Breve analisi storica e corrispondenze con Maccabei.
Faccio notare queste cose:
Dal capitolo 7 al capitolo 11 le visioni sono date in un quasi perfetto ordine cronologico.
7: Primo anno di Baldassar re di Babilonia;
8: Terzo anno di Baldassar;
9: Primo anno di Dario figlio di Assuero della progenie (stirpe) dei Medi;
11: Di nuovo primo anno di Dario il medo: da notare che è il Dario del capitolo 9;
10: Terzo anno di Ciro;
12: Visione del tempo della fine.
Dettaglio al capitolo 9:
“
Egli mi rivolse la parola e disse: “Daniele, io sono venuto perché tu possa comprendere. Quando hai cominciato a pregare, c’è stata una risposta e io sono venuto a comunicartela, perché tu sei molto amato. Fa’ dunque attenzione al messaggio e comprendi la visione”. (Dn 9:22,23)
Gabriele aveva portato un messaggio per comprendere la visione. Di quale visione si tratta? Precedentemente, al terzo anno di Baldassàr, Daniele ebbe la visione descritta al capitolo 8, in cui ai versetti 20-21 è riportato: “
Il montone con due corna, che tu hai visto, rappresenta i re di Media e di Persia. Il capro irsuto è il re di Grecia; e il suo gran corno, fra i suoi occhi, è il primo re”.
Il Re di Grecia, è indubbiamente Alessandro Magno detto il Grande con il suo Impero Macedone (Regno di Macedonia e Grecia che conquistò nel 338 a.E.V.). Questo Impero inglobava numerosi regni: Macedonia, Grecia, Asia minore, Tracia europea, Babilonia, Media, Siria, Persia, Egitto, Libia, Palestina.
“
Le quattro corna, sorte al posto di quello spezzato, sono quattro regni che sorgeranno da questa nazione, ma non con la stessa sua potenza”. (Dn 8:22). Alla sua morte avvenuta nel 323 a.E.V. il suo regno venne diviso inizialmente in 3:
il
regno di Macedonia che comprendeva anche la Grecia che poi, spopolata ed impoverita, andò agli Antigonidi;
il
regno d’Egitto , governato dai Tolomei;
il
regno di Siria che corrispondeva, all’incirca, al vecchio impero persiano comprendeva, al suo interno, il regno di Pergamo e il regno della Battriana. L’impero Seleucide, era governato dall’omonima dinastia che comprendeva Siria, Mesopotamia e le satrapie orientali.
Ben presto, dal regno di Siria si staccò il
regno di Pergamo (divenuto così il
quarto regno) retto dalla dinastia degli Attalidi che, al tempo dei Romani, strinse con questi dei legami amichevoli. La capitale, Pergamo, fu uno dei grandi centri della cultura ellenistica.
A capo di questi regni vi furono i generali di Alessandro (i diadochi): comincia così l’era dei regni ellenistici. Questi regni non furono mai forti come quello di Alessandro, nonostante cercarono di ottenere alleanze anche attraverso matrimoni. Questo periodo è caratterizzato da grandi lotte. I successori e figli dei diadochi furono chiamati Epigoni.
“
Alla fine del loro regno, quando i ribelli avranno colmato la misura delle loro ribellioni, sorgerà un re dall'aspetto feroce, ed esperto in intrighi. Il suo potere si rafforzerà, ma non per la sua propria forza. Egli sarà causa di rovine inaudite, prospererà nelle sue imprese, distruggerà i potenti e il popolo dei santi”. (Dn 8:23,24).
Verso l’epoca della fine di questi regni e precisamente dai seleucidi, sorse un re: Antioco Epifane IV citato tra l’altro, oltre che nei libri dei Maccabei, nelle opere di Giuseppe Flavio ((Antichità Giudaiche 12:252-253) ed altri testi storici dell’epoca.
“
Regnò dunque Alessandro dodici anni e morì. I suoi subalterni assunsero il potere, ognuno nella sua regione; dopo la sua morte tutti cinsero il diadema e dopo di loro i loro figli per molti anni e si moltiplicarono i mali sulla terra.
Uscì da quelli una radice perversa, Antioco Epìfane, figlio del re Antioco che era stato ostaggio a Roma, e assunse il regno nell'anno centotrentasette del dominio dei Greci”. (1Maccabei 1:7-10)
Nel 170 a.E.V. circa, scoppiò una guerra tra l’Egitto di Tolomeo VI Filometore ed i Seleucidi. Antioco ebbe la meglio impadronendosi di Pelusium. I Seleucidi, come i Tolomei prima di loro, avevano una sovranità sulla Giudea: rispettavano la cultura ebraica e proteggevano le istituzioni ebraiche. Questa politica fu drasticamente invertita da Antioco IV Epifane, provocando dure persecuzioni e una rivolta contro il suo governo: la rivolta dei Maccabei. Antioco, dopo la campagna condotta in Egitto, puntò verso Israele: il popolo dei santi in quel tempo era quello. Le imprese di questo re sono state terribili perché profanò il tempio di Gerusalemme, commise abomini, omicidi e con un decreto proibì le pratiche ebraiche (culti al Dio di Israele), minacciando con la pena di morte chi non si atteneva alle sue politiche di ellenizzazione, come l’adorazione degli dei cananei come Baal. Antioco profanò i sabati degli israeliti e molti accettarono di sottomettersi a lui (1 Maccabei 1:48-51). Il re anti – divino, eresse poi un altare a Zeus e sacrificò suini e animali immondi nel tempio (1 Maccabei 1:47). Un ebreo, Mattatia, sacerdote della stirpe di Ioarìb (1Maccabei 2:1) - definito il padre dei Maccabei - si rifiutò di conformarsi alle pressioni e quando un funzionario greco cercò di farlo sacrificare a una divinità pagana, lo uccise (1Maccabei 2:19-24). Mattatia aveva guidato una rivolta armata contro parte dell’esercito del re tiranno. (1 Maccabei 11:70; 14:29)
“In quei giorni Mattatia figlio di Giovanni, figlio di Simone, sacerdote della stirpe di Ioarìb, partì da Gerusalemme e venne a stabilirsi a Modin”. (1Maccabei 2:1).
Nota: Stirpe di Ioarìb discende da Aronne.
“
Tutti gli uomini di Giònata fuggirono, nessuno di loro rimase se non Mattatia figlio di Assalonne e Giuda figlio di Calfi, comandanti di contingenti dell'esercito”.
(1 Maccabei 11:70)
Dal versetto 11 del capitolo 8 di Daniele viene scritto: “
Si innalzò fino al capo di quell'esercito, gli tolse il sacrificio quotidiano e sconvolse il luogo del suo santuario. Un esercito fu abbandonato, così pure il sacrificio quotidiano, a causa dell'iniquità; la verità venne gettata a terra; ma esso prosperò nelle sue imprese. Poi udii un santo che parlava. E un altro santo chiese a quello che parlava: «Fino a quando durerà la visione del sacrificio quotidiano, dell'iniquità devastatrice, del luogo santo e dell'esercito abbandonati per essere calpestati?» Egli mi rispose: "Fino a duemilatrecento sere e mattine; poi il santuario sarà purificato".(Dn 8:11-14)
Antioco Epifane IV profanò il tempio e commise abomini:
Il re spedì ancora decreti per mezzo di messaggeri a Gerusalemme e alle città di Giuda, ordinando di seguire usanze straniere nel loro paese, di far cessare nel tempio gli olocausti, i sacrifici e le libazioni, di profanare i sabati e le feste e di contaminare il santuario e i fedeli, di innalzare altari, templi ed edicole e sacrificare carni suine e animali immondi, di lasciare che i propri figli, non circoncisi, si contaminassero con ogni impurità e profanazione, così da dimenticare la legge e mutare ogni istituzione, pena la morte a chiunque non avesse agito secondo gli ordini del re. Secondo questi ordini scrisse a tutto il regno, stabilì ispettori su tutto il popolo e intimò alle città di Giuda di sacrificare città per città. (1 Maccabei 1:44-51)
La profezia del capitolo 8, si conclude con la purificazione del tempio dopo la devastazione. Antioco tentò di ellenizzare gli ebrei nel 168 a.E.V. incontrando la resistenza del popolo ebraico. La devastazione di Epifane durò circa 3 anni e mezzo. Il testo di Daniele 8 riporta “fino a 2300 sere e mattine, poi il santuario sarà purificato” e questo periodo corrisponde a 1150 giorni (perché il sacrificio quotidiano che la legge stabiliva era uno la sera e uno la mattina Lv 6:13) e si concluse con la purificazione del tempio (Dn 8:11-14).
«
L'offerta che Aronne e i suoi figli faranno al Signore il giorno in cui riceveranno l'unzione è questa: un decimo di efa di fior di farina, come oblazione perpetua, metà la mattina e metà la sera. (Levitico 6:13)
Al capitolo 12 è scritto:
“
Ora, dal tempo in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà eretto l'abominio della desolazione, ci saranno milleduecentonovanta giorni.” (Daniele 12,11)
1260 giorni, sono 3 anni e mezzo se calcolati anni di 360 giorni. Questo tempo può essere quello che va dalla primavera del 168 a.E.V. circa, ovvero dal ritorno dalla campagna d’Egitto, fino alla morte di Antioco Epifane che avvenne intorno al 164/3 circa. Questa data, come anche il modo in cui morì, è discussa. Gli stessi libri dei Maccabei non sono precisi.
L’altare posto da Antioco Epifane nel tempio di Gerusalemme venne rimosso 4 anni dopo.
https://www.treccani.it/enciclopedia/ab ... solazione/
Il Secondo libro dei Maccabei non è la continuazione del Primo, ma è un racconto parallelo. Perciò, considerando il primo (1 Maccabei 6,8-16) e il terzo racconto (2 Maccabei 9,1-28) della morte di Antioco IV Epìfane, è probabile che l’odiato re fosse stato colpito prima da una terribile malattia e, cadendo poi anche in una forte depressione, giunse alla morte. Il secondo racconto (2 Maccabei 1,13-16) della morte di Antioco, è invece descritto nella seconda lettera indirizzata agli ebrei in Egitto.
I sacrifici, secondo il libro dei Maccabei, vennero interrotti per circa 2 anni (2 maccabei 10:3). Dopo Giuda il Maccabeo ed i suoi purificarono il tempio, ricostruirono l’altare e ciò avvenne nello stesso giorno in cui gli stranieri lo avevano profanato, cioè il 25 del mese di Casleu. (2 maccabei 10:5)
Giuda detto Maccabeo (1 Maccabei 2:4) condusse la rivolta armata contro Antioco dopo la morte del padre Mattatia:
“Al suo posto sorse il figlio di lui Giuda, chiamato Maccabeo”. (1Maccabei 3,1)
“Giuda Maccabeo, forte guerriero dalla sua gioventù, sarà capo del vostro esercito e condurrà la battaglia contro i pagani”. (1 Maccabei 2:66)
Da notare, al capitolo 11, Daniele narra di avere avuto un’altra visione nel primo anno di Dario il Medo, cioè nello stesso anno in cui ha la visione che spiega le 70 settimane.
«
Il primo anno del re Dario, il Medo, io ero presso di lui per sostenerlo e per difenderlo. Ora ti farò conoscere la verità. In Persia sorgeranno ancora tre re; poi il quarto diventerà molto più ricco di tutti gli altri e quando sarà diventato forte con le sue ricchezze, solleverà tutti contro il regno di Grecia. Allora sorgerà un re potente che dominerà sul grande impero e farà quello che vorrà. Ma appena si sarà affermato, il suo regno sarà infranto e sarà diviso verso i quattro venti del cielo; non apparterrà alla sua discendenza e non avrà una potenza pari a quella di prima; perché sarà smembrato e passerà ad altri, non ai suoi eredi. Il re del mezzogiorno diventerà forte, ma uno dei suoi capi diventerà più forte di lui; dominerà, e il suo dominio sarà grande. (Dn 11:1-5)
Anche qui, si ha un chiaro riferimento ad Alessandro Magno e ai successivi regni che nascono dal suo impero. Da notare che Daniele dice: In Persia sorgeranno ancora tre re; poi il quarto diventerà molto più ricco di tutti gli altri e quando sarà diventato forte con le sue ricchezze, solleverà tutti contro il regno di Grecia (Dn 11:2,3).
Dopo Ciro, salirono al trono di Persia: Cambise II (529 – 522) e Smerdi (522) che regna per pochi mesi: entrambi erano figli di Ciro; Dario I (522 – 486); Serse I (486 – 465).
Nota. Alcune di queste date andrebbero riviste ed aggiustate, ma i re che succedettero a Ciro furono questi. Il quarto re citato nei versetti 2 e 3 del capitolo 11, corrisponde a Serse I:
“Serse I, Figlio di Dario I; partecipò come il padre alle guerre contro i Greci. Nel 480 a.C. con un esercito che contava tra i 100.000 ed i 200.000 uomini e 600 -700 navi, giunse in Grecia con lo scopo di imporvi la propria sovranità. Risale all’agosto di quello stesso anno la battaglia delle Termopili, che si concluse con la disfatta dei Greci e la morte del re spartano Leonida, comandante dell’esercito greco. Serse morì nel 465 a.C.a Persepoli assassinato in una congiura a palazzo”.
Fonte:
https://it.wikipedia.org/wiki/Sovrani_della_Persia
. Il capitolo 11 continua:
“
Il re del mezzogiorno diventerà forte, ma uno dei suoi capi diventerà più forte di lui; dominerà, e il suo dominio sarà grande”. (Dn 11:5)
“
Dopo diversi anni essi si alleeranno e la figlia del re del mezzogiorno verrà dal re del settentrione per fare un accordo. Lei non conserverà la forza del suo braccio e nemmeno la sua discendenza resisterà; sarà messa a morte assieme ai suoi seguaci, ai figli e al marito”. (Dn 11:6)
Vi è una descrizione molto dettagliata di quel periodo.
Tra il 260 e il 253 a.C., Tolomeo II combatté la seconda guerra siriaca contro l'impero seleucide, governato da Antioco II Teo; avendo perso la guerra, Tolomeo promise in sposa Berenice, sua unica figlia, ad Antioco II, insieme a una grande dote in oro e argento, che le valse di soprannome di Φερνοφόρος (Phernophòros, "portatrice di dote")]. (da Wikipedia)
Berenice quindi si rifugiò in un palazzo a Dafne, un sobborgo di Antiochia, aspettando l'arrivo del fratello Tolomeo III, nel frattempo asceso al trono egizio, e portando con lei la sua guardia di soldati galati. Tuttavia i sicari di Laodice riuscirono a raggiungere Berenice e la uccisero prima che potesse essere salvata dal fratello, che appena entrò nell'impero seleucide iniziò la terza guerra siriaca, appoggiato da tutti i sostenitori di Berenice.
https://it.wikipedia.org/wiki/Berenice_ ... seleucide)
Daniele 11:
14
In quel tempo molti insorgeranno contro il re del mezzogiorno; degli uomini violenti fra il tuo popolo insorgeranno per dare compimento alla visione, ma cadranno”.
20 Al posto suo sorgerà un re che manderà un esattore attraverso il paese che è la gloria del regno; ma in pochi giorni quel re sarà tolto di mezzo, non nel furore di una rivolta, né in una battaglia.
21 «Poi, al suo posto, sorgerà un uomo spregevole, a cui non spettava la dignità regale; verrà senza rumore e s'impadronirà del regno a forza di intrighi.
22 Le forze avversarie che invaderanno il paese saranno sommerse davanti a lui, saranno sgominate e anche il principe del patto sarà travolto.
23 Nonostante gli accordi fatti, tradirà i suoi alleati; così affermerà il suo potere e sarà vittorioso, pur avendo poca gente
28 Il re del settentrione tornerà al suo paese con grandi ricchezze; in cuor suo mediterà disegni ostili al patto santo e li eseguirà. Poi tornerà al suo paese.
29 Al tempo stabilito, egli marcerà di nuovo contro il mezzogiorno, ma quest'ultima volta l'impresa non riuscirà come la prima;
30 poiché delle navi di Chittim verranno contro di lui ed egli si perderà d'animo. Poi riverserà la sua ira contro il patto santo, eseguirà i suoi disegni e ascolterà coloro che avranno abbandonato il patto santo.
31 Per suo ordine, delle truppe si presenteranno e profaneranno il santuario, la fortezza, sopprimeranno il sacrificio quotidiano e vi collocheranno l'abominazione della desolazione.
42 Egli stenderà la mano anche su diversi paesi, neppure l'Egitto scamperà.
43 S'impadronirà dei tesori d'oro e d'argento e di tutte le cose preziose dell'Egitto. I Libi e gli Etiopi saranno al suo sèguito.
44 Ma notizie dall'oriente e dal settentrione lo spaventeranno ed egli partirà con gran furore, per distruggere e disperdere molti.
45 Pianterà la tenda reale fra il mare e il bel monte santo; poi giungerà alla sua fine e nessuno gli darà aiuto.
In questi versetti i riferimenti sono molto chiari: Egitto, Libi, Etiopi.
Da notare “le navi del Chittim”,”il patto santo” e “l’abominazione della desolazione”.
“1
Queste cose avvennero dopo che Alessandro il Macedone, figlio di Filippo, uscito dalla regione dei Kittim sconfisse Dario, re dei Persiani e dei Medi, e regnò al suo posto, cominciando dalla Grecia. 2
Intraprese molte guerre, si impadronì di fortezze e uccise i re della terra; 3 arrivò sino ai confini della terra e raccolse le spoglie di molti popoli. La terra si ridusse al silenzio davanti a lui; il suo cuore si esaltò e si gonfiò di orgoglio. 4 Radunò forze ingenti e conquistò regioni, popoli e principi, che divennero suoi tributari. 5 Dopo questo cadde ammalato e comprese che stava per morire. 6 Allora chiamò i suoi luogotenenti più importanti, che erano cresciuti con lui fin dalla giovinezza e mentre era ancora vivo divise tra di loro il suo impero. 7 Regnò dunque Alessandro dodici anni e morì. 8 I suoi subalterni assunsero il potere, ognuno nella sua regione; 9 dopo la sua morte tutti cinsero il diadema e dopo di loro i loro figli per molti anni e si moltiplicarono i mali sulla terra. (1Maccabei 1:1-9)
Dell’abominio della desolazione, o abominio che causa desolazione (BSB), o colui che causa devastazione (TNM), se ne parla anche in Dn 9:27, cioè nella profezia oggetto di studio, nel capitolo 12:11 e nei vangeli di Matteo e Marco:
“..sull'ala del tempio porrà l'abominio della desolazione..” (Dn 9:27 CEI, Martini)
“Ora, dal tempo in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà eretto l'abominio della desolazione, ci saranno milleduecentonovanta giorni.” (Daniele 12,11)
“Quando dunque vedrete l'abominio della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele, stare nel luogo santo - chi legge comprenda” (Matteo 24,15)
“Quando vedrete l'abominio della desolazione stare là dove non conviene, chi legge capisca, allora quelli che si trovano nella Giudea fuggano ai monti” (Marco 13,14)
Il vangelo di Matteo e Marco sono stati redatti prima in prossimità degli eventi che coinvolsero i romani ed i giudei.
I termini ebraici tradotti con abominio della desolazione, colui che causa desolazione, fanno riferimento principalmente ai culti pagani e ad una statua di pietra. Questi eventi sono accaduti altre 2 volte dopo la ricostruzione del tempio al ritorno dall’esilio: la prima con Antioco Epifane IV di Siria che ha profanato il tempio interrompendo i sacrifici quotidiani e collocando l’abominazione della desolazione (culti pagani ed una statua di Zeus) nel tempio; la seconda volta con i romani che profanarono più volte il tempio prima di distruggerlo sotto l’Imperatore Tito, nel 70 E.V.
Locuzione (che traduce il greco τὸ βδέλυγμα τῆς ἐρημώσεως «lo sconcio della devastazione», usato nella traduzione biblica dei Settanta per rendere l’ebraico shiqqūṣ «orrore, sconcio», uno dei termini peggiorativi adoperati per indicare le false divinità) con la quale nell’Antico Testamento è definito il culto idolatrico di Giove Uranio, al quale nel 168 a.C. Antioco IV eresse nel tempio di Gerusalemme un altare, rimosso quattro anni dopo. La frase si ritrova nella profezia di Gesù della cosiddetta Apocalisse sinottica (Matteo 24, 15; Marco 13, 14), dove assume un senso escatologico.
Fonte:
https://www.treccani.it/enciclopedia/ab ... solazione/
La descrizione dei re del capitolo 11 come: il re del mezzogiorno, o re del sud, il re del settentrione, o re del nord, vanno considerati dal punto di vista della Palestina e nel quadro geopolitico dopo lo smembramento dell’impero di Alessandro il Grande.
Dal punto di vista della Palestina, il regno del nord corrisponde a quello di Seleuco I, mentre quello del sud corrisponde a quello di Tolomeo I Sotere (305 – 285 a. E. V.), re d’Egitto. In Dn 11:5 è detto che uno dei capi del re del sud sarebbe divenuto più forte di lui. Si tratta di un ufficiale subalterno di Tolomeo I: Seleuco I Nicatore. Costui, sentendosi minacciato dal satrapo della Frigia, che cercava di ricostituire a proprio vantaggio l'impero di Alessandro, nel 316 era fuggito in Egitto, alleandosi con Tolomeo I. Nel 312 vinse Demetrio I Poliorcete a Gaza e recuperò il suo dominio, aggiungendovi la Media e la Susiana (l'attuale Khūzestān); in seguito Seleuco estese il suo impero fino all'Indo, divenendo più forte di Tolomeo I, come predetto dall’angelo. Basta vedere la cartina geografica più sopra, a pag. 4), per rendersi conto di come ‘il suo dominio fu grande’. “Dopo diversi anni essi” – il re del sud e quello del nord - ‘si allearono’. A Seleuco I Nicatore (nord) succedette il figlio Antioco I Sotere e a questi suo figlio Antioco II Teo. Nel frattempo, a Tolomeo I (sud) era succeduto il figlio Tolomeo II Filadelfo.
Fonte:
https://www.biblistica.it/wp-content/up ... el-sud.pdf
Il capitolo 12, si conclude con il trionfo finale di Dio: l’era messianica in cui vi è il messia, il tempio (le 70 settimane si concludono con l’unzione del santo dei santi) e la giustizia (a tempo indefinito, per sempre - olàm). Questo capitolo è posto immediatamente dopo il capitolo 11, che parla, come abbiamo visto, dei regni ellenistici e delle varie lotte che interessano il popolo dei santi (Israele). Tuttavia la modalità in cui è scritto, per via dei simbolismi e dell’enfasi fatta su questa era, anticipa l’era finale in cui su tutta la terra regnerà la pace. Questa enfasi è fatta anche da altri profeti come Geremia ed Isaia, rispettivamente nell’epoca di riferimento delle loro profezie.
Dopo la morte di Antioco il tempio viene purificato, con l’unzione del “Santo dei Santi” ad opera dei Maccabei. In ricordo dell’evento (165/4 a.E.V.), da allora, viene celebrata l’Hanukkah, la festa delle luci ebraica. Non è una festa biblica ma ricorda quell’evento.
“La parola Chanukkah significa inaugurazione o consacrazione, perché il 25 di Kislev venne inaugurato il nuovo altare nel Tempio di Gerusalemme, dopo la liberazione della Giudea dall'occupazione Siriana ellenica di Antioco IV Epifane. I Maccabei dovettero ripulire il Tempio dagli idoli e costruire un nuovo altare perché quello precedente era stato profanato”. [wikipedia]
“La festività fa riferimento alla dedicazione dell’altare del Tempio di Gerusalemme dopo l’occupazione ellenica durante il Secondo secolo avanti Cristo, quando gli occupatori cercarono di sradicare gli elementi fondamentali della religione ebraica proibendo la pratica della Legge sacra, fino a una rivolta guidata da un anziano sacerdote, Mattata. Stando al calendario ebraico, Chanukah ha inizio nel mese di Kislev, che rappresenta un periodo che cavalca novembre e dicembre, e per la precisione il 25”. [da sussidiario.net]