Genesi cap.18,1-15: il riso di Sara (studio biblico)

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Sandro.48
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Genesi cap.18,1-15: il riso di Sara (studio biblico)

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Genesi cap. 18, 1-15 : il riso di Sara (studio biblico)
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Genesi cap. 18, 1-15 : il riso di Sara


Il problema esegetico principale riguarda l'identità del visitatore. Nella scena iniziale (vv. 2 - 8 ) e in quella

del commiato (v. 16) sono " tre uomini". Ma nel versetto 1 e nella scena dei versetti 9-11 è

il " SIGNORE". Non è necessario tentare di armonizzare le due versioni, farle risalire a due diverse fonti

o ravvisarvi un preannuncio della Trinità cristiana. La storia descrive semplicemente un'esperienza di

rivelazione.

il racconto si suddivide in due parti:



1. Nella prima il protagonista è Abramo (vv. 1-8), che domina la scena con una serie di verbi attivi.

Si crea un'atmosfera di concitazione (vv. 6-7). Abramo si mostra estremamente deferente.



2. Nella seconda parte (vv. 9-15) l'iniziativa è passata al /ai visitatore/i.



Ora Sandro prende in mano la Bibbia Ebraica della Marietti.che dice:

1. Poi il Signore apparve a lui (= Abramo) alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all'ingresso della

tenda, alla calura del giorno. Così commenta la Bibbia Ebraica:

"il Signore apparve a lui" : per visitare il malato: era il terzo giorno dopo la sua circoncisione, e il Santo,

benedetto Egli sia, venne ad informarsi sullo stato della sua salute.

" Alle Querce di Mamre " - Mamre era colui che aveva ben consigliato Abramo riguardo alla

circoncisione; perciò Dio di rivelò ad Abramo nel suo territorio.

"Egli sedeva". In ebraico il termine è scritto "sedette". Abramo, infatti, voleva alzarsi in piedi, ma il Santo,

benedetto Egli sia, gli disse :" Rimani seduto, mentre io starò in piedi ! Tu sei un segno per i tuoi figli,

che Io , in futuro, starò in piedi nell'assemblea dei giudici, mentre essi rimarranno seduti; come sta

scritto : "Dio sta in piedi nell'assemblea dei giudici = Salmo 82,1"

"All'ingresso della tenda" - Per vedere se passavano dei viandanti e per invitarli a entrare nella sua casa

"Alla calura del giorno" - Il Santo, benedetto Egli sia, aveva fatto uscire il sole dalla sua custodia,

perchè Abramo non fosse affaticato dalla presenza di viandanti; quando però vide che Abramo era

addolorato del fatto che non venivano più dei viandanti, mandò a lui degli angeli in sembianze di

uomini.

Sandro lascia per ora da parte la Bibbia Ebraica e ritorna al commento in chiave non ebraica ma

cristologica.

Fulcro del racconto della seconda parte è l'annuncio della nascita di Isacco,(v. 10) il cui nome, tradotto

dall'ebraico è collegato al "ridere". di Abramo ? ma sicuramente di Sara. Abramo e soprattutto Sara,

non sono proposti qui come modelli di fede, ma come modelli di incredulità. La PROMESSA potente

di Dio trascende di gran lunga la loro capacità di accoglierla. Questo racconto mostra quanto sia

scandalosa e difficile la fede. La fede non è un atto ragionevole che rientri nei nostri normali schemi

esistenziali e percettivi.

La nostra interpretazione deve focalizzarsi sulla disarmante domanda del SIGNORE (v.14 ) : "Vi è

forse qualcosa che sia troppo difficile per il SIGNORE ?" Questa domanda intende confutare e mettere

a tacere le proteste di questa coppia che non sa più sperare. La confutazione non viene espressa in

forma di proposizione, asserzione, o proclamazione, ma di domanda. Il lieto annuncio (o la buona

novella) esige una decisione. E questa decisione non può venire dall'alto. Deve venire da Abramo e

Sara.

"Vi è forse qualcosa che sia troppo difficile per il SIGNORE ? " E' una domanda aperta, una domanda

che attende una risposta. E' la domanda che emerge ovunque nella Bibbia, la domanda fondamentale

a cui ognuno di noi deve rispondere, e la cui risposta determina ogni altra cosa.

Se alla domanda del Signore si risponde: " Si, alcune cose sono troppo difficili, impossibili per Dio",

allora Dio non è ancora confessato come tale. Abbiamo scelto di vivere in un universo chiuso, in cui

tutto è stabile, prevedibile, affidabile - e senza speranza.

Se alla domanda si risponde: " No, nulla è impossibile per Dio", questa risposta accetta la libertà di Dio

a tal punto che il proprio io e il mondo sono totalmente affidati a Dio, e a lui soltanto. Una risposta che

non va data alla leggera. Genesi 18 auspica che risponderemo affidandoci pienamente a questo Dio

di grazia, deponendo ogni nostra iniziativa per la nostra vita.

Fare l'impossibile ! Il lieto annuncio (o la buona novella) di questo testo trascende il nostro orizzonte di

riferimenti, infrange i parametri di ragione, saggezza, buon senso. mette in discussione l'epistemologia

tradizionale. E' la più aspra critica possibile alle nostre definizioni di realtà.

Molto dipende dalla risposta di Sara e di Abramo. E la loro risposta è negativa (vv. 12-15 ). "Allora

Sara negò, dicendo : *Non ho riso * ; perchè ebbe paura. Ma egli disse : * Invece hai riso ! * ". E

l'episodio si interrompe qui , irrisolto. Il riso di incredulità sembra respingere l'invito implicito nella

domanda.

Ma non tutto dipende dalla loro risposta. La decisione di Dio di inaugurare un futuro tramite un nuovo

erede non dipende dalla prontezza di Abramo e Sara nell'accettarla. Dio non muta i suoi piani, e li

porterà comunque a termine. Il racconto si conclude. Abramo e Sara dubitano ancora.

Ma la parola è stata proferita. Sara, Abramo e la comunità d'ascolto non potranno più vivere

ante-promessa: le loro vite sono state rivoluzionate dall'impatto di questa parola promissoria.

La Bibbia è una testimonianza "pienamente convinta che quanto egli ha promesso, è anche in grado

di compierlo ( Romani 4,21; cfr. Giosuè 21, 43-45) , che noi si sia pronti o meno.

Se in definitiva la testimonianza biblica è convinta della capacità di Dio di realizzare l'impossibile,

la domanda " Vi è forse qualcosa che sia troppo difficile per Dio ? " continua a circolare per tutta la

storia della discendenza di Abramo: il potere di Dio è limitato dalle nostre aspettative ?

Il mondo , in ultima analisi, può dire di no al creatore ?

L'interrogativo si ripropone agli Israeliti, oppressi dai filistei (Giudici 13, 18,25 ). e torna a riproporsi nell'

esilio. Davvero Dio abbandonerebbe il suo popolo ? (Geremia 32,27 ); e poi: davvero è in grado di

risuscitare il suo popolo dalla morte al "nuovo", dalla sterilità alla speranza (Geremia 32, 17 ) ?



PREZIOSI RIMANDI AL NUOVO TESTAMENTO

Nel Nuovo Testamento lo stesso interrogativo viene posto riguardo a Elisabetta (Luca 1, 18.37).

E Maria viene presentata come colei, che a differenza di Sara e di Zaccaria, non dubitò (Luca 1,38).

Lei sì è un modello per la fede della comunità, perchè "ha creduto che quanto le è stato detto da

parte del Signore avrà compimento (Luca 1,45 ) e poi da qui sgorga il "MAGNIFICAT" (LUCA 1,46-56).



Maria rappresenta un paradosso scientifico. Come Sara del resto che concepisce a 90 anni, essendo

cessate in lei le mestruazioni. Maria addirittura concepisce senza seme maschile ? [Ma voi ci credete?]

Chi è il misterioso donatore di sperma di Maria?

O forse Gesù è nato per *partenogenesi* ? come le farfalle !

C'è chi dice che Maria sia stata messa incinta da un soldato romano. (l'inverso di Agar).

Usciamo dalla scienza e torniamo alla religione: l'oppio dei popoli.

Mi piace l'oppio: se mi ammalo di tumore, gli oppiacei mi toglieranno il dolore.

L'oppio , se usato bene, è una preziosa pianta medicinale, che può fare solo del bene.!

(Mentre se usato male produce i drogati).



Ma l'interrogativo non si limita certo all'impossibilità di concepire. Si estende all'impossibilità del

discepolato, della fede. Ogni credente, ogni comunità sa bene quanto debole sia la nostra fede

e quanto profonda la resistenza che opponiamo all'evangelo. "Agli uomini è impossibile, ma non a Dio;

perchè ogni cosa è possibile a Dio" (Marco 10:27 ).

Gesù esorta i suoi seguaci ad abbracciare con lui quella fede radicale, e "niente vi sarà

impossibile" (Matteo 17, 20).

La pastora Dorothee Mack ci ha proposto la lettura e la meditazione dell'epilettico condotto da suo

padre a Gesù, dove il padre dice a Gesù che i suoi discepoli non sono riusciti a guarirlo e questo padre

chiede a Gesù: "ma tu, se puoi, ...abbi pietà di noi e aiutaci" . E Gesù: "Dici : *se puoi ! * Ogni cosa è

possibile per chi crede". E il padre del bambino epilettico risponde :

VIENI IN AIUTO ALLA MIA INCREDULITA' (Marco 9: 17-27 ) E Gesù risponde, dopo avere

guarito il bimbo epilettico che l'unico modo attraverso cui è riuscito a guarirlo E' LA PREGHIERA

(Marco 9, 29) !



L'INTERPRETAZIONE proposta può prestarsi a un FRAINTENDIMENTO: che la fede renda possibile

tutto ciò che si desidera. Ma non tutto è stato promesso. L'ambito del possibile è caratterizzato solo

da ciò che rientra nella promessa di Dio. Solo ciò che corrisponde ai suoi benevoli disegni, cioè,

è possibile. Egli ha promesso un futuro in una nuova comunità, non indiscriminatamente tutto ciò che

desideriamo.

L'interrogativo si ripropone a Gesù stesso al Getsemani. Qui anch'egli si pone la domanda

di Genesi 18,14 :"Vi è forse qualcosa che è troppo difficile per il SIGNORE ?", pregando: "Padre !

Ogni cosa ti è possibile" " Allontana da me questo calice (di dolore) ! Però, non quello che io voglio,

ma quello che tu vuoi" (Marco 14,36 ). Tutto è possibile a Dio - tranne una cosa -. La sola cosa

impossibile è allontanare il calice. Ciò che Dio non vuole ( o non può ? ) fare è eludere la realtà

della sofferenza, del dolore, della croce.



ANTICO TESTAMENTO

Dunque i visitatori se ne vanno ( Gen 18,16) senza che l'interrogativo abbia avuto una risposta.

La fede è scandalo. La PROMESSA va al di là di ogni evidenza. l' "impossibilità-possibilità" di Dio

ha un effetto formidabile, sul nostro futuro.



Per Abramo e Sara non esiste un itinerario semplice, rettilineo e indolore per giungere a ottenere

un erede. E quando giungeremo allo strazio di Genesi 22 vedremo che la "impossibilità " di Dio

concessa per grazia = Isacco, non è una possibilità esente da dolore e angoscia.

Questi tre episodi (Genesi 16,1-16; Genesi 17,1-27; Genesi 18,1-15) servono ad accrescere

l'incertezza della PROMESSA formulata in GENESI 15,4. La promessa è stata fatta.



Nuovo Testamento

Ma la comunità è chiamata ad una lunga attesa (cfr. Marco 14, 37-42 ).



Oso terminare questo raccordo col NT con questa frase che tocca il mio cuore: (anche se è un

off topic con Abramo e Sara ):

"Ciò che fa soffrire di più Gesù è soprattutto

il vedere anime a Lui consacrate

dare ad altri un cuore che

appartiene assolutamente a Lui. ( S.

Teresa di G. B. )
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Maryam Bat Hagar
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Re: Genesi cap.18,1-15: il riso di Sara (studio biblico)

Messaggio da Maryam Bat Hagar »

non so se a voi potrà interessare
ma riporto qui l'ottima analisi di Noiman sul tema della sterilità di Sara

Il libro di Gensesi Rabbà ci offre il suo commento:“E rise Sara nel suo intimo dicendo (fra sé). E’una delle cose che hanno cambiato per il re Tolomeo; e rise Sara fra i suoi parenti dicendo: “Dopo essere sfiorita avrò piacere […] Disse: La donna fin che partorisce i figli possiede begli ornamenti, ed io dopo essere sfiorita avrò ancora ornamenti?, come tu dici: “E ti adornerai con ornamenti (Ez. 16/11) . La donna finchè partorisce i figli ha i suoi periodi regolari, ed io dopo essere sfiorita avrò ancora periodi regolari ? M a mio marito è vecchio. Rabbi Jehudah dice: “Macina e non emette” Disse Rabbi Jehudah bar Shimon:” voi vi ritenete giovani? E stimate vecchi i vostri compagni, ma io sono vecchio per fare miracoli?(Bereshit Rabbà XLVIII, 17) Dunque il racconto che in questa parte della Torah procede spedito, quasi al limite dell’essenziale, ma è ha le caratteristiche di una visione, che è anticipatrice dei numerosi accadimenti che verranno.
In precedenza hai fatti raccontati ricordiamo che Avrahàm non avendo figli da Sarah genera un figlio con la schiava Hagar. Fu Sarah ha chiedere e quasi constringere Avrahàm ha compiere l’azione di generare un figlio tramite un’altra donna, il testo ci spiega pure che passarono 10 anni in cui esso visse in terra di Caanan e che quando Hagar partori Avrahàm aveva 86 anni. Bisogna anche osservare che la promessa fatta a Avrahàm che avrebbe avuto un figlio venne fatta solo dopo 13 anni dalla nascita del primogenito, quando egli aveva compiuto novantanove anni.
Nella stesso anno tutta la sua famiglia e il figlio Ismael furono circoincisi come adempimento al patto fatto con D-o.
Dopo un altro anno Sarah partori a 99 anni il suo primogenito Izchàk.
Due fratelli entrambi primogeniti, ma di madri diverse ma padre comune, le implicazioni di questa discendenza sono ancora oggi argomento attivi.
Diversi ma anche in qualche modo simili , unici anche nel loro nome assegnato loro prima della loro nascita, in modo profetico, Izchàk riceve il suo nome addirittura prima di essere concepito. Anche i loro nomi sono ispirati dal loro destino, Ismael deriva dalla radice “ascoltare” “D-o ascolta”, il destino di questo figlio fu e sarà di essere ascoltato da D-o, Izchàk invece trae il suo nome dalla radice ebraica “ridere”, perché Sarah quando ricevette da Dio la notizia che avrebbe avuto un figlio rise e la prese come una specie di scherzo, anche la storia di Izchàk è una specie di scherzo che assomiglia a una risata.
Entrambi i figli di Avrahàm vengono circoncisi, ma solo Izchàk gli viene fatta la milà a 8 giorni secondo l’adempimento del patto per ricevere la terra promessa.
Il destino di questa terra contesa è argomento attuale ancora oggi.
Tutti sappiamo che la discendenza dei due fratelli ha generato i due popoli, ebrei e cananiti, gli attuali arabi e palestinesi. La Torah anticipa questo status migliaia di anni prima è scritto riguardo Ismael:“ Egli sarà un uomo onagro, la sua mano sarà contro tutti e quella di tutti contro lui, abiterà di fronte a tutti i suoi fratelli” (genesi 16/12) Anche Izchàk riceve una benedizione, con la promessa che avrebbe avuto una terra in eredità ma che avrebbe dovuto lottare per averla e mantenerla. Le due profezie sono complementari e incrociano i destini dei due popoli.
Da Zohar Ha Kodescsh (shemot –Vaerà) :” Rabbi Iosìe e rabbì Chjà andavano per la strada. Disse Rabì Chjià: perché stai zitto? Ecco che la strada non è fatta altro che per le parole della Torah! Sospirò Rabbi Chjià e pianse.
Iniziò a dire “ e fù Sarà sterile, non aveva figlio”. Ohi a quel tempo in cui partorì Hagar Ismael e poi fu circoinciso Ismael ed entrato nel patto santo, prima che izchak venisse al mondo! Ohi a quel tempo in cui è venuto Ismael al mondo ed è stato circoinciso! Che cosa ha fatto il santo Benedetto egli Sia? Ha allontanato i figli di Ismael dall’attaccamento superiore e gli ha dato in basso nella Terra santa per merito della milà che è in loro. E sono destinati i figli di ismael a dominare la Terra santa molto tempo , quando questa sarà vuota dal tutto, così come la loro parte è vuota e non completa. E questi ostacoleranno i figli di Israele al loro posto, fino a che non si completerà il merito figli di Ismael.”. Il nome di Ismael deriva dalla radice del verbo לשמע “lismoa” “ ascoltare” perché il Signore colse il pianto del bambino e di Agar sua madre, la profezia assicura che anche la sua discendenza sarà ascoltata.
Le vicende personali dei due uomini si intrecciano fino dal primo momento della loro esistenza, soffrono, rischiano la vita , entrambi sono salvati da angeli che all’ultimo momento intervengono in loro favore, essi non riceveranno la benedizione di Avrahàm, forse per non benedire Ismael. La responsabilità di questo atto fondamentale viene invece delegata a D-o, ancora una volta assistiamo alla cessione di un diritto dovere che è fondamentale nel pensiero giudaico; Solo dopo la morte di Avrahàm sarà D-o che benedice Izchàk,:
ויהי אחרי מות אברהם ויברך אלהים את יצחק
E’ curioso che il D-o che a benedice Izchàk è “Elohim” e non è il D- o del tetragramma. Di Ismael sappiamo che muore a 137 anni , la sua discendenza si stabilì da Chavilà a Sciùr che è di fronte all’Egitto verso l’Assiria. Conclude il testo : “Cosi Ismael venne a stabilirsi di fronte a tutti suoi fratelli” (25/18)Izchàk invece riceve l’eredità di Avrahàm :” Avrahàm diede tutto quello che possedeva a Izchàk “, vengono nominate anche le discendenze di Avrahàm che ebbe da altre concubine , altri figli, ma ancora in vita egli ordinò che essi ricevessero dei doni ma si allontanassero da Izchàk destinandoli a oriente. Viene citata anche l’età di Avrahàm che mori a 175 anni. Dice il testo che morì vecchiezza avanzata, vecchio e soddisfatto e si riunì alla sua gente, queste parole sono uno dei pochissimi riferimenti della Torah sul mondo a venire.
il nostro nemico non è né l'ebreo né il cristiano
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Re: Genesi cap.18,1-15: il riso di Sara (studio biblico)

Messaggio da Gianni »

Grazie, Daniela. C'è sempre da imparare moltissimo dalle ottime analisi di Noiman.
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Maryam Bat Hagar
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Genesi cap.18,1-15: il riso di Sara (studio biblico)

Messaggio da Maryam Bat Hagar »

niente Gianni :-)
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