Un saluto a tutti.
Vogliate dapprima scusarmi per il pessimo italiano: sono Francese.
Da stamani non la smette di tormentarmi un daghesh in una he, il quale si trova in Gn 2:18: אֶעֱשֶׂהּ.
Ho consultato l'apparato della BHS. In molti manoscritti manca quel daghesh. Nel codice di Leningrado però c'è, ma non in quello di Aleppo. Nel codice di Leningrado vi sono 75 occorrenze della forma verbale אֶעֱשֶׂה senza daghesh ed una sola col daghesh.
Partendo dall'idea che quel daghesh non sia un errore da scriba, non riesco a riconoscergli né una funzione fonologica né una sfumatura semantica.
Se qualcuno saprà dare una spiegazione, gliene sarò molto grato.
Genesi 2, 18
- Gianni
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Re: Genesi 2, 18
Ciao, Didier, e benvenuto!
Nella parola אֶעֱשֶׂהּ di Gn 2:18 quel puntino dentro la lettera he finale (הּ) non è un daghèsh. Si chiama mapìq.
Ci sono quattro consonanti ebraiche (א, ה, ו, י) che a volte hanno solo la funzione di indicare le vocali piene, cioè lunghe, e pertanto non si pronunciano. Quando hanno questa funzione si chiamano matres lectionis (espressione latina che significa “madri di lettura”).
Per ciò che riguarda la lettera ה, come si fa a sapere quando è solo “madre di lettura”? La soluzione è semplice. Basta tener conto del fatto che tutte le consonanti ebraiche devono essere seguite da qualche segno vocalico. Tenendo presente questa regola, se s’incontra una ה non seguita da vocale, siamo in presenza di una mater lectionis.
La lettera ה non funge mai da madre di lettura quando si trova all’interno di una parola.
Il problema potrebbe sorgere con la ה quando questa è in fine di parola. Come riconoscere se è madre di lettura? A indicarlo ci hanno pensato i masoreti. Se la ה finale ha al suo interno un puntino (הּ), va considerata consonante; se non ha il puntino (ה), è madre di lettura.
Ti do un esempio pratico:
Nella parola יַּלְדָּה (yaldà), “bambina”, alla ה manca il puntino mapìq, quindi è madre di lettura.
Nella parola יַּלְדָּהּ (yaldàh), “bambino di lei”, la ה finale ha al suo interno il mapìq, perciò è consonante.
A scanso di equivoci, nota come ulteriore esempio la parola “bello”: יָפֶה. In questa parola, yafè, la ה finale non ha al suo interno il mapìq, perciò è madre di lettura. Come detto, le madri di lettura servono per segnare le vocali piene, cioè lunghe. Ora, nella sillaba finale פֶה, la vocale è breve. Però, proprio perché seguita da una madre di lettura, diventa piena.
Nella parola אֶעֱשֶׂהּ di Gn 2:18 quel puntino dentro la lettera he finale (הּ) non è un daghèsh. Si chiama mapìq.
Ci sono quattro consonanti ebraiche (א, ה, ו, י) che a volte hanno solo la funzione di indicare le vocali piene, cioè lunghe, e pertanto non si pronunciano. Quando hanno questa funzione si chiamano matres lectionis (espressione latina che significa “madri di lettura”).
Per ciò che riguarda la lettera ה, come si fa a sapere quando è solo “madre di lettura”? La soluzione è semplice. Basta tener conto del fatto che tutte le consonanti ebraiche devono essere seguite da qualche segno vocalico. Tenendo presente questa regola, se s’incontra una ה non seguita da vocale, siamo in presenza di una mater lectionis.
La lettera ה non funge mai da madre di lettura quando si trova all’interno di una parola.
Il problema potrebbe sorgere con la ה quando questa è in fine di parola. Come riconoscere se è madre di lettura? A indicarlo ci hanno pensato i masoreti. Se la ה finale ha al suo interno un puntino (הּ), va considerata consonante; se non ha il puntino (ה), è madre di lettura.
Ti do un esempio pratico:
Nella parola יַּלְדָּה (yaldà), “bambina”, alla ה manca il puntino mapìq, quindi è madre di lettura.
Nella parola יַּלְדָּהּ (yaldàh), “bambino di lei”, la ה finale ha al suo interno il mapìq, perciò è consonante.
A scanso di equivoci, nota come ulteriore esempio la parola “bello”: יָפֶה. In questa parola, yafè, la ה finale non ha al suo interno il mapìq, perciò è madre di lettura. Come detto, le madri di lettura servono per segnare le vocali piene, cioè lunghe. Ora, nella sillaba finale פֶה, la vocale è breve. Però, proprio perché seguita da una madre di lettura, diventa piena.
Re: Genesi 2, 18
Ti ringrazio, Gianni, per la buona accoglienza et per la tua risposta.
Non mi era sembrato che il puntino fosse un mapiq perché, alla differenza del verbo גָּבַהּ, ad esempio, di cui la terza consonante è una gutturale, עָשָׂה è un verbo lamed-yod; se non isbaglio, la he non è dunque consonante bensì mater lectionis.
Una spiegazione potrebbe essere che lo scriba abbia pensato che la he di עָשָׂה fosse una gutturale. In tal caso però, il mapiq, lo si dovrebbe trovare in tutte le altre occorrenze delle diverse forme di עָשָׂה terminate colla he.
Non mi era sembrato che il puntino fosse un mapiq perché, alla differenza del verbo גָּבַהּ, ad esempio, di cui la terza consonante è una gutturale, עָשָׂה è un verbo lamed-yod; se non isbaglio, la he non è dunque consonante bensì mater lectionis.
Una spiegazione potrebbe essere che lo scriba abbia pensato che la he di עָשָׂה fosse una gutturale. In tal caso però, il mapiq, lo si dovrebbe trovare in tutte le altre occorrenze delle diverse forme di עָשָׂה terminate colla he.
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Re: Genesi 2, 18
La forma verbale אֶעֱשֶׂהּ (eesèh) è nella forma qal dell’imperfetto, prima persona singolare, del verbo עָשָׂה (asàh) “fare”. Viene tradotta “farò”. Ho controllato il Tanàch del rabbinato francese e vi è riportato אֶעֱשֶׂה, senza puntino.
Come tu stesso avevi precisato, Didier, delle 76 ricorrenze di questa parola, 75 occorrenze appaiono della forma verbale אֶעֱשֶׂה senza puntino ed una sola col puntino, che è poi la nostra in Gn 2:18. Qui c’è l’elenco:
http://bibliaparalela.com/hebrew/eeseh_6213.htm" onclick="window.open(this.href);return false;
Devo quindi rivedere il mio precedente commento. Come tu stesso dici, occorre pensare alla ה come ad una madre di lettura.
A quanto pare occorre pensare ad un errore dello scriba, perché abbiamo diverse altre occorrenze nello stesso libro di Gn senza il puntino. La lezione giusta sembra essere proprio אֶעֱשֶׂה.
Nel testo ebraico utilizzato dal Luzzatto per il suo commentario, la parola appare senza puntino. Allego la foto.
Nella Biblia Hebraica Stuttgartensia appare in Gn 2:18 e relativamente alla finale הּ- questa nota in latino: “Sic L, mlt Mss Edd ה-”, che tradotto significa: “Così nel Codex Lenigradensis, molti manoscritti ed edizioni [hanno] ה-”.
Sembra proprio che si tratti di una stranezza del solo Codice di Leningrado. Questo già lo sapevi, ma ora sappiamo che è l’unica eccezione. Tutti gli altri manoscritti hanno la lezione senza puntino. E così anche il Codice di Leningrado in tutti gli altri passi.
Se poi Noiman ne sa di più, ben venga!
Come tu stesso avevi precisato, Didier, delle 76 ricorrenze di questa parola, 75 occorrenze appaiono della forma verbale אֶעֱשֶׂה senza puntino ed una sola col puntino, che è poi la nostra in Gn 2:18. Qui c’è l’elenco:
http://bibliaparalela.com/hebrew/eeseh_6213.htm" onclick="window.open(this.href);return false;
Devo quindi rivedere il mio precedente commento. Come tu stesso dici, occorre pensare alla ה come ad una madre di lettura.
A quanto pare occorre pensare ad un errore dello scriba, perché abbiamo diverse altre occorrenze nello stesso libro di Gn senza il puntino. La lezione giusta sembra essere proprio אֶעֱשֶׂה.
Nel testo ebraico utilizzato dal Luzzatto per il suo commentario, la parola appare senza puntino. Allego la foto.
Nella Biblia Hebraica Stuttgartensia appare in Gn 2:18 e relativamente alla finale הּ- questa nota in latino: “Sic L, mlt Mss Edd ה-”, che tradotto significa: “Così nel Codex Lenigradensis, molti manoscritti ed edizioni [hanno] ה-”.
Sembra proprio che si tratti di una stranezza del solo Codice di Leningrado. Questo già lo sapevi, ma ora sappiamo che è l’unica eccezione. Tutti gli altri manoscritti hanno la lezione senza puntino. E così anche il Codice di Leningrado in tutti gli altri passi.
Se poi Noiman ne sa di più, ben venga!
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Re: Genesi 2, 18
Noto che la preposizione ל, strettamente unita da un maqqef alla forma אֶעֱשֶׂהּ, è fornita di un daghesh eufonico. Mi sto chiedendo se lo scriba che introdusse per primo il nostro puntino nella he non sentiva pronunziare una he davanti alla ל doppia o prolungata (e'essehllō). Se così fosse, il puntino avrebbe valore fonetico di mappiq. La lezione del codex L in Esodo 33:5, dove manca il puntino, אֶעֱשֶׂה־לָּךְ, invalida questa ipotesi.
Altra dev'essere la spiegazione di codesta stranezza.
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Re: Genesi 2, 18
Avevo notato anche io il maqqef, ma quando ho visto l'altro caso con maqqef è caduta l'ipotesi che ciò influisse.
Vediamo se Noiman saprà circi di più ...
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- Gianni
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Re: Genesi 2, 18
Nel caso il maqqef influisca in qualche modo, riporto per Noiman tutti i luoghi in cui la parola אֶֽעֱשֶׂה è unita da maqqef alla seguente:
Es 33:5
וְאֵדְעָ֖ה מָ֥ה אֶֽעֱשֶׂה־ לָּֽךְ׃
Lv 26:16
אַף־ אֲנִ֞י אֶֽעֱשֶׂה־ זֹּ֣את לָכֶ֗ם
Rut 3:11
אֲשֶׁר־ תֹּאמְרִ֖י אֶֽעֱשֶׂה־ לָּ֑ךְ כִּ֤י
2Sam 3:8
לִֽיהוּדָה֒ הַיּ֨וֹם אֶֽעֱשֶׂה־ חֶ֜סֶד עִם־
2Sam 3:9
כִּֽי־ כֵ֖ן אֶֽעֱשֶׂה־ לּֽוֹ׃
2Sam 10:2
וַיֹּ֨אמֶר דָּוִ֜ד אֶעֱשֶׂה־ חֶ֣סֶד ׀ עִם־
2Sam 19:38
כִּמְהָ֔ם וַאֲנִי֙ אֶעֱשֶׂה־ לּ֔וֹ אֶת־
2Sam 19:38
תִּבְחַ֥ר עָלַ֖י אֶֽעֱשֶׂה־ לָּֽךְ׃
2Re 2:9
שְׁאַל֙ מָ֣ה אֶֽעֱשֶׂה־ לָּ֔ךְ בְּטֶ֖רֶם
2Re 4:2
אֱלִישָׁע֙ מָ֣ה אֶֽעֱשֶׂה־ לָּ֔ךְ הַגִּ֣ידִי
1Cron 19:2
וַיֹּ֨אמֶר דָּוִ֜יד אֶֽעֱשֶׂה־ חֶ֣סֶד
Prov. 24:29
לִ֭י כֵּ֤ן אֶֽעֱשֶׂה־ לּ֑וֹ אָשִׁ֖יב
Ez 35:14
הָאָ֔רֶץ שְׁמָמָ֖ה אֶעֱשֶׂה־ לָּֽךְ׃
Ez 35:15
שָׁמֵ֖מָה כֵּ֣ן אֶעֱשֶׂה־ לָּ֑ךְ שְׁמָמָ֨ה
Os 6:4
מָ֤ה אֶֽעֱשֶׂה־ לְּךָ֙ אֶפְרַ֔יִם
Os 6:4
אֶפְרַ֔יִם מָ֥ה אֶעֱשֶׂה־ לְּךָ֖ יְהוּדָ֑ה
Am 4:12
לָכֵ֕ן כֹּ֥ה אֶעֱשֶׂה־ לְּךָ֖ יִשְׂרָאֵ֑ל
Am 4:12
כִּֽי־ זֹ֣את אֶֽעֱשֶׂה־ לָּ֔ךְ הִכּ֥וֹן
Desidero segnalare il raffronto tra
Prov. 24:29:
לִ֭י כֵּ֤ן אֶֽעֱשֶׂה־ לּ֑וֹ אָשִׁ֖יב
e
Gn 2:18:
הָֽאָדָ֖ם לְבַדּ֑וֹ אֶֽעֱשֶׂהּ־ לּ֥וֹ עֵ֖זֶר
Dopo il maqqef abbiamo in tutti e due i casi lo (לּ֑וֹ) con il daghèsh e il metegh è sulla alef iniziale. Non sembra quindi che il maqqef e l’accentazione vi abbiano un ruolo.
Speriamo, Didier, che Noiman ci illumini.
Es 33:5
וְאֵדְעָ֖ה מָ֥ה אֶֽעֱשֶׂה־ לָּֽךְ׃
Lv 26:16
אַף־ אֲנִ֞י אֶֽעֱשֶׂה־ זֹּ֣את לָכֶ֗ם
Rut 3:11
אֲשֶׁר־ תֹּאמְרִ֖י אֶֽעֱשֶׂה־ לָּ֑ךְ כִּ֤י
2Sam 3:8
לִֽיהוּדָה֒ הַיּ֨וֹם אֶֽעֱשֶׂה־ חֶ֜סֶד עִם־
2Sam 3:9
כִּֽי־ כֵ֖ן אֶֽעֱשֶׂה־ לּֽוֹ׃
2Sam 10:2
וַיֹּ֨אמֶר דָּוִ֜ד אֶעֱשֶׂה־ חֶ֣סֶד ׀ עִם־
2Sam 19:38
כִּמְהָ֔ם וַאֲנִי֙ אֶעֱשֶׂה־ לּ֔וֹ אֶת־
2Sam 19:38
תִּבְחַ֥ר עָלַ֖י אֶֽעֱשֶׂה־ לָּֽךְ׃
2Re 2:9
שְׁאַל֙ מָ֣ה אֶֽעֱשֶׂה־ לָּ֔ךְ בְּטֶ֖רֶם
2Re 4:2
אֱלִישָׁע֙ מָ֣ה אֶֽעֱשֶׂה־ לָּ֔ךְ הַגִּ֣ידִי
1Cron 19:2
וַיֹּ֨אמֶר דָּוִ֜יד אֶֽעֱשֶׂה־ חֶ֣סֶד
Prov. 24:29
לִ֭י כֵּ֤ן אֶֽעֱשֶׂה־ לּ֑וֹ אָשִׁ֖יב
Ez 35:14
הָאָ֔רֶץ שְׁמָמָ֖ה אֶעֱשֶׂה־ לָּֽךְ׃
Ez 35:15
שָׁמֵ֖מָה כֵּ֣ן אֶעֱשֶׂה־ לָּ֑ךְ שְׁמָמָ֨ה
Os 6:4
מָ֤ה אֶֽעֱשֶׂה־ לְּךָ֙ אֶפְרַ֔יִם
Os 6:4
אֶפְרַ֔יִם מָ֥ה אֶעֱשֶׂה־ לְּךָ֖ יְהוּדָ֑ה
Am 4:12
לָכֵ֕ן כֹּ֥ה אֶעֱשֶׂה־ לְּךָ֖ יִשְׂרָאֵ֑ל
Am 4:12
כִּֽי־ זֹ֣את אֶֽעֱשֶׂה־ לָּ֔ךְ הִכּ֥וֹן
Desidero segnalare il raffronto tra
Prov. 24:29:
לִ֭י כֵּ֤ן אֶֽעֱשֶׂה־ לּ֑וֹ אָשִׁ֖יב
e
Gn 2:18:
הָֽאָדָ֖ם לְבַדּ֑וֹ אֶֽעֱשֶׂהּ־ לּ֥וֹ עֵ֖זֶר
Dopo il maqqef abbiamo in tutti e due i casi lo (לּ֑וֹ) con il daghèsh e il metegh è sulla alef iniziale. Non sembra quindi che il maqqef e l’accentazione vi abbiano un ruolo.
Speriamo, Didier, che Noiman ci illumini.
Re: Genesi 2, 18
La tua dimostrazione mi ha convinto.
Abraham Shmueloff, se ho sentito bene, non pronuncia la lettera he né raddoppia la lamed.
http://www.mechon-mamre.org/mp3/t0102.mp3" onclick="window.open(this.href);return false; ove il versetto 18 incomincia in 2:52.
Abraham Shmueloff, se ho sentito bene, non pronuncia la lettera he né raddoppia la lamed.
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