Isaia 6

marco
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Isaia 6

Messaggio da marco »

Prima di parlare del capitolo 6 di Isaia vorrei chiarire alcuni aspetti che riguardano la discussione che abbiamo avuto in "Interpretazione delle ..."

Marco ha scritto: Vorresti vedere modificato il mio pensiero "Il fine ultimo è di affermare che esiste solo Gesù e tutti gli altri sono esclusi", mai!! Mi dispiace, non posso. Solo perchè affermo la verità sono considerato un nemico, va be è il prezzo da pagare.

Giorgia ha rispoto: C'è una enorme differenza tra verità e quello che tu pensi di aver inteso sia verità.
Quella è la tua verità. La Bibbia dice altro.

La Bibbia ha detto: In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati». Atti 4,12

Antonio mi ha contestato questo: Il motivo per cui spesso ti trovi in contrasto con certi utenti è che non sai dare il giusto valore alle cose. Tu fai della fede un ostacolo alla corretta comprensione dell'insegnamento scritturale. Studiare la Scrittura Ebraica cercando di comprenderla dal punto di vista degli ebrei non porta il credente "fuori strada", anzi lo avvicina ancora di piú a Yeshúa, perché il suo insegnamento si basa sulla Scrittura Ebraica e sulla tradizione.

Caro Antonio secondo me sei tu che fai confusione tra metodi di studio della Bibbia e interpretazione della stessa. Sono due cose completamente diverse. I metodi sono la critica testuale, l'esegesi, la lingua ebraica e greca, il pensiero semitico ect. Cosa diversa è l'interpretazione che un gruppo di uomini attribuisce alla Sacra Scrittura. Infatti Noiman, per interpretare, utilizza il Talmud e la saggezza del nonno. Entrambi, il libro e il nonno, non riconoscono e quindi NON VEDONO CRISTO nella Sacra Scrittura. Di conseguenza interpreteranno la Sacra Scrittura in maniera errata.
Antonio quello fuori di testa non sono io. La retta via è difficilissima da seguire: Molti sono i chiamati ma pochi gli eletti. La luce che attraversa tutta la Bibbia da Gn a Ap è Cristo, come Giovanni scrive nel suo Vangelo.
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bgaluppi
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Re: Isaia 6

Messaggio da bgaluppi »

Infatti Noiman, per interpretare, utilizza il Talmud e la saggezza del nonno. Entrambi, il libro e il nonno, non riconoscono e quindi NON VEDONO CRISTO nella Sacra Scrittura. Di conseguenza interpreteranno la Sacra Scrittura in maniera errata. [...] La luce che attraversa tutta la Bibbia da Gn a Ap è Cristo, come Giovanni scrive nel suo Vangelo.
In realtà, anche per gli Ebrei tutto è in funzione dell'arrivo del Messia e della risurrezione. Ecco cosa scrive Maimonide:

“Ogni individuo che non crede [nella venuta del Messia], o non aspetta il suo arrivo, rifiuta non solo i profeti, ma la Torah e Mosè - perché la Torah ci fa una promessa riguardo al suo arrivo. Dt 30:3-5: "il Signore, il tuo Dio, farà ritornare i tuoi dalla schiavitù, avrà pietà di te e ti raccoglierà di nuovo fra tutti i popoli... Quand'anche i tuoi esuli fossero all'estremità dei cieli... Il Signore, il tuo Dio, ti ricondurrà nel paese che i tuoi padri avevano posseduto"” - Maimonide, Leggi dei Re 11:1

E nei suoi 13 Princípi di fede giudaica, gli ultimi due riguardano l'arrivo del Messia e la rissurrezione dei morti. Fai un errore a dichiarare che la letteratura ebraica e gli ebrei in genere non vedono il Messia nella Scrittura. La tradizione orale vede benissimo il Cristo (cioè il Messia) nella Scrittura (e ne parla parecchio), solo che gli ebrei non credono che quel Cristo di cui parla il Tanach sia Yeshúa.

Ciò che tu, come molti cristiani, non comprendi, è che il Cristo non sussiste senza la Torah, poiché egli basa il suo insegnamento su di essa, come dimostrato ampiamente su questo forum. Non solo, ma senza la Torah, il Cristo non sussiste proprio. Quindi, Torah e Messia, insegnamento e salvezza, vanno insieme e sono inscindibili. Sono una cosa sola. Tu ignori il valore di ciò che dice Paolo al credente Timoteo:

La Scrittura “può darti la saggezza che conduce alla salvezza, per mezzo della fede in Cristo Gesù.” - 2Tim 3:15

Rifletti su questo. Paolo sta dicendo che la salvezza si ottiene tramite la fede in Cristo, alla quale si giunge grazie alla saggezza contenuta nella Scrittura (Ebraica, ovviamente). Non l'opposto, cioè che la saggezza si riceve dopo aver avuto la salvezza. Anche perché, la salvezza non sussiste se non si mette in pratica l'insegnamento di Dio. La fede è necessaria, ma non serve a niente senza le opere, e le opere costituiscono il "fare", il mettere in pratica gli insegnamenti contenuti nella Torah, gli stessi che Yeshua ha messo in pratica. Per questo, insegnamento e fede sono inscindibili per il credente.

Alcune domande: Yeshúa, secondo te, ha aggiunto qualcosa all'insegnamento della Torah? L'ha modificata? Qual'è il fattore di "completezza" alla legge di cui parla Yeshua?
marco
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Re: Isaia 6

Messaggio da marco »

bgaluppi ha scritto:
La luce che attraversa tutta la Bibbia da Gn a Ap è Cristo, come Giovanni scrive nel suo Vangelo.
Nessun credente mette in dubbio questo. Direi che, per un credente, questa informazione è quasi banale.
Anche per chi ha scritto questo: chi sei tu che mi dici di inginocchiarmi a leggere il Prologo di Giovanni, senza neanche forse sapere che è una costruzione letteraria posticcia di seconda mano, che è ellenistica e non è Ebraica?
Significato del termine posticcio dal Vocabolario Treccani:
1) Aggiunto o applicato dopo, o ad arte, allo scopo di imitare quello che non c’è, o non c’è più; quindi non naturale, artificiale.
2) Provvisorio, che si può rimuovere rapidamente.
3) In senso fig., artificioso, ambiguo, falso.
4) Detto di nome, inventato, immaginario.
Per questo credente non è così semplice e banale saper riconoscere la luce di Cristo nell'intera Sacra Scrittura senza dubitarne.
bgaluppi ha scritto:In realtà, anche per gli Ebrei tutto è in funzione dell'arrivo del Messia e della risurrezione. Ecco cosa scrive Maimonide:

“Ogni individuo che non crede [nella venuta del Messia], o non aspetta il suo arrivo, rifiuta non solo i profeti, ma la Torah e Mosè - perché la Torah ci fa una promessa riguardo al suo arrivo. Dt 30:3-5: "il Signore, il tuo Dio, farà ritornare i tuoi dalla schiavitù, avrà pietà di te e ti raccoglierà di nuovo fra tutti i popoli... Quand'anche i tuoi esuli fossero all'estremità dei cieli... Il Signore, il tuo Dio, ti ricondurrà nel paese che i tuoi padri avevano posseduto"” - Maimonide, Leggi dei Re 11:1

Vedi, secondo me, non ci intendiamo. Non nego il desiderio ebraico di vedere la venuta del Messia. Metto semmai in risalto la punizione divina nei loro confronti. In Lc 19 Yeshùa prima di entrare in Gerusalemme disse queste parole: Quando fu vicino, vedendo la città, pianse su di essa, dicendo: «Oh se tu sapessi, almeno oggi, ciò che occorre per la tua pace! Ma ora è nascosto ai tuoi occhi.
Chi ha il potere di nascondere Cristo al popolo ebraico?
bgaluppi ha scritto:Ciò che tu, come molti cristiani, non comprendi, è che il Cristo non sussiste senza la Torah, poiché egli basa il suo insegnamento su di essa, come dimostrato ampiamente su questo forum. Non solo, ma senza la Torah, il Cristo non sussiste proprio.
Secondo me non è così. Cristo si è sottomesso alla legge per riscattare coloro che erano sottoposti alla legge. Non credo sia giusto gareggiare tra la Torah e Yeshùa. Sono entrambi Parola di Dio. Però ogni cosa a suo tempo. La Torah andava bene fino a Cristo. E comunque la promessa fatta da Dio ad Abramo è superiore alla legge, perché scaturisce della fede di quest'ultimo.
La legge è stata data all'uomo in vista della trasgressione così da poter essere accusati di essere infedeli a Dio. Senza di essa non si poteva sapere di andare contro Dio. Siccome il punto focale di tutta la Creazione è Cristo, Dio autorizzando una legge impossibile da applicare, ha rinchiuso tutto sotto il peccato, per usare misericordia attraverso il Cristo. L'uomo da solo non può nulla, quello che saremo lo dobbiamo a Cristo e in definitiva a Dio. Se seguiamo la Torah e le sue leggi, saremo giudicati attraverso queste. Se accettiamo Cristo è lui in persona che si prenderà carico delle nostre colpe.
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Re: Isaia 6

Messaggio da marco »

Torniamo al cap. 6 di Isaia. Sicuramente in prima battuta le parole di Isaia erano profezia per il popolo di Israele e di Giuda. Infatti la realizzazione non tarderà a venire con la deportazione di Israele ad opera degli Assiri e poi per Giuda ad opera dei Babilonesi. Anche se tutto sembrava perso Dio farà in modo di farli ritornare nelle loro terre.
Noi sappiamo che le Scritture Ebraiche sono ombra del Vangelo. La spiritualizzazione e il fine ultimo delle profezie si concretizzano con Cristo. Un esempio ci viene fornito da Matteo quando nel suo Vangelo attualizza e completa, dando pienezza alle parole del Profeta Osea "....dall'Egitto ho richiamato mio figlio" e le applica a Yeshùa.
Quando Israele era giovinetto,
io l'ho amato
e dall'Egitto ho chiamato mio figlio.
Os 11,1
Se ci fermassimo all'interpretazione ebraica siamo tranquilli sul fatto che Israele è il figlio chiamato. Invece il fine ultimo di tutta la Bibbia è l'unico e vero Figlio di Dio: Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. E se siamo seguaci di Cristo saremo sicuramente figli di Dio.
Ecco perché è importante se non addirittura obbligatorio leggere la Bibbia con la chiave fideistica che è data da Dio ai suoi. Fideistica e non bigotta. E' giusto, solo per amore di una persona o di un popolo, restituire a Dio la chiave che apre alla vera conoscenza?
Qual è il fine ultimo della profezia di Isaia 6? Lo dice Yeshùa stesso attraverso il Vangelo di Mt: Così si avvera PER LORO la profezia di Isaia. Come per loro? Se sappiamo che la profezia si è compiuta con la deportazione, perché Yeshùa applica la profezia al tempo presente? Perché il fine ultimo delle Scritture Ebraiche è Cristo.
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bgaluppi
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Re: Isaia 6

Messaggio da bgaluppi »

Marco, prima di entrare in Isaia 6 ti rispondo al tuo penultimo messaggio perché ci sono dei concetti molto importanti che vorrei discutere con te.

L'occultamento della capacità di riconoscere Yeshúa come il Messia ha un motivo preciso (l'ingresso nel popolo di Dio dei non-ebrei) e non costituisce affatto una "punizione" per Israele (ma piuttosto una "benedizione" per chi non appartiene a Israele). Infatti, Dio promette a Israele un discendente di Davide che riscatterà il suo popolo: “Dalla discendenza di lui [Davide], secondo la promessa, Dio ha suscitato a Israele un salvatore nella persona di Gesù.” (At 13:23).

Paolo spiega bene questo concetto:

“Infatti, fratelli, non voglio che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi: un indurimento si è prodotto in una parte d'Israele, finché non sia entrata la totalità degli stranieri; e tutto Israele sarà salvato, così come è scritto: «Il liberatore verrà da Sion. Egli allontanerà da Giacobbe l'empietà; e questo sarà il mio patto con loro, quando toglierò via i loro peccati»” (Rm 11:25-27).

Se quell'indurimento non ci fosse stato, la totalità degli stranieri non sarebbe entrata a far parte del popolo di Dio; per cui, l'indurimento di Israele non è affatto una punizione, ma una necessità. Israele riconoscerà il Messia nel momento giusto, quando la totalità degli stranieri che deve entrare sarà entrata: “Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo; e allora tutte le tribù della terra [l'intero popolo di Israele] faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria.” (Mt 24:30).

Poi dici: "Se seguiamo la Torah e le sue leggi, saremo giudicati attraverso queste. Se accettiamo Cristo è lui in persona che si prenderà carico delle nostre colpe." Qui, permettimi, scorgo un po' di confusione, che origina probabilmente dalla dottrina religiosa. Per il credente, c'è una grande differenza tra convertirsi al giudaismo (ed essere circoncisi) e osservare l'insegnamento (la Torah); infatti, chi accetta Yeshúa come Messia non deve convertirsi al giudaismo, ma può e deve osservare la Torah. Dalle tue parole sembra che il credente sia libero di non osservare i comandamenti e fare un po' come gli pare, tanto poi Cristo si fa carico delle sue colpe. In realtà, sottovaluti un fatto di estrema importanza: Yeshúa si è già fatto carico delle nostre colpe, con il suo sacrificio; il suo atto, effettuato una volta e per sempre (Eb 7:27; 9:12; 10:10), ci libera dalla nostra condizione di morte, ma non dall'osservanza dei comandamenti. Se dopo aver accettato Yeshúa “persistiamo nel peccare volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati (Eb 10:26). Da questo versetto si comprende che non basta credere che Yeshua è il Messia per essere salvati, ma bisogna anche vivere in modo nuovo, conforme al suo esempio, che è a sua volta conforme alla Torah (fede e opere, Gia 2:14,17,18,20,24,26); il credente, pur ancora sottoposto a tentazione, non può persistere nel peccare come faceva prima del sacrificio, perché il Cristo non tornerà a sacrificarsi di nuovo; il Cristo, liberandoci dal peccato (la nostra vecchia condizione), non ci rende immuni ad esso, ma ci mette in condizione di poter "adempiere" l'insegnamento di Dio; non attraverso il legalismo, ma attraverso l'amore. Ma tale insegnamento è lo stesso adesso e duemila anni fa. Yeshúa non ha aggiunto mezza parola a ciò che è già scritto ed ha obbedito all'unico insegnamento di Dio che esiste: la Torah. “Facendosi ubbidiente fino alla morte” (Flp 2:8): ubbidiente a chi e secondo quali princípi?

“Insensato! Vuoi renderti conto che la fede senza le opere non ha valore? Abraamo, nostro padre, non fu forse giustificato per le opere quando offrì suo figlio Isacco sull'altare? Tu vedi che la fede agiva insieme alle sue opere e che per le opere la fede fu resa completa; così fu adempiuta la Scrittura che dice: «Abraamo credette a Dio, e ciò gli fu messo in conto come giustizia»; e fu chiamato amico di Dio. Dunque vedete che l'uomo è giustificato per opere, e non per fede soltanto.” — Gia 2:20-24

In qual modo Abramo dimostrò la sua fede se non attraverso l'obbedienza, ossia le opere? Se lui fu giustificato per fede grazie alle sue opere, quanto piú sarà giustificato chi crede in Yeshúa! Ma, come nel caso di Abramo, la fede non può prescindere dall'obbedienza.

Alla luce di ciò, ti chiedo: per quale motivo Dio ha risuscitato Yeshúa, dichiarandolo Messia? (La risposta te l'ho già data). E cosa significa esattamente "accettare Cristo"?
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Re: Isaia 6

Messaggio da marco »

bgaluppi ha scritto:L'occultamento della capacità di riconoscere Yeshúa come il Messia ha un motivo preciso (l'ingresso nel popolo di Dio dei non-ebrei) e non costituisce affatto una "punizione" per Israele.
Caro Antonio non ero al corrente sul fatto che Dio, oltre ad essere Onnipotente, fosse anche capriccioso. Per accogliere un figlio deve dimenticare momentaneamente l'altro.
Non si può far passare l'incredulità di parte del popolo ebraico solo per una presunta "necessità" da parte di Dio per accogliere i pagani. La verità dei fatti e la motivazione per cui Dio ha punito gli ebrei la possiamo sentire direttamente dalle labbra del Profeta Isaia: 651 Sono stato ricercato da quelli che non chiedevano di me, sono stato trovato da quelli che non mi cercavano. Ho detto: «Eccomi, eccomi», a una nazione che non invocava il mio nome. 2 Ho steso tutto il giorno le mie mani verso un popolo ribelle che cammina per una via non buona, seguendo i propri pensieri, 3 un popolo che mi provoca continuamente ad ira con sfrontataggine, che offre sacrifici nei giardini e brucia incenso su altari di mattoni, 4 che sta fra i sepolcri e passa le notti in luoghi segreti, che mangia carne di porco e ha nei suoi vasi brodo di cose abominevoli, 5 che dice: «Sta' per conto tuo, non avvicinarti, perché sono più santo di te». Queste cose sono per me un fumo nel naso, un fuoco che arde tutto il giorno. 6 «Ecco, tutto questo sta scritto davanti a me; io non tacerò, ma ripagherò, sì, ripagherò nel loro grembo 7 le vostre iniquità e le iniquità dei vostri padri tutte insieme», dice l'Eterno. «Essi hanno bruciato incenso sui monti e mi hanno oltraggiato sui colli; perciò misurerò nel loro grembo il salario della loro condotta passata».
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bgaluppi
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Re: Isaia 6

Messaggio da bgaluppi »

Marco, se io dico qualcosa in base alle mie idee personali, tu puoi rifiutarlo. Ma non puoi rifiutare quello che dice la Bibbia. Ti ho citato i versetti di Paolo che spiegano l'indurimento "necessario" perché gli stranieri potessero entrare a far parte del popolo di Dio. Se non ti fidi di me, almeno fidati della Scrittura.

Tu sei perfettamente al corrente della promessa fatta da Dio a Israele; mi sembra di averti già citato abbastanza versetti che indicano che Israele avrà il suo Messia. Ma ciò avverrà a tempo debito, “finché non sia entrata la totalità degli stranieri”, e allora “tutto Israele sarà salvato”. Mi sembra davvero assurdo che tu neghi questo fatto, testimoniato in tutta la Scrittura e confermato da Yeshúa e dagli apostoli.

In Is 40:1-11 puoi leggere chiaramente come Israele ha ricevuto il perdono di Dio e il Messia verrà per il Suo popolo: “Parlate al cuore di Gerusalemme e proclamatele che il tempo della sua schiavitù è compiuto; che il debito della sua iniquità è pagato” (v.2); “Tu che porti la buona notizia a Gerusalemme, alza forte la voce! Alzala, non temere! Di' alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio!» Ecco il Signore, DIO, viene con potenza, con il suo braccio egli domina. Ecco, il suo salario è con lui, la sua ricompensa lo precede. Come un pastore, egli pascerà il suo gregge: raccoglierà gli agnelli in braccio, li porterà sul petto, condurrà le pecore che allattano.” (vv.9-11).

Il Messia non è venuto per gli stranieri prima e per Israele poi, ma il contrario: “Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d'Israele” (Mt 15:24); infatti, il Messia ha parlato ad Israele, non agli stranieri, e le parole di Yeshúa confermano Is 40:1-11. L'indurimento di Israele ha fatto sí che l'annuncio del Regno fosse dato anche agli stranieri, tramite gli apostoli. Ma, a tempo debito, tale indurimento scomparirà: Le loro menti furono rese ottuse; infatti, sino al giorno d'oggi, quando leggono l'antico patto, lo stesso velo rimane, senza essere rimosso, perché è in Cristo che esso è abolito. Ma fino a oggi, quando si legge Mosè, un velo rimane steso sul loro cuore; però quando si saranno convertiti al Signore, il velo sarà rimosso.” (2Cor 3:14-16).

Tutto ciò è predetto in Is 49:6:

“Egli dice: «È troppo poco che tu sia mio servo per rialzare le tribù di Giacobbe e per ricondurre gli scampati d'Israele; voglio fare di te la luce delle nazioni, lo strumento della mia salvezza fino alle estremità della terra».”

Il servo di Dio, il Messia, rialzerà le tribú di Giacobbe, ricondurrà al Signore gli scampati d'Israele, porterà salvezza alle nazioni. Ora, dimmi tu: se Israele avesse riconosciuto il Messia (contrariamente alle profezie), che ne sarebbe stato delle nazioni? La volontà di Dio si sta realizzando come predetto dalla Scrittura.
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Giorgia
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Re: Isaia 6

Messaggio da Giorgia »

Personalmente non capisco questo topic. E' stato aperto per dimostrare chi sarà salvato e chi no? Oppure è stato aperto solo per offendere, utilizzando la Bibbia, il popolo che quella Bibbia l'ha scritta?

Siete davvero in grado di capire chi sarà salvato? Chapeau, io non so nemmeno se verrò salvata io stessa! E sinceramente Cristo, che è colui che salva, parla di chi si occupa di queste questioni. Ne parla qui:

Matteo 20: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa, il quale uscì di mattino presto per assumere dei lavoratori per la sua vigna. 2 Accordatosi con i lavoratori per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. 3 Uscito di nuovo verso l'ora terza, ne vide altri che se ne stavano sulla piazza disoccupati 4 e disse loro: "Andate anche voi nella vigna e vi darò quello che è giusto". Ed essi andarono. 5 Poi, uscito ancora verso la sesta e la nona ora, fece lo stesso. 6 Uscito verso l'undicesima, ne trovò degli altri che se ne stavano là e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno inoperosi?" 7 Essi gli dissero: "Perché nessuno ci ha assunti". Egli disse loro: "Andate anche voi nella vigna". 8 Fattosi sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e da' loro la paga, cominciando dagli ultimi fino ai primi". 9 Allora vennero quelli dell'undicesima ora e ricevettero un denaro ciascuno. 10 Venuti i primi, pensavano di ricevere di più; ma ebbero anch'essi un denaro per ciascuno. 11 Perciò, nel riceverlo, mormoravano contro il padrone di casa dicendo: 12 "Questi ultimi hanno fatto un'ora sola e tu li hai trattati come noi che abbiamo sopportato il peso della giornata e sofferto il caldo". 13 Ma egli, rispondendo a uno di loro, disse: "Amico, non ti faccio alcun torto; non ti sei accordato con me per un denaro? 14 Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare a quest'ultimo quanto a te. 15 Non mi è lecito fare del mio ciò che voglio? O vedi tu di mal occhio che io sia buono?" 16 Così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi».

Leggere la Bibbia è un conto, utilizzare, senza autorizzazione divina, le parole della Bibbia per accusare qualcuno, non è propriamente quello che ho imparato da Cristo!

Noi non siamo Dio. Noi non leggiamo i cuori. Più spesso che no, non siamo nemmeno in grado di capire quello che leggiamo, figuriamoci se possiamo permetterci di puntare il dito per dimostrare e giustificare il nostro razzismo!

Ora, sarò anche polemica eh! Non dico di no, ma scommetto che le persone che accusano gli ebrei di aver rinnegato il Messia, sono le stesse che dicono a quelli che fanno le processione dietro statue di madonne e santi vari "eh, però ci credono veramente... quella è solo tradizione!"

Forse dimentichiamo un punto focale. Siamo TUTTI UGUALMENTE peccatori! E' scritto che trasgredire anche un solo comandamento è come trasgredire tutta la legge.

Chi decide se è più grave rinnegare il messia, o non rispettare il sabato? Oppure se è peggio guardare una donna con concupiscenza o rubare una mela? O ancora, chi decide se è più grave pregare un santo inventato oppure disonorare i genitori?

Nessuno è meglio di nessuno su questo pianeta. Perché solo uno si sarebbe potuto salvare da solo. Tutti gli altri necessitano infatti della grazia, altrimenti saremmo tutti perduti. TUTTI. Non chi crede alla madonna o chi non crede in Cristo!

Direi quindi che, se questo topic serve solo a giustificare assurde accuse a qualcuno, si può anche chiudere. Nessuno vuol diventare cristiano qui.

Ad elencarci i nostri peccati ci ha pensato Dio, scrivendo i 10 comandamenti.

Ad accusarci basta la nostra coscienza e la Bibbia.

A correggerci, idem come sopra.

Noi esseri umani possiamo ragionare per migliorare noi stessi... il resto non è compito nostro!
Antonio LT
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Re: Isaia 6

Messaggio da Antonio LT »

Io credo che I gentili abbiano bisogno di Israele per conoscere la vera natura di Dio e il suo pensiero,I gentili che ascoltano chi per secoli ha rispettato e studiato la Torah possono solo avere giovamento!
Questo non significa però che sapremo come saremo giudicati o chi sarà salvato....
I comandamenti potrebbero rivelarsi riduttivi...in quanto chi conosce Cristo va oltre gli stessi...
Comunque oggi se non ci fosse Israele e chi li ascolta saremmo circondati da Dii e Dei trini e stauette e angeli e arcangeli peggio di come ci troviamo!
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bgaluppi
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Re: Isaia 6

Messaggio da bgaluppi »

Giorgia, Antonio! Ben ritrovati! Credevo di esser rimasto da solo a parlare con me stesso... :-)
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