לימוד לחג פורים

noiman
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Messaggio da noiman »

In occasione di Purim 5777, vi ripropongo un estratto di uno studio che riguarda la festa di Purim con un mio commento sul libro di Ester.
Questo studio è un estratto di un lavoro scritto una decina di anni fa, inserito nel forum e successivamente da me cancellato. :-(
Per logica dovrebbe essere inserito nella cartella “Interpretazione delle scritture ebraiche” ma anche in questa cartella ho cancellato quasi tutto .
Forse ho sbagliato nel cancellare i miei interventi, ma indietro non si può ritornare, ora rimedio inserendo alcune cose scritte nel passato, iniziando dal mio commento al libro di Ester ,considerando la lunghezza del testo gli inserimenti saranno in più volte.
Shalom
Noiman

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Purim “il nascondimento di Ester” una storia incredibile.

אנכי הסתר אסתיר פני ביום “Ed Io continuerò a nascondere loro la Mia faccia”
Dvarim 31/18)(deuteronomio).

Tutte le feste ebraiche hanno il loro significato, il midràsh afferma: “Tutte le festività saranno annullate con l’arrivo del Mashiach, ma i giorni di Purim non saranno annullati come è detto: Questi giorni di Purim non saranno dimenticati dagli ebrei.”
Ramban scrive nelle Halakhòt Meghillàt (2/18) :
Tutti i libri dei profeti e tutti i libri agiografi saranno annullati nei tempi del Mashiàch , tranne la Meghillàt di Ester che resterà valida come i cinque libri della Torah e le halakhòt della Torah Orale che non si annulleranno mai.”
Qualcuno si è chiesto perché debba essere proprio il libro di Ester a sopravvivere nei tempi messianici mentre la Torah stessa dovrà scomparire.
Quale significato attribuire a questo libro che rimane scolpito nel cuore del giudaismo? Perché è simbolo perpetuo della festa di Purim?
Forse perché inizia con le parole : “ in quel tempo “ simbolo e significato di ogni tempo passato e futuro contenitore degli eventi legati al popolo ebraico, attraverso le fortune e le sventure.
Per un giorno il libro di Ester sostituisce il Sefer Torah e man mano che viene srotolato racconta agli astanti una storia vera avvenuta in tempi lontani ma mai dimenticata, l’impegno di tramandare i significati di generazione in generazione, questo avviene tramite il ricordo e attraverso la lettura pubblica nel mese di Adar תanno dopo anno, secolo dopo secolo.

Questa intenzione e volontà sembra ricongiungersi con le ultime parole della Meghillàh :”Questi giorni siano ricordati e celebrati in tutte le generazioni, in tutte le famiglie, in tutte le provincie e in tutte le città, questi giorni di Purim non cadano in disuso tra gli ebrei e il loro ricordo non cessi in mezzo alla loro discendenza”(Ester 9/28).
I maestri di ogni tempo si sono anche chiesti: “dove la Torah parla di Ester ?”
Questo libro è alquanto recenteת scritto almeno sette secoli dopo il libro di devarim che conclude la Torah, i chachamim hanno osservato che esiste una sola allusione scritta nella Torah riferibile al libro di Ester , dove è scritto: ואנכי הסתר אסתיר פני ביום ההא על כל הרעה ששר עשה כי םנה אל אלהים אחרים (dvarim-deuteronomio ) (31/18)
Ed io continuerò a nascondere la Mia faccia in quel giorno, per tutto il male che esso fece, perché si rivolse a altri déi”
Esiste uno rapporto tra il nascondimento di D-o e il racconto del libro di Ester?
Questo mistero è forse contenuto proprio nelle pagine del testo della Meghillàh, questa parola è lo sviluppo di tre lettere di una radice che esprime il significato di ” arrotolare, avvolgere”, anche la radice תגל significa “rivelazione”. Quindi un segreto che è avvolto in se stesso, come una pergamena che va srotolata per svelarne il contenuto.
Tutte le meghillòt sono dei contenitori che vanno svelati, ma quella di Ester assume un significato speciale, solo svolgendolo come si fa nella lettura il segreto viene alla luce e chi possiede gli strumenti per interpretarlo può decifrare i significati “nascosti” e sollevare la maschera del Gran Volto.
Prima di entrare nel significato e nella tradizione del libro di Ester, occorre esaminare il contesto storico in cui questo libro è stato scritto, sappiamo che è l’ultimo dei 24 libri che compongono il Tanach, il testo è suddiviso in dieci capitoli.
Oltre alla versione ebraica ne esiste anche una greca , quest’ultima è più lunga e si ritiene che sia stata scritta in epoca più recente, quando la chiesa cristiana ne riconobbe l’importanza e ne compose una sua versione.
La collocazione storica di questo libro è stato argomento di discussione per molti anni, ancora oggi non si è pienamente d’accordo sul periodo storico e sul nome del re Achashverosh che compare nel racconto.[….]
Non volendo fare un discorso storico è comunque opportuno fornire qualche cenno che riguarda la possibile collocazione nella storia dei fatti di Purim che è la festa ebraica che ricorda quello che avvenne in Persia molti secoli prima.
Il suo nome deriva da פור “pur” traducibile come “sorte”:
Nel primo mese, cioè il mese di Nissan, fu estratto il “pur”, cioè la sorte, davanti a Haman per stabilire un giorno tra i giorni e un mese tra i mesi e fu il dodicesimo mese, cioè Adar” (Ester 3/7).
Questo avviene all’incirca nel sesto a.c. quando i persiani nel regno di Serse avevano conquistato la Palestina sostituendosi ai babilonesi sconfitti.
Gli ebrei che vivevano tra la Mesopotamia e la Palestina furono schiacciati dalle vicende militari di due eserciti che si combattevano in un confronto durissimo.
La storia degli ebrei sotto il potere prima babilonese e poi persiano sono narrate in II°Re, Cronache , Esdra-Nehemia .
Nel libro di Ester il re menzionato Achashverosh è ricollegabile a re Serse, esistono anche altri studi che sostengono che potrebbe trattarsi di Dario il grande o Cambise che regnò solo qualche anno.
Il testo originale è scritto in ebraico in un corpo unico , non sono presenti analogie con altre opere, l’autore è sconosciuto.
Il racconto descrive le vicende degli ebrei sottomessi ai nuovi padroni i persiani quasi come una preda di guerra, Susa viene descritta come la capitale del nuovo regno , il suo re Achashverosh regnava su un impero opulento arricchito dalle razzie compiute.
La descrizione minuziosa delle stanze del palazzo del re è suggestiva, il palazzo reale è sostenuto da colonne di marmo bianco con di rifiniture in madreperla e pietre preziose , i pavimenti sono di finissimo porfido , l’arredamento è ricchissimo, le pareti ricoperte di arazzi ,ogni dettaglio sembra volere sottolineare il potere e la ricchezza del sovrano.
Anche il vasellame viene descritto nei particolari tazze , vasi di varie fogge e dimensioni, tutto realizzato nei metalli più preziosi, argento, oro.
Anche il cibo servito a corte è strabiliante, ogni cosa possibile era disponibile , il vino scorreva a fiumi.
Le prime parole che introduco il racconto sono la descrizione del regno di un vincitore:” Avvenne al tempo di Achashverosh, di quell’Achashverosh che regnava dall’India sino all’Etiopia su centoventisette provincie”.
All’inizio del racconto apprendiamo che re Achashverosh offre un banchetto regale a tutti i suoi ministri e principi del regno.
E’ un grande banchetto con centinaia e forse più commensali, oltre alle persone in carica ci sono i governatori delle provincie dell’impero, i nobili e molte altre persone importanti del regno, ambasciatori e principi dell’impero.
Questo banchetto estremamente lussuoso avviene a Susa la capitale del regno , il testo narra che durò 180 giorni .
Anche il popolo era invitato a gioire di questa festa e per l’occasione fu allestito un banchetto che durò 7 giorni in cui fu servito moltissimo vino, il testo sottolinea “Che si bevette senza norma stabilita” cioè a significare che non c’erano limiti.
Durante questo banchetto il re ottenebrato di fumi dell’alcol manda a chiamare la regina Vasthi, moglie suo malgrado che a sua volta era impegnata in un altro banchetto in una delle sue residenze.
Vasthi era una principessa babilonese eletta al rango di moglie del re come preda di guerra, questa era l’usanza dei popoli pagani del tempo.
Lo scopo di questa richiesta era di mostrare la regina a tutti gli ospiti del banchetto, l’intenzione era quella di umiliare attraverso una esposizione agli astanti una preda di guerra speciale che il re aveva conquistato insieme ai tesori di babilonia. Su questo verso la fine dello studio aggiungeremo alcune osservazioni.
La regina Vasthi rifiuta l’ordine del re , il racconto sembra voler moderare le ragioni del rifiuto con la scusa che questo invito non è stato fatto direttamente dal re in persona ma tramite i 7 eunuchi che erano i custodi del gineceo dove viveva Vasthi, curiosamente il testo li nomina uno per uno.
A seguito del diniego Achashverosh annebbiato dall’alcol si sdegnò moltissimo.
Secondo gli usi del tempo ci saremmo aspettati che il re la facesse giustiziare o rinchiudere in una segreta, invece re Achashverosh fa una cosa diversa: consulta i savi del regno , tutti principi di Persia e di Media, anche in questo caso essi vengono menzionati uno per uno, sette nomi.
Il quesito che il re pone è come dovesse essere giudicata la regina Vasthi .
L’esito è il ripudio della regina: “ Sia emanato da lui un decreto regio e sia scritto tra le leggi di Persia e di Media e sia irrevocabile, che la regina Vasthi non venga più davanti al re Achashverosh e che il re conferisca la regalità a un’altra donna migliore di lei”. (Ester 1/19).
Ora occorre trovare un’altra regina, stranamente il testo dice che furono dei giovani vicini al re a ordinare che venisse ricercata in tutto il regno la sostituta della regina decaduta , re Achashverosh si limita ad approvare, è scritto: “La cosa piacque al re
Come nelle favole, gli emissari del re si mettono in movimento in tutto il regno per cercare la giovane futura regina tra le fanciulle vergini più belle..
Qui inizia un storia nella storia . Il libro di Ester racconta che nel regno persiano viveva un certo Mordekhay , un ebreo.
Di Mordekhay conosciamo solo una breve genealogia , apprendiamo che egli discendeva dalla tribù di Giuda, Mordekhai è il tutore di Ester dopo che la fanciulla ha perso i genitori , il testo afferma che era sua nipote.
Il suo nome compare per la prima volta nella meghillàh ma come secondo nome, infatti leggiamo:
ויהי אמו את-הדסה היא אסתר בת-דדו כי אין לה אב ואם והנערה יפת-תאר וטובת מראה ובמות אביה ואמה לקחה מרדכי לו לבת
Egli era tutore di Hadassàh , cioè Ester, sua cugina, poiché ella non aveva più ne padre ne madre; e la fanciulla era bella di forme e di aspetto, e dopo la morte del padre e della madre l’aveva presa come figlia”( Ester 2/7).

Ester è giovane e bella e viene presentata dal cugino al capo degli eunuchi Heghè che ne riconosce l’estrema bellezza e l’affida a sette ancelle che la devono preparare per renderla ancora più bella.
La selezione dura a lungo, il re non ha fretta le stesse fanciulle devono subire una preparazione di 12 mesi, sei mesi con l’olio di mirra, sei mesi con aromi e cosmetici femminili.
Il racconto ci porta nel mondo del gineceo, il luogo dove gli eunuchi custodivano le donne dell’harem e interdetto a chiunque, solo il re poteva accedere e scegliere le sue concubine.
Il racconto aggiunge che Achashverosh disponeva di 365 concubine, una per ogni giorno. L’esito è scontato Ester è la più bella e quando viene presentata al re egli se ne invaghisce:
Ester fu condotta dal re Achashverosh, nella sua reale, nel decimo mese, cioè il mese di Tevet, nel settimo anno del suo regno. E il re amo Ester più di tutte le altre donne, ed ella trovò grazia e favore più di tutte le altre vergini; ed egli pose la corona regale sul suo capo e la fece regnare al posto di Vasthi”(Ester 2/16).
Una storia del genere sarebbe terminata con “vissero tutti felici e contenti”, invece da li ha poco le cose si complicano , anche di parecchio.
Mordekhay chiede a Ester di nascondere la sua origine ebraica.

Mordekhay ottiene un incarico a corte, l’espressione “stare alla porta del re” può significare che egli è stato nominato a capo delle guardie che presidiano il palazzo reale, ricoprendo questo incarico viene a conoscenza di una congiura ordita da due eunuchi infedeli a danno di Achashverosh, come in un giallo Mordekhay racconta della congiura in atto a Ester che a sua volta la riferisce al re.
I due eunuchi infedeli vengono impiccati; questo episodio suggerisce che tutto il regno persiano era corrotto, l’azione di Mordekhay nel sventare il complotto è anticipatore del ruolo che egli assumerà nel resto del racconto.
Nel frattempo Haman di discendenza amalecita , stirpe da sempre nemica degli ebrei diventa primo ministro di re Achashverosh con potere assoluto su tutto l’impero.
Il racconto non fornisce altri particolari sulla figura di Haman ne spiegazioni di come questo uomo diventa potente , secondo in autorità dopo il re.
Tutti si devono inchinare al suo passaggio e prostrarsi alla sua presenza come era consuetudine nella corte pagana.
Ovviamente Mordekhay forte del suo parentado con la regina Ester non si inchina ne si prostra al ministro Haman.
Il testo che fino a quel momento ci ha fornito un racconto ricco di particolari tratta l’argomento con poche parole:
Haman vide che Mordekhay non si inchinava ne si prostrava davanti a lui e Haman fu pieno d’ira. Ma gli parve cosa meschina alzar la mano soltanto contro Mordekhay, poiché gli avevano detto il nome del popolo di Mordekhay; Haman cercò di sterminare tutti gli Ebrei che erano in tutto il regno di Achashverosh , cioè il popolo di Mordekhay.
Nel primo mese , cioè Nissan nel dodicesimo anno del re Achashverosh, fu estratto il “pur”, cioè la sorte davanti a Haman per stabilire un giorno tra i giorni e un mese tra i mesi e fu il dodicesimo mese, cioè Adar”
(Ester 3:5/7).
Rileggendo il testo si ha la sensazione che manchino delle parti, questo Haman improvvisamente trasforma una questione personale in un odio verso un popolo, fino a concepire l’idea di sterminarlo.
Haman convince Achashverosh che gli ebrei del regno sono un problema , per rafforzare la sua tesi sottolinea che la loro diversità costituisce un problema di sicurezza nazionale, la loro non obbedienza alle leggi del re è una forma di ribellione che va punita. Per convincere il re Haman offre al tesoro reale diecimila talenti d’argento probabilmente denaro confiscato agli ebrei
Il re approva questa tesi :”Il re si tolse dalla mano l’anello e lo diede a Haman, figlio di Hamedàtha l’agaghita, nemico degli Ebrei”(Ester 3/10).
“Furono inviati lettere per mezzo di corrieri in tutte le provincie del re con l’ordine di sterminare, di uccidere, di distruggere tutti gli ebrei, dal giovane al vecchio, bimbi e donne, in uno stesso giorno, il tredici del dodicesimo mese, cioè il mese di Adar e di predare i loro beni” (3/13)
Dunque si tratta di un piano premeditato, organizzato e pianificato attraverso il coinvolgimento di uno stato intero , sembra anticipare quella che secoli dopo sarà la shoàh.
Shalom
Noiman
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Re: לימוד לחג פורים

Messaggio da noiman »

Il piano è segreto , avallato dal re che consegnando il suo sigillo imperiale incarica il perfido ministro Haman a realizzare l’opera. Tutto è pronto la data in cui tutti gli ebrei dovevano essere trucidati è il 13 giorno del mese di Adar.
Come è avvenuto in epoca recente tutto questo non viene concepito solo per sterminare un popolo, l’intenzione è di appropriarsi di tutti i loro beni, una specie di rapina di stato.
“I corrieri partirono in tutta fretta; e il re e Haman sedevano a bere mentre la città di Susa era smarrita”(Ester 3/15).
Il racconto a questo punto si sveltisce, Mordekhay informato del complotto si dispera e si lacera le vesti, si copre di cenere, ma non può presentarsi ne al re ne alla regina Ester.
Ester è all’oscuro di tutto, viene a sapere della disperazione di Mordekhay dai suoi eunuchi ma non conosce il motivo, gli viene riferito che egli si e strappato le vesti e si è coperto con tela di sacco secondo un uso antico degli ebrei per testimoniare il lutto, tramite un eunuco fedele gli invia delle vesti affinché esso potesse indossarle e presentarsi a lei, egli non accetta , allora Ester invia Hathàch un eunuco al suo servizio da Mordekhay per conoscere cosa sia successo.
Solo a questo punto Ester apprende le intenzioni segrete di Haman per sterminare tutti gli ebrei di Persia.

Qui avviene un vero miracolo anche se il racconto lo dissimula, Ester digiuna per tre giorni e impone a tutti i giudei di fare penitenza: “Va, riunisci tutti gli ebrei che si trovano a Susa e digiunate per me. Non mangiate né bevete per tre giorni, notte e giorno e anch’io con le mie ancelle digiunerò nello stesso modo, quindi mi presenterò al re, ciò che è contro la legge, e se debbo perire, perirò”(Ester 4/16-17)
La storia si complica, perché è in vigore un divieto di presentarsi al re direttamente senza che esso abbia fatto richiesta :
Tutti i servi del re e il popolo delle sue provincie sanno che chiunque, uomo o donna, si rechi dal re, nel cortile interno, senza essere chiamato, è soggetto ad una sola legge, che lo condanna a morte, a meno che il re non stenda verso di lui lo scettro doro; allora egli vivrà.
Ed io (Ester) non sono stata chiamata a recarmi dal re da trenta giorni” (Ester 4:11).
Il merito di Ester è di aver preparato il popolo al miracolo, il digiuno, la preghiera , la partecipazione di tutto il popolo sono stati gli ingredienti che hanno reso possibile il miracolo. Tutto il resto del racconto è la conseguenza di questa condizione. Questo non è sfuggito ai maestri che hanno interpretato e spiegato per secoli la Meghilah di Ester.
Il talmud ha riguardo fa una interessante affermazione:” Il fatto di sfilare l’anello con il sigillo reale fu più efficace dell’intera predicazione dei quarataquattro profeti e delle sette profetesse in Israele. Infatti, le loro predicazioni non indussero il popolo alla conversione, ma l’anello con il sigillo e la sua minaccia di morte riuscì a farlo”(talmud Meghillàh 14a)
Mordekhay da parte sua manda a dire alla regina Ester: “Non pensare a salvarti tu da sola nella casa del re, fra tutti gli Ebrei ”Perché se tu te ne starai zitta in questo momento, liberazione e salvezza verranno agli Ebrei da altra parte; tu e la tua famiglia perirete e chi sa se non sei pervenuta al regno proprio per un momento come questo !”(Ester 4/14).
Questa espressione è alquanto strana, la sensazione è che di fronte alla sua impotenza nei confronti di un avvenimento così grave egli affidi la soluzione a Ester ma con una riserva che quasi sembra una minaccia e un ricatto.
Nonostante l’estrema gravità di quello che sta per accadere le parole di Mordekhay sembrano indicare che se non sarà Ester a salvare il suo popolo qualcuno altro provvederà per la salvezza, l’espressione contenuta nel testo utilizza una parola particolare “mi makòm achèr” “ da un altro luogo” מקום “makòm” è uno degli appellativi di D-o.
Poi Mordekhay gli dice:” יודע אם לעת כזאת הגעת למלכותומי “ chi sa se non sei pervenuta al regno proprio per un momento come questo” . (Ester 4/14).
Queste parole sembrano rivelare che Ester appartiene al piano divino fin dall’inizio.
Ester non da una risposta si limita a chiedere a Mordekhay di digiunare e far digiunare per lei tutti gli ebrei di Susa.
Nella versione greca il testo si allunga e comprende anche una lunghissima preghiera che ha come scopo quello di indicare nei peccati di Israele la catastrofe persiana.

Il racconto diventa suspense, Ester al terzo giorno indossa le vesti regali e si presenta direttamente al re; il re rimane basito dalla sua bellezza e dal coraggio che essa dimostra nel venire direttamente alla sua presenza. Il racconto diventa quasi una favola, il re catturato dalla sua bellezza e folgorato dal suo coraggio le offre metà del regno invece che una forca, ma la richiesta di Ester è singolare, chiede al re un invito a un banchetto in cui deve partecipare anche il suo ministro Haman.
Se al re piace , venga il re con Haman oggi al banchetto che gli ho preparato”.

Il testo a questo punto oscuro, viene menzionato un banchetto con Haman come ospite, mentre mangiano e bevono il re stranamente fa una domanda a Ester “Quale è la tua domanda? Essa sarà accolta ; quale è la tua richiesta? Fosse anche la metà del regno sarà esaudita. Ester rispondendo disse:”La mia domanda, la mia richiesta …. Se ho trovato grazia agli occhi del re e se al re piace accogliere la mia domanda e di esaudire la mia richiesta, venga il re con Haman al banchetto che preparerò per loro, e domani agirò secondo il comando del re”
La ripetizione è strana, Ester invita il re e il suo ministro per il giorno successivo e annuncia che in questa occasione farà la sua richiesta al re.
Ma la Meghillàh di Ester è il nascondimento.
Nel frattempo Haman invitato nuovamente per il banchetto del giorno successivo si vanta e si inorgoglisce dei suoi privilegi, racconta a sua moglie di essere invitato dal re a dalla regina, ovviamente egli non sa che Ester è ebrea e che conosce il suo piano.
Rimane inalterato l’odio per Mordekhay e quando lo incontra all’ uscita del palazzo, e non riceve l’inchino che spetta al suo rango diventa furioso, giunto a casa ne parla con sua moglie e con degli amici che gli consigliano di costruire una forca per impiccare Mardocheo e di farne richiesta al re nel giorno successivo.”La cosa piacque ad Haman e fece preparare la forca
“(Ester 5/14).

Intanto passa la notte , il re è inquieto e non riesce a dormire allora si fa leggere le cronache del suo regno e scopre dagli annali l’impresa di Mordekhay per sventare la congiura dei due eunuchi traditori, fa una domanda ai suoi servitori: “ quale onore e carica venne data a Mordekhay per aver fatto questo ?” (6/3)
La risposta fu che nulla fu dato e concesso a Mordekhay.
Nel frattempo giunge il mattino e Haman viene ricevuto dal re che gli pone un quesito:” “Che cosa si deve fare a un uomo che il re vuole onorare ?”
Haman nuovamente si inorgoglisce e pensa che questa sia una ricompensa a lui destinata , “A chi il re vorrà tributare onore se non ha me” nell’entusiasmo si lancia in alcune ipotesi su cosa possa essere una ricompensa adeguata.
Haman immagina una ricca ricompensa, doni e privilegi e fantastica su tutto quello che può ricevere un uomo che si vuole onorare:
”Haman disse al re:”Un uomo che il re vuole onorare? Si portino le vesti regali che il re indossò, e il cavallo sul quale cavalcò il re quando venne posta sul capo la corona reale .Si consegnino il vestito e il cavallo a uno dei governatori principi reali:si faccia indossare l’abito all’uomo che il re vuole onorare e lo si faccia cavalcare sul cavallo, per la via principale della città e si gridi davanti a lui: “Così vien fatto all’uomo che il re vuole onorare” ( 6/8-9).
Ma il sogno a occhi aperti di Haman dura solo il tempo di pronunciare queste parole e
come nelle favole avviene il colpo di scena, re Achashverosh udite queste parole ordina che Mordekhay sia ricompensato con vestito e un cavallo e che sia proprio Haman ha vestirlo e condurlo per le strade di Susa , gridando davanti a lui e al popolo “Così vien fatto all’uomo che il re vuole onorare”, il re conclude con una raccomandazione:” Non tralasciare nulla di quello che hai detto”
Prima però egli è stato a casa e si è lamentato con la moglie e i suoi consiglieri, la risposta che riceve da Zéresh , la moglie è emblematica:
Poiché Mardocheo , dinnanzi al quale cominciasti a cadere e della stirpe degli ebrei, tu non puoi fare nulla, anzi soccomberai dinnanzi a lui”(Ester613)


Ancora furente per l’oltraggio subito giunge l’ora del secondo banchetto e Haman deve presentarsi a palazzo. Il racconto si ripete ancora una volta come nelle favole, le parole pronunciate da re sono identiche
Achashverosh in presenza di Haman chiede a Ester :” Il re chiese a Ester anche nel secondo giorno, mentre si beveva vino” Quale è la tua richiesta regina Ester ? sarà accolta; quale è la tua richiesta?. Fosse anche la metà del regno, sarà esaudita!”

Questa volta la risposta è lo svelamento di Ester che dichiara di essere ebrea e denuncia Haman di aver complottato per uccidere tutti gli ebrei del regno.

Se ho trovato grazia ai tuoi occhi o re, e se al re piace, mi si conceda la mia vita per la mia domanda e quella del mio popolo per la mia richiesta; perché io e il mio popolo fummo venduti per farci sterminare, uccidere e distruggere. Se fossimo stati venduti come schiavi e schiave avrei taciuto, poiché il nemico non vale quanto il danno del re”(Ester 7:3/4). Questa frase è di nuovo oscura, cosa può significare “il nemico non vale quanto il danno del re”? Forse alla perdita dei tributi pagati dagli ebrei ?
Incredibilmente il re sembra non sapere nulla di questo tentativo da parte di Haman di distruggere il popolo ebraico da cui discende la regina Ester.
Ma questo è il libro del nascondimento e la risposta di Achashverosh:” Chi è mai e dove è colui che osò agire cosi?(Ester 7/3) ci sconcerta, perché abbiamo letto nel racconto che il re consegna il proprio sigillo reale ad Haman. Poteva il re non sapere? Aveva forse dimenticato?
La risposta di Ester è come il dito puntato contro Haman: “Un uomo avverso, e nemico, questo malvagio Haman”
La reazione del re è di collera , sconvolto si alza e lascia il banchetto recandosi nel giardino del palazzo forse per smaltire l’alcol e riflettere sull’accaduto”.
Il racconto assume comicità, mentre Ester giace su un divano Haman disperato comprende che la sua vita è in gioco in un slancio chiede grazia per la sua vita a Ester , per farlo sale sul divano accanto a Ester: “ Il re tornò dal giardino del palazzo nella stanza del banchetto, Haman intanto era riverso sul divano dove si trovava Ester; il re disse: “Vorresti forse far violenza alla regina con me in casa?” (Ester 7/8).
Il povero Haman invece di spiegarsi viene rosso “ La parola era uscita dalla bocca del re la faccia di Haman si coprì”.(di rossore)
I fatti precipitano : “Charvonà, uno degli eunuchi, disse davanti al re:” C’è una forca che Haman preparò per Mordechay”
Il re non ci pensa due volte e ordina che il suo ministro venga impiccato; Haman viene giustiziato con la stessa forca che aveva preparato per Mordekhay.
La meghillàh di Ester è il libro dei nascondimenti, rimane da approfondire lo stupore del re che ci sembra non sapere o ricordare che lui stesso aveva dato il consenso e consegnato il suo sigillo reale consentendo la realizzazione del piano di Haman.
E su queste parole che possiamo tentare di dare una spiegazione interpretando il testo; bisogna ritornare indietro quando questo avviene:”Haman disse allora al re Achashverosh: “Esiste un popolo sparso e diviso tra i popoli, in tutte le provincie del regno, e le sue leggi sono differenti da quelle di ogni altro popolo e non eseguono le leggi del re e al re non giova tollerarlo.
Se al re piace, si scriva che lo distruggano, e io peserò diecimila talenti d’argento agli amministratori dell’erario da versare al tesoro del re”
Queste parole definiscono precisamente il popolo ebraico, ma il suo nome non è menzionato nel testo. Non possiamo assolutamente pensare che re Achashverosh non conoscesse gli ebrei che vivevano nel suo impero, Achashverosh conosceva sicuramente gli ebrei , ipotizziamo anche che egli sia stato a Gerusalemme e se Achashverosh è veramente re Dario sappiamo che fu lui a rendere possibile la costruzione del Tempio a Gerusalemme.
Probabilmente la citazione come è scritta fa parte del testo per giustificare l’editto contro gli ebrei; le parole nel racconto costituiscono un insegnamento, che
una azione diventa ingannevole quando questa è camuffata, la non menzione del nome di questo popolo è un inganno.
E’ stupefacente che il re non accetti l’offerta di una somma enorme per quel tempo, diecimila talenti d’argento, tanto valeva il patrimonio degli ebrei una volta distrutti. Perché il re lascia questo denaro a Haman?
La frase:” Il re disse a Haman:”Il denaro io te lo dono e così pure il popolo perché tu lo tratti come ti piace”(3/11), sembra quasi uno scarico di responsabilità e rafforza l’idea che il re sapesse che questo popolo era il popolo ebraico.
Nel racconto solo dopo che Haman sigilla con il sigillo reale i messaggi di morte e distruzione da inviare nel regno compare la parola “ebrei”: “Furono inviate lettere per mezzo di corrieri in tutte le provincie del re con l’ordine di sterminare, di uccidere, di distruggere tutti gli Ebrei, dal giovane al vecchio, bimbi e donne, in uno stesso giorno, il tredici del dodicesimo mese, il mese di Adar” (3/13)
Riprendendo la storia di Ester assistiamo al ribaltamento quasi completo del “pur” la sorte , Mordekhay diventa ministro al posto di Haman, ricevendo la sua casa e il suo anello con il sigillo.
Ma per rendere giustizia e interrompere il piano ordito da Haman occorre ancora una cosa: Ester implora il re di rendere vane le malvagità del suo ministro e farlo tramite una revoca ufficiale, la risposta che riceve è singolare: “ Scrivete voi, in favore degli ebrei come vi pare, in nome del re e sigillate con l’anello del re; poiché ciò che è stato scritto in nome del re e sigillato con l’anello del re non può essere revocato”.
Nel giorno ventitré di Sivan gli scribi completarono gli editti che vennero spediti in tutto il regno a governatori e satrapi fino al confine dell’Etiopia e all’India.
Non si tratta solo di una revoca ma anche di una autorizzazione concessa agli ebrei di uccidere tutti quelli che armati costituissero una minaccia, indipendentemente a quale popolo appartenessero.
Il testo va oltre al concetto di difesa e di giustizia e assume un aspetto nazionalista dichiaratamente a favore degli ebrei:
Il re autorizzava gli ebrei di ogni città che si riunissero, difendessero la propria vita,sterminassero, uccidessero e distruggessero tutta la gente armata di qualunque popolo o provincia che li avessero oppressi, bambini e donne compresi e saccheggiassero i loro beni”(Ester 8/11).

Ancora dal libro di Ester “ Nel dodicesimo mese, cioè il mese di Adar, il tredicesimo giorno, in cui dovevano essere effettuati l’ordine e il decreto del re, nel giorno in cui i nemici degli ebrei speravano di averli in loro potere, allora si capovolse, poiché gli Ebrei, proprio essi, ebbero il loro potere gli avversari”(Ester 9/1).
Noiman
Ultima modifica di noiman il lunedì 13 marzo 2017, 1:12, modificato 1 volta in totale.
noiman
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Re: לימוד לחג פורים

Messaggio da noiman »

E gli Ebrei colpirono tutti i loro nemici con la spada con la morte e con la distruzione; fecero dei loro nemici ciò che vollero. A Susa residenza reale, gli ebrei uccisero e distrussero cinquecento uomini :
e Parsciandàtha,
e Dalpon
e Aspàtha
e Poràtha
e Adalià e
e Aridàtha
e Parmashtà
e Arisài
e Aridài
e Vizàtha ,
I dieci figli di Haman, figlio di Hamedàtha, nemico degli ebrei uccisero
”(9/10)
Questi ultimi nomi menzionati sono i dieci figli di Haman.
Questa notizia giunge a corte e viene annunciata al re e alla regina Ester:
Quel giorno fu comunicato al re il numero degli uccisi a Susa, residenza reale; e il re disse alla regina Ester: “ A Susa, nella residenza reale, gli Ebrei uccisero e distrussero cinquecento uomini e i dieci figli di Haman. Che cosa fecero nelle altre provincie del re?
Dopo queste parole il re chiede a Ester se ha altri desideri e domande da porgli:

Qual è la tua domanda ? Verrà accolta; quale è la tua richiesta ancora essa verrà esaudita “ La risposta che da la regina è ancora una volta una ripetizione:
“ Ester disse:“ Se piace al re, sia concesso agli Ebrei di Susa di fare anche domani quello che è stato decretato per oggi e siano impiccati i dieci figli di Haman alla forca”.
Il re ordino che si facesse così, e fu promulgato un decreto a Susa e i figli di Haman impiccati
”.(Ester 9 :10/14).
Ma questo contraddice quanto è accaduto, quante volte vengono uccisi i figli di Haman ?
Questa è la storia a questo punto possiamo tentare di commentarla cercando nelle pieghe del racconto altri significati.
Una delle singolarità del libro di Ester è che è l’unico libro del Tanach in cui il nome di D-o è completamente assente, abbiamo già osservato che ne viene fatta una sola allusione quando Mordecay , dice a Ester che se lei non vuole esporsi a salvare il suo popolo l’aiuto verrà מי מקם “ mì- makòm” “da un altro luogo”. מקם “ makòm “è uno dei nomi di D-o, “ egli è il Luogo del Suo mondo, ma il Suo mondo non è il Suo Luogo”, questa allusione è una speranza sottintesa nell’aiuto divino che tutto vede e tutto sa e non può esimersi di offrire un aiuto anche se non diretto.
D-o è dietro le quinte, produttore, regista e attore, nel il racconto sono i personaggi completano le azioni , c’è chi si salva, chi perisce , perseguitati e persecutori.
Esaminiamoli uno per uno.

Achashverosh come un personaggio importante ma completamente sconnesso con il suo regno, re di una corte corrotta e uomo senza una sua identità , una specie di marionetta manipolata dalle “sorti” che sono le vere protagoniste in questo racconto.
Achashverosh ripudia una moglie, la regina Vasthi , il Midrash commenta che essa e venne convocata dal re ubriaco per comparire nuda davanti agli ospiti del banchetto, come preda conquistata ai babilonesi.
Il racconto del libro di Ester ricorda molto le imprese di Dario rientrato in patria dopo tre anni di battaglie e vittorie, possiamo immaginare che egli avesse sottomesso molti popoli e fatto molto bottino, la principessa Vasthi forse apparteneva a questo bottino ed era in quel tempo uso sposare una regina come preda di guerra.
Il rifiuto di Vasthi può essere interpretato come un lampo di orgoglio e di sfida di una donna bellissima di stampo reale, catturata e rinchiusa in gineceo.
Appare inconsueta anche la decisione di Achashverosh di farla giudicare , è probabile che questo dovesse costituire un processo pubblico, nel testo viene detto che a seguito di questo esempio di Vasthi tutte le mogli del regno si sarebbero ribellate ai loro mariti
da allora in poi le principesse di persia e di Media, che avranno udito la notizia del comportamento della regina, (Vashi), lo citeranno a tutti i principi del re: e non sarà ciò che disprezzo e sdegno sufficiente?”(Ester 1/ 18).
A Vasthi fu risparmiata la vita perché migliaia di mogli sue beniamine non avrebbero accettato la sua morte. Come nelle favole persiane il tempo nel libro di Ester scorre lento, abbiamo letto che ci volle un anno per selezionare la futura moglie del re, storicamente è sostenibile che Achashverosh nel frattempo sia stato impegnato il qualche missione militare, naturalmente facendosi accompagnare da parte del suo harem.
Anche l’insonnia del re è singolare, esso chiama i suoi segretari e scribi e si fa leggere gli avvenimenti del suo regno; questo è un espediente letterario affinché esso potesse scoprire la presenza di Mordekhay.
Molta parte del racconto è dedicata ai banchetti che il re offre, il primo è lunghissimo, il testo dice che durò 180 giorni, potrebbe essere un numero simbolico che nel pensiero ebraico significa molto lungo, celebrava la vittoria su Babilonia e l’esercito che aveva distrutto il primo santuario.
Il narratore ci vuole fare capire che questi lunghi giorni erano una lunga serie di festeggiamenti , non un unico banchetto, piuttosto molte feste con banchetti , riti orgiastici e soprattutto l’assunzione di cibi e carni vietate dalla Torah, i festeggiamenti erano l’esaltazione della vittoria, una specie di “sbornia” collettiva dove gli eccessi erano incoraggiati e tollerati.
Il midrash aggiunge che in quelle occasioni fu esibito il tesoro del tempio, gli abiti sacerdotali che furono trafugati al Coèn Gadol e indossati da Achashverosh in segno di scherno.
L’immoralità sessuale era il filo conduttore tra feste e libagioni.

Mordekhay
Tra Mordekhay e Ester dovrebbe esserci una differenza di età di 30 anni , la meghillàh asserisce che egli era cugino di Ester, ma non possiamo dimenticare che la meghillàh è il libro dei camuffamenti, già altri personaggi biblici hanno nascosto i veri rapporti di parentela, mogli che sono diventate sorelle ecc.
Mordekhay avrebbe potuto salvare se stesso e Ester scappando dal regno persiano, invece invia la nipote a fare la concubina , ci sembra di intravvedere nelle azioni di Mordekhay e del consenso di Ester una specie di sottoregia pilotata nella visione di quello che sarebbe successo, dobbiamo anche ricordare che se Ester non fosse stata scelta per la sua bellezza sarebbe rimasta per sempre nell’harem del re, una delle tante sfortunate .
Nello stesso tempo Mordekhay dispone di una specie di piano di riserva e la certezza che se Ester fallisce,l’aiuto arriverà da un'altra parte :“la salvezza arriverà da un’altro luogo”.
Mordekhay è un israelita non assimilato alla cultura persiana ,questo lo comprendiamo dal suo rifiuto di inchinarsi a nessuno della corte, c’è un’altra spiegazione su questo rifiuto a inchinarsi al potere persiano, il Midrash di Yalkut Shimonì fornisce una sua interpretazione :

“… Dissero lui “ lo sai che ci fai cadere a fil di spada? Che cosa hai visto per annullare il decreto del re?” Disse “ che io sono giudeo”: Dissero lui: ma ecco che abbiamo trovato che i tuoi padri si sono inchinati davanti ai loro padri, come è detto “ e si inchineranno a terra sette volte” Disse loro: Binjamin mio padre, era nel ventre di sua madre e non si inchinò ed io sono suo discendente come è detto “ un uomo di Binjamin “, e così come non si è prostrato mio padre io non mi prostro e non mi inchino” ( Midrash Yalkut Shimoni ).
Senza entrare nel particolare di come erano distribuite le tribù sappiamo che Mordekhay era discendente della tribù dell’ultimo figlio di Jac’ov, “ Beniamjn “ e non della tribù di Jeudà , essendo l’ultimo nato egli è innocente della vendita di Josef, Beniamjn egli rappresenta l’anima pura dei figli di Jac’ov.
Non è un uomo che accetta il compromesso, ordina a Ester di non rivelarsi come ebrea, ma non nasconde a nessuno la sua origine, questo lo deduciamo dal suo rifiuto di inchinarsi a chiunque a corte.
Il pregio di questo personaggio è riuscire trasformarsi da cortigiano a leader e infine in principe.
A sua volta Ester porta la salvezza al suo popolo solo quando si rivela, il suo nome אסתר “Ester” significa “Alef nascosta” , la parola ebraica ניסתר “nistàr” significa nascosto, rivelando la “Alef” si entra in armonia con la creazione , la prima lettera dell’alfabeto ebraico , la stessa lettera con cui iniziano i dieci comandamenti come anche alcuni dei molti nomi di D-o e la parola Adamàh .
Riconquistare la “Alef” è ricercare il nome del D-O unico.
,ס , ת ,ר א sono le lettere che compongono il suo nome, le ritroviamo per la prima volta in questa disposizione nel libro di Bereshit, dove è scritto:
ומפניך אסתר והייתי “ Sarò rimosso dal tuo cospetto” in riferimento a Caino, la traduzione letterale è : “sarò nascosto dal tuo cospetto”.
Il racconto della meghillàh è tutto femminile, anche la regina Vasthi a suo modo costituisce una figura positiva, una sovrana che non accetta il maschilismo di re Achashverosh .
Il racconto di Purim ci ricorda la magnifica Shèhèrazade delle “mille e una notte” anche lei donna affascinante e astuta che riesce a scampare alla crudeltà di un sovrano che ha molto in comune con Achashverosh.
I racconti si assomigliano, disperazione e speranza si alternano.
Ester , il suo vero nome è Hadassà , che significa “mirto” uno dei nomi di Israele e quando Hadassà entra nella meghillàh diventa Ester che in lingua persiana significa “stella”.
Ester diviene regina il 10 mese dell’anno (Tevet) , nel settimo anno del regno di Achashverosh, (Ester 3/16), quasi in contemporanea al termine della costruzione del tempio di Gerusalemme voluto da Dario e da Ciro, questo lo possiamo ricavare leggendo il libro di Ezra :” Il Tempio fu terminato il terzo giorno del mese di Adar, il sesto anno del regno di Dario”.(Ezra 6 4/16)
Mentre si inaugurava il tempio a Gerusalemme, in Persia si stava per consumare il primo olocausto, Ester diviene regina esattamente 10 mesi dopo, nel settimo anno del regno di re Achashverosh
Questo collegamento di date può sembrare casuale, ma possiamo vedere da queste connessioni che D-o indirettamente agisce su due fronti.
Esamineremo solo alla fine questo punto e daremo una probabile risposta.

Ora parliamo di Ester , prima di affrontare il re ordina a se stessa e al popolo il digiuno, tutto il contrario di quello che avveniva nel regno di Achashverosh dove libagioni, vino e riti orgiastici erano quotidiani. Ester si guarda dentro e fa teshuvà che oltre essere il pentimento è anche il ritorno e la ricerca di risposte interiori.
Tutto il contrario di Haman che è il simbolo del materialismo e della ricerca del potere ad ogni costo, discendente di “Amalek “.
Rivediamo questo personaggio.
Haman viene promosso “ come secondo solo al re” il primo mese del dodicesimo anno, questo immenso potere concessogli è forse da mettere in relazione con l’assenza del re Achashverosh impegnato in una campagna militare destinata a domare le popolazioni ribelli ai confini del suo regno.
A differenza del re Haman non ascolta consigli, odia gli ebrei e quando sceglie la data per il decreto per uccidere gli ebrei la fissa per il 13 del mese di Nissan, non sceglie una data a caso, la vigilia di Pesàch in cui gli ebrei si ricongiungono per celebrare il ricordo di una liberazione.
Il suo pensiero è sottile e perverso , in qualche modo ci ricorda alcuni burocrati del terzo Reich quando pianificarono lo sterminio della razza ebraica sulla terra, allora come nei tempi recenti la pianificazione avviene con tanto di sigillo reale , i messaggeri vengono inviati in tutto il regno per imporre il decreto.
A decidere la data non è stato Haman ma le sorti: Nel primo mese di Nissan nel dodicesimo anno di re Achashverosh, fu estratto il “pur” cioè la sorte davanti a Haman per stabilire un giorno tra i giorni e un mese tra i mesi e fu il dodicesimo mese, cioè Adar.”(Ester 3/7).
Le sorti furono favorevoli al popolo ebraico perché nella disgrazia ebbero un anno di tempo per prepararsi, D-o influì sulla sorte facendo uscire la peggiore combinazione di giorni e di mesi possibile, forse Haman avrebbe potuto capirlo.
Gli eunuchi sono anche loro protagonisti nel racconto, non sono personaggi anonimi come servitori dell’harem, i loro nomi appartengono al testo e ogni volta che viene letto il libro a Purim anche i loro nomi vengono ricordati , essi appartengono alla storia eterna del libro, perché questo privilegio?
Essi sono fondamentali nello sviluppo degli avvenimenti narrati rappresentano l’animo umano, alcuni sono esseri positivi , altri negativi, i primi sono complici di una congiura contro il re, altri diventano importanti collaboratori nel piano di salvezza, Hegai sa riconoscere la bellezza di Ester e la favorisce nella casa delle donne, sarà lui insieme a Heghè l’eunuco del re a contribuire a sventare il complotto e favorire Mordekhay che per questo viene eletto a Visir. I loro nomi sono un gioco di lettere.
Essi vengono anche ricordati nel libro di Isaia “ Perché cosi dice il Signore a proposito di coloro che non sono atti a generare, ma osservano i miei sabati …….. io darò a loro nella Mia casa e entro le mie mura forza e rinomanza, meglio di figli e di figli; rinomanza eterna che mai non perirà darò a ciascuno di loro”( Isaia 56/4).

Il popolo ebraico è protagonista suo malgrado , sappiamo che in buon numero i discendenti di Israele abitano le terre del regno e anche se sottomessi al culto persiano professano la tradizioni dei padri .
Haman disse allora a re Achashverosh: esiste un popolo sparso e diviso tra i popoli, in tutte le provincie del tuo regno, e le sue leggi sono differenti da quelle di ogni altro popolo e non eseguiscono le leggi del re e al re non giova tollerarlo”(Ester 3/8).

Mentre le “sorti” stanno per essere estratte essi sono all’oscuro di quello che sta per accadere nell’impero , inermi di fronte alla tragedia che si sta per abbattere.
Amalek è il nuovo nemico, il “nascondimento” vale anche per gli ebrei di Persia
Ester l’ebrea è sola e come Moshè va ha combattere Amalek.
La saggezza di Purim è il racconto stesso, una imminente tragedia diventa una commedia in cui il fine è la salvezza e la redenzione.
Da allora tutto questo gli ebrei del mondo lo ricordano, da molto tempo la lettura del libro di Purim è per tradizione il mascheramento, in questa sera è obbligo mascherarsi come a carnevale, molti lo fanno senza conoscere il vero insegnamento che è appartiene alla Meghillàt di Ester, il racconto di un travestimento.
La Meghillat di Ester rimane ancora un libro misterioso, definito già da molto tempo un libro in codice.
Nelle prime righe del racconto di Ester nel testo in ebraico appare una lettera scritta in una misura diversa; la prima lettera del sesto verso è scritta più grande del testo circostante, è la ח Chèt” , ottava lettera dell’alfabeto ebraico con valore 8.
Noiman
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Re: לימוד לחג פורים

Messaggio da noiman »

Che ci fa questa lettera anomala nel testo? C’è una suggestiva ipotesi: questo numero rappresenta il numero delle vesti che indossava il Coèn Ha-Gadòl durante il rito nella parte più riservata del tempio a Gerusalemme. La “chet”appare nel punto esatto dove sono descritte le vesti e gli arredi esposti durante il banchetto di re Achashverosh.
Il testo suggerisce che il re Assuero dopo aver sconfitto il regno di Nabucodonosor e depredato i babilonesi del tesoro del tempio avesse indossato in una o più occasioni le otto vesti del Cohen Gadol.
Il Midrash afferma che era un impostore e fu punito per la sua sfrontatezza da D-o particolarmente suscettibile quando viene profanato il suo tempio sulla terra.

Gli abiti sono anche loro protagonisti nella storia.
In tutto il racconto il travestimento assume un significato speciale, continui sono i cambi di abito dei protagonisti, Mordecai, Ester, Haman.
La Meghillà di Ester ci fornisce altre dettagli e combinazioni di numeri e di lettere su cui riflettere.
Nel testo ebraico, nel capitolo 9 nel versetto 7 appare la lista dei dieci figli di Haman, impiccati a seguito del fallimento del complotto .
Quando viene recitata la Meghillà di Ester i loro nomi vengono letti con una sola emissione di tono di voce per indicare la simultaneità della loro esecuzione.
Questo elenco di nomi nel testo ebraico è scritto in un preciso ordine dall’alto verso il basso, è singolare che in questo elenco che nei tre nomi dei figli di Haman sono inserite nel testo tre lettere scritte in piccolo rispetto al testo, tre lettere ז ש ת , una quarta lettera compare insolitamente più grande alla fine dei nomi, è una ו “ vav”.
Quale significato attribuire a questi quattro segni?
Le lettere che appaiono ridotte sono: ת“tav” ש “shin”e ז “ zàyn” secondo la gematria esse hanno valore complessivo di 707, (400+300+7)
la ו“vav” ha valore 6, essa è stata scritta più grande perché non ci induca a pensare che va addizionata alle altre ma considerata a parte.
Noi sappiamo che le lettere ebraiche oggi come ieri sono anche numeri e vengono utilizzate per inserire le date nei documenti .
Un’altra particolarità: i nomi sono scritti in modo che tra uno e l’altro appare la congiunzione ואת ,” che significa “e” congiunzione, è presente anche uno spazio separatore pari a 10 righe che alternano e separano un nome dall’altro.
In questo caso le cifre traducono l’anno ebraico 707, la “vav” che vale 6 va invece considerata a parte e non sommata alle altre lettere , quindi non corrisponde a un anno ma un millennio: il 6° millennio che corrisponde a l’anno 5707 del calendario ebraico cioè l’anno 1946, il suo aspetto è anomalo, la lettera “vav” è molto allungata e ci ricorda la forma a L rovesciata di un patibolo.
Il 1946 è lo stesso anno del processo di Norimberga in cui furono giudicati e condannati a morte tramite impiccagione dodici criminali nazisti.
C’è una discrepanza tra il numero dei gerarchi morti a Norimberga e gli undici impiccati (10 figli + Haman), ne manca uno. In realtà gli impiccati furono undici, Goering si suicido in cella con il cianuro. Allora i conti tornano.
L’esecuzione avvenne il 16 ottobre 1946, che per il calendario ebraico corrisponde a Hoshà’ anà Rabbà una data in cui la tradizione afferma che le anime sono sottoposte a giudizio.
Julius Streichèr , mentre il cappio gli veniva stretto al collo pronunciò le seguenti parole:” Saranno contenti gli ebrei oggi è Purim 1946”, ma sappiamo che ottobre non è Purim.
Quale informazione o ricordo aveva costui per fare questa affermazione?
Questa sentenza era già stata forse annunciata?
Queste parole, si riferiscono a un altro versetto della storia di Ester ?
Ritorniamo indietro, nel versetto 9/12 è scritto:
Il re disse a Ester: A Susa, la capitale gli ebrei hanno ucciso e sterminato cinquecento uomini e i dieci figli di Haman. Quale è la tua richiesta, ti sarà accordata, quale ancora è il tuo desiderio, sarà esaudito.”

Rispose Ester: ”Se ciò è bene, che sia consentito agli ebrei che sono a Susa di agire ancora domani secondo il decreto di oggi e che vengano impiccati i dieci figli di Haman”.(9/13).

Ci si è sempre chiesti come mai Ester esprime il desiderio che i dieci figli di Haman vengano impiccati domani , essa non aveva ricevuto un attimo prima la notizia che l’impiccagione era già stata eseguita ? Che senso ha questa ripetizione ?
Qualcuno ha pensato che questo sia stato l’errore di uno scriba .
I maestri del talmud osservano che quando il testo fa riferimento a Achashverosh come re dei persiani il termine è preciso, quando il testo nella ripetizione usa il termine “ re ”, si riferisce al Re dell’Universo, il Santo Benedetto.
La richiesta è forse una profezia …. ? Ester chiede a D-o che anche in un domani vengano impiccati i dieci figli di Haman del mondo a venire ? Profezia che è stata esaudita il 16 ottobre 1946 a Norimberga.
Ma costoro non sono ancora nati, ci sono oltre duemila anni di separazioni dagli eventi successivi e dal nazismo.
Un’epoca lontana due volte appartiene al futuro ma comprende anche il passato, noi che abbiamo già grandi difficoltà con il passato il futuro è intangibile.
Tanti anni fa quando iniziai a interessarmi alla meghillàh di Ester posi alcune domande a un grande studioso del giudaismo e tra le tante osservazioni mi colpi in particolare una sua risposta che dopo tanti anni non ha ancora trovato la sua giusta collocazione:
Mi disse: “ Ma forse il Santo conosceva già le anime dei futuri persecutori di Israele ma nel piano divino il Santo non fece nulla per impedire gli accadimenti a seguito della loro discesa nel mondo di malkut, ma volle porre un segnale attraverso le lettere della lingua del Santo, un segno indelebile nelle parole affidate al mondo, poi si sedette in pace nella attesa che questi segni diventassero significato per gli uomini che indagano le parole

La Shoah è il secondo tentativo globale di annientare la razza ebraica, simile in tutto con il piano di Haman . In entrambi i casi la sorte non è stata favorevole ai persecutori e giustizia è stata fatta allora come oggi.
Il nazismo è morto (almeno ufficialmente), gli ebrei continuano a festeggiare a Purim e la regina Ester, ma in malinconia.
La favola contiene un insegnamento, Haman anche se morto potrebbe ritornare. Tutti sappiamo questo …..ma non quando.
Rimane ancora un ultimo dubbio: colui che scrisse il racconto di Ester sapeva quello che sarebbe accaduto nel futuro? Se è si, perché dispose che queste lettere fossero speciali nella prima meghillàh, un racconto scritto due millenni prima del nazismo e della shoà.
Perché quel piano fu sventato e la shoà, no!
Ci possiamo fare tante domande e ottenere quasi nessuna risposta.
Cosa è mancato questa volta perché una seconda Ester o la mano potente di D-o intervenisse nel salvare il suo popolo ? Perché questo sacrificio è stato necessario ?

In un film attori e comparse battono le mani e si muovono sul palcoscenico secondo l’indicazione del regista, tutti appartengono al film ma non ne hanno la visione dell’insieme , solo alla fine se invitati nella sala per la prima della proiezione si possono riconoscere nell’insieme dell’opera, comprendere il loro lavoro ,infine applaudire o anche piangere.
Oggi come da sempre il giorno Purim è una grande festa, forse la più lieta del popolo ebraico, la seconda dopo Pesach rivissuta attraverso la lettura pubblica della meghillàh di Ester.
Non è una lettura normale, uomini , donne e bambini stanno in sinagoga tutti insieme, la lettura del testo ebraico è completamente diversa dalla lettura pubblica della Torah , i toni della lettura sono estremamente disomogenei , alzare la voce durante i quattro versetti di redenzione, intere frasi sono sottolineate dal giubilo degli astanti, il suono di strumenti improvvisati come trombette , i Kra-Kra, quando si arriva al punto “Mordekhay uscì dal cospetto del re con l’abito regale, azzurro e bianco” ( come oggi la bandiera di Israele), poi quando “Mordekhay l’ebreo divenne vicerè del re Achasverosch: grande tra gli ebrei e gradito alla moltitudine dei suoi fratelli. Cercò il bene del suo popolo e annunciò pace alla sua stirpe.” Il clamore aumenta.
E’ ancora oggi tradizione e uso oggi come secoli passati che le persone si travestano da personaggi del racconto , durante la lettura pubblica del libro tamburi e altri oggetti acustici accompagnano il racconto, un tempo si comprendeva e si giustificava che alcuni si ubriacassero fino al punto di non sapere più la differenza tra il perfido Haman e il benedetto Mordekhay .Oggi non è più così.
Ancora una volta i maestri ci fanno notare che la somma dei valori numerici delle lettere che compongono le espressioni ebraiche ארור המן“Arùr Hamàn
e ברוך מרדכי” Barùch Mordekhay” hanno lo stesso valore numerico di 502.
Numeri che vanno , numeri che tornano.
“Disse Rabbi Assì “perché è stata paragonata Ester all’alba?Per dirti che come l’alba è la fine della notte, così Ester è la fine dei miracoli”. Ma ecco che c’è Chanukà !?Qui si parla di miracoli che possono essere messi per scritto” ( TB Yomà 29°).
In realtà nell’ordine cronologico Chanukà è l’ultimo dei miracoli, ma questo spiegano i maestri è avvenuto con la preghiera e tramite una vittoria militare
Tutti sapevano, credevano e combattevano.
Purim invece è il nascondimento, gli ebrei di Susa dormivano nei loro letti ignari delle trame di palazzo, nulla sapevano sulle intenzioni di chi voleva il loro annientamento.
“ Perciò questi giorni si chiamarono Purim, dal nome pur (sorte); per questo, per tutte le parole di questa lettera , per quello che avevano visto e per quello che era accaduto loro, gli Ebrei stabilirono e accettarono , in modo irrevocabile , per sé, per la loro discendenza e per tutti coloro che si sarebbero uniti ad essi, di festeggiare questi due giorni ogni anno.”
( Ester 26/28).
Mordekhay divenne ministro al posto di Haman, esattamente come Josèf divenne ministro del faraone.
Abbiamo già detto che il libro si compone di 10 capitoli, l’ultimo sembra addirittura fuori luogo con la sensazione che spezzi il racconto:
Il re Achashverosh ( Acnashveròsh) impose un tributo al paese e alle isole del mare. E tutto quello che riguardava la potenza , l’autorità e la descrizione della grandezza di Mordekhay, che il re aveva innalzato, tutte queste cose sono scritte nel libro delle cronache dei Re di Media e Persia. Infatti Mordekhay l’ebreo era il vicerè del re Achashverosh : grande fra gli ebrei e gradito ai suoi molti fratelli, cercò il bene del suo popolo e mise in pace in mezzo alla sua stirpe”(Ester 10 /1-3).
Che senso ha imporre un tributo? Ultima stranezza , il nome di Achashverosh nel decimo capitolo appare scritto in modo diverso:
וישם המלך אחשרש מס על הארץ ואיי הים “Acnashveròsh” nella forma difettiva , privo della lettera la ו “vav”, senza la “vav” le lettere rendono possibile una lettura diversa, אחש רש“ Achàsh-Ràsh” significa “Achàsh “ il povero”
Quale è l’insegnamento che possiamo trarre ?
Anche se il re viene risparmiato, non esce indenne da questa vicenda, solo D-o lo sopporta, ha indossato le vesti del Coen ha-Gadòl , ha ripudiato la prima moglie e vissuto lussuriosamente lo rende minimo, significa che egli perde una lettera del suo nome.
La caratteristica di Achashverosh è quella comune a molti regnanti nella storia, uomini e donne deboli e influenzabili , spesso anche malvagi.
Anche il salmista scriveva “ O Dio, concedi al re la conoscenza delle tue leggi e instilla il tuo senso di giustizia nel figlio del re, sicché egli possa giudicare i popoli con giustizia “ (salmo 72)
Vorrei sottolineare un ultimo aspetto, sappiamo dalla storia persiana antica che re Dario fu favorevole ai giudei, Achashverosh è possibile riconoscere che sia stato re Dario, sappiamo che egli credeva nel culto di Zoroastro , le due religioni si rispettavano avendo in comune il monoteismo.
Ci piacerebbe pensare che re Achashverosh avesse fatto l’occhiolino quando firmò per la prima volta l’editto con il suo sigillo reale e fosse rimasto per il resto del tempo alla finestra a vedere come se la cavavano gli ebrei del suo regno.
Ci piacerebbe anche supporre che nella famosa notte insonne D-o gli fosse apparso in sogno. La meghillàh di Ester è il libro del “nascondimento”, e questo non lo sapremo mai.
Purim dunque rimane la festa dello scampato pericolo, l’annientamento di un popolo è stato evitato per un miracolo di cui non si è vista la mano.
In quei giorni la nostra esistenza fisica è stata messa in pericolo esattamente come in ogni Kippur viene salvata la parte spirituale che c’è in noi.
Le due feste sono connesse , i maestri osservano che la parola Purim “ le sorti” è contenuta nella parola Kippurim “ le espiazioni”. Le sorti sono dentro le espiazioni.
Quale segno che anima e corpo sono inscindibili.
Per terminare la Mishnàh nel trattato di Meghillà ( 2/1) è scritto: “Se si legge la Meghillà ha ritroso non si è compiuto il proprio obbligo”.
Il significato di queste parole possono essere: “chi legge gli eventi successi pensando solo al passato “a ritroso” il miracolo non è rilevante per il presente e non ha compiuto il suo obbligo”.
עם ישראל חי“Am Israel chài”.
Disse Rabbì Assì: ‘Perché è stata paragonata Ester all’alba? Per dirti che come l’alba e la fine della notte, così Ester è la fine dei miracoli.’ Ma ecco che c’è Chanukà!? Qui si parla di miracoli che possono essere messi per iscritto." (TB Yomà 29°.
ובמלאת “uvimlòt “ tradotto come: “ e nel compimento” contenuta in vayqrà (levitico) è la stessa espressione che è contenuta nel libro di Ester (Ester 1/5).
A l compimento di quei giorni “ Re Achashverosh fa tirare fuori tutti gli arredi e le vesti contenute nel santuario e depredate, altra interpretazione: secondo il calcolo fatto da Achashverosh sono passati e scaduti i giorni in cui la redenzione di Israele doveva avvenire, egli si è convinto che gli ebrei non verranno più redenti , quindi ordina tutta una serie di banchetti e da queste parole inizia la meghillàh di Ester e la storia di Purim.
testo della Meghillàh è scritta con una vav in più ובמלוא Ma il suono rimane uguale, il valore numerico è uguale alla parola טעות “taùt”errore, valore 485. Chi scrisse la Meghillà di Ester era forse a conoscenza di queste cose e dovette aggiungere una “vav”per lasciare un traccia per adempiere a una profezia
Dunque Achashverosh aveva sbagliato i propri conti e quello che avvenne fu diverso. המקום. אוהב את הבריות. אוהב את הצדקות. אוהב את המישרים.אוהב את התוכחןת. ומתרחק מן הכבוד ולא מגים לבו בתלמודו. ואינו שמח בהוראה. נושא בעל עם חברו ומכריעו לכף זכות. מעמידו על האמת. מעמידו על השלום. מתישב לבו בתלמודו. שואל ומשיב. שומע ומוסיף. הלומד על-מנת ללמד. והלומד על-מנת לעשות. המחכים את רבו. והמכון את שמועתו. והאומר דבר בשם אומרו. הא למדת. שכל-האומר דבר בשם אומרו. מביא גאלה לעולם. שנאמר:"ותאמר אסתר למלך בשם מרדכי
מין פרקי אבות, פרק ו"

“Le acquisisce chi conosce il proprio posto, chi è contento di ciò che ha, chi fa un argine alle proprie parole, e non attribuisce i propri meriti a se stesso. È amato, ama i rimproveri, ama la rettitudine, si allontana dagli onori, non si vanta del proprio studio, non gode nel dar pareri, è disposto a condividere le pene del suo compagno, lo giudica sempre dal lato buono, lo avvia alla verità, alla pace, si concentra nello studio, domanda e risponde, ascolta ed aggiunge. Colui che studia allo scopo di insegnare, e riporta un detto citando per nome la fonte. Impari infatti che chiunque riporti un detto a nome della sua fonte avvicina la redenzione nel mondo, come è detto:”Riferì Ester al re a nome di Mordekhai”
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Re: לימוד לחג פורים

Messaggio da stella »

... ;;) .GRAZIE NOIMAN :YMAPPLAUSE: ....

una buona idea ,magari ad ogni festa ,,,sarebbe bello che ci fai partecipi e ci descrivi il significato ... ;) grazie ancora ....
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bgaluppi
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Re: לימוד לחג פורים

Messaggio da bgaluppi »

Bentornato Noiman e grazie per aver deciso di reinserire i tuoi scritti. Dopo una pausa dal forum, per me saranno un nuovo inizio. :YMHUG:
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Re: לימוד לחג פורים

Messaggio da AKRAGAS »

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Re: לימוד לחג פורים

Messaggio da Gianni »

Carissimo Noiman, ciò che hai cancellato non è andato perduto. Ne conservo una copia. Tutto il tuo materiale, che ritengo molto prezioso, lo sto pubblicando nella rivista Ricerche Bibliche. :-)
noiman
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Re: לימוד לחג פורים

Messaggio da noiman »

Grazie Gianni, ora posto l'ultima parte.

Fine dello studio.

Il libro di Ester è il libro delle stranezze, abbiamo osservato che in tutto il testo non compare mai il nome di D-o , tutto il racconto è affidato nella buona sorte o nella cattiva sorte all’uomo, la temporalità della azione è spesso ambigua, le ripetizioni rendono oscuro il testo, qualche cosa di simile lo ritroviamo nel libro di Shemot nella parte del racconto quando Israele giunge a Refidim e il popolo causa la mancanza dell’acqua si rivolta, il Signore fa compiere a Moshè una sorta di miracolo, tramite la verga di Moshè l’acqua sgorga da una roccia e disseta il popolo , l’episodio si conclude con le parole :”E quel luogo si chiamò Massà e Merivà a causa del contendere dei figli di Israele per mettere alla prova il Signore dicendo se D-o è in mezzo a noi o no.”(Shemòt- Beshallàch 17/7) (esodo).

Subito dopo inizia la guerra di Amalech, stranamente in questa parte del libro non compare il nome di D-o, Egli non guida il suo popolo nella guerra anche Moshè appare in disparte, leggiamo che Amalek fu affrontato da Yehoshua che comanda l’esercito di Israele, il contiene anche un’altra stranezza , Moshè sale su di una collina e per tutta la giornata tiene su le braccia impugnando la verga del Signore, ma e difficile tenere su le braccia per una intera giornata e ogni volta che egli le abbassa Israele perde , ogni volta che le alza Israele vince, le sorti dipendono dalle braccia di Moshè al punto che Aron e Chur sono costretti a intervenire per impedire la sconfitta in campo sostenendo le braccia di Moshè.
Yehoshùa (Giosuè) esegui il comando di Moshè , iniziando la battaglia contro Amalek , e nello stesso tempo Moshè., Aron e Chur salirono in cima alla collina. Ora fintantoché Moshè teneva le su mani alzate vinceva Israele; quando le abbassava vinceva Amalek. Ma le braccia di Moshè erano pesanti allora presero una pietra e glie la misero sotto, e egli si assise sopra e Aron e Chur sostenevano le sue braccia l’uno da una parte e l’altro dall’altra cosicché le sue braccia poterono sostenersi sino al tramonto del sole. E Yehoshua sconfisse Amalek e la sua gente a fil di spada.(Shmot-Beshallach 17/10) (esodo).

A parte l’aspetto simbolico del racconto, le braccia alzate di Moshè obbligano il popolo a chiedersi se Moshè le tiene alzate di suo o l’aiuto avviene dal cielo.
A parte questo, l’episodio narrato in esodo in apparenza ci sembra poco connesso con il libro di Ester, ma in uno studio approfondito delle scritture ebraiche possiamo rilevare alcune apparenti anomalie che consentono di interpretare il testo in eventi temporali diversi, alcuni sono sospesi nell’azione tra passato il presente e il futuro, la mobilità di alcune lettere , l’assenza di punteggiatura , virgole e altri simboli come punti di esclamazione o di stupore ci consentono di considerare diversi contesti temporali differenti, ovviamente questo sfugge a chi legge il testo in traduzione , solo il testo ebraico consente queste osservazioni.
Facciamo un confronto per verificare una suggestiva possibilità di interpretazione.

ויבא עמלק וילחם עם-ישראל ברפידם : ויאמר משה אל-יהושע בחר-לנו אנשים וצא הלחם בעמלק מחר אנכי נצב על-ראש הגבעה ומטה האלהים בידי
E venne Amalek e combatte contro Israel a Refidim, disse Moshè a Yehoshua, scegli per noi degli uomini e esci in guerra a Amalek domani io starò sulla cima della collina e sarà nella mia mano la verga di Elohim”(Shemot 17/8).

Questa è una traduzione più letterale di quella dei testi classici.
Ma abbiamo detto che il testo originale non dispone di virgole e punti di separazione, la parola מחר“ machar” , “domani “ non è facilmente collocabile.
A Yehoshua viene chiesto di combattere domani o che domani Moshè salirà sulla collina a scontro iniziato?
Anche in questo caso se è vero il detto che non c’è un prima ne un dopo nella Torah la parola “machar” assume un significato sospeso nel tempo, esattamente come nella meghillàh la regina Ester chiede due volte al re di impiccare i dieci figli di Haman, anche in questo caso la parola “domani” è impegnata come suggeritore di significati e profezie.
La conclusione del libro di Ester e di questo capitolo di Shemot hanno entrambi in comune l’esortazione di scrivere quanto è avvenuto in un libro.

Scrivi in un libro il ricordo di questo grande avvenimento e trasmettilo oralmente a Yehoshùa, che Io ho stabilito di cancellare la memoria di Amalek di sotto il cielo” Moshè fabbricò un altare che nominò: “Dio è la mia bandiera” E disse: “Il Signore pone la mano sul Suo trono, guerra a Amalek di generazione in generazione. (Shemot 17 ;14/15).

Moshè riceve l’ordine di sconfiggere Amalek ma di non annientarlo del tutto.
ויחלש יהושע את עמלק ואת עמו לפי חרב “indebolì Yehoshùa Amalek e la sua gente ….”
Il termine :”vaiàchalosh” indebolì, non significa che Amalek fu sconfitto del tutto.
Amalek dovrà in qualche modo sopravvivere finchè il Signore lo ritiene necessario.
Conservato per i secoli futuri Amalek e i suoi discendenti cambieranno molte volte nome e aspetto , da Haman nella storia di Purim fino ai giorni odierni.

Quindi non e una vittoria totale, ma una battaglia vinta.
Il popolo ebraico è diviso e incompleto e questa incompletezza si riflette nelle parole che D-o pronuncia : “ ויאמר כי יד על כס יה מלחמה ליהוה בעמלק מדר דר Il Signore pone la mano sul Suo trono, guerra ad Amalek di generazione in generazione”( Shmot- Beshallach 17/16) (esodo).
Nel testo כס, trono è scritto in modo difettivo senza la ,א (כסא) lo stesso nome di
D-o appare troncato a metà יה “yah”.
Rashi commenta che questa incompiutezza accompagnerà Israele attraverso il tempo e solo quando Amalek sarà distrutto le lettere nella Torah ritroveranno il giusto posto per una storia nuova.
Possiamo ancora cogliere un ultimo significato: non basta il valore del singolo, occorre una bandiera , un vessillo e l’unione degli uomini.

Quindi non e una vittoria totale, ma una battaglia vinta.

Forse la lotta di Israel contro Amalek è una condizione temporale destinata a protrarsi nel tempo?
E casuale tutto questo o c’è dell’altro ?
שלום
נוימן
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Gianni
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Re: לימוד לחג פורים

Messaggio da Gianni »

Grazie, Noiman. Ho fatto copia-incolla: alla tua raccolta, che sarà pubblicata, si è aggiunto un nuovo capitolo. :-)
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