la legge per i cristiani.

marco
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Re: la legge per i cristiani.

Messaggio da marco »

Caro Antonio siamo d'accordo su questo: La validità (delle feste) è vincolata al significato. Decaduto quest'ultimo diventano nulle anche per Dio?
Se accetti questo come veritiero, la festa di Pesach è stata resa inutile dal sacrificio di Cristo. Il significato decade in favore della Pasqua del Cristo. Paolo dice: Cristo nostra Pasqua. Ora possiamo mai credere di piacere a Dio mangiando erbe amare e agnello arrostito? Quando aveva senso, prima di Cristo, era una grande festa piena di patos, di ricordi, di voglia di seguire Dio, ma ogni cosa a suo tempo.
Se torniamo indietro, desiderando celebrare cose morte, screditiamo la figura del Cristo. Cristo ha modificato totalmente il rapporto con Dio. Niente erbe amare, niente incensi, niente sangue, solamente lui: L'Agnello di Dio. Se crediamo alle parole di Yeshùa abbiamo libero accesso a Dio.
Che te ne fai del rito? Qualunque esso sia! Parliamo con Dio, anche in confidenza, Lui ci ascolta, perché siamo cristiani, essendoci rivestiti di Cristo. Questa è fede.
Se noi pensiamo di fare cosa gradita a Dio tornando indietro, quindi screditando la figura del Cristo, ci attende solo il castigo, perché abbiamo rinnegato la sua potenza.
Il vino nuovo non si mette in otri vecchi, altrimenti....
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bgaluppi
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Re: la legge per i cristiani.

Messaggio da bgaluppi »

Marco, ti capisco. “Infatti Cristo non è entrato in un luogo santissimo fatto da mano d'uomo, figura del vero; ma nel cielo stesso, per comparire ora alla presenza di Dio per noi; non per offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote, che entra ogni anno nel luogo santissimo con sangue non suo. In questo caso, egli avrebbe dovuto soffrire più volte dalla creazione del mondo; ma ora, una volta sola, alla fine dei secoli, è stato manifestato per annullare il peccato con il suo sacrificio.” — Eb 9:24-26

Oltretutto, c'è da dire che dal 70 E.V. gli ebrei non celebrano piú la Pasqua al modo prestabilito, perché il tempio non esiste piú. E in Dt 16:5-6 si legge: “5 Non potrai sacrificare l'agnello pasquale in una qualsiasi delle città che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà. 6 Sacrificherai l'agnello pasquale soltanto nel luogo che il SIGNORE, il tuo Dio, avrà scelto come dimora del suo nome”. Se gli ebrei non sono vissuti nella terra per circa due millenni, come hanno potuto celebrare la Pasqua in modo conforme alla Torah?
cristianolibero
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Re: la legge per i cristiani.

Messaggio da cristianolibero »

voi considerate la fine degli ebrei al 70 E.V. o al 135?
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bgaluppi
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Re: la legge per i cristiani.

Messaggio da bgaluppi »

Libero, gli ebrei non "finiscono". Israel ha ricevuto una promessa da Dio. Ho detto che da quando fu distrutta Gerusalemme, e il tempio, gli ebrei non hanno piú potuto offrire olocausti. Il sacrificio è terminato, poiché il sacrificio perfetto del Messia ha annullato il peccato, una volta e per sempre.
cristianolibero
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Re: la legge per i cristiani.

Messaggio da cristianolibero »

si mi sono espresso male. intendevo fine della nazione ebraica prima della dispora. comunque tornando al tema della domanda vorrei capire quali cose della Legge vanno osservate e quali no. ad esempio la festa dei purim che centra con noi? o delle capanne? e come potremmo celebrarla? quindi se la Legge non è abolita ma non va neanche osservata del tutto non si crea un bel controsenso?
cristianolibero
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Re: la legge per i cristiani.

Messaggio da cristianolibero »

quindi in pratica faccio quello che voglio. cioè scelgo io cosa cleebrare e cosa no
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Israel75
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Re: la legge per i cristiani.

Messaggio da Israel75 »

cioè scelgo io cosa cleebrare e cosa no

No, furonono gli apostoli stessi a stabilire i precetti minimii per noi stranieri o ulivi selvatici. :-) :-) :-) ù

Nessuno toccò minimamente le Legge e quindi lè festività che erano regolate dai noviluni(il mese era esclusivamente lunare 29,5 giorni circa)
Il resto è apostasia. :-)

Vedi Atti 21 , 6 e Corinzi. Come ho già scrittto. ;)
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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