Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

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Giorgia
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Giorgia »

A breve mi aspetto che diventino simbolici anche Mosè, Abramo, Isacco... chissà, forse pure io sono simbolica!

A furia di decidere a raglio cosa è simbolico e cosa no, finisce che pure Dio è un simbolo!

Io sarò strana, ma questa frase detta da Cristo doveva avere un senso: " Allora Gesù li chiamò a sé e disse: «Lasciate che i bambini vengano a me, e non glielo vietate, perché il regno di Dio è per chi assomiglia a loro. 17 In verità vi dico: chiunque non accoglierà il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà affatto»"

Forse io ragiono come un bambino, ma conosco abbastanza Dio da non dover pensare che tutto è simbolico. Che tutto è diverso da come scritto. Boh.

Tony, non voglio scoraggiare la tua ricerca, bada bene. Lo sai. Ma sinceramente, ho difficoltà a capire cosa si sta cercando di dimostrare. Ci provo eh! Ma a me sti ragionamenti appoggiati su tesi e ipotesi, dove tutto quello che è scritto passa da vero a "simbolico" in base alle esigenze della tesi esposta, è una cosa che non mi torna per niente, e soprattutto non capisco.
Antonio LT
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Antonio LT »

Daminagor scrive:
"Non sussistono prove concrete per definire letterali i 40 giorni, mentre ne sussistono diverse per sostenere che siano simbolici. Per questo mi domando: l'approccio all'analisi della figura di satan e delle relative tentazioni, può tranquillamente non tenere conto della letteralità o meno del numero 40? Possiamo ignorare il fatto che se tale numero è simbolico (quindi non realistico) potrebbero benissimo esserlo anche tutte le immagini presentate nella vicenda del deserto?"


Vorrei far notare che nel racconto Gesù si trova solo...quindi è chiaro che chi ha scritto...Matteo e Luca...(Marco non lo conterei in questo caso perché lui stesso taglia corto)...hanno raccontato qualcosa che il Messia gli ha riferito a sua volta...ovvero di queste tentazioni..
A loro volta chi scrisse può aver usato un linguaggio simbolico e pieno di immagini come era solito fare per farsi capire da chi leggeva...!
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bgaluppi
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da bgaluppi »

Bisogna capire una cosa importante. Il simbolismo numerico non rende l'evento simbolico o non reale. Altrimenti, potremmo dire che anche l'evento sul monte in cui Mosè riceve i comandamenti fu simbolico. Ora, come Mosè può non essere stato effettivamente sul monte 40 giorni esatti, ma sul monte ci andò davvero, cosí anche Yeshùa può non essere stato 40 giorni nel deserto ma nel deserto ci andò e le tentazioni le subí. Si tratta di analizzare il testo per capire se davanti a kui aveva un diavoletto con le corna che davvero lo trasportò sul pinnacolo del tempio o se invece le esperienze che visse furono di tipo estatico, cone delle visioni. Ma quest'ultima ipotesi non le rende immaginarie, perché il testo le presenta come esperienze reali. L'accusatore lo mette davanti a delle prove, a cui Yeshùa risponde con citazioni scritturali. Alla fine l'accusatore non riesce a sviarlo dal giusto cammino.
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bgaluppi
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da bgaluppi »

Allora, riprendiamo il discorso. Che i 40 giorni siano simbolici o meno, nulla toglie al messaggio del testo. Siccome il numero 40, come Daminagor ha evidenziato, ricorre spessissimo, è più che lecito credere che abbia un valore simbolico. Il fatto che sia simbolico o reale, cosa cambia ai fini del messaggio? Nulla. Ma il fatto che il numero 40 ricorra spesso, ha un significato.

Bisogna distinguere tra studio del testo (che prevede la messa in tavola di ipotesi sostenibili) e fede. Lo studio del testo ha come obbiettivo quello di estrapolare un messaggio preciso, che a volte è molteplice, sulla base di ciò che è scritto, come è scritto e in quale contesto è scritto. Possiamo anche credere a prescindere che il numero dei 40 giorni sia reale, oppure no. Ciò che conta è comprendere il contenuto del racconto sulle tentazioni. Nel caso specifico di questa discussione, è importante capire cosa fa il diavolo, come lo fa e perché lo fa, non "se esiste" e com'è fatto. Perché, di fatto, esiste, visto che il testo ne parla. Cosa sia, entità reale o forza simbolicamente rappresentata, non ha importanza e nessuno al mondo lo può dimostrare. La sua azione, invece, la possiamo vivere sulla nostra pelle.

Se ci poniamo nei panni di uno studioso, analizzeremo varie possibilità, le verificheremo e giungeremo alla conclusione più convincente scritturalmente, anche se magari non ci piace. Altrimenti, ci metteremo nei panni di un semplice lettore e trarremo dal testo l'insegnamento che ci soddisfa di più. E questo va benissimo, al fine della lettura e dell'edificazione personale, ma non al fine dello studio biblico.

Vorrei chiarire la mia posizione, perché vedo che molti travisano lo scopo di questa mia analisi. Io non credo a prescindere né che satana sia un angelo cattivo e che esista realmente, e neppure che sia una "idea" o una "manifestazione". Di fatto, non mi interessa neppure capirlo, perché non credo che ci sia dato di conoscere certe realtà. Io non ho la presunzione di aver capito qualcosa in più degli altri o l'intenzione di indurre il lettore a credere una cosa piuttosto che un'altra. In realtà, la mia idea ce l'ho ed è molto chiara, ma ciò che penso io non è rilevante. Ciò a cui punto è analizzare il testo da prospettive diverse, per aprire il ragionamento a possibilità interpretative alternative che hanno lo scopo di non farsi bloccare da preconcetti che potrebbero essere limitanti al fine della comprensione di un messaggio più profondo.

Come credente, dichiaro che Yeshùa è il Messia atteso da Israele che libera l'uomo dalla sua attuale condizione e gli permette di diventare un figlio di Dio, ossia di diventare come Dio ha concepito che fossimo; credo anche che il nemico contro cui combattiamo e che dobbiamo vincere per diventare ciò che Dio vuole che diventiamo è satana, il "satan", l'accusatore (e lascio ai sapienti affermare con certezza chi o csa sia). Ma come studioso, analizzo il testo da prospettive diverse, lo valuto formulando ipotesi e cerco di trovarne dimostrazione attraverso il testo stesso, cerco di andare "oltre" le parole per scoprire significati più complessi di quelli apparenti. Tutto ciò non influisce sulla mia fede, rafforza solo la mia conoscenza del testo biblico.

La Bibbia è un testo che non cessa mai di rivelarsi. Naturalmente, bisogna aver ben presenti i limiti oltre i quali non è possibile andare. Questi limiti sono il testo stesso. Se una tesi è insostenibile attraverso il testo scritto, significa che non è buona. Ma per capirlo bisogna provare, proporre interpretazioni diverse, valutare possibilità alternative. Questo, ovviamente, interessa solo lo studioso. Altrimenti, ci lasceremo limitare come fanno i religiosi, che hanno già capito tutto e si rifiutano di valutare alternative perché la loro testa è già "piena".

Con simpatia... :))
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Israel75
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Israel75 »

L'intento mio per quel che posso dire era solo di analizzare se il satan è semplicemente l'istinto cattivo dell'uomo come sostenuto dall'ortodossia ebraica (vedere forum consulenzaebraica), o qualcosa di più tangibile esistente in una sfera spirituale che agisce anche di sua iniziativa.
:-) :-) :-)
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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bgaluppi
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da bgaluppi »

Bruno, potremo mai rispondere con certezza a questa domanda? Andiamo avanti, e vediamo se arriva una risposta scritturalmente accettabile. ;) ;)

Ora, per chi vuole rispondere, propongo delle domande provocatorie e una seria. In Mt 4:5,8 è scritto:

“Allora il diavolo lo portò con sé nella città santa, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù» ... Di nuovo il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria dicendogli: «Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori»”.

Domande provocatorie: Yeshùa fu davvero portato dal diavolo sul pinnacolo del tempio e su un generico monte altissimo? E come fece a portarcelo? Lo prese e volò oppure lo teletrasportò? E come fece a vedere tutti i regni del mondo?

Domanda seria: qual'è il significato di questi due versetti?
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Giorgia
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Giorgia »

Capisco la provocazione, ma qualcuno che può far scendere fuoco dal cielo non può portare una persona dove vuole? E chi lo ha deciso? Voi?

Continuo a non capire perché l'essere umano continua ad attribuire i suoi limiti ad esseri diversi.

Ma perché deve tutto essere fatto secondo le minuscole doti umane?

Ma sciocca io che mi sorprendo... Perché il 90% (e sono ottimista) degli umani è ancora convinto che esistano animali buoni e animali cattivi, e che alcuni animali addirittura facciano i dispetti.

Io non sono una studiosa, almeno non posso definirmi tale nei confronti della Bibbia, ma conosco l'essere umano e il suo brutto vizio di voler abbassare tutto a livello della sua logica. E tanto mi basta per farmi una idea.

Per quanto mi riguarda, potete proseguire, io mollo il colpo perché non sono assolutamente capace di antropomorfizzare tutti e tutto come fate voi.

Buona proseguimento.
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bgaluppi
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da bgaluppi »

Ho reinserito alcuni commenti.
Armageddon
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Iscritto il: giovedì 30 marzo 2017, 11:53

Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Armageddon »

:YMPEACE:
Elena-M
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da Elena-M »

Ciao a tutti :-)

Torno a scrivere perché ultimamente leggo e vedo che scrivete ormai qui su questa cartella o l altra che parlano di satana o Satana..

Io so meno si tutti qui e non so nulla di ebraico e greco come sapete..però se me lo permettete porto un mio contributo...parlando di me..

Quando mi sono avvicinata alle scritture ho sentito come gli insegnamenti del maestro Gesù mi aprivano gli occhi e di come e quanto per Dio conta che noi non pecchiamo...

Ora leggendovi mi è tornato in mente il periodo prima del mio avvicinamento ai vangeli...insomma chi di noi si sente una specie di creatura vicino che ci dice cosa fare o non fare?
Io sia prima che dopo...ho sempre deciso da me se peccare o meno..anzi decideva la mia testa....

Quindi se crediamo che ci sia un essere reale che ci importuna...mi chiedo..come fa?

Ciaoooo e scusate le mie domande sempliciotte ;;)
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