Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Avatar utente
Israel75
Messaggi: 1934
Iscritto il: mercoledì 26 marzo 2014, 16:27

Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Israel75 »

Ciao fratello Noiman , puoi riformulare la domanda? :-)
Credo comunque che tutto il modo di pensare ebraico che poi c'è anche nelle Scritture greche sia inevitabilmente collegato alla sua interpretazione corretta o perlomeno verosimile.
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
AKRAGAS
Messaggi: 1016
Iscritto il: domenica 1 febbraio 2015, 9:38

Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da AKRAGAS »

Un saluto a tutti. :-)

Certamente noi apparteniamo ad una generazione il cui pensiero moderno occidentale è come un minestrone dove c'è dentro di tutto perchè è il risultato di un processo storico inevitabile che ha condotto ad una costante trasformazione culturale. Questo dato di fatto ci pone di fronte al Libro in una condizione di sfavore per una comprensione corretta; molto più facile desumere concetti e maturare idee non in linea con il pensiero che voleva trasmettere l'agiografo e il profeta. La consapevolezza di questo, invece, ci dovrebbe dare quanto meno il beneficio di dubitare della personale deduzione per essere sempre aperti ad eventuali correzioni del pensiero e, soprattutto, evitare di creare nuovi dogmi o dottrine.
Quindi, se abbiamo da una parte il nostro pensiero, mutevole ed in evoluzione, e dall'altra la scrittura di D-o incisa sulle Tavole di pietra, eterna e immutabile, dobbiamo premunirci di strumenti di base minima per poter iniziare lo studio.
In caso contrario, la persona dell'immagine pubblicitaria rischiamo di divenirlo tutti noi quando ci poniamo con un testo biblico tradotto e senza conoscenza di quel mondo di parole e pensieri arcaici scritti nella Bibbia. Le conseguenze prodotte potrebbero essere...?

Noiman, hai spiegato che quello che fu scritto non è rinchiuso in un sistema decifrabile attraverso la comprensione orizontale ma verticale.
Forse intuisco cosa vuoi dire ma, tempo permettendo, potresti chiarire questo punto importante ?
Ti ringrazio.
Ciao
noiman
Messaggi: 2211
Iscritto il: domenica 20 aprile 2014, 22:41

Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

38
Colgo l’occasione di rispondere a Israel completando questa parte di studio.

Certamente l’abbinamento dei due frutti poneva l’uomo al pari di D-o.

Infatti è scritto: ויאמר יהוה אלהים הן האדם היה כאחד ממנו לדעת טוב ורע ועתה “ Poi il Signore disse: ecco, l’uomo e diventato come uno di noi in quanto conosce il bene e il male.”(Bereshit 2/22)(genesi).
Senza l’albero della vita l’uomo muore, nonostante che in lui è rimasta la conoscenza
Che fine hanno fatto i due alberi?
Secondo una tradizione rabbinica D-o avrebbe detto: “ Io mi sforzo di non fare del male a nessuna delle mie creature, e non ho fatto perciò conoscere a nessun essere umano il nome dell’albero da cui mangiò Adamo, perché quest’albero non debba arrossire di fronte agli uomini” (Tachumà, Wajerah, 53 a).
Prima di concludere ci possiamo fare ancora qualche considerazione: quale era la differenza tra i frutti dei due alberi ? Oppure secondo la tradizione l’albero era uno solo, con frutti diversi? cosa e mancato nella scelta per distinguere tra due alberi o i due frutti?
E per quale motivo il Signore voleva che non si mangiasse dell’albero del bene e del male ? Per scegliere bisogna conoscere quello che si sceglie, era solo una prerogativa di Elohim ? E possibile pensare che anche disubbidendo Adamàh non ha fatto in realtà una vera scelta, per scegliere bisogna distinguere e farsi una ragione, ma la donna non aveva la conoscenza di quello che faceva, nonostante che il serpente avesse descritto le proprietà del frutto dell’albero della conoscenza.

Il racconto sottolinea a suo modo che la scelta fu fatta attraverso i sensi , , l’affermazione che poteva fare diventare intelligenti (come D-o) è messa in secondo piano :
La donna vedendo che l’albero era buono da mangiare, piacevole da vedersi e desiderabile perché faceva acquistare intelligenza, prese il frutto e ne mangiò” Eva, non fece la scelta per conoscere il bene e il male, lo fece perché era appetibile, piacevole e dava intelligenza.
Nella sua scelta utilizzò quattro dei cinque sensi , “vide” (la vista) , “toccò,” (il tatto), “udì “ le parole del serpente (l’udito), e infine “gustò “( il gusto del frutto), manca il quinto senso, l’olfatto. Questo senso è quello che permette di scoprire quello che gli altri quattro sensi non sono in grado di fare.
Possiamo ancora fare qualche considerazione:
la prima coppia ha dubitato, entrambi hanno sostituito “la parola” prima con il dubbio , poi con il desiderio. La donna non era presente quando fu impartito il divieto, ma deduciamo dal testo che era comunque informata sulla condizione degli alberi del giardino, Possiamo scoprire quando ha iniziato a dubitare ? dubbio che porta alla trasgressione, quando leggiamo quello che disse il serpente alla donna non siamo in grado di rilevare attraverso il contenuto del testo se la donna aveva già una ragione di dubitare della parola divina.
Il dubbio è la nostra prima inadeguatezza nella scelta, non è un pensiero veloce ma un pensiero lento, quello che è avvenuto in pochi attimi non è forse il condensato di un pensiero antico? L’atto e la scelta diventano azione e trasgressione, epilogo di un pensiero e una intenzione in questa esperienza definita in seguito “male”.
Non abbiamo nel testo copia di un ragionamento, conosciamo solo l’epilogo: essa vide e mangiò. Ci sembra che essa abbia accolto la tesi del serpente senza una sua valutazione e neppure un confronto con l’uomo.
Il travestimento sembra perfetto al punto di confondere l’evidenza con il desiderio.
Ci si può anche chiedere perché il serpente si è rivolto alla donna, forse perche essa è stata tradotta dall’uomo, quindi come elemento derivato è di natura più debole ?
Possiamo interpretare che la trasgressione può avere avuto una connotazione sensuale?
Sesso, il bene e il male hanno qualche connessione?
Israel 75 ricorda che anche Paolo apostolo afferma nei vangeli che la donna fu sedotta (I Tim 2/14), e non l’uomo, la frase esatta è:” Adamo non fu sedotto, ma la donna, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione”, Paolo è probabile che usi il termine “sedurre” perché la radice della parola “nachàsh” serpente deriva dalla radice “nàschà”sedurre; dalla stessa radice derivano parole come divinazione e magia. Non fu l’uomo a essere sedotto, ma la donna propose la condivisione del frutto, entrambi si posero sullo stesso piano.
L’osservazione può essere rivisitata , il serpente poteva sedurre l’uomo? se fosse avvenuto l’opposto forse la storia doveva essere riscritta; l’inizio è un confronto tra due sessi opposti, quello del serpente in contrapposizione con quello della donna?

La nostra cultura occidentale è assolutamente dipendente oggi più che allora dal pensiero greco che e ci induce a immaginare il giardino dell’Eden come un luogo dove la sensualità non esisteva, un mondo dove adulterio, incesto e omosessualità erano impossibili, il testo originale non parla di legami sessuali tra l’uomo e la donna.
La rottura del Patto è per il lettore occidentale solo una questione di disobbedienza gratuita e incompresa, il testo già complesso nella suo antropomorfismo ci svia nel cercare di cogliere il vero significato. Non trovate?
La mistica ebraica ha sempre considerato Adamah e tutta questa parte di rivelazione come appartenente alla dimensione spirituale, il giardino era un luogo spirituale, ogni cosa contenuta era spirituale, dunque il peccato di gola che per noi rappresenta la materialità dovrebbe essere reinterpretato in una dimensione dove consumare un frutto in una dimensione non materiale ha implicazioni diverse e implica una variazione alle regole del giardino.

Tutto quello che è descritto in Bereshit capitolo 1 e 2 appartiene a un microcosmo che è anche macrocosmo, la duplicità degli alberi e la loro simmetria è infranta dalla scelta di appropriarsi del frutto di uno solo di essi spezzando così l’armonia e l’equilibrio del giardino.
Il primo uomo e la prima donna concentrandosi nella scelta del frutto hanno di fatto eliminato l’insieme, il particolare è stato separato dall’insieme, la prima conseguenza della trasgressione ha reso vano il primo comandamento che era quello di coltivare e custodire il giardino, queste parole hanno una implicazione profonda, la visione più semplice è quella di non perderlo di vista nel suo insieme; l’ultimo avvertimento è quello di difenderlo
Dunque la vera trasgressione è isolare le cose dalla loro unità, questo lo possiamo dedurre dalle parole che descrivono i due alberi e volutamente l’autore attraverso l’imprecisione del testo ci suggerisce che i due alberi avevano una unica radice la base del fondamento , solo nelle parti superiori essi mostrano diversità, l’errore della prima coppia fu quella di guardare solo la parte alta, simbolicamente la parte superiore non distinguendo più l’unicità dell’albero.
Yosef Gikatilla in un breve trattato dal titolo “il segreto del Serpente fornisce una curiosa interpretazione per spiegare l’origine del male:
Perciò quando il Santo, sia egli benedetto, mise in guardia il primo uomo da toccare l’Albero della conoscenza finché il bene e il male aderivano ancora ad esso, l’uno dall’interno l’altro dall’esterno. Egli avrebbe dovuto attendere per staccare dall’alveo il suo”prepuzio”[cioè il primo frutto] [….] ma come è scritto Adamo prese del frutto e portò con ciò “un idolo nel Santo dei Santi”, cosicché la forza dell’impurità dall’idolo nel Santo dei santi, dall’esterno penetrò all’interno[….] sappi che tutte le opere di Dio, se stanno ognuna al proprio posto, nel luogo che è stato loro ordinato e predestinato nell’atto della creazione sono buone [….] ma se si ribellano e lasciano il posto assegnato, allora sono malvagie [….] perciò in Isaia è scritto: “ Che stabilisce l’armonia e crea il male” .

Ultima considerazione: se fosse stato l’uomo a peccare? Come sarebbe stata riscritta la storia? E probabile che egli avrebbe preso la colpa principale e la sua compagna quello di vittima e Paolo non avrebbe scritto queste parole.
In questa storia non ci sono innocenti ma solo colpa e destino.
La mistica ebraica fa ulteriori considerazioni (un po' maschiliste)
Nel piano di redenzione è stato previsto tutto, la donna ha condotto se stessa e il suo compagno nel mondo materiale ed è chiamata a riparare il danno attraverso le sue azioni nel mondo di sotto, avendo fatto perdere la “primizia al mondo superiore”, attraverso l’offerta della Challà in ogni shabbat essa espierà, La donna avendo spento la luce del mondo superiore è chiamata nel mondo di sotto ad accendere il lume dello shabbat, dopo avere trasformato il corpo spirituale in carne e sangue; sarà essa attraverso l’osservanza della purità sessuale nello stato di niddà a rimediare la purità perduta.
Anche l’uomo Adam ha Rishon che fu incapace di opporsi alla scelta della donna dovrà rimediare trasmettendo nel mondo terrestre le mizvòt e sorvegliare prima se stesso e poi la donna.
Shalom
Noiman
Ultima modifica di noiman il martedì 16 maggio 2017, 23:16, modificato 2 volte in totale.
Avatar utente
Giorgia
Messaggi: 1186
Iscritto il: martedì 9 dicembre 2014, 9:15

Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Giorgia »

Grazie Noiman! Tu sai perché! :YMHUG:
noiman
Messaggi: 2211
Iscritto il: domenica 20 aprile 2014, 22:41

Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

Grazie Giorgia, saluto anche Akragas e tutti voi che mi sopportate.
Shalom :YMHUG:
Noiman
Sandro.48
Messaggi: 443
Iscritto il: giovedì 8 ottobre 2015, 12:54

Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Sandro.48 »

Scusa Noiman, se ho capito bene, (dubito),
le scritture Ebraiche si interpretano in base al Talmud, che è scritto
in Aramaico (se ho capito bene).
Quindi un principiante (come me) oltre a conoscere l' Ebraico Biblico,
dovrebbe conoscere l' Aramaico Biblico. Ho capito giusto ?
Sandro_48
2/6/ 2016
AKRAGAS
Messaggi: 1016
Iscritto il: domenica 1 febbraio 2015, 9:38

Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da AKRAGAS »

Shalom, Noiman. :YMHUG:
noiman
Messaggi: 2211
Iscritto il: domenica 20 aprile 2014, 22:41

Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

39
Bgaluppi scrive:
.”Noiman, dici: “La mistica ebraica ha sempre considerato Adamah e tutta questa parte di rivelazione come appartenente alla dimensione spirituale”. Il significato del termine adàm, da adamàh, non implica la sua dimensione materiale?
Se ti fermi alla definizione potrebbe essere come tu dici, ma il grande segreto del libro di Bereshit è contenuto nelle sue parole e nell’azione, i fatti narrati ci appaiono spesso scollegati e discontinui, secondo la nostra logica sequenziale ogni azione prevede un inizio e una fine, come esempio la costruzioni di una casa che ci pare assolutamente logico che essa inizi dalle fondamenta per poi terminare con il tetto.

Questa apparente contraddizione la ritroviamo nella l’affermazione che fa la Torah dove è scritto che nulla era ancora cresciuto prima della creazione di Adamàh (Bereshit 2/5), le erbe cominciarono a crescere il terzo giorno come era stato loro comandato, ma si fermarono prima di spuntare dal suolo, fu Adamàh che dovette pregare per averle, allora cadde la pioggia e la crescita si completò.
Per formare l’uomo D-o ha utilizzato la rugiada, un atto di misericordia, ma per completare la crescita della natura e trasformarla da spirituale a materiale, D-o ha bisogno della pioggia e della preghiera che la invochi , questo lo deve fare Adamàh, la creazione è stata fatta per Adamàh.
Un giardiniere semina l’erba e dice: “ c’è l’erba” anche se questa non ha iniziato ancora a crescere, ma questo è il progetto.
Nel nostro modo di pensare tutto viene compreso e assimilato nell’ordine sequenziale per noi logico, ma nella Torah queste cose non sono scontate e queste contraddizioni ci disturbano, diventa difficile pensare e credere che gli alberi sono sorti e cresciuti prima che fosse creato il sole.
Sicuramente questo non è sfuggito ai primi lettori della genesi che uomini semplici e non istruiti hanno osservato l’incongruenza del testo e poi cercato di fornire delle spiegazioni.
La sequenza temporale appartiene a un progetto architettonico dove la presenza delle cose non appartiene allo stesso piano , l’elenco delle cose fatte o da fare non appartiene all’ordine delle cose a cui noi siamo abituati.
Ho fatto l’esempio della costruzione di una casa, possiamo anche progettare una casa partendo dal tetto, per poi dimensionare le fondamenta e le pareti inferiori tenendo assolutamente conto del peso del tetto e della sua dimensione, ma nulla ci impedisce di progettarlo prima del resto.
Maimonide spiega molto bene questo concetto:
I cieli e la terra sono stati creati insieme, perché sta scritto: “Io li ho chiamati; sussistono insieme. Tutto è stato creato insieme, e poi tutte le cose si sono distinte una per una, al punto che questo processo può essere paragonato a quello di un bracciante che dissemina per terra diversi semi in uno stesso momento:alcuni germinano dopo un giorno, altri dopo due giorni, altri ancora dopo tre giorni, anche se la semina di tutti è avvenuta nello stesso momento”.(La guida ai perplessi capitolo XXX, parte 2)
Anche lo spazio temporale dei giorni ci sembra comprimibile nel tempo partendo da un battito di ciglia, (lo spazio temporale più breve considerato nei tempi biblici) fino al giorno solare , oppure uno spazio dilatato all’inverosimile.
Un progetto può essere concepito in ogni particolare molto prima che si sia scelto il tempo e il luogo dove costruire un edificio , questo è un progetto che esiste solo nella mente del suo creatore.
Questo è un altro significato della parola in PRINCIPIO.
Produca … (letteralmente tiri fuori), è una affermazione che implica che una presenza nascosta viene portata in essere, infatti il potenziale di ogni cosa era stato creato il primo giorno, era solo necessario estrarlo , (Rashì) offre una spiegazione facendo l’esempio di un rotolo della Torah che arrotolato viene dispiegato nella lettura , ma in esso è già tutto scritto.

La parola ebraica דם “dam” è radice della parola דמהא “damàh” da cui deriva anche il nome del primo uomo, forse lo abbiamo già detto in qualche altra discussione . Aggiungo che l’ebraico è una lingua che sviluppa significati attraverso radici consonantiche, “Adamah” è anche il suolo, la terra (nel senso calpestabile) dalla stessa radice deriva la parola אדום “adòm” “rosso” perché la terra in Erez Israel è spesso argillosa e rossa
La parola אדם “Adam”, la ritroviamo in genesi 1 e genesi 2.
Tre lettere : “ alef, dalet, mem (sofit)”
Il Midrash afferma che laא “alef” con cui inizia la definizione di uomo è stata tratta dalla parola אלהים “Elohim” a significare la sua origine divina, la א è anche la prima delle 22 lettere dell’alfabeto ebraico il suo valore numerico è 1, essa esprime l’unità e unicità .
La seconda lettera ד “ dalet” , è interpretata come il “ dibbùr” la capacità di parlare, che rende l’uomo diverso da qualunque specie animale sulla terra. La terza lettera la ם “ mem sofit ” iniziale della parola “maàsè” , il fare.
Togliendo la א, ritorniamo alla parola דם “dam” che è il sangue, con cui è costruito l’uomo.
La tradizione interpreta tutto questo : la Alef che è il Signore del mondo” si unisce alla “mem” nasce דם “dàm” , la materia carnale.
Le lettere assumono poi altri significati :“alef e dalet” compongono anche la parola אד “ ed “, “ vapore, umido”, significare che la terra deve essere umida per essere plasmata; la tradizione afferma che l’uomo fu plasmato con l’argilla , questo materiale ha la proprietà di conservare bene l’acqua; la plasticità è la prima condizione per fare un modello: “D-o Vasaio plasma con le sue mani” l’argilla umida per dare forma al progetto.
Ancora un approfondimento sulla natura di Adamàh, leggiamo anche in traduzione che egli viene formato dalla terra del giardino, il testo biblica impegna la parola עפר “’afar” polvere che in genere è sinonimo di “terra”, tuttavia in ebraico “afar” offre altri significati semantici e simbolici.
Non ci può sfuggire che la parola “polvere” è il massimo del riduttivo e meno di “terra”; il primo uomo non viene formato dalla terra, il testo afferma che fu plasmato con la “polvere della terra”.
La scelta di questa parola non è casuale, la polvere non è terra, la terra appartiene a un luogo specifico, la polvere è sostanza più fine , non appartiene a un luogo definito. עפר “afar” è maschile, mentre אדמה “adamàh” terra è femminile.
Il Bereshit Rabbàh commenta:
L’artefice portò polvere maschile e terra femminile, affinchè i loro organi fossero sani”.
D-o fece come una donna che mescola la farina con l’acqua e poi ottenuto l’impasto ne mette via una parte come offerta Challà”

“ Il vapore inumidì la terra e il Santo ne prese una manciata e l’unì alla polvere per creare l’uomo, la prima offerta nella creazione, nato dalla terra il suo divenne “Adamàh” il “terroso”.
Non so se questa risposta soddisferà Bgaluppi , tuttavia è possibile supporre che l’uomo di genesi 1e parte di genesi 2 appartengano ancora a un mondo spirituale, una dimensione dove la materialità della creazione è forse il piano B, (di riserva) per manifestarsi nel caso che le cose non andassero per il verso giusto , questa creazione ha seguito della scelta della prima coppia è diventata imperfetta, spetta all’uomo attraverso le sue opere sulla terra ritornare al piano di sopra.

Scrive ארמאנדו אלבנו
Volevo chiedere due cose semplici:

1) ma i verbi ebraici hanno il presente? Oppure esiste solo il perfetto e l'imperfetto?

2) mi hanno detto che per gli ebrei Dio è trascendente al creato. Cosa significa più precisamente questo concetto?
Ciao Armando, i verbi ebraici hanno tempi, presente , passato e futuro e anche l’infinito (comodo per cercare in un vocabolario). Ma la complicazione nasce dal fatto che essi non copulano con i verbi essere e avere , per precisare il significato dell’azione usano i binyanim che letteralmente sono gli “edifici” costruzioni che forniscono il senso dell’azione del verbo, questo avviene attraverso lo sviluppo della radice che esprime il concetto base . E complicato spiegarlo e sarebbe OT.
Per la seconda domanda ti confermo che la tua definizione è giusta, non mancherà l’occasione per approfondirla.
Domani sera inizia Rosh-Ha Shanà, auguri a tutti
Shalom
Noiman
Ultima modifica di noiman il martedì 16 maggio 2017, 23:21, modificato 2 volte in totale.
noiman
Messaggi: 2211
Iscritto il: domenica 20 aprile 2014, 22:41

Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

40
Tutto questa discussione mi sembra molto connessa alla discussione che introdusse Giorgia (missing) a proposito della “parola “ comunemente traducibile come “davar”, che secondo qualche regola semeiotica potrebbe essere inclusa nella parola libro che sappiamo tutti è un insieme di parole, infine nella parola sefer che è per antonomasia il libro conosciuto come bibbia per tutti e Tanach per gli ebrei.
Sefer è contenuto e nello stesso tempo contenitore, nonostante che questa termine indichi anche la parola “libro” i significati e le implicazioni sono molto diverse e distanti dal significato originale che l’ebreo che viveva prima di Moshè intendeva , molto diverso da quello oggi attribuito dal direttore di una casa editrice importante come Einaudi.
Sefer in ebraico lo possiamo ritrovare nelle scritture per oltre duecento volte. Qualche volta questo termine è impegnato per indicare una serie di scritti che narrano delle storie , delle leggi o statuti, divini o meno divini, la Torah è in genere molto precisa quando deve narrare le discendenze dei suoi personaggi e le azioni che accompagnano questi uomini, esistono quindi i sefarim dei Re, Le Cronache e le storie di uomini famosi, Samuele, Giona, Sofonia , Ester ecc.
Perché tutta questa fatica? Certamente per trasmettere in un perenne ricordo alle generazioni future, storie pensieri e insegnamenti, il libro di Ester è un esempio forte di questa necessità.
Dunque la parola ספר “sefer” la troviamo per la prima volta in Bereshit dove è scritto
זה ספר תולדת אדם ביום ברא אלהים אדם בדמות אלהים עשה אתו
Tradotto comunemente come” Questa è l’enumerazione delle posterità di Adamo, quando Dio creò l’uomo e lo fece a somiglianza di Dio” זה “ze” “questo” due consonanti che vanno oltre a una semplice introduzione, ma introducono una affermazione che è preludio di un ragionamento che parte da un conteggio che in ebraico significa anche, ricordare, giustificare, la parola םפר sefer è impegnativa , e una pura radice trilettera che è generatore di significati e significanti, in Bereshit 5/1 è seguita da un’altra parola importante תולדת toledot ,tradotta comunemente come generazioni.
Tutta l’espressione è un racconto, un testo scritto che introduce una storia che in ebraico si dice pure ספור “sippur” lo sviluppo della stessa radice, una storia che inizia con dei numeri , in un elenco definito di nomi, numero in ebraico è מספר "mispàr”.La storia si fa intrigante?.
Tutto il capitolo 5 di Bereshit è una lunga serie di nascite e di morti. Il primo libro nel libro.
Shalom
Noiman
Ultima modifica di noiman il martedì 16 maggio 2017, 23:24, modificato 2 volte in totale.
Avatar utente
Israel75
Messaggi: 1934
Iscritto il: mercoledì 26 marzo 2014, 16:27

Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Israel75 »

(Le 19:33-34) Quando qualche straniero abiterà con voi nel vostro paese, non gli farete torto. 34 Tratterete lo straniero, che abita fra voi, come chi è nato fra voi; tu lo amerai come te stesso; poiché anche voi foste stranieri nel paese d'Egitto. Io sono il SIGNORE vostro Dio.

Credo pure Rabbì Yeshua si riferissse anche al passo sopra a mio avviso assai indicativo circa la sua opera rivolta anche se "indirettamente" alle altre genti.Questo è un comando di DIO.
Ciao ciao :YMHUG: :YMHUG: :YMHUG:
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
Rispondi