Interpretazione delle Scritture Ebraiche

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Gianni
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Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Gianni »

Carissimo Noiman, ho letto col massimo interesse le tue spiegazioni. Commento così: questa è musica per i miei orecchi. Ti rende l'idea? :-) Nel ringraziarti, ti invito a continuare e invito i partecipanti al nostro forum a porti domande, a chiederti esempi applicativi e a non limimarsi a leggere. Siamo enormemente arricchiti dalle tue trattazioni. Grazie, Noiman!
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Israel75
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Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Israel75 »

:-)
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
AKRAGAS
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Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da AKRAGAS »

Ciao, Noiman.
In queste note introduttive al tema sull'interpretazione ebraica delle Scritture hai messo in risalto punti fondamentali di base per la comprensione del Testo.
Tra tutto quello che hai scritto mi ha destato l'attenzione un punto che più volte hai ripetuto e che altre volte ho letto, ma in forma implicita in altri contesti esegetici: “ non c’è un prima e un dopo nella Torah”.
Da queste parole,note nel mondo esegetico ebraico, si deduce che la Torah è un tutt'uno con Israele.
Si comprende anche che l'approccio ermeneutico con il testo non può non considerare questo aspetto di atemporalità della Torah.
Ricordo che tempo addietro hai spiegato bene questo concetto nel racconto sulla legatura di Isacco dove alcune successioni cronologiche sono descritte in modo invertito, tese a voler sottolineare un messaggio al lettore.

Gianni ci invita a porti domande, ce ne sarebbero numerose da fare, ma ammetto che l'unica cosa che posso fare io al momento è continuare a studiare.
Sicuramente non hai "noiosato", tutt'altro è l'effetto.
Grazie Noiman
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Giorgia
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Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Giorgia »

Gianni, pure io seguo in silenzio. Temo di essere troppo "indietro" anche per fare domande.
Ma ci tengo a farvi sapere che seguo con molto interesse l'argomento!
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Gianni
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Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Gianni »

Lo so, Giorgia. :-)
noiman
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Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

23 e 24
Grazie Noiman e Sandro.

Su Vaikrà (o Vayeira, come dicono alcuni) noto subito un dettaglio. Alcuni traducono "valle di Mamre" (Targum Onk., Targum ben Uzziel) o "pianure di Mamre" (Diodati).

Rashi sembra accettare "pianure" e spiega che Mamre fu quello che consigliò Abramo riguardo alla circoncisione, che avvenne giorni prima (infatti ben Uzziel aggiunge alla traduzione che Abramo era ancora dolorante). Per questo il Signore apparve ad Abramo nel territorio di Mamre.

Ma il testo riporta "querce" o "terebinti", oppure "valli" o "pianure "? Oppure אֵלוֹן significa ambedue le cose? È un esempio banale, ma come si sceglie una traduzione piuttosto che un'altra?

Ciao Antonio, ringrazio Sandro per la modifica del titolo, ora è possibile che qualcuno voglia o possa partecipare.
Antonio cita Vaikrà, sicuramente volevi dire Vayerà, anch’io quando ho riportato il titolo del brano biblico ho scritto erroneamente Vaikrà che invece è la prima parola della parashà in Levitico con cui inizia il libro, terzo della Torah. (provvederò a correggere nel testo della discussione).
Questa parte del libro di Bereshit è chiamata la parashà della visione perchè il termine “vayerà” tradotto: “e vide” , è menzionato molte volte.
La “visione” diventa protagonista :
“Avrahàm aveva novantanove anni quando il Signore gli apparve”…Avrahàm vede gli angeli, anche Lot vede gli angeli, la moglie di Lot anche essa guarda, ma lo fa in modo inopportuno e per questo viene trasformata in sale, Agar schiude gli occhi e vede il pozzo nel deserto, Avrahàm scorge il Monte Moriah, infine vede il montone che sostituirà Izchàk , il korban.
La visione è il palo portante di tutta questa parte del libro di Bereshit e la parola ebraica וירא vayerà è sempre la stessa anche se viene tradotta nelle forme “vide, apparve , scorse ecc.”
Il Midrash narra che Avrahàm prima di praticare su di se la circoncisione andò a consultarsi con tre fratelli: Haner, Eschol e Mamrè, i primi due scoraggiano Avrahàm per diversi motivi, Mamrè invece lo consiglia bene e fa un ragionamento logico, il primo punto è l’adempimento alle parole “Sii perfetto”, il secondo che il Santo ha già salvato le 248 membra di Avrahàm da Nimrod e non sarà certamente un solo pezzo ha creare un problema .
In realtà Avrahàm non è preoccupato per il suo membro ma per la separazione che questo precetto avrà come conseguenza per quello che è il suo prossimo, i suoi alleati, la circoncisione è la differenza che completerà la diversità tra il nuovo uomo e tutti gli altri come D-o gli disse: לך לך “Lech Lechà” ( Bereshit 12/2) (genesi) “Lèch lechà”, vuole dire: “ Vai per te” “vattene da te stesso” , come dire: ascolta la voce che viene da dentro e non quella che viene dall’esterno.
Ovviamente egli segue il consiglio di Mamrè. Riguardo il termine באלני significa presso le querce .
Shalom
Noiman
________________________________________________________________

24Riprendiamo il testo di Vayerà nella traduzione migliore possibile ,dal testo ebraico originale vi propongo una possibile interpretazione cristiana di questo evento.

Il Signore gli apparve presso le querce di Mamrè mentre egli era seduto all'ingresso della tenda nell'ora più calda del giorno. Alzò gli occhi, ed ecco tre uomini erano là vicini a lui; come li vide, corse loro incontro dalla porta della tenda, si prostrò a terra, e disse: Signor mio, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, ti prego, non passare oltre al tuo servo. Si prenderà un po' d'acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l'albero. Prenderò un pezzo di pane, vi ristorerete, poi proseguirete, giacché siete passati presso al vostro servo. Essi risposero: Fa' pure come hai detto. Abramo corse verso la tenda da Sara e le disse: Presto, prendi tre seà di fior di farina, impastala e fanne focacce. Corse poi all'armento, prese un vitello tenero e bello, e lo diede al garzone che si affrettò a prepararlo. Prese poi della crema e del latte, il vitello che aveva preparato, e pose tutto dinanzi a loro; essi mangiarono mentre egli stava in piedi vicino a loro sotto l'albero" ( Bereshit 18/ 1-8)


Nel testo citato lo studio cristiano rileva analogie a prefigurazione di quello che avverrà con la venuta di Gesù Cristo. I tre angeli sono interpretati come le figure che compongono la trinità , S.Agostino scrisse a riguardo di Abramo: “tres vidit et unum adoravit “. il Figlio è colui che parla ad Avrahàm e annuncia che tramite Sarah la discendenza di Avrahàm egli verrà a incarnarsi nel mondo, un riferimento lo si può ritrovare in Giovanni 8/ 56 dove è scritto: ”Abramo vostro padre, ha giubilato nella speranza di vedere il mio giorno,”.

La sterilità di Sarah viene trasformata in fertilità attraverso un miracolo, esattamente come la vergine Maria concepirà attraverso lo Spirito Santo ,l’espressione” sul far della sera “anticipa l’ora in cui Gesù spirò sulla croce, i tre giorni della sofferenza di Avrahàm equivalgono ai tre giorni che Gesù passò nel sepolcro, il rito della lavanda dei piedi ci ricollega a quello che fece Gesù agli apostoli, l’offerta dell’agnello è la prefigurazione del sacrificio dell’Agnello del mondo, l’impasto del pane viene interpretato come il pane che spezzò Gesù nell’ultima cena. Tutto lecito e degno di considerazione.
Voi cosa ne pensate?
Shalom
Noiman
Ultima modifica di noiman il domenica 14 maggio 2017, 21:17, modificato 2 volte in totale.
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Israel75
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Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Israel75 »

Interessante. :-)
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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Gianni
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Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Gianni »

Ciao, Noiman. Ho una domanda. Tu giustamente citi l'idea ebraica che la Toràh esisteva in cielo prima della creazione. Ciò fa parte di diverse preesistenze ammesse dagli ebrei, tra cui il Santuario. Ed ecco la mia domanda: anche per il Messia è ammessa la preesistenza? Grazie per la risposta che vorrai dare. :-)
noiman
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Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

25 e 26

Non conosco le regole o il rito della santa cena protestante o cristiana in genere, ti posso solo dare qualche informazione riguardo il rito del kiddùsh che impegna il vino, il contenitore e le parole che vengono pronunciate da millenni.

Esiste un rapporto straordinario tra questi elementi e le regole ebraiche che corrispondono con l’osservanza del sabato, il sabato ebraico inizia con il Kiddùsh” il precetto di questa mizvà viene adempiuto attraverso una benedizione particolare attraverso il vino e il bicchiere rituale.
Il vino deve essere rosso, perché esso è legato alla sephirah “Ghevuràh” che rappresenta il potere; nel rituale si aggiunge anche un po’ di acqua a rappresentare la sephiràh di “Chesèd” , che rappresenta grazia e amore, le due presenze si fondono in uno stato di equilibrio e armonia.
Ora il bicchiere raccoglie la pienezza della materia che è destinata a aprire la santificazione e la separazione del sabato.
All’inizio del kiddush il bicchiere viene sostenuto al centro delle cinque dita del palmo della mano destra ma non innalzato, come la rosa che è racchiusa dalle cinque foglie, essa è infatti il simbolo di Malchùt la sephiràh che presiede il nostro mondo.
Inizia la separazione con la benedizione secondo una preghiera che si perde nella notte dei tempi.
Essa inizia con alcune parole della Torah, tratte da genesi יום הששי ויכלו השמים “nel sesto giorno furono compiuti i cieli” le iniziali delle parole ebraiche sono le lettere che compongono י ה ו ה , il nome di D-o.
Il totale delle parole della prima parte del kiddùsh sono 35. Poi nella seconda parte viene benedetto il vino che rappresenta nella mistica ebraica il collegamento tra i mondi superiori e inferiori, le parole che vengono usate si riferiscono alla vite e al suo frutto.
Il vino come bevanda non viene menzionata .
Altre 35 parole chiudono la benedizione portando il totale a 70 che rappresentano il sabato e il valore gematrico della parola יין Yain”vino.
Ora il rituale ci spinge nel mondo cosmico della creazione, anche se finestra con cui accediamo rimane per noi solo spirituale e solo a pochi uomini è stato concesso di entrare più profondamente nelle dimensioni dei mondi di sopra.
Shalom
Noiman
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26 parte

Ciao Gianni
L’argomento dei Chassidim è un argomento immenso, impossibile da trattare in questo forum se non per sommi capi, informazioni che spiegano che cosa è questa parte dell’ebraismo mondiale si possono facilmente ritrovare su internet.
Il fascino del Chassid è l’estremo rigore con cui vive l’ebraismo in tutte le sue forme.
In Italia è meno visibile anche se è presente tramite i Lubawich che sono diffusi in molte comunità ebraiche.
Certamente la mistica ebraica e lo studio profondo dei significati della Torah deve molto al chassidismo, molte opere e studi importanti derivano da loro.
Io sono di origine sefardita e non ho molti contatti con il loro movimenti nonostante che tra loro abbia alcuni amici.
Ciao
Noiman
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Ultima modifica di noiman il domenica 14 maggio 2017, 21:19, modificato 2 volte in totale.
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Gianni
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Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Gianni »

Grazie, Noiman. Come puoi immaginare, sapevo la risposta. Volevo però che tu la spiegassi, e lo hai fatto meglio di come speravo. Ora posso spiegare il motivo della mia domanda. A prescindere dal fatto se Yeshùa fosse o no il Messia, quello che vorrei sottolineare è come la religione cosiddetta cristiana abbia stravolto il concetto ebraico (e quindi biblico) di preesistenza e, non capendolo minimamente, sia arrivata ad insegnare la preesistenza in modo occidentale, arrivando perfino a collegarla alla pagata trinità. Chi è in grado di riflettere, rifletta.
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