noiman ha scritto: ↑lunedì 27 febbraio 2023, 18:36
Bisogna fare attenzione alla seconda volta che viene nominata la morte וימר הנחש אל האשה לא מות תמתון , la traduzione letterale “
Disse il serpente alla donna, no morte, morrete”(Bereshit 3/4) , questo לא “lo” “ non” fa la vera differenza con le parole che D-o pronunciò nella prima volta che viene menzionata la morte, siete d’accordo?
Hai rimesso in discussione tutto!
Certo che un essere androgino poteva morire.
Se prendiamo l'aspetto fisico come parametro che definisca l'immagine e somiglianza con D-o dovremmo dedurre che D-o è androgino, e in tal caso l'androgino magari è immortale.
no morte, morrete
E' un'allocuzione strana che non sono in grado di capire.
D-o dice "mot temutùn"
Eva dice "ben temutùn"
בּ֑וֹ פֶּן־תְּמֻתֽוּן׃
a proposito quella phe nun fra ben e temutùn perchè non viene letta?
Il serpente dice "lo mot temutùn"
Può darsi che intenda che non sarà D-o a farvi morire per pena di morte, non è in questo modo che morrete, ma D-o sa che conoscerete bene e male.
Magari intendeva che 'il bene lo conscete già, ma conoscereste anche il male: dolore, sofferenza, difficoltà, errori.
Non sembra nemmeno che il serpente la inviti a mangiare, è lei che deduce che il frutto dona intelligenza.
Il serpente assume un ruolo di satàn, nel senso di una specie di 'grillo parlante', provocatore, non so come dire.
Paradossalmente potrebbe essere D-o stesso mascherato e travestito, che in fondo voleva che mangiasse ma non lo poteva comandare, doveva essere una scelta dell'uomo, un desiderio dell'uomo essere a immagine e somiglianza (Uh, ora che mi ricordo una cosa del genere la ha detto Rav. Arbib, prendendola dal commento di non mi ricordo più quale maestro della tradizione: l'uomo pecca e sbaglia nel suo sforzo di essere immagine di D-o e per poter servire meglio D-o).
Un po' come dire: non sarà bello ma cambierai e diventerai qualcosa che avrei previsto, però non te lo posso nè chiedere ne imporre, devi dare il consenso. E' un po' come se l'uomo dovesse firmare il consenso informato prima di subire l'ultimo intervento chirurgico di D-o su di lui.
Altrimenti come avrebbe fatto a renderlo a sua "immagine e somiglianza"? Di fatto è li che diventa "come uno di noi" .
Sostanzialmente è proprio per completare la sua propria creazione come D-o la voleva che devono mangiare il frutto.
In pratica forse è più D-o quando dice "morireste" che fa il satàn, l'avversatore, come quando i rabbini cercando di disincentivare una conversione perchè è molto impegnativo e duro e quindi devi essere proprio così convinto da fare esattamente l'inverso di ciò che ti dico, così sono sicuro che proprio volevi.
Però, certo, interpretando così poi non si capisce più niente del senso del resto che segue, sinceramente con queste cose in testa il resto lo capisco meno di niente.
Il messaggio del serpente è chiaro, non si riferisce alla morte fisica ma a un cambiamento di stato. Un cambiamento da intendersi [non] solo (forse volevi scrivere 'non solo'?) come un aspetto materiale ma piuttosto una diversa condizione
Avrei introdotto questo discorso più tardi.
Infatti, in un famoso video, Rav. Ariel Di Porto disse che si trattava di questo, di un cambiamento di stato, e che la tradizione ebraica ritiene questo e non predica il 'peccato originale' del cattolicesimo. Un cambiamento di stato con delle conseguenze ma con tanti e tantissimi 'ma' rispetto all'interpretazione cattolica o, più in generale, cristiana.
Ma poi Rav. Di Porto non spiegò mai, e neanche altri Rabbini in italiano hanno mai spiegato in qualche video o scritto perchè ho continuato a perlustrare periodicamente il web per tentare di trovare spiegazioni e non le ho mai trovate.
Quindi a questo punto non so, non so se con quanto ho scritto sopra, stravolgendo ciò che appare, ho imboccato la strada giusta per giungere alle conclusioni esposte da Di Porto.
Per ora in questo esercizio mi sembra di aver stravolto una parte del racconto, direi capovolto, ma poi non sarei più capace di andare avanti dando un senso coerente al resto che segue.
Insomma, l'Albero della vita sarebbe allora stato l'Albero della vita comoda.
Fattosta che poi D-o dice:
E' da evitare ora che stenda la mano, prenda anche dell'Albero della vita, ne mangi, e viva in perpetuo.
Che per me significa che non ne aveva mai mangiato.
Come se avesse scelto cosa lo attraeva e vivere in perpetuo non lo aveva attratto tanto quanto l'intelligenza del bene e del male, e sembra quasi che sia stato proibendo che D-o glielo abbia reso attraente. Il fatto è che sapeva cosa faceva, un po' come se volesse poter dire: Non potrai mai dire che sono stato io e non lo hai voluto tu.
D-o dice "mot temutùn"
Eva dice "ben temutùn"
Il serpente dice "lo mot temutùn"
come a dire che temutùm lo mot, temutùn non è morte?
o che mot non è temutùn (la morte non è una condanna o una punizione)?
oppure ancora che non poter morire (vivere in perpetuo) è una condanna?
Che impedimenti grammaticali o sintattici o più in generale linguistici ci sarebbero a leggere in questi modi? E' impossibile? Oppure no?
Ok, mi sono confusa per bene le idee.