Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

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bgaluppi
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da bgaluppi »

Belle domande, Salcontis.

Pur essendo vero che non possiamo conoscere certe realtà trascendenti, perché la parola di Dio non ce lo consente completamente, possiamo però conoscere e capire ciò che la Scrittura ci dice. Credo che molte affermazioni nelle SG che riguardano satana e gli angeli debbano essere esaminate e comprese tenendo conto degli interlocutori di chi le fa e del contesto storico-culturale e testuale in cui vengono fatte. E non dobbiamo mai dimenticarci che quando Yeshùa parlava di satana, parlava in ebraico, dunque non diceva "Satana" chiamandolo per nome, ma "avversario".

Ci sono versetti che sembrano presentare satana come creatura reale, e altri che lo presentano come rappresentazione simbolica o comunque come sottoposto a Dio, non a Lui opposto:

“Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano” — Lc 22:31

Qui satana è ὁ σατανᾶς (ho satanàs, il testo originale non ha lettera maiuscola), dunque una traslitterazione del termine ebraico. È come se Yeshùa dicesse "hasatan", cioè "l'avversario", in perfetto stile veterotestamentario. Interessante è il fatto che qui l'avversario assume il ruolo che ha in Giobbe; ha chiesto di vagliare gli apostoli "come si vaglia il grano", ossia di metterli alla prova. A chi lo a chiesto? Naturalmente a Dio, a chi poteva chiederlo? Dunque, è Dio che gli permette di agire. Cosa sta dicendo Yeshùa a Simone e agli altri discepoli, in un linguaggio tipico e concreto, per loro perfettamente comprensibile? Sta dicendo loro che devono prepararsi ad affrontare situazioni in cui saranno messi alla prova. Oggi diremmo così, allora potevano dire "l'avversario vi vaglierà come si vaglia il grano". E Simone, ossia Pietro, pur messo in guardia da Yeshùa, cede all'accusatore, perché rinnega Yeshùa ben tre volte. Poi Yeshùa lo riabilita tre volte (Gv 21:15-19).
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Gianni
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Gianni »

Per complicare un po’ la discussione, riporto alcuni paragrafi da una mia lezione del corso su Yeshùa della Facoltà Biblica (la n. 39, intitolata Guarigioni di indemoniati da parte di Yeshùa):

I miracoli relativi agli indemoniati mostrano che Yeshùa distrugge l’impero di satana dove esso si presentava in modo più virulento agli occhi dei contemporanei, qualunque sia stato l’influsso reale di satana in queste malattie.

Il Vangelo che più insiste sugli indemoniati è quello di Marco, perché esso mette in risalto la lotta di Yeshùa contro satana. Siccome le malattie erano attribuite al demonio, i Vangeli usano un linguaggio relativo. Così, si parla di “un demone che era muto” (Lc 11:14) ossia un spirito che rendeva muto; oppure di “un indemoniato, cieco e muto” (Mt 12:22). In altri casi non si parla di malattie specifiche ma di possessioni diaboliche, curate da Yeshùa. - Mr 3:11.

Che valore ha per noi il brano [quello relativo all’indemoniato di Gadara (Gerasa), presente in Mr 5:1-10, Mt 8:28-34 e Lc 8:26-39]? Il brano tratta di un indemoniato, un pazzo, uno schizofrenico. Ci riguarda? In realtà tutti siamo sotto gli assalti satanici. Giacomo ci invita a resistere al diavolo: “Resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi” (Gc 4:7). Satana usa “insidie” (Ef 6:11) e ci gira attorno “come un leone ruggente cercando chi possa divorare” (1Pt 5:8). È contro il diavolo che occorre preparare le nostre armi, “avendo rivestito la corazza della fede e dell'amore e preso per elmo la speranza della salvezza” (1Ts 5:8): “Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate star saldi contro le insidie del diavolo; il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti. Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere. State dunque saldi: prendete la verità per cintura dei vostri fianchi; rivestitevi della corazza della giustizia; mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace; prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infocati del maligno. Prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio” (Ef 8:11-17). Si tratti pur di simboli quanto si vuole, ma sta di fatto che – pur essendo “normali” e non “pazzoidi” – tutti noi siamo in realtà sottomessi al malvagio: stampa, televisione, propaganda, interessi di classe o di famiglia, interessi nazionali o privati, cupidigia per il denaro, desideri di potere, desideri sessuali illeciti, desideri di affermazione. “Tutto il mondo giace sotto il potere del maligno”. - 1Gv 5:19.

I demòni. La Bibbia dapprima parla di satana come di un angelo al servizio di Dio, che secondo il permesso da lui ricevuto mette alla prova gli uomini (Gb 1 e 2). Con l’esilio babilonese si sviluppò molto il concetto dei demòni posti contro Dio e non più al suo servizio. Infatti, il dualismo parsista riconosceva una forza anti-divina (Ahriman o Angra maynu) servita da molti esseri demoniaci, i daeva. Nelle Scritture Greche sono presentati come potenze con intelligenza e volontà personali che dominano l’aria, vale a dire il cielo visibile all’uomo e inferiore a quello divino invisibile: “Io vedevo Satana cadere dal cielo come folgore” (Lc 10:18). Essi dominano gli uomini (possessione demoniaca), fanno propri i regni e i poteri civili mostrando così il loro dominio sul mondo. Le potenze mondane appartengono a satana che è disposto a donarle a Yeshùa qualora egli si ponga al suo servizio (Mt 4). La venuta di Yeshùa segna una vittoria su di loro: “Egli comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi, ed essi escono” (Lc 4:36), “Signore, anche i demòni ci sono sottoposti nel tuo nome” (Lc 10:17). Sul palo, morendo, Yeshùa trionfa su queste potenze del male:
“Ha spogliato i principati e le potenze,
ne ha fatto un pubblico spettacolo,
trionfando su di loro per mezzo della croce”. - Col 2:15.
Yeshùa aveva detto: “Ora avviene il giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo” (Gv 12:31). E Paolo dice: “Questa potente efficacia della sua forza egli [Dio] l'ha mostrata in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla propria destra nel cielo, al di sopra di ogni principato, autorità, potenza, signoria e di ogni altro nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello futuro” (Ef 1:20,21), “Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre”. - Flp 2:9-11.
La Bibbia non parla mai dell’origine dei demòni. Il precipitare di satana “come folgore” (Lc 10:18) e la caduta del “gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo” (Ap 12:9) si riferiscono, come appare dal contesto, alla sua sconfitta messianica e non a un primordiale peccato e castigo degli angeli. Fu solo una tradizione giudaica (poi accolta anche dai “cristiani” e dai musulmani) che attribuì l’origine del peccato angelico al fatto che Dio aveva rivelato la gloria a cui l’uomo (creatura inferiore agli angeli) sarebbe stato elevato quale immagine di Dio. Per gli angeli ribelli non vi è possibilità di salvezza, non tanto perché agiscono con piena libertà per libero volere senza tentazione dall’esterno (come accade invece per l’uomo), ma perché essi non si vogliono ravvedere. Solo gli origeniani (i seguaci di Origène) e altri teologi contemporanei sostengono – contrariamente alla Bibbia – la conversione finale dei demòni, satana compreso. Va detto che la dottrina teologica dei demòni poggia molto di più sulla tradizione che non sulla Scrittura (che ben poco ne parla, e senza nessun intento dottrinario). La prima formulazione dogmatica si ebbe nel 1215 con il Concilio Ecumenico Lateranense IV: “Si dichiara che il Diavolo e gli altri demòni sono stati creati da Dio naturalmente buoni, ma sono divenuti cattivi per propria colpa; l’uomo poi ha peccato per istigazione dei demòni” (Denz 237). Durante il Medio Evo si cercò di dare un apparato gerarchico agli angeli (secondo la concezione astronomica del tempo): l’uomo starebbe nel punto centrale e, andando in alto verso Dio, vi sarebbe una gerarchia di spiriti buoni: angeli, arcangeli, troni, principati, dominazioni, cherubini, serafini; sotto l’uomo, andando verso “Lucifero”, ci sarebbe tutta una gerarchia di spiriti maligni. È su tale concezione che poggia la Divina Commedia di Dante. Oggi non mancano gli studiosi che ritengono che satana sarebbe solo un espediente per spiegare la presenza del male.
Satana e i demòni esistono davvero? Sì. Occorre distinguere tra immagini bibliche e realtà. Quelle immagini descrivono la realtà. Solo una mente occidentale che non conosca il mondo della Bibbia può prendere come realtà le immagini descrittive. Ogni tanto occorre ripeterlo: ci sono due modi per capire la Scrittura: penderla letteralmente o prenderla sul serio. Oggi sappiamo che il serpente di Gn 3 ha connessione con le idee mesopotamiche e cananee, sappiamo che la “Lilit” di Is 34:14 riflette la dea babilonese delle tempeste e del deserto, sappiamo che “demonio” e “diavolo” sono appellativi di schietta tradizione greca. E allora? Gli scrittori sacri si esprimevano con i mezzi che avevano, compreso il linguaggio comune del loro tempo. In 2Pt 2:4 leggiamo: “Dio infatti non risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li inabissò, confinandoli in antri tenebrosi per esservi custoditi per il giudizio”; e in Gda 6: “Egli [Dio] ha pure custodito nelle tenebre e in catene eterne, per il gran giorno del giudizio, gli angeli che non conservarono la loro dignità e abbandonarono la loro dimora”. Le idee qui espresse da Pietro e da Giuda sono di chiara matrice apocrifa. Dove mai si legge nella Scrittura un riferimento a quanto detto da loro? Far riferimento ai nefilyìm di Gn 6 è una interpretazione moderna. Sia Pietro che Giuda si richiamano a tradizioni ebraiche conservate in libri che solo per noi oggi sono apocrifi (il canone delle Scritture Ebraiche fu stabilito nel 100 circa E. V., quando Pietro e Giuda erano ormai morti).
Attenzione però, insieme all’acqua sporca, a non buttar via anche il bambino. L’uso di quelle immagini o di quei concetti che la Bibbia usa sono solo l’involucro di oggettività sostanziali. Dentro c’è la verità. Quando Yeshùa ci mette in guardia contro l’influsso che il demonio può esercitare sul potere decisionale dell’essere umano, parlava di una realtà che lui stesso aveva subito durante le sue tentazioni nel deserto. Certo, satana non ha la coda e non va in giro con un forcone, ma è una realtà. Certo, forse il serpente che parla e che addita il frutto proibito è solo un’immagine presa in prestito dalle concezioni del tempo, ma Eva era una donna vera in carne ed ossa. Adamo visse davvero. La tentazione ci fu. Il tentatore anche. Sono tutte realtà storiche. Ovviamente occorre essere più cauti nell’attribuire tutto a satana, dato che lo stesso Giacomo dice che la tentazione proviene da noi stessi: “Ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce. Poi la concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce la morte” (Gc 1:14,15). Ma Giacomo non negava affatto l’esistenza di satana.
In fondo – se ben ci si pensa – la Bibbia con le sue espressioni ci vuole insegnare che il male non rientrava nel disegno originario di Dio. La Scrittura ci dice che nulla ostacola la signoria di Yeshùa il consacrato: egli ha vinto e vincerà tutti gli ostacoli e tutti i nemici, siano essi umani o extraumani che si oppongono alla sua sovranità e alla salvezza dell’uomo volute da Dio.

A quel tempo ogni genere di malattia o sciagura poteva essere attribuito direttamente a Dio o a satana.

Da ciò risulterebbe che gli indemoniati biblici sarebbero dei poveri malati mentali, definiti indemoniati per la mancanza di adeguate nozioni mediche e di una terminologia tecnica.

Per i particolari:
39. Guarigioni di indemoniati da parte di Yeshùa
http://www.biblistica.it/wordpress/wp-c ... C3%B9a.pdf" onclick="window.open(this.href);return false;
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Daminagor
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Daminagor »

Le idee qui espresse da Pietro e da Giuda sono di chiara matrice apocrifa.
Come fa qualcosa che è "canonico" ad essere di matrice apocrifa? Non è un paradosso nei confronti del concetto stesso di canone?
L’uso di quelle immagini o di quei concetti che la Bibbia usa sono solo l’involucro di oggettività sostanziali. Dentro c’è la verità.
Dentro c'è la verità in base a quali prove?
ma Eva era una donna vera in carne ed ossa. Adamo visse davvero. La tentazione ci fu. Il tentatore anche. Sono tutte realtà storiche.
Scusa Gianni, io sono ignorante, ma come fai a dire con certezza che la tentazione e il tentatore sono realtà storiche? Servono prove, comparazione, esiti di esami scientifici, reperti di sicura datazione.
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Gianni
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Gianni »

Hai ragione, Daminagor. Attendiamo lo studio di Antonio, senza mettergli fretta (la questione è davvero molto importante). Non ho problemi, nel caso, a modificare la lezione. :-)
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bgaluppi
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da bgaluppi »

Daminagor, Genesi parla di un serpente, ma quello non era un vero serpente; il serpente è un simbolo preso da culture preesistenti. Ma allora come mai Genesi, un libro canonico, contiene un elemento preso in prestito da culture estranee all'ebraismo? Ciò che conta non è l'immagine usata per veicolare un messaggio, ma il messaggio. Gli autori ispirati non erano ripetitori automatici di verità divina che usciva dalla loro bocca; per comunicare il messaggio ispirato, utilizzavano il linguaggio e i modi espressivi del loro tempo. Così, quando Pietro e Giuda fanno riferimento ad una tradizione diffusa e comunemente accettata nel loro tempo, lo fanno per veicolare un messaggio; ciò che dicono non va estrapolato, ma va inquadrato all'interno del contesto. Di cosa stanno parlando? Perché fanno uso di quella tradizione enochica? Qual'è il messaggio che intendono comunicare ai lettori? Il testo è ispirato non per le parole usate, ma perché il messaggio che contiene è ispirato.

Il fatto che la Scrittura presenti l'accusatore come una realtà, non fa dell'accusatore una cosa reale? Poco importa se sia un angelo (la Scrittura non lo dice), una semplice forza che emana da Dio (la Scrittura non lo dice) o una semplice rappresentazione simbolica di qualcosa che è dentro di noi (la Scrittura non lo dice). Satana esiste (percé la Scrittura dice che "esiste" e agisce). Nel corso delle varie epoche il satan assume volti e forme diverse, conformi alla cultura del tempo; ma il suo scopo e la sua funzione resta la stessa: accusare l'uomo davanti a Dio, sviarlo per metterlo alla prova. Egli, dunque, è reale. Discutere su cosa o chi sia esattamente, mi pare davvero una perdita di tempo, perché la Scrittura non dà elementi per poterlo capire con chiarezza. Sono gli uomini che, con le loro tradizioni, gli danno un'identità di un tipo o di un altro. Alla fine, ciò che conta veramente, non è tanto comprendere chi o cosa sia, ma cosa fa e perché lo fa.
Armageddon
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Armageddon »

Gli autori ispirati non erano ripetitori automatici di verità divina che usciva dalla loro bocca; per comunicare il messaggio ispirato, utilizzavano il linguaggio e i modi espressivi del loro tempo. Così, quando Pietro e Giuda fanno riferimento ad una tradizione diffusa e comunemente accettata nel loro tempo, lo fanno per veicolare un messaggio; ciò che dicono non va estrapolato, ma va inquadrato all'interno del contesto. Di cosa stanno parlando? Perché fanno uso di quella tradizione enochica? Qual'è il messaggio che intendono comunicare ai lettori? Il testo è ispirato non per le parole usate, ma perché il messaggio che contiene è ispirato.
Quindi abbiamo un libro che esprime dei messaggi con la mentalità di uomini ebraici che tuttavia usano le immagini di culture vicine pagane supportato da altri testi di cultura greca che usano a loro volta la tradizione enonicha.....ispirato?

Scusate ma queste per me sono palesemente prove di non ispirazione...un messaggio divinamente ispirato non dovrebbe essere di universale comprensione :-?? ?
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Daminagor
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Daminagor »

Satana esiste (percé la Scrittura dice che "esiste" e agisce)
Scusami Antonio, ma questa è fede nell'ispirazione divina della Bibbia. Se vogliamo fare davvero analisi del testo possiamo limitarci a dire che la Bibbia dice che satana esiste. Non che satana esiste per certo perchè lo dice la Bibbia.
Gli autori ispirati non erano ripetitori automatici di verità divina che usciva dalla loro bocca; per comunicare il messaggio ispirato, utilizzavano il linguaggio e i modi espressivi del loro tempo
Che fossero ispirati lo dice la Bibbia in maniera autoreferenziale. Nessuno ha prove dell'ispirazione divina. Io resterei su quello che si può provare.
Se il linguaggio e i modi espressivi del loro tempo comprendevano l'utilizzo di figure pagane o importate da altri culti, come si spiega che Dio lo permetta? Se ci fosse ispirazione divina, e se il Dio delle SE è lo stesso delle SG, non si giustifica perchè essi usassero dei personaggi folkloristici o rielaborazioni contaminate da miti pagani per veicolare il messaggio divino. E' un controsenso... Dio per la metà del tempo nella Bibbia non fa altro che ripetere quanto demoni, altre divinità, poteri mistici, ecc siano da evitare e poi "permette" agli agiografi di usare un linguaggio intriso di tali figure, perlopiù rielaborate in maniera diversa rispetto alle SE? :-??
Quindi abbiamo un libro che esprime dei messaggi con la mentalità di uomini ebraici che tuttavia usano le immagini di culture vicine pagane supportato da altri testi di cultura greca che usano a loro volta la tradizione enonicha.....ispirato?
Appunto.
Armageddon
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Armageddon »

.
E' un controsenso... Dio per la metà del tempo nella Bibbia non fa altro che ripetere quanto demoni, altre divinità, poteri mistici, ecc siano da evitare e poi "permette" agli agiografi di usare un linguaggio intriso di tali figure? :-?
Aggiungerei incomprensibili per i posteri a venire... #:-S
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bgaluppi
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da bgaluppi »

La prova dell'ispirazione è intrinseca al messaggio bibluco e alla storia del popolo di Israele. Il messaggio biblico, composto in epiche diverse su un arco temporale di 2000 anni, pur essendo stilisticamente differenziato per via dei diversi modi espressivi dei suoi autori, è perfettamente privo di contraddizioni. Non esiste nessun altro testo paragonabile a quello biblico.

Quindi, Dio avrebbe dovuto privare l'uomo della sua libertà espressiva e intellettuale e inculcargli in testa ciò che doveva ripetere come sotto dettatura? Per voi questo sarebbe stato piú accettabile?

Davvero non comprendo perché sia cosí difficile capire il concetto dell'ispirazione. Lo capí benissimo Plutarco, un pagano, e non riusciamo a comprenderlo noi dopo oltre 2000 anni?
Armageddon
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Armageddon »

Quindi, Dio avrebbe dovuto privare l'uomo della sua libertà espressiva e intellettuale e inculcargli in testa ciò che doveva ripetere come sotto dettatura? Per voi questo sarebbe stato piú accettabile?
Perché chi ha scritto non aveva comunque inculcato in testa qualcosa che per lui fosse un insegnamento divino?
A questo punto non vedo il problema nel far uscire da ciò che comunque scriveva un messaggio comprensibile ad ogni generazione..senza usare immagini o figure mistico/pagane!

Per me la circoncisione è una grande prova di opera umana..ma ognuno fa biblistica come meglio ritiene...per me storia,archeologia e scienze sociali sono punti fondamentali che purtroppo non tutti gli danno il peso che meritano!
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