Genesi cap.18,1-15: il riso di Sara (studio biblico)
Inviato: martedì 22 dicembre 2015, 19:20
Genesi cap. 18, 1-15 : il riso di Sara (studio biblico)
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Post aggiunto da Sandro.48
Genesi cap. 18, 1-15 : il riso di Sara
Il problema esegetico principale riguarda l'identità del visitatore. Nella scena iniziale (vv. 2 - 8 ) e in quella
del commiato (v. 16) sono " tre uomini". Ma nel versetto 1 e nella scena dei versetti 9-11 è
il " SIGNORE". Non è necessario tentare di armonizzare le due versioni, farle risalire a due diverse fonti
o ravvisarvi un preannuncio della Trinità cristiana. La storia descrive semplicemente un'esperienza di
rivelazione.
il racconto si suddivide in due parti:
1. Nella prima il protagonista è Abramo (vv. 1-8), che domina la scena con una serie di verbi attivi.
Si crea un'atmosfera di concitazione (vv. 6-7). Abramo si mostra estremamente deferente.
2. Nella seconda parte (vv. 9-15) l'iniziativa è passata al /ai visitatore/i.
Ora Sandro prende in mano la Bibbia Ebraica della Marietti.che dice:
1. Poi il Signore apparve a lui (= Abramo) alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all'ingresso della
tenda, alla calura del giorno. Così commenta la Bibbia Ebraica:
"il Signore apparve a lui" : per visitare il malato: era il terzo giorno dopo la sua circoncisione, e il Santo,
benedetto Egli sia, venne ad informarsi sullo stato della sua salute.
" Alle Querce di Mamre " - Mamre era colui che aveva ben consigliato Abramo riguardo alla
circoncisione; perciò Dio di rivelò ad Abramo nel suo territorio.
"Egli sedeva". In ebraico il termine è scritto "sedette". Abramo, infatti, voleva alzarsi in piedi, ma il Santo,
benedetto Egli sia, gli disse :" Rimani seduto, mentre io starò in piedi ! Tu sei un segno per i tuoi figli,
che Io , in futuro, starò in piedi nell'assemblea dei giudici, mentre essi rimarranno seduti; come sta
scritto : "Dio sta in piedi nell'assemblea dei giudici = Salmo 82,1"
"All'ingresso della tenda" - Per vedere se passavano dei viandanti e per invitarli a entrare nella sua casa
"Alla calura del giorno" - Il Santo, benedetto Egli sia, aveva fatto uscire il sole dalla sua custodia,
perchè Abramo non fosse affaticato dalla presenza di viandanti; quando però vide che Abramo era
addolorato del fatto che non venivano più dei viandanti, mandò a lui degli angeli in sembianze di
uomini.
Sandro lascia per ora da parte la Bibbia Ebraica e ritorna al commento in chiave non ebraica ma
cristologica.
Fulcro del racconto della seconda parte è l'annuncio della nascita di Isacco,(v. 10) il cui nome, tradotto
dall'ebraico è collegato al "ridere". di Abramo ? ma sicuramente di Sara. Abramo e soprattutto Sara,
non sono proposti qui come modelli di fede, ma come modelli di incredulità. La PROMESSA potente
di Dio trascende di gran lunga la loro capacità di accoglierla. Questo racconto mostra quanto sia
scandalosa e difficile la fede. La fede non è un atto ragionevole che rientri nei nostri normali schemi
esistenziali e percettivi.
La nostra interpretazione deve focalizzarsi sulla disarmante domanda del SIGNORE (v.14 ) : "Vi è
forse qualcosa che sia troppo difficile per il SIGNORE ?" Questa domanda intende confutare e mettere
a tacere le proteste di questa coppia che non sa più sperare. La confutazione non viene espressa in
forma di proposizione, asserzione, o proclamazione, ma di domanda. Il lieto annuncio (o la buona
novella) esige una decisione. E questa decisione non può venire dall'alto. Deve venire da Abramo e
Sara.
"Vi è forse qualcosa che sia troppo difficile per il SIGNORE ? " E' una domanda aperta, una domanda
che attende una risposta. E' la domanda che emerge ovunque nella Bibbia, la domanda fondamentale
a cui ognuno di noi deve rispondere, e la cui risposta determina ogni altra cosa.
Se alla domanda del Signore si risponde: " Si, alcune cose sono troppo difficili, impossibili per Dio",
allora Dio non è ancora confessato come tale. Abbiamo scelto di vivere in un universo chiuso, in cui
tutto è stabile, prevedibile, affidabile - e senza speranza.
Se alla domanda si risponde: " No, nulla è impossibile per Dio", questa risposta accetta la libertà di Dio
a tal punto che il proprio io e il mondo sono totalmente affidati a Dio, e a lui soltanto. Una risposta che
non va data alla leggera. Genesi 18 auspica che risponderemo affidandoci pienamente a questo Dio
di grazia, deponendo ogni nostra iniziativa per la nostra vita.
Fare l'impossibile ! Il lieto annuncio (o la buona novella) di questo testo trascende il nostro orizzonte di
riferimenti, infrange i parametri di ragione, saggezza, buon senso. mette in discussione l'epistemologia
tradizionale. E' la più aspra critica possibile alle nostre definizioni di realtà.
Molto dipende dalla risposta di Sara e di Abramo. E la loro risposta è negativa (vv. 12-15 ). "Allora
Sara negò, dicendo : *Non ho riso * ; perchè ebbe paura. Ma egli disse : * Invece hai riso ! * ". E
l'episodio si interrompe qui , irrisolto. Il riso di incredulità sembra respingere l'invito implicito nella
domanda.
Ma non tutto dipende dalla loro risposta. La decisione di Dio di inaugurare un futuro tramite un nuovo
erede non dipende dalla prontezza di Abramo e Sara nell'accettarla. Dio non muta i suoi piani, e li
porterà comunque a termine. Il racconto si conclude. Abramo e Sara dubitano ancora.
Ma la parola è stata proferita. Sara, Abramo e la comunità d'ascolto non potranno più vivere
ante-promessa: le loro vite sono state rivoluzionate dall'impatto di questa parola promissoria.
La Bibbia è una testimonianza "pienamente convinta che quanto egli ha promesso, è anche in grado
di compierlo ( Romani 4,21; cfr. Giosuè 21, 43-45) , che noi si sia pronti o meno.
Se in definitiva la testimonianza biblica è convinta della capacità di Dio di realizzare l'impossibile,
la domanda " Vi è forse qualcosa che sia troppo difficile per Dio ? " continua a circolare per tutta la
storia della discendenza di Abramo: il potere di Dio è limitato dalle nostre aspettative ?
Il mondo , in ultima analisi, può dire di no al creatore ?
L'interrogativo si ripropone agli Israeliti, oppressi dai filistei (Giudici 13, 18,25 ). e torna a riproporsi nell'
esilio. Davvero Dio abbandonerebbe il suo popolo ? (Geremia 32,27 ); e poi: davvero è in grado di
risuscitare il suo popolo dalla morte al "nuovo", dalla sterilità alla speranza (Geremia 32, 17 ) ?
PREZIOSI RIMANDI AL NUOVO TESTAMENTO
Nel Nuovo Testamento lo stesso interrogativo viene posto riguardo a Elisabetta (Luca 1, 18.37).
E Maria viene presentata come colei, che a differenza di Sara e di Zaccaria, non dubitò (Luca 1,38).
Lei sì è un modello per la fede della comunità, perchè "ha creduto che quanto le è stato detto da
parte del Signore avrà compimento (Luca 1,45 ) e poi da qui sgorga il "MAGNIFICAT" (LUCA 1,46-56).
Maria rappresenta un paradosso scientifico. Come Sara del resto che concepisce a 90 anni, essendo
cessate in lei le mestruazioni. Maria addirittura concepisce senza seme maschile ? [Ma voi ci credete?]
Chi è il misterioso donatore di sperma di Maria?
O forse Gesù è nato per *partenogenesi* ? come le farfalle !
C'è chi dice che Maria sia stata messa incinta da un soldato romano. (l'inverso di Agar).
Usciamo dalla scienza e torniamo alla religione: l'oppio dei popoli.
Mi piace l'oppio: se mi ammalo di tumore, gli oppiacei mi toglieranno il dolore.
L'oppio , se usato bene, è una preziosa pianta medicinale, che può fare solo del bene.!
(Mentre se usato male produce i drogati).
Ma l'interrogativo non si limita certo all'impossibilità di concepire. Si estende all'impossibilità del
discepolato, della fede. Ogni credente, ogni comunità sa bene quanto debole sia la nostra fede
e quanto profonda la resistenza che opponiamo all'evangelo. "Agli uomini è impossibile, ma non a Dio;
perchè ogni cosa è possibile a Dio" (Marco 10:27 ).
Gesù esorta i suoi seguaci ad abbracciare con lui quella fede radicale, e "niente vi sarà
impossibile" (Matteo 17, 20).
La pastora Dorothee Mack ci ha proposto la lettura e la meditazione dell'epilettico condotto da suo
padre a Gesù, dove il padre dice a Gesù che i suoi discepoli non sono riusciti a guarirlo e questo padre
chiede a Gesù: "ma tu, se puoi, ...abbi pietà di noi e aiutaci" . E Gesù: "Dici : *se puoi ! * Ogni cosa è
possibile per chi crede". E il padre del bambino epilettico risponde :
VIENI IN AIUTO ALLA MIA INCREDULITA' (Marco 9: 17-27 ) E Gesù risponde, dopo avere
guarito il bimbo epilettico che l'unico modo attraverso cui è riuscito a guarirlo E' LA PREGHIERA
(Marco 9, 29) !
L'INTERPRETAZIONE proposta può prestarsi a un FRAINTENDIMENTO: che la fede renda possibile
tutto ciò che si desidera. Ma non tutto è stato promesso. L'ambito del possibile è caratterizzato solo
da ciò che rientra nella promessa di Dio. Solo ciò che corrisponde ai suoi benevoli disegni, cioè,
è possibile. Egli ha promesso un futuro in una nuova comunità, non indiscriminatamente tutto ciò che
desideriamo.
L'interrogativo si ripropone a Gesù stesso al Getsemani. Qui anch'egli si pone la domanda
di Genesi 18,14 :"Vi è forse qualcosa che è troppo difficile per il SIGNORE ?", pregando: "Padre !
Ogni cosa ti è possibile" " Allontana da me questo calice (di dolore) ! Però, non quello che io voglio,
ma quello che tu vuoi" (Marco 14,36 ). Tutto è possibile a Dio - tranne una cosa -. La sola cosa
impossibile è allontanare il calice. Ciò che Dio non vuole ( o non può ? ) fare è eludere la realtà
della sofferenza, del dolore, della croce.
ANTICO TESTAMENTO
Dunque i visitatori se ne vanno ( Gen 18,16) senza che l'interrogativo abbia avuto una risposta.
La fede è scandalo. La PROMESSA va al di là di ogni evidenza. l' "impossibilità-possibilità" di Dio
ha un effetto formidabile, sul nostro futuro.
Per Abramo e Sara non esiste un itinerario semplice, rettilineo e indolore per giungere a ottenere
un erede. E quando giungeremo allo strazio di Genesi 22 vedremo che la "impossibilità " di Dio
concessa per grazia = Isacco, non è una possibilità esente da dolore e angoscia.
Questi tre episodi (Genesi 16,1-16; Genesi 17,1-27; Genesi 18,1-15) servono ad accrescere
l'incertezza della PROMESSA formulata in GENESI 15,4. La promessa è stata fatta.
Nuovo Testamento
Ma la comunità è chiamata ad una lunga attesa (cfr. Marco 14, 37-42 ).
Oso terminare questo raccordo col NT con questa frase che tocca il mio cuore: (anche se è un
off topic con Abramo e Sara ):
"Ciò che fa soffrire di più Gesù è soprattutto
il vedere anime a Lui consacrate
dare ad altri un cuore che
appartiene assolutamente a Lui. ( S.
Teresa di G. B. )
Opzioni▼
Post aggiunto da Sandro.48
Genesi cap. 18, 1-15 : il riso di Sara
Il problema esegetico principale riguarda l'identità del visitatore. Nella scena iniziale (vv. 2 - 8 ) e in quella
del commiato (v. 16) sono " tre uomini". Ma nel versetto 1 e nella scena dei versetti 9-11 è
il " SIGNORE". Non è necessario tentare di armonizzare le due versioni, farle risalire a due diverse fonti
o ravvisarvi un preannuncio della Trinità cristiana. La storia descrive semplicemente un'esperienza di
rivelazione.
il racconto si suddivide in due parti:
1. Nella prima il protagonista è Abramo (vv. 1-8), che domina la scena con una serie di verbi attivi.
Si crea un'atmosfera di concitazione (vv. 6-7). Abramo si mostra estremamente deferente.
2. Nella seconda parte (vv. 9-15) l'iniziativa è passata al /ai visitatore/i.
Ora Sandro prende in mano la Bibbia Ebraica della Marietti.che dice:
1. Poi il Signore apparve a lui (= Abramo) alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all'ingresso della
tenda, alla calura del giorno. Così commenta la Bibbia Ebraica:
"il Signore apparve a lui" : per visitare il malato: era il terzo giorno dopo la sua circoncisione, e il Santo,
benedetto Egli sia, venne ad informarsi sullo stato della sua salute.
" Alle Querce di Mamre " - Mamre era colui che aveva ben consigliato Abramo riguardo alla
circoncisione; perciò Dio di rivelò ad Abramo nel suo territorio.
"Egli sedeva". In ebraico il termine è scritto "sedette". Abramo, infatti, voleva alzarsi in piedi, ma il Santo,
benedetto Egli sia, gli disse :" Rimani seduto, mentre io starò in piedi ! Tu sei un segno per i tuoi figli,
che Io , in futuro, starò in piedi nell'assemblea dei giudici, mentre essi rimarranno seduti; come sta
scritto : "Dio sta in piedi nell'assemblea dei giudici = Salmo 82,1"
"All'ingresso della tenda" - Per vedere se passavano dei viandanti e per invitarli a entrare nella sua casa
"Alla calura del giorno" - Il Santo, benedetto Egli sia, aveva fatto uscire il sole dalla sua custodia,
perchè Abramo non fosse affaticato dalla presenza di viandanti; quando però vide che Abramo era
addolorato del fatto che non venivano più dei viandanti, mandò a lui degli angeli in sembianze di
uomini.
Sandro lascia per ora da parte la Bibbia Ebraica e ritorna al commento in chiave non ebraica ma
cristologica.
Fulcro del racconto della seconda parte è l'annuncio della nascita di Isacco,(v. 10) il cui nome, tradotto
dall'ebraico è collegato al "ridere". di Abramo ? ma sicuramente di Sara. Abramo e soprattutto Sara,
non sono proposti qui come modelli di fede, ma come modelli di incredulità. La PROMESSA potente
di Dio trascende di gran lunga la loro capacità di accoglierla. Questo racconto mostra quanto sia
scandalosa e difficile la fede. La fede non è un atto ragionevole che rientri nei nostri normali schemi
esistenziali e percettivi.
La nostra interpretazione deve focalizzarsi sulla disarmante domanda del SIGNORE (v.14 ) : "Vi è
forse qualcosa che sia troppo difficile per il SIGNORE ?" Questa domanda intende confutare e mettere
a tacere le proteste di questa coppia che non sa più sperare. La confutazione non viene espressa in
forma di proposizione, asserzione, o proclamazione, ma di domanda. Il lieto annuncio (o la buona
novella) esige una decisione. E questa decisione non può venire dall'alto. Deve venire da Abramo e
Sara.
"Vi è forse qualcosa che sia troppo difficile per il SIGNORE ? " E' una domanda aperta, una domanda
che attende una risposta. E' la domanda che emerge ovunque nella Bibbia, la domanda fondamentale
a cui ognuno di noi deve rispondere, e la cui risposta determina ogni altra cosa.
Se alla domanda del Signore si risponde: " Si, alcune cose sono troppo difficili, impossibili per Dio",
allora Dio non è ancora confessato come tale. Abbiamo scelto di vivere in un universo chiuso, in cui
tutto è stabile, prevedibile, affidabile - e senza speranza.
Se alla domanda si risponde: " No, nulla è impossibile per Dio", questa risposta accetta la libertà di Dio
a tal punto che il proprio io e il mondo sono totalmente affidati a Dio, e a lui soltanto. Una risposta che
non va data alla leggera. Genesi 18 auspica che risponderemo affidandoci pienamente a questo Dio
di grazia, deponendo ogni nostra iniziativa per la nostra vita.
Fare l'impossibile ! Il lieto annuncio (o la buona novella) di questo testo trascende il nostro orizzonte di
riferimenti, infrange i parametri di ragione, saggezza, buon senso. mette in discussione l'epistemologia
tradizionale. E' la più aspra critica possibile alle nostre definizioni di realtà.
Molto dipende dalla risposta di Sara e di Abramo. E la loro risposta è negativa (vv. 12-15 ). "Allora
Sara negò, dicendo : *Non ho riso * ; perchè ebbe paura. Ma egli disse : * Invece hai riso ! * ". E
l'episodio si interrompe qui , irrisolto. Il riso di incredulità sembra respingere l'invito implicito nella
domanda.
Ma non tutto dipende dalla loro risposta. La decisione di Dio di inaugurare un futuro tramite un nuovo
erede non dipende dalla prontezza di Abramo e Sara nell'accettarla. Dio non muta i suoi piani, e li
porterà comunque a termine. Il racconto si conclude. Abramo e Sara dubitano ancora.
Ma la parola è stata proferita. Sara, Abramo e la comunità d'ascolto non potranno più vivere
ante-promessa: le loro vite sono state rivoluzionate dall'impatto di questa parola promissoria.
La Bibbia è una testimonianza "pienamente convinta che quanto egli ha promesso, è anche in grado
di compierlo ( Romani 4,21; cfr. Giosuè 21, 43-45) , che noi si sia pronti o meno.
Se in definitiva la testimonianza biblica è convinta della capacità di Dio di realizzare l'impossibile,
la domanda " Vi è forse qualcosa che sia troppo difficile per Dio ? " continua a circolare per tutta la
storia della discendenza di Abramo: il potere di Dio è limitato dalle nostre aspettative ?
Il mondo , in ultima analisi, può dire di no al creatore ?
L'interrogativo si ripropone agli Israeliti, oppressi dai filistei (Giudici 13, 18,25 ). e torna a riproporsi nell'
esilio. Davvero Dio abbandonerebbe il suo popolo ? (Geremia 32,27 ); e poi: davvero è in grado di
risuscitare il suo popolo dalla morte al "nuovo", dalla sterilità alla speranza (Geremia 32, 17 ) ?
PREZIOSI RIMANDI AL NUOVO TESTAMENTO
Nel Nuovo Testamento lo stesso interrogativo viene posto riguardo a Elisabetta (Luca 1, 18.37).
E Maria viene presentata come colei, che a differenza di Sara e di Zaccaria, non dubitò (Luca 1,38).
Lei sì è un modello per la fede della comunità, perchè "ha creduto che quanto le è stato detto da
parte del Signore avrà compimento (Luca 1,45 ) e poi da qui sgorga il "MAGNIFICAT" (LUCA 1,46-56).
Maria rappresenta un paradosso scientifico. Come Sara del resto che concepisce a 90 anni, essendo
cessate in lei le mestruazioni. Maria addirittura concepisce senza seme maschile ? [Ma voi ci credete?]
Chi è il misterioso donatore di sperma di Maria?
O forse Gesù è nato per *partenogenesi* ? come le farfalle !
C'è chi dice che Maria sia stata messa incinta da un soldato romano. (l'inverso di Agar).
Usciamo dalla scienza e torniamo alla religione: l'oppio dei popoli.
Mi piace l'oppio: se mi ammalo di tumore, gli oppiacei mi toglieranno il dolore.
L'oppio , se usato bene, è una preziosa pianta medicinale, che può fare solo del bene.!
(Mentre se usato male produce i drogati).
Ma l'interrogativo non si limita certo all'impossibilità di concepire. Si estende all'impossibilità del
discepolato, della fede. Ogni credente, ogni comunità sa bene quanto debole sia la nostra fede
e quanto profonda la resistenza che opponiamo all'evangelo. "Agli uomini è impossibile, ma non a Dio;
perchè ogni cosa è possibile a Dio" (Marco 10:27 ).
Gesù esorta i suoi seguaci ad abbracciare con lui quella fede radicale, e "niente vi sarà
impossibile" (Matteo 17, 20).
La pastora Dorothee Mack ci ha proposto la lettura e la meditazione dell'epilettico condotto da suo
padre a Gesù, dove il padre dice a Gesù che i suoi discepoli non sono riusciti a guarirlo e questo padre
chiede a Gesù: "ma tu, se puoi, ...abbi pietà di noi e aiutaci" . E Gesù: "Dici : *se puoi ! * Ogni cosa è
possibile per chi crede". E il padre del bambino epilettico risponde :
VIENI IN AIUTO ALLA MIA INCREDULITA' (Marco 9: 17-27 ) E Gesù risponde, dopo avere
guarito il bimbo epilettico che l'unico modo attraverso cui è riuscito a guarirlo E' LA PREGHIERA
(Marco 9, 29) !
L'INTERPRETAZIONE proposta può prestarsi a un FRAINTENDIMENTO: che la fede renda possibile
tutto ciò che si desidera. Ma non tutto è stato promesso. L'ambito del possibile è caratterizzato solo
da ciò che rientra nella promessa di Dio. Solo ciò che corrisponde ai suoi benevoli disegni, cioè,
è possibile. Egli ha promesso un futuro in una nuova comunità, non indiscriminatamente tutto ciò che
desideriamo.
L'interrogativo si ripropone a Gesù stesso al Getsemani. Qui anch'egli si pone la domanda
di Genesi 18,14 :"Vi è forse qualcosa che è troppo difficile per il SIGNORE ?", pregando: "Padre !
Ogni cosa ti è possibile" " Allontana da me questo calice (di dolore) ! Però, non quello che io voglio,
ma quello che tu vuoi" (Marco 14,36 ). Tutto è possibile a Dio - tranne una cosa -. La sola cosa
impossibile è allontanare il calice. Ciò che Dio non vuole ( o non può ? ) fare è eludere la realtà
della sofferenza, del dolore, della croce.
ANTICO TESTAMENTO
Dunque i visitatori se ne vanno ( Gen 18,16) senza che l'interrogativo abbia avuto una risposta.
La fede è scandalo. La PROMESSA va al di là di ogni evidenza. l' "impossibilità-possibilità" di Dio
ha un effetto formidabile, sul nostro futuro.
Per Abramo e Sara non esiste un itinerario semplice, rettilineo e indolore per giungere a ottenere
un erede. E quando giungeremo allo strazio di Genesi 22 vedremo che la "impossibilità " di Dio
concessa per grazia = Isacco, non è una possibilità esente da dolore e angoscia.
Questi tre episodi (Genesi 16,1-16; Genesi 17,1-27; Genesi 18,1-15) servono ad accrescere
l'incertezza della PROMESSA formulata in GENESI 15,4. La promessa è stata fatta.
Nuovo Testamento
Ma la comunità è chiamata ad una lunga attesa (cfr. Marco 14, 37-42 ).
Oso terminare questo raccordo col NT con questa frase che tocca il mio cuore: (anche se è un
off topic con Abramo e Sara ):
"Ciò che fa soffrire di più Gesù è soprattutto
il vedere anime a Lui consacrate
dare ad altri un cuore che
appartiene assolutamente a Lui. ( S.
Teresa di G. B. )