Nèfesh, neshamàh, rùakh

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Gianni
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Nèfesh, neshamàh, rùakh

Messaggio da Gianni »

Come avevo accennato nella discussione sulle profezie (http://www.biblistica.eu/phpbb/viewtopi ... 7&start=70" onclick="window.open(this.href);return false;), sono molto interessato ad approfondire quello che per me è l'unico punto oscuro dell’ebraismo: i concetti di nèfesh, neshamàh e rùakh.

Spero che il caro Noiman accolga l’invito a fare da interlocutore, giacché è il più qualificato a trattare la questione dal punto di vista ebraico.

Mi rendo conto che l’argomento è molto complesso e il rischio è quello di portare lunghi trattati; in più, gli elementi sono tre, anche se collegati. Propongo perciò di procedere con semplicità iniziando da nèfesh. Io – mantenendo in questa discussione la mia condizione di allievo che vuole capire e imparare – porrò delle semplici domande proprio con lo scopo di capire. Se procediamo con calma, un po’ alla volta, sono convinto che ne potrà uscire qualcosa di davvero istruttivo.

Ecco allora la mia prima semplice domanda.

La prima volta che incontriamo la parola nèfesh nella Bibbia è in Gn 1:20: “Dio proseguì, dicendo: «Brulichino le acque di un brulichio di nèfesh viventi»”. Si tratta della creazione degli animali.
Il vocabolo lo incontriamo poi di nuovo in Gn 2:7: “Yhvh Dio formava l’uomo dalla polvere del suolo e gli soffiava nelle narici l’alito della vita, e l’uomo divenne una nèfesh vivente”.

Tralasciando per ora “l’alito della vita”, domando:
Che differenza c’è, se c’è, tra la nèfesh animale e la nèfesh umana?
Armageddon
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Re: Nèfesh, neshamàh, rùakh

Messaggio da Armageddon »

Bellissimo topic Gianni ed io seguirò con attenzione la discussione,speriamo che in questa se ne verrà a capo #:-S !Buon lavoro

Pace a te!
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bgaluppi
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Re: Nèfesh, neshamàh, rùakh

Messaggio da bgaluppi »

Grandissimo argomento, Gianni. Sto cominciando a leggere qualcosa su nefesh, neshamah e ruach secondo il pensiero ebraico ma aspetterò che sia Noiman a iniziare la discussione prima di dare il mio contributo. Prevedo che questa sarà una discussione molto interessante e complessa.
noiman
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Re: Nèfesh, neshamàh, rùakh

Messaggio da noiman »

L’argomento che introduce Gianni è molto complesso per le implicazioni e i significati trasversali che scaturiscono dalla traduzione comune della parola ebraica nèfesh come “anima” , generatore di significati e di pensieri fideistici così diversi tra cristianesimo ,ebraismo e le religioni orientali.
Gianni ha esposto molto bene nel suo lavoro in Biblistica nella lezione 3 di Antropologia Biblica i concetti basilari e rimane poco da aggiungere.

Su qualunque vocabolario ebraico se voi cercate la parola “anima” troverete sempre נפש nèfesh o נשמה “n(e)shamàh”, a dimostrare che il termine è entrato nell’uso comune anche nell’ebraico moderno, ma il vero significato non è questo.

Gianni ha tradotto נפש חיה nèfesh chaià come “ brulichio nèfesh viventi” in realtà le due parole sono scritte al singolare, la traduzione letterale apparentemente illogica è: “ brulichio di animale vivo” , oppure possiamo pensare che nèfesh è in una forma grammaticale indefinita ?
La parola ישרצו tradotta come “brulichino”( esortativo), pare avere una radice in qualche modo legata alla parola ארץ “érez” che esprime il senso di movimento,
לרוץ “larùz” significa “correre”, brulichio è una espressione che suggerisce che le prime creature nate nell’acqua si muovano per una propria energia a differenza dalla materia immobile, nascere nell’acqua è un rafforzativo al concetto che pur essendo per sua natura l’acqua sempre in movimento il moto di queste creature è una loro caratteristica, questa è una distinzione importante.
Questa parte di Bereshit non è un trattato mitologico e corrisponde molto a quello che oggi si pensa come possa essere nata la vita sulla terra.

Appena partiti è io già divago. Rimane comunque un punto fermo che nella traduzione interlineare la parola nèfesh compare come “anima(le)”, ma chi leggeva questa parte di Bereshit 4000 anni prima a cosa pensava quando incontrava
nèfesh chaià ?

In questa discussione la parte che potrebbe essere interessante, forse inedita è sforzarsi di esaminare i significati della parola “ anima” distinguendola dai giudizi ordinari e dalla banalizzazione del pensiero comune che sappiamo che è figlio moderno della nostra cultura e figliastro del pensiero greco e ci inducono a osservare ogni cosa dal punto di vista assolutamente consequenziale.

Nello stesso tempo tentare di ritrovare i probabili significati originali che il compositore del libro di genesi attribuiva a “nèfesh”, cercando di ricomporre il legame originario di questa parola al contesto generale del racconto e ritrovare all’interno del mimetismo della lingua ebraica i veri significati.
Che cosa è veramente accaduto all’inizio del primo spazio temporale in cui il creatore ha formato la sua opera ?
Forse per iniziare bene è necessario indagare sulla presenza di questa volontà che si manifesta per la prima volta attraverso la presenza di due parole: Elohim e Ruàch che successivamente introducono la parola “nèfesh” , cercare poi di stabilire se esistono collegamenti tra questi termini, senza però sottovalutare il resto del racconto, ricercando significati supplementari evitando le spiegazioni emotive che suscitano queste parole.

Noiman
Ultima modifica di noiman il sabato 29 aprile 2017, 18:20, modificato 1 volta in totale.
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Gianni
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Re: Nèfesh, neshamàh, rùakh

Messaggio da Gianni »

Grazie, Noiman, per la tua risposta.

La traduzione di Gn 1:20 che ho riportato è quella di TNM. Come giustamente osservi, il testo ebraico ha proprio “brulichìo [di] nèfesh vivo” (maschile o femminile? Il plurale fa sia in -ym che in -ot).

Rimane tuttavia la mia domanda: Che differenza c’è, se c’è, tra la nèfesh animale e la nèfesh umana?

Questa domanda sorge leggendo la prima pagina della Bibbia: a pochi versetti di distanza, Dio prima crea una nèfesh animale e poi una nèfesh umana.
Ho pronte diverse altre domande, ma credo sia necessario rispondere prima a questa.
noiman
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Re: Nèfesh, neshamàh, rùakh

Messaggio da noiman »

Si Gianni questo è vero..... :-) Ma bisogna ricordare che l’uomo era già stato creato nel primo capitolo di genesi dove è scritto
לויברא אלהים את האדם בצלמו בצלם אהים ברא אתו זכר ונקבה ברא אתם
Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza, lo creò a immagine di Dio; lo creò maschio e femmina” (Bereshit 1/27).
Chi compie l’azione creatrice è Elohim , nèfesh non è menzionata, apprendiamo solamente che" ha-adam" fu creato a immagine e somiglianza di Elohim , possiamo da queste parole o dedurre che in immagine e somiglianza è inclusa anche nèfesh
D-o possiede una nèfesh ?
Oppure il versetto 27 riguarda solo una creazione spirituale?

Tutta la prima parte del primo capitolo di Bereshit è un’opera materiale, la costruzione di un mondo che assomiglia a una dimora che attente il suo inquilino.
Elohim è architetto, geometra e operaio , “avodà” è il lavoro per definizione
אלהים , Elohim compie ogni azione per la realizzazione di un mondo adatto alla vita, הטבע “ ha-tevà” la natura è l’elemento predominante di questo mondo “.

E’ singolare che il valore numerico delle due parole: הטבע ha teva e אלהים “Elohim abbiano lo stesso valore gematrico di 86.
Noiman
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Gianni
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Re: Nèfesh, neshamàh, rùakh

Messaggio da Gianni »

Capisco, Noiman, il tuo ragionamento, però ho delle osservazioni da fare.

Tu dici che “l’uomo era già stato creato nel primo capitolo di Genesi”. Mi pare che dire così (ovvero “già”) sia un’impostazione non corretta.

Il cap. 2 non possiamo considerarlo una continuazione narrativa del cap. 1.

Abbiamo piuttosto DUE racconti della creazione. Nel primo racconto (cap. 1) Dio prepara tutto l’ambiente per accogliere l’essere umano; nei primi tre giorni Dio prepara le condizioni ambientali e negli altri tre (esattamente in parallelo) popola gli ambienti. L’uomo giunge alla fine come re sul creato. Hai detto benissimo: “La costruzione di un mondo che assomiglia a una dimora che attente il suo inquilino”.

Il secondo racconto della creazione (cap. 2) ci insegna invece che l’essere umano è il primo nel proposito di Dio: prima di tutto Dio crea l’uomo, poi gli animali.

Dire che solo la prima parte del cap. 1 riguarda un’opera materiale e insinuare che il v. 27 riguardi una creazione spirituale, mi pare forzato. Tra l’altro porrebbe diverse questioni, tra cui: una creatura spirituale è feconda e si moltiplica?

Tu domandi retoricamente se Dio possiede una nèfesh. Certo che no, ma devi ammettere che neppure l’uomo la possiede, perché è detto in 2:7 che dopo che Dio gli aveva dato il respiro o alito della vita, “l’uomo divenne una nèfesh vivente”. L’uomo non ha una nèfesh; l’uomo è una nèfesh.

Che differenza c’è, se c’è, tra la nèfesh animale e la nèfesh umana?
noiman
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Re: Nèfesh, neshamàh, rùakh

Messaggio da noiman »

Si…….. ;) Gianni, so che esiste tutta una serie di studi che considerano i primi due capitoli di Bereshit come racconti che hanno origine e temporalità diverse, il primo definito Elohista, il secondo Jahvista .
E’ innegabile che gli stili di scrittura sono molto diversi, la disposizione del testo e le differenze stilistiche fanno pensare che si tratti di due opere scritte in epoche differenti e si possa concludere che i due racconti sono stati successivamente inglobati in un'unica opera.

Tuttavia il testo di Bereshit fa parte della Torah che essendo proveniente dal cielo o solamente ispirata non dovrebbe contenere delle contraddizioni , se queste ci appaiono è perché noi non riusciamo a comprendere il vero significato. Questo è quello che ti risponderebbe un rabbi.
D’altra parte siamo in un sito di Biblistica e quasi tutti pensiamo e crediamo che le scritture sono volontà e manifestazione divina.

Io non sono un rabbi ma un semplice studioso biblico alla continua ricerca di significati e spiegazioni per comprendere meglio un libro difficile come la Bibbia.

Sono d'accordo che il primo capitolo è dedicato alla preparazione del mondo per accogliere l’uomo e che il secondo capitolo come affermi
ci insegna invece che l’essere umano è il primo nel proposito di Dio: prima di tutto Dio crea l’uomo” .
Nel primo capitolo vengono create tutte le cose che appartengono alla vita, l’ultima azione è quella di creare l’uomo , dopo questa azione Bereshit 1 termina con una specie di benedizione a riguardo come gli esseri viventi si dovranno nutrire , “tutte le erbe verdi vi serviranno da cibo”.
Genesi due inizia con l’affermazione che cieli e terra erano completi subito dopo viene nominato il settimo giorno, poi appare l’espressione “non c’era ancora sulla terra nessun arbusto nella campagna, ne nessuna erba dei campi era ancora germogliata”.
Queste parole appaiono in contraddizione con quello che è stato affermato in genesi uno, da questa base che è possibile pensare che siano due racconti differenti.
Ma chi scrisse per la prima volta l’opera nel suo insieme avrebbe potuto armonizzare meglio i contenuti e unificare il racconto.
A questo punto esistono più chiavi e livelli di lettura, lo studioso certamente legge e considera il testo diversamente da un religioso.
La chiave di lettura che interpreta il primo capitolo come una descrizione di un mondo spirituale è una delle tante possibili e non l’ho inventata io.
Posso solo dirti che a me affascina , sono anni che cerco ulteriori spiegazioni e elementi a suo sostegno.
Scrivi “Tra l’altro porrebbe diverse questioni, tra cui: una creatura spirituale è feconda e si moltiplica?” è una affermazione che mi ha sempre creato imbarazzo, ma se accettiamo che Adamàh era nella sua natura maschio e femmina possiamo accettare anche questo dilemma.
Hai scritto:
Tu domandi retoricamente se Dio possiede una nèfesh. Certo che no, ma devi ammettere che neppure l’uomo la possiede, perché è detto in 2:7 che dopo che Dio gli aveva dato il respiro o alito della vita, “l’uomo divenne una nèfesh vivente”. L’uomo non ha una nèfesh; l’uomo è una nèfesh

La frase era piazzata in modo provocatorio (nel senso buono del termine), è chiaro che D-o non ha una nèfesh , sappiamo entrambi che espressione nèfesh è l’insieme di vita e di spirito, non esiste dal punto di vista ebraico una definizione che comprenda solo il corpo o solo lo spirito. Nèfesh è un insieme indivisibile .
Noi siamo abituati secondo il pensiero greco a suddividere il “corpo” dall’”anima”
Nell’ebraico il termine בשר “basar” tradotto come carne è inteso come l’essere umano nella sua completezza.
Riguardo alla tua domanda: “ Che differenza c’è, se c’è, tra la nèfesh animale e la nèfesh umana?” magari qualcuno dei forumisti può provare a rispondere.

Noiman
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bgaluppi
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Re: Nèfesh, neshamàh, rùakh

Messaggio da bgaluppi »

Mmmm... Troppo complicato per me, Noiman. Ho bisogno di tanto di quel tempo per formulare una risposta che la discussione sarebbe già conclusa... :-) Per adesso vi leggo e basta. La possibilità della creazione in forma non carnale mi interessa molto e mi stimola.
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Gianni
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Re: Nèfesh, neshamàh, rùakh

Messaggio da Gianni »

Sui due racconti della creazione, Noiman, la cosa meravigliosa è che il redattore finale di Genesi non ha cercato di armonizzarli per eliminare le grandi diversità che ci sono tra loro. Egli non ha operato una scelta ma, con grande rispetto, li ma mantenuti ambedue. Se parlo di redattore e non di scrittore è perché nel testo troviamo traccia di documenti antichissimi che egli utilizzò, come quando in 5:1 egli dice: “Questo è il libro delle toledòt di Adàm”. A che libro si riferisce?

Capisco che un rabbi mi direbbe che se ci appaiono delle contraddizioni è perché non riusciamo a comprendere il significato, ma siamo così certi che ci siano contraddizioni? Chi scrisse Genesi non vi trovò alcuna contraddizione e neppure si aspettava, evidentemente, che le trovassero i suoi lettori.

Personalmente mi trovi convintissimo che le Scritture sono ispirate e che sono secondo la volontà divina. Nessuno ma mi smuoverà da questa assoluta certezza. Occorre però distinguere tra ispirazione e mezzi espressivi. La Bibbia ha due autori: Dio e l’agiografo. Il pensiero che lo scrittore umano esprime è ispirato, è di Dio; egli lo scrive però secondo i suoi mezzi espressivi. Accanto alle pagine scritte dall’aristocratico Isaia, espresse in un ebraico bello ed elegante, troviamo anche quelle scritte in un ebraico grossolano dal rozzo boaro Amos. E ambedue sono ispirati, ambedue riportano la parola di Dio.

Circa il tema della discussione, tu, carissimo Noiman, dici una cosa interessantissima che per me svela l’arcano. Tu dici: “Noi siamo abituati secondo il pensiero greco a suddividere il corpo dall’anima”.
Non so se con quel “noi” ti riferisci a noi odierni occidentali in generale oppure agli ebrei. In verità, non fa differenza perché con questa discussione-trattazione intendo dimostrare che il concetto di “anima” si insinuò anche nell’ebraismo quando i giudei vennero in contatto con la filosofia greca portata in Palestina da Alessandro il Grande. Assoluta novità per loro, i giudei ne rimasero affascinati. Purtroppo, per certi versi.

In verità, la parola nèfesh può indicare nella Bibbia molte cose, ma assolutamente mai “anima”.

Comunque, rimane la mia domanda iniziale. Se vogliano indagare davvero la questione, occorre rispondere prima a quella domanda. Poi si potrà procedere con ulteriori indagini. :-)
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