Dici anche: prima della conversione ero un peccatore... Perché scusa, adesso cosa saresti? Cosa siamo tutti?
Caro Marco, qui Giorgia ti ha beccato alla grande! :d
Provo a portare la discussione sull'esame del testo, premettendo che potrei anche dire delle castronerie... In realtà, questo mio commento starebbe bene anche nella cartella sull'Interpretazione della Scrittura Ebraica. Isaia 6, dunque. Inizio dal v.9:
“Ed egli disse: «Va', e di' a questo popolo: "Ascoltate, sì, ma senza capire; guardate, sì, ma senza discernere!"” (NR)
“Ascoltate pure, ma senza comprendere, osservate pure, ma senza conoscere.” (CEI)
“Ed egli disse: Va', e di' a questo popolo: Ascoltate pure, ma non intendiate; e riguardate pure, ma non conosciate.” (Did)
Il senso con cui rendono la CEI e la Diodati è quello di "ascoltate pure,
ma non potrete comprendere", e "guardate pure,
ma non potrete conoscere". Ma l'ebraico sembra non esprimere affatto questo senso. La NR è l'unica che lascia trasparire un altro significato (anche se è un po' ambigua): "certamente voi ascoltate, ma non volete comprendere", e "certamente voi vedete, ma non volete conoscere".
Rashi, infatti, commenta cosí:
“certamente voi sentite,
ma non vi sforzate di comprendere, e certamente voi vedete i miracoli che ho fatto per voi,
ma non vi sforzate di conoscerMi”.
Il senso che dà la NR, in linea con Rashi, è quello che si sposa meglio con il v.11. Lo vedremo tra un attimo. Intanto, vediamo il v.10 nella traduzione della NR (che è in linea con CEI, Did, TNM e TILC):
“
Rendi insensibile il cuore di questo popolo,
rendigli duri gli orecchi, e
chiudigli gli occhi, in modo che non veda con i suoi occhi, non oda con i suoi orecchi, non intenda con il cuore, non si converta e
non sia guarito!”.
Qui sembrerebbe che Dio chieda al profeta di occultare di proposito la verità al popolo, in modo che esso non possa convertirsi (CEI e ND rendono con "sia guarito" al positivo, confusione totale!). Vediamo adesso un'altra possibile traduzione, che ho preso da
Chabad.org (tradotta dall'inglese):
“Il cuore di questo popolo
sta diventando grasso, e le sue orecchie
stanno diventando pesanti, e i suoi occhi
si stanno chiudendo, per paura di sentire con le sue orecchie, e vedere con i suoi occhi, e [per paura] che il suo cuore comprenda, e [per paura] di pentirsi ed essere guarito."
Tutt'altro significato, e qui Dio non mostra affatto di non volere che il popolo si converta. Ora, prendiamo queste due traduzioni molto diverse e inseriamole nel contesto. Al v.11, nella traduzione NR, leggiamo:
“E io [Isaia] dissi: «Fino a quando, Signore?» Egli rispose: «Finché le città siano devastate, senza abitanti, non vi sia più nessuno nelle case, e il paese sia ridotto in desolazione»” (questa traduzione è conforme a quella dall'ebraico di Chabad.org).
Le due traduzioni "non ordinarie" si sposano perfettamente con questo versetto. Dio ordina al profeta di annunciare una devastazione imminente, e nel versetto 11 ne spiega il motivo: il popolo sente, vede, ma non ascolta (mette in pratica) e non impara; il popolo sta facendo questo perché, in fondo, non dimostra di voler ascoltare il profeta e abbandonare la via perversa che sta seguendo. Il popolo non vuole ascoltare e imparare per paura di dover abbandonare certi costumi. E questo è un difetto tipicamente umano: si preferisce lasciar perdere Dio, piuttosto che rinunciare a certi costumi.
Isaia, dunque, chiede a Dio: finché succederà questo? E Dio risponde: finché non sarò costretto a distruggerli e a ridurre il paese a desolazione (questo, tra l'altro, richiama
tòhu vavòhu di Gn 1:2). Cioè, faranno questo fino al punto in cui dovrò fare ciò che non voglio fare, e allora comprenderanno.
E... Incredibile! Il testo greco di Mt 13:14,15, non sposa affatto il senso che tutti i traduttori rendono al v.10! È Yeshúa stesso a citare Isaia:
“Udrete con i vostri orecchi e non comprenderete; guarderete con i vostri occhi e non vedrete; perché il cuore di questo popolo si è fatto insensibile: sono diventati duri d'orecchi e hanno chiuso gli occhi, per non rischiare di vedere con gli occhi e di udire con gli orecchi, e di comprendere con il cuore e di convertirsi, perché io li guarisca.” (NR). Il senso è esattamente lo stesso della traduzione che ci offre la NR per il v.9, e in linea con Rashi per il v.10. Yeshúa utilizza il futuro invece del presente, e non rende il senso di continuità temporale presente nella traduzione dall'ebraico proposta da Chabad.org (il cuore "si è fatto" invece di "sta diventando"); ma il senso di tutto il discorso non cambia: udrete ma non sentirete, o udite ma non sentite... Per non rischiare di vedere con gli occhi (o per paura di vedere con gli occhi) etc.. Yeshúa, al modo rabbinico, cita la Scrittura utilizzandola per dare forza al suo discorso nel momento in cui lo pronuncia e nel contesto presente.
Adesso, invece, applichiamo al v.11 la traduzione del v.10 comune in italiano. Che senso ha che Dio chieda a Isaia di rendere Israele dura d'orecchi e incapace di comprendere, finché Dio distruggerà il paese e li disperderà? Innanzi tutto non vedo come un profeta potesse far questo, visto che nessuno li ascoltava, i profeti. E non si capisce perché dovesse farlo, nel contesto del discorso. Anche in caso lo avessero ascoltato, se già Israele non seguiva gli insegnamenti di Dio, che bisogno c'era che fossero resi ancor piú incapaci di ascoltare e imparare?
Quindi, direi che Yeshúa utilizza la profezia di Isaia in modo perfettamente conforme al suo significato originale. Questa la mia esegesi, buttata lí. Aspetto un responso da Noiman, visto che ho proposto una traduzione diversa dal solito (e visto che non conosco l'ebraico per poter verificarne la veridicità in prima persona).