Gesù e le Scritture del popolo ebraico

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Michele
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Gesù e le Scritture del popolo ebraico

Messaggio da Michele »

Vorrei aprire questo post per far luce sulla modalità di lettura di Gesù, nei confronti delle Scritture.
Come si poneva, le criticava, oppure le seguiva alla lettera?
Ebbe scontri a prosito della loro interpretazione con i suoi coetanei?

Infine una riflessione: forse noi dovremmo analizzare le Scritture alla luce della figura di Gesù? E questo dipende forse dal fatto che la Scrittura in ultima analisi parla di Lui?
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bgaluppi
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Re: Gesù e le Scritture del popolo ebraico

Messaggio da bgaluppi »

Michele, il post è interessante. Credo che sia Gesú che debba essere analizzato alla luce delle Scritture. Come anche le Scritture Greche dovrebbero essere analizzate alla luce di quelle Ebraiche, e non il contrario. Sai perché? Perché Gesú e le Scritture Greche, senza quelle Ebraiche, non hanno basi e non sussisterebbero. Mentre, invece, le Scritture Ebraiche stanno in piedi da sole.

Detto questo, però, è importante ricordare che le Scritture Ebraiche, senza il Messia, sono incomplete e, soprattutto, mancano dello scopo finale, per le quali esistono.
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Michele
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Re: Gesù e le Scritture del popolo ebraico

Messaggio da Michele »

Intanto propongo la lettura di questo passo:

Nuova Riveduta:
Matteo 19:20-22

20 E il giovane a lui: «Tutte queste cose le ho osservate; che mi manca ancora?» 21 Gesù gli disse: «Se vuoi essere perfetto, va', vendi ciò che hai e dàllo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi, vieni e seguimi». 22 Ma il giovane, udita questa parola, se ne andò rattristato, perché aveva molti beni.

Qui Gesù, dopo aver indicato al giovane di osservare i comandamenti, gli suggerisce di vendere tutto e seguirlo. Qui come in altri passaggi, Gesù sembra confermare la legge, ma al contempo, proporre un'innovazione, come se la legge non dovesse bastare.
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Michele
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Re: Gesù e le Scritture del popolo ebraico

Messaggio da Michele »

Lo scrivo come promemoria, è anche interessante un passaggio di Matteo 21:17-32
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bgaluppi
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Re: Gesù e le Scritture del popolo ebraico

Messaggio da bgaluppi »

La carità era largamente praticata dal popolo di Israele. In effetti, è una delle 613 mitzvòt, quindi un comandamento di Dio. Troviamo istruzioni sulla carità in Dt 15:7-11, e in Sl 36:26, Pr 11:24-28. Le parole di Yeshùa che seguono, sulla difficoltà dei ricchi ad entrare nel regno dei cieli, sono una conferma a quanto insegnato dalla Torah. Tuttavia, in tempi piú antichi non esisteva ancora il concetto di retribuzione ultraterrena; la retribuzione avveniva sulla terra (cfr. Pr 11:24-28).

Ciò che aggiunge Yeshùa è il concetto di rinunciare a tutto e seguire lui. Ma, ovviamente, Yeshúa è il Messia, l'unica via al Padre e senza il Messia non c'è salvezza. Nel versetto che analizziamo si allude ai beni materiali, ma la rinuncia va oltre in Lc 9:23-25:

“Diceva poi a tutti: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a sé stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la propria vita per amor mio, la salverà. Infatti, che serve all'uomo guadagnare tutto il mondo, se poi perde o rovina sé stesso?”

Chi sacrifica la propria vita per il Messia, vive. Chi si cura della propria vita a motivo di benessere terreno, morirà. Il Messia è l'unica via verso la salvezza, ossia la vita dopo la morte. Lui, a differenza dei profeti prima di lui, annuncia un Dio redentore e salvatore e proclama se stesso come unica via, verità e vita. In questo consiste la novità, e per questo invita a seguirlo e rinunciare a tutto.

La Torah non basta nel senso che non reca salvezza. Il Messia garantisce la salvezza.
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Gianni
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Re: Gesù e le Scritture del popolo ebraico

Messaggio da Gianni »

Il teologo ebreo Martin Mordechai Buber, morto a Gerusalemme nel 1965, scrisse di Yeshùa:
“Il Sinai non gli basta. Vuole andare oltre il monte e spingersi dentro la nuvola da cui echeggia la voce, vuole penetrare l’intento originario di Dio ... per portare a compimento la Torà, vale a dire invocare la sua pienezza e compierla realmente”.
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bgaluppi
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Re: Gesù e le Scritture del popolo ebraico

Messaggio da bgaluppi »

“Egli dice: «È troppo poco che tu sia mio servo per rialzare le tribù di Giacobbe e per ricondurre gli scampati d'Israele; voglio fare di te la luce delle nazioni, lo strumento della mia salvezza fino alle estremità della terra»” — Is 49:6
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Michele
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Re: Gesù e le Scritture del popolo ebraico

Messaggio da Michele »

Un altro insegnamento di Gesù:
Nuova Riveduta:
Marco 2:23-28

Gesù, Signore del sabato
=(Mt 12:1-8; Lu 6:1-5)
23 In un giorno di sabato egli passava per i campi, e i suoi discepoli, strada facendo, si misero a strappare delle spighe. 24 I farisei gli dissero: «Vedi! Perché fanno di sabato quel che non è lecito?» 25 Ed egli disse loro: «Non avete mai letto quel che fece Davide, quando fu nel bisogno ed ebbe fame, egli e coloro che erano con lui? 26 Com'egli, al tempo del sommo sacerdote Abiatar, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani di presentazione, che a nessuno è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche a quelli che erano con lui?» 27 Poi disse loro: «Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato; 28 perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato».
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bgaluppi
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Re: Gesù e le Scritture del popolo ebraico

Messaggio da bgaluppi »

Uuuu... Questo è dura, Michele. Qui entra in ballo la tradizione orale, di cui abbiamo già discusso parecchio ultimamente, ed eviterei di ricominciare da capo... Inoltre, sulla questione delle spighe, c'erano scuole di pensiero diverse anche tra gli ebrei. Lascerei perdere questo versetto, è troppo complesso.
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Michele
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Re: Gesù e le Scritture del popolo ebraico

Messaggio da Michele »

E te lo sei mai chiesto perché non si riesce a risolvere questi versetti?
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