una cosa simile sulla dottrina del nuovo testamento mi beccavo subito qualche sfuriata o moderazione.
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bgaluppi
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Re: Scienza e tecnologia in epoca biblica (tradizione ebraic

Messaggio da bgaluppi »

Ho capito.
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bgaluppi
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Re: Scienza e tecnologia in epoca biblica (tradizione ebraic

Messaggio da bgaluppi »

Besasea, certamente durante l'era messianica ciò che descrivi avverrà, perché è predetto. Ma in realtà è già avvenuto in parte, perché molti stranieri - come me - già cercano HaShem e Lo adorano "in spirito e verità". E questo non certamente grazie al cristianesimo, ma grazie a Yeshùa. Per me, come per molti, le religioni non esistono già più, e non ho bisogno di aspettare l'era messianica, perché ci sono già dentro. Non grazie al giudaismo amo HaShem (in quanto non ebreo), ma grazie al giudaismo di Yeshùa. Ora, tu mi dirai: "Yeshùa non ha nulla a che fare col giudaismo"; ma io ti chiedo: qual'è lo scopo del giudaismo se non quello di amare Dio più di ogni altra cosa? “Tu amerai dunque il Signore, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima tua e con tutte le tue forze.” (Dt 6:5). Se grazie a Yeshùa io — uno straniero — amo HaShem più di ogni altra cosa, anche più della mia stessa figlia, di cos'altro avrei bisogno? La mia gioia consiste nel mettere in pratica questi due comandamenti: “Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la mente tua, e con tutta la forza tua” e “Ama il tuo prossimo come te stesso”; per amare Dio bisogna conoscerLo, perché non si può amare qualcuno o qualcosa che non si conosce. Io L'ho conosciuto grazie a Yeshùa, che me Lo ha rivelato (Gv 1:18). Mi resta difficile spiegarti questa cosa, ma spero tu possa comprendere.

Per farti capire, quando io sono nel bisogno, quando la mia anima è in pena, quando sono afflitto e mi sento perso, mi rivolgo ad HaShem, non a Yeshùa (che non può sentirmi), e chiedo il Suo aiuto (in nome di Yeshùa); e Lui mi risponde sempre. Sempre. Non mi lascia mai per strada. Io lo so che mi risponde, perché il mio cuore afflitto da angoscia, tristezza, paura, rancore, diventa puro come la neve e si riempie di pace. Una pace che nessun uomo, nessuna cosa del mondo mi può dare. E mi rende capace di mettere in pratica i comandamenti, dunque di amare Dio dimostrandolo con i fatti, le opere. Quando sono felice mi rivolgo ad HaShem, ringraziandolo per ogni cosa, e Lo ringrazio anche quando sono messo duramente alla prova. Come dice Giobbe, se si accetta il bene da Dio, bisogna accettare anche il male. Ma ciò avviene in me solo grazie a Yeshùa. E ti pare poco? Certamente non adoro Dio come fanno gli ebrei, ed è giusto così perché non sono ebreo, ma Lo adoro come Yeshùa mi ha insegnato a fare: obbedendo ai comandamenti e amando il prossimo come me stesso. In spirito e verità. Ancora, per la verità, non sono giunto a mettere in pratica in modo perfetto questo comandamento di Lv 19:18, perché sto ancora imparando a capire cosa significhi amare me stesso; ma ci riuscirò, perché Yeshùa c'è riuscito.

“Il Signore è la mia rocca, la mia fortezza, il mio liberatore; il mio Dio, la mia rupe, in cui mi rifugio, il mio scudo, il mio potente salvatore, il mio alto rifugio.” — Sl 18:2

Io non ho altro Dio che HaShem, e Lui è la mia ragione di vita. Grazie a Yeshùa. Ora, come potrebbe il giudaismo darmi qualcosa di più grande dell'amore per HaShem che già posseggo?

Scusate l'OT ma per me questa era una cosa molto importante da dire e spero che Besasea apprezzi che un ex-pagano idolatra come me ora ami il Dio del suo popolo. ;) Al di là delle nostre diatribe, a volte anche accese, ti voglio bene, mio caro fratello ebreo. Mi ha insegnato Yeshùa a volerti bene. E questo per me è ciò che conta. :YMHUG:
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Daminagor
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Re: Scienza e tecnologia in epoca biblica (tradizione ebraic

Messaggio da Daminagor »

Mi piacerebbe capire come la tradizione ebraica spiega i "prodigi magici":

Esodo 7 9-12: Quando il faraone vi chiederà: Fate un prodigio a vostro sostegno! tu dirai ad Aronne: Prendi il bastone e gettalo davanti al faraone e diventerà un serpente!».
Mosè e Aronne vennero dunque dal faraone ed eseguirono quanto il Signore aveva loro comandato: Aronne gettò il bastone davanti al faraone e davanti ai suoi servi ed esso divenne un serpente. Allora il faraone convocò i sapienti e gli incantatori, e anche i maghi dell'Egitto, con le loro magie, operarono la stessa cosa. Gettarono ciascuno il suo bastone e i bastoni divennero serpenti. Ma il bastone di Aronne inghiottì i loro bastoni.


Letta così sembra proprio che la magia "pagana" degli egizi funzioni nello stesso modo in cui funziona la "magia" di Yhwh, salvo che la Sua sembra esssere più potente. Cosa accadde davvero, in questo passaggio? I bastoni che diventano serpenti come si spiegano? Era scienza iper-avanzata o davvero magia? E come fanno gli egizi a usare la stessa "magia" di Yhwh?
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Daminagor
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Re: Scienza e tecnologia in epoca biblica (tradizione ebraic

Messaggio da Daminagor »

Cosa accadde davvero è mascherato dal linguaggio poetico. Intanto bisogna leggerlo e comprenderlo nella lingua originale. Il testo ha תנין, tannin, coccodrillo, che è il simbolo idolatrico del re dio Faraone. Dunque coccodrillo e non serpente
Ok, erano coccodrilli e non serpenti. Ma cosa accadde davvero e come?
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