Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

trizzi74
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da trizzi74 »

Ciao Gianni, vorrei chiederti qual è la tua interpretazione del versetto di Giovanni 8:44.
La parte iniziale la spieghi nel tuo studio dicendo: “Auspicando “che le vedove giovani si risposino” e “non diano agli avversari alcuna occasione di maldicenza”, Paolo dice che “già alcune si sono sviate per andare dietro a Satana” (1Tm 5:14,15). È ovvio qui che tali donne non si erano date al demonismo. L’“andare dietro a Satana” è in questo caso l’essere “afferrate dal desiderio” e abbandonare Cristo, “rendendosi colpevoli perché hanno abbandonato l'impegno precedente” (vv. 11,12).Con il consueto linguaggio concreto ebraico che attribuisce le peggio cose a satana, Paolo esprime ciò che noi moderni occidentali diremmo in altro modo, come ad esempio: essere prese dal demone del sesso, in cui noi pure usiamo la stessa immagine senza per questo credere che esista un demonio che stimoli desideri sessuali incontrollabili. Si può applicare qui in senso lato quanto detto in Gv 8:44: “Voi siete figli del diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro”. – Cfr. At 13:10. ( p.35)

Se il versetto di Gv.8:44 finisse qui il tuo ragionamento non farebbe una piega.
Ma la parte restante continua dicendo: “Egli fu un omicida quando cominciò, e non si attenne alla verità, perché in lui non c’è verità. Quando dice la menzogna, parla secondo la propria disposizione, perché è un bugiardo e il padre della [menzogna].”

A me sembra che qui Satana venga descritto come un’entità reale che a un certo punto della sua esistenza decide di intraprendere una condotta contraria alle norme di Dio.

A te la replica.Grazie
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Gianni
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Gianni »

Ottima osservazione, Trizzi. Ne ho preso nota e la includerò nella prossima trattazione che pubblicherò. Intanto azzardo un’ipotesi: Yeshùa parlava secondo le concezioni dei suoi ascoltatori. Di ciò abbiamo altri esempi biblici. Ad esempio, nell’apocrifo apocalittico Libro di Enoc, del 1° secolo prima di Yeshùa, si parla di nuova terra (1Enoc 45:4) e di nuova creazione (1Enoc 72:1) e a questo concetto si rifà l’apostolo Pietro: “Secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia” (2Pt 3:13). E da dove prese Giuda l’idea dell’arcangelo Michele che “contendeva con il diavolo disputando per il corpo di Mosè”? Lo prese dal libro apocrifo di Enoc (scritto verso il 70 E. V.). Origène testimonia che l’episodio si trovava lì (De Principi 3,2,1 PG 11,303). Giuda avrebbe potuto anche riferirsi direttamente alla tradizione che fu alla base dell’apocrifo. Infatti, al v. 14 della sua lettera, Giuda menziona l’apocrifo: “Anche per costoro profetizzò Enoc”. La sua citazione al v. 9 è fatta a memoria. Del libro apocrifo di Enoc è stato trovato un frammento greco ad Akhmimum. Dice così: “Ecco, viene con le sue miriadi di santi per compiere il giudizio su tutti e distruggerà tutti gli empi, convincerà ognuno di tutte le opere di empietà che commisero e delle parole insolenti che proferirono tutti quelli che sparlarono contro di lui da peccatori empi” (Enoc 1:9). E Giuda, citandolo, scrive: “Anche per costoro profetizzò Enoc, settimo dopo Adamo, dicendo: «Ecco, il Signore è venuto con le sue sante miriadi per giudicare tutti; per convincere tutti gli empi di tutte le opere di empietà da loro commesse e di tutti gli insulti che gli empi peccatori hanno pronunciati contro di lui». - Gda 14,15.
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Daminagor
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Daminagor »

Senza pretendere di poter rispondere al posto di Gianni, intanto butto lì delle mie idee/perplessità.
Appare ovvio che c'è una differente frequenza e modalità con cui satana viene citato tra le SE e le SG. Nelle SE satana sembra assumere un ruolo quasi marginale e sappiamo che il "nucleo" della narrazione veterotestamentaria riguardo a satana è nel libro di Giobbe. Sappiamo anche che dopo l'esilio babilonese il giudaismo è stato fortemente influenzato dalla cultura straniera, specialmente per quanto riguarda la concezione di angeli, demoni, ecc. A tutto ciò, avvicinandosi al primo secolo, va aggiunta l'influenza del mondo greco/romano. Perciò mi domando: siccome chi ha redatto le SG conosceva di certo la tradizione giudaica, non è possibile che il motivo del maggiore rilievo dato a satana e demoni sia da imputare ad una effettiva contaminazione extra-giudaica?
Così come il giudaismo post-esilico, grazie all'influenza straniera, ha visto nascere al suo interno delle correnti in cui l'angeologia/demonologia erano un elemento centrale, non può essere che la narrazione nelle SG rifletta una nuova "evoluzione" del giudaismo, innescata dalla contaminazione greco/romana e/o enochica per quanto riguarda satana e simili?
trizzi74
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da trizzi74 »

Caro Gianni, un altro versetto dove sembra che i demoni siano delle entità reali capaci di credere in Dio è quello di Giacomo 2:19.
Non ricordo però se nel tuo studio lo hai preso in esame.
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bgaluppi
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da bgaluppi »

Dopo le ottime osservazioni di Gianni e Daminagor, aggiungo due considerazioni, in ordine.

Gli interlocutori di Yeshùa affermano di essere "figli di Abraamo", secondo la concezione tipicamente ebraica che vede ogni israelita osservante come discendente di Abraamo ed erede della promessa. Ma è ovvio che non siano letteralmente figli di Abraamo. Alla definizione "figli di Abraamo", Yeshùa risponde con una definizione opposta: "figli del diavolo", che in ebraico sarebbe "figli della menzogna" o simili. È ovvio che non siano letteralmente figli del diavolo.

“Alle spalle di chi vi divertite? Verso chi aprite larga la bocca e cacciate fuori la lingua? Voi non siete forse figli di ribellione, progenie della menzogna...?” - Is 57:4

Il motivi per cui nei Vangeli satana acquista maggior rilievo potrebbe essere dato dal fatto che Yeshùa e gli apostoli insistono molto sulla necessità di ognuno di abbandonare la carnalità e abbracciare uno stile di vita dominato da una dimensione più spirituale e dal controllo di se stessi. Dal concetto di santità collettiva si passa ad una dimensione più individuale. Cedere a satana significa cedere alle proprie pulsioni e agli istinti carnali. Al tempo di Yeshùa il concetto di satana come simbolo del peccato era molto diffuso; ciò è confermato dalla letteratura della tradizione, in cui appare spesso incarnato in forme umane e animali. Yeshùa, dunque, lo utilizza nei suoi discorsi per esprimere concretamente il suo insegnamento ai singoli (i discepoli), che verte sulla necessità di non cedere ai propri istinti ma imparare ad essere sempre più simili alla perfezione di Dio.

http://www.jewishencyclopedia.com/articles/13219-satan" onclick="window.open(this.href);return false; (vedi capitolo "In Talmud and Midrash").
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Alen.chorbah
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Alen.chorbah »

Antonio ho incominciato a leggere veloce il tuo studio e poi lo faro in modo piu lento, ma intanto ti vorrei fare i complimenti, è veramente strutturato bene e completo.
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bgaluppi
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da bgaluppi »

No Alen, lo studio è di Gianni! :-)
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bgaluppi
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da bgaluppi »

Per Daminagor aggiungo che certamente Yeshùa parla in un contesto in cui le influenze post esilio erano forti. Parlava nel suo tempo. Ma da molti suoi discorsi e degli apostoli si capisce la vera natura del loro pensiero. Quando dice che gli uomini sono tentati dai loro stessi istinti e dalle loro pulsioni malvagie, parla chiaramente. Dunque perché utilizza un determinato linguaggio in alcune situazioni e un linguaggio diverse in altre? Perché dipende dal contesto e dagli interlocutori.
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Alen.chorbah
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Alen.chorbah »

Ah ok .... non so perché ma mi sembrava tuo .....allora rigiro i complimenti a Gianni. :YMAPPLAUSE:
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Daminagor
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Daminagor »

Antonio, è davvero plausibile che gli autori delle SG, conoscitori della tradizione giudaica, arrivassero ad esaltare a livello narrativo la figura di satana e dei demoni, nonostante una simile enfasi fosse del tutto estranea alle SE che essi ben conoscevano? E tutto solo per potersi far capire meglio dal loro pubblico? Quello che voglio dire è: un ebreo osservante del primo secolo avrebbe introdotto elementi divergenti (in termini di quantità ed importanza) dalla tradizione giudaica solo per arrivare a dei pagani? Forse io sbaglio, ma mi sembra difficile da credere a meno di non dare per scontato che gli autori delle SG fossero degli ebrei che erano disposti a "rinnegare" la tradizione a cui erano strettamente legati. Ci sono altri esempi di un simile atteggiamento all'interno del giudaismo?
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