Interpretazione delle Scritture Ebraiche

chelaveritàtrionfi
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Solo il tema, please.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Bruno ha scritto: sabato 20 maggio 2023, 11:16 Besàseà:
"Provo a spiegartelo come ad un bambino.
L'ebraico non ha vocali, ma solo delle madri di lettura (alef, wav e yud) che danno un'indicazione sommaria delle vocali per distinguere una parola da un altra quando è necesario. I massoreti hanno inventato un sistema di punti per indicare le vocali, che serve per la lettura sinagogale. In realtà in alcuni casi si tratta di una lettura forzata che non segue le regole della lettura e corretta interpretazione. I masoreti, hanno riportato questo sistema nel Testo Masoretico, nel testo ebraico tradizionale. Si tratta in sostanza di una tradizione orale del testo, di una ripetizione.
Il Testo Masoretico ha anche altro sistema di punti che indicano gli accenti, per semplificare riporto solo i punti vocalici del testo in questione:
וְשָׁם רָאִינוּ אֶת הַנְּפִילִים בְּנֵי עֲנָק מִן הַנְּפִלִים

Ma il testo originale è questo:

ושם ראינו את הנפילים בני ענק מן הנפלים

Come vedi non ha punti. Per poter leggere il testo ebraico originale invocalizzato è necessario conoscere le parole. Ora Nefalim è una parola ben nota ed il lettore quando incontra הנפלים , legge hanefalim, gli aborti. Nel primo termine nota che c'è una yud dopo la lettera pe che indica un'altra parola, diversa dalla prima: nefilim che deriva grammaticamente da nefalim.
Nel Masoretico invece hanno imposto ai due termini le stesse vocali ai due termini obbligando anche la lettura di nefilim anche dove è scritto nefalim.
Chiunque legge il testo della Torah delle sinagoghe, che non ha punti vocalici, vi leggerà nefalim ove manca la yud."
Su questi passi ricordo di aver letto su CE delle obiezioni e comunque non vi è certezza. A parte Besàseà e Abramo, mi indicheresti dove è data una spiegazione dettagliata? Non qui perchè non siamo in tema.

Ma prendo questo commento per evidenziare che non vi è certezza sul passo. Nalla LXX è riportato diversamente, capisco che sia messa in discussione perchè non è ritenuta attendibile, ma qui il discorso diventa complicato e serve una rete di esperti per discutere la questione
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Bruno ha scritto: sabato 20 maggio 2023, 11:28 Ancora Besàseà:


Concepire la Bibbia ebraica come un testo sacro da cui trarre norme morali a scopo religioso è molto riduttivo. La Bibbia ebraica è la letteratura scritta di un popolo antico che visse nelle epoche in cui esistevano ancora i libri in forma orale. Il popolo di Israel è il popolo più antico della terra e i popoli antichi hanno la caratteristica di preservare una tradizione orale.

Purtroppo la difficoltà nasce dal fatto che in occidente la religione usa un testo sacro che appartiene ad un'altra cultura e spesso si dimentica che il popolo di quella cultura ancora vive.
I libri della Bibbia sono scritti in modo molto conciso e in forma poetica. Nelle loro parole sono legate numerose tradizioni orali. Il testo scritto fa da supporto a queste tradizioni. La polivalenza di vocalizzazione di molte parole sono state usate come allusioni per ricordare interi libri che nelle epoche antiche esistevano in forma orale. Oggi non esistono più libri in forma orale e da ciò la difficoltà di concepire la Toràh Orale.

La Toràh Orale non è affatto un dogma, come avevi detto in un tuo messaggio, ma è parte della storia del diritto ebraico. Il diritto di un popolo.

Nota bene: gli ebrei non sono una religione che si basa su un testo sacro, sono un popolo. E un popolo non è fatto solo di religione, ha delle istituzioni, tribunali e autorità varie. Già a partire dall'epoca in cui fu data la Toràh fu costituito il Sinedrio che era composto da 71 profeti. Tali profeti, tranne Mosè e Giosuè, non scrissero mai nulla e le loro profezie rimasero da sempre in forma orale. Il Sinedrio non era un organo religioso, era il parlamento di una Nazione. Per capire bene questi concetti bisogna saperli spogliare dalla veste religiosa che hanno assunto nelle successive epoche.
Il Sinedrio era sempre presente a svolgere la sua funzione di stato, tranne brevi periodi. I profeti di Israel non sono solo quelli che trovi nella Bibbia, ma ne ha avuti molti di più. Il diritto ebraico deriva dalla profezia orale del Sinedrio e non dal rotolo della Toràh. Quest'ultimo aveva la funzione di esortare il popolo ad osservare il Patto fra Dio e il popolo di Israel e veniva letto in pubblico, come avviene ancora oggi nelle sinagoghe di tutto il mondo.
Il rotolo della Toràh è scritto in modo estremamente conciso e non è assolutamente possibile trarre da esso le norme giuridiche di un popolo. E' la Toràh Orale ad esso strettamente legata che descrive in modo dettagliato e preciso tutte le norme civili e penali. Inoltre esso contiene la storia del popolo di Israel durante tutto l'errare nel deserto; ma in modo molto, ma molto conciso. Come potrebbe un solo rotolo contenere tutti gli eventi di 40 anni?
Fior di studiosi ignorano il modo e i luoghi di questi eventi perché non è possibile trarre queste informazioni da un testo così conciso e in forma così poetica, senza l'ausilio della tradizione orale. Tanto per fare qualche esempio, la tradizione orale ci informa che il deserto è il Sahara e ci da anche le esatte misure della sua superficie e della sua posizione. Il Sinai non è quello oggi conosciuto, ma si trova in tutt'altra posizione nella penisola arabica. Gli israeliti non attraversarono il Mar Rosso da un continente all'altro, ma fecere un giro a mezzaluna per tendere una trappola agli egiziani. Gli israeliti viaggiavano verso Sud e passarono dal continente africano a quello asiatico, terra terra, da un passaggio, allora esistente, presso il golfo di Aden e questo evento è anche narrato nel libro del profeta Abakuk, che lo conosceva in forma orale e lo mise per iscritto nel suo libro.

Molti cristiani pretendono di saper leggere e capire la Bibbia senza conoscere quasi nulla della cultura dei suoi autori e del modo in cui si deve leggere.

Date le enormi difficoltà nel comprendere il testo biblico ebraico e le scarse possibilità di riuscita conviene sempre chiedere ad un ebreo esperto prima di abbandonarsi ad affermazioni presuntuose. Sempre che ne troviate uno disposto e quando lo trovate non lasciatevelo scappare.
viewtopic.php?f=3&t=1343&p=48487&hilit= ... 460#p48487

La parte evidenziata credo sia anche rivolta a te :-)
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Gianni »

Per chi ci legge: il mio “Mah” era seguito da due faccine :-( :-\ ; la prima indica tristezza e la seconda confusione. Messe insieme volevano indicare la mia perplessità. E ora spiego perché.

Leggere il Testo Masoretico come se fosse un testo criptato mi sembra fuori luogo. Ciò fu portato all’estremo da Michael Drosnin nel suo libro Codice Genesi. Vero è che alcune parole ebraiche possono cambiare significato se si cambiano loro le vocali. Ad esempio, in Es 3:15 Hashèm dice a Mosè: “Tale è il mio nome in eterno”; La parola tradotta con il senso di “per sempre” è nell’ebraico, secondo la vocalizzazione dei masoreti, לעלם (leolàm). Ma nella Bibbia originale tale parola è senza vocali: לעלם (llm). Anziché leolàm è possibile anche vocalizzare in lealèm. Con questa vocalizzazione la frase significa: “Questo è il mio nome perché sia nascosto”. Personalmente la preferisco, perché questo significato appare in perfetta armonia con il contesto. A Mosè che vuole scoprire il nome divino (il più importante che possa esistere nell’universo visibile e invisibile), Dio ribadisce che il suo nome deve rimanere quello con cui Israele lo ha sempre conosciuto: Yhvh, “Colui che è”. E aggiunge che quello è il suo nome, “perché sia nascosto”. Così, quello nascosto, che Mosè avrebbe voluto conoscere, rimane nascosto.

Da qui a stravolgere tutto il Testo Masoretico con una diversa lettura ce ne corre. Se aggiungiamo che gli ebrei danno un valore numerico ad ogni lettera, creando nuove parole, mi pare che si esageri. Questa è ovviamente una mia opinione. Che nella Bibbia ebraica ci siano giochi di parole (anche molto umoristici) è indubbio. Se leggiamo le prime tre parole di Genesi (בְּרֵאשִׁית בָּרָא אֱלֹהִים), queste terminano con tre lettere che sono rispettivamente l'ultima, la prima e la media dell'alfabeto ebraico, che disposte in ordine alfabetico danno אמת (emèt) = "verità". Ma, sempre a mio parere, non si deve esagerare. Il testo biblico non è magico. Va studiato, anche nelle sue più piccole pieghe, ma senza creare un testo a parte che vada oltre.

Dando valore numerico alle lettere (come del resto era nell’antichità), non si fermano lì, ma interpretano. La bet è la prima lettera della Torah. Ma siccome nella ghematria rappresenta il numero 2, si afferma che ciò simbolizzi che ci siano due parti nella Torah: la Torah Scritta e la Torah Orale. A me, sinceramente, sembra cercare appoggi dove non ci sono. Siccome poi la Torah scritta inizia con la bet, se ne ricava anche che la Torah è benedizione, perché in ebraico “benedizione” si dice berakhah (con la lettera iniziale bet, appunto). Indubbiamente suggestivo, ma era questa l’intenzione del redattore di Genesi?

Gli ebrei ricavano perfino idee dalla forma delle lettere ebraiche. Secondo Rashi, la Toràh inizia con la bet per insegnare che si può domandare ciò che è accaduto dopo la creazione, ma non quello che accadde prima, perché la bet è chiusa da tre lati e aperta su un solo lato. Nella Mishnàh, invece, la bet ci insegna che la nostra casa deve essere aperta agli ospiti, perché l’iniziale bet è l’iniziale della parola che in ebraico significa casa. – Cfr. Avot 1:4.

In verità ogni lettera scritta sorse pensando all’iniziale di una parola. La bet pensando ad una casa, la alef pensando al muso di un toro con le corna, e così via. Ma ciò fa parte semplicemente parte dell’evoluzione dell’alfabeto. Cercarvi significati postumi è anacronistico e antistorico.

Gli ebrei fanno perfino dialogare tra loro e lettere. In un aneddoto la alef, che è la prima lettera dell’alfabeto, si lamenta di non essere la prima lettera della Toràh e viene spiegato perché fu preferita la bet. Lo Zohar (il testo più importante della letteratura qabalistica ebraica) spiega che Dio, prima di creare il mondo, trascorse duemila anni da solo occupandosi delle ventidue lettere dell’alfabeto ebraico. Poi decise di creare il mondo, al che ciascuna delle lettere si presentò al cospetto di Dio per convincerlo a concedere a lei il privilegio di essere la prima. Ciascuna perora la propria causa, tranne la alef. Questa sa di essere muta (la alef non si pronuncia), ma soprattutto intende avere grande rispetto per il Creatore. E così Dio la premia, scegliendola non come prima lettera della Toràh, ma come prima lettera dell’alfabeto.

Ora, sinceramente, mi è consentito di esprimere grande perplessità con un “mah” accompagnato da due eloquenti faccine? :-( :-\
Bruno
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Bruno »

Questo è fuori tema, la torah orale secondo gli studi citati non ha nessuna relazione con i numeri che lei ha evidenziato.
roberto
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da roberto »

Bruno ha scritto: sabato 20 maggio 2023, 12:35 Questo è fuori tema, la torah orale secondo gli studi citati non ha nessuna relazione con i numeri che lei ha evidenziato.
Fa parte di interpretazione delle scritture ebraiche. Ci sono tanti argomenti aperti in questa cartella, i messaggi si sovrappongono in diversi temi.
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Riguardo a "Mah" il dizionario internazionale riporta:
1840; da 1ma.

AU
1. esprime dubbio, incertezza: «Vieni stasera?» «M.! Non so»; anche s.m.inv.
2. esprime disapprovazione o rassegnazione: mah! purtroppo non c’è niente da fare; anche s.m.inv.
https://dizionario.internazionale.it/parola/mah
Il prossimo passo sarà il respiro?

Citando il TM si entra anche nel campo della trasmissione orale. Anzi sarebbe gradita una spiegazione dettagliata di come si arrivi al TM partendo da Mosè che prendiamo come dato di partenza (verità biblica). A titolo di studio credo che interessi alla maggior parte degli utenti che partecipano alla discussione ed anche a molti che leggono. Chissà..forse potrebbe entrare qualcuno esterno più esperto su questioni di natura letteraria e storica.

Qualunque scrittura antica va rispettata compresi i suoi autori, che sia la LXX, che sia il TM e comunque mi risulta anche un pentateuco samaritano. Ogni testo è legato comunque ad una tradizione orale.

Sulla tradizione orale, senza dire quella è vera o quell'altra è falsa, a me pare che ci sia una tradizione farisaica ed altre tradizioni. Potete gentilmente chiarire questo?
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

roberto ha scritto: sabato 20 maggio 2023, 12:48
Fa parte di interpretazione delle scritture ebraiche. Ci sono tanti argomenti aperti in questa cartella, i messaggi si sovrappongono in diversi temi.
Questo è vero. Tuttavia ci possiamo mantenere sul tema aperto al momento :-)
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Piccolo OT. Poi lo cancello. Con l'utente Shay avevamo iniziato ad analizzare vari argomenti. Chissà se un giorno li potrò riprendere. Da parte mia cercherò di essere neutro perchè credo sia giusto esserlo.
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Bruno
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Bruno »

chelaveritàtrionfi ha scritto: sabato 20 maggio 2023, 11:57 Su questi passi ricordo di aver letto su CE delle obiezioni e comunque non vi è certezza. A parte Besàseà e Abramo, mi indicheresti dove è data una spiegazione dettagliata? Non qui perchè non siamo in tema.
Che il testo masoretico si compone di un testo e di una vocalizzazione scritta con un codice a punti non vi è certezza? Ma fatti un giro su google e vedi quante spiegazioni trovi. Quindi anche Marcelle e AEnim anche loro non hanno certezze?
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