Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

AKRAGAS
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da AKRAGAS »

Vedi, caro marco, tu fai logici ragionamenti usando tutta la Scrittura, di questo ne prendo atto .
Procediamo gradualmente giusto per seguire linearità nella discussione altrimenti ci perdiamo.

Devo fare una puntualizzazione di base.
Il NT è Scrittura della letteratura ebraica.
L'intera Scrittura è un corpo letterario ispirato che è redatto con un gergo specifico: esso è costituito di idiomi ebraici che racchiudono in sé significati che perdono il loro messaggio una volta tradotti in lingua italiana.
Abbiamo visto che il termine satan corrisponde bene al corrispondente greco diabolous conservandone il significato.
Ma finché si tratta di un solo termine è abbastanza semplice; si fa ardua quando si fa una lettura del NT in italiano pensando con mentalità occidentale, ovvero senza la consapevolezza degli idiomi ebraici.

Caro marco, ti potrei rileggere tutti i tuoi esempi citati del NT con il concetto ebraico e sciogliere i paradossi che hai presentato. Ma non è semplice nel forum e rimarrebbe comunque un parere.

Ti lascio con un abbraccio(mia moglie mi sta richiamando #:-S 0 :d
AKRAGAS
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da AKRAGAS »

Il serpente, come uno dei molti epiteti usati per descrivere l'avversario, il satan, è una figura simbolica presa come artificio letterario per spiegare realtà.
Come dice Gianni, il male non è la causa del male.
Pertanto non esiste un Regno del Male inteso come costituito da forze spirituali e terrene parallele e allo stesso tempo al di fuori del controllo dell'Onnipotente. Questo sarebbe già una teologia di monoteismo dualistico che non è biblico.
Il male non esiste in sé ma si genera nel momento in cui l'uomo, cedendo alle 'provocazioni ' del mondo materiale, trasgredisce i comandamenti di Dio.
Quindi è l'uomo che opera il male.
L'uomo in principio era custode in eden, ma nel momento in cui trasgredisce acquisisce, mediante la nuova esperienza trasgressiva, una nuova consapevolezza. Egli capisce che può , a differenza di un angelo, operare una scelta in maniera disgiunta da Dio. Tutto ciò, questa libertà che doveva rendere l'uomo re-custode dell'opera Divina diventa allo stesso tempo la causa della sua caduta.
La libertà di scelta è il punto debole dell'uomo; qui si viene continuamente sedotti dalle forze del mondo che vengono definite il dio/principe del mondo .
Yeshùa viene definito come "angelo del patto' non per la presunta pre-esistenza ma perché , come un mal'lakh, porta a termine il compito assegnato da Dio senza ripiegare. Ecco perché dice di aver vinto il mondo.
Sempre Yeshùa respinge Pietro: "allontanati da me, satan...
Pietro è Satana? No, è il messaggio di contrapposizione al volere di Dio che rappresenta il satana; Pietro ne assume in quel momento la funzione di ambasciatore.
Tutti noi possiamo essere satan nel momento in cui spingiamo altri a trasgredire la legge di Dio.
Compito dell'uomo è quindi quello di usare le forze della materia al servizio di Dio.

Saluti
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bgaluppi
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da bgaluppi »

Grazie Akragas, quoto tutte le tue parole. Vorrei aggiungere, prima di fare un passo indietro all'interessante versetto proposto da Maryam, che io addirittura metto in dubbio l'esistenza del male originante dalla scelta; quello che voglio dire è che se Adamo, fatto di materia, avesse potuto veramente scegliere di non obbedire alla materia, non ci sarebbe stato bisogno di concepire il Messia, che ci libera dalla materia, prima ancora della creazione. In questo senso, dunque, la disobbedienza diventa quasi "necessaria" al fine di comprendere veramente cosa signifchi "obbedienza"; l'uomo libero deve saper rendersi conto di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, per poter scegliere liberamente e coscientemente ciò che è giusto, altrimenti sarebbe un automa. Ecco, quindi, che mangia dell'albero della conoscenza del "bene e del male", ed ecco che il Messia, preesistente, arriva nella pienezza dei tempi.

Il versetto proposto da Maryam è 2Pt 2:4, che però deve essere inquadrato bene:

“Se Dio infatti non risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li inabissò, confinandoli in antri tenebrosi per esservi custoditi per il giudizio; se non risparmiò il mondo antico ma salvò, con altre sette persone, Noè, predicatore di giustizia, quando mandò il diluvio su un mondo di empi; se condannò alla distruzione le città di Sodoma e Gomorra, riducendole in cenere, perché servissero da esempio a quelli che in futuro sarebbero vissuti empiamente; e se salvò il giusto Lot che era rattristato dalla condotta dissoluta di quegli uomini scellerati (quel giusto, infatti, per quanto vedeva e udiva, quando abitava tra di loro, si tormentava ogni giorno nella sua anima giusta a motivo delle loro opere inique), ciò vuol dire che il Signore sa liberare i pii dalla prova e riservare gli ingiusti per la punizione nel giorno del giudizio; e soprattutto quelli che vanno dietro alla carne nei suoi desideri impuri e disprezzano l'autorità.” — 2Pt 2:4-10

Butto là uno spunto e lascio alle vostre interpretazioni. Qui Pietro fa un elenco di eventi e parte da prima della creazione del mondo; infatti, la ribellione angelica non è contenuta nella Bibbia, quindi, se è stata, deve essere avvenuta prima della creazione.
AKRAGAS
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da AKRAGAS »

Ciao,Antonio.
Rispondo alla domanda di Maryam riguardo a 2Pietro 2:4-10.

Una prima lettura di questi versi possono mettere in imbarazzo se letti con superficialità, in quanto sembrerebbe proporsi in antitesi con quello che riferisce sul satan nel Tanach
Ora consideriamo un punto fondamentale: il tema, in questi versi, non è orientato a definire la natura dei demoni, ma riguarda la dottrina della 'ricompensa e punizione del mondo a venire' ; soteriologia giudaica della salvezza.
Tieni a mente che chi scrive 2 Pietro è un ebreo che fa riferimento alle dottrine/tradizioni giudaiche(ebraiche);questo significa che il tema va inquadrato nel suo contesto giudaico.
Questo mette in imbarazzo molti, i quali fanno due cose: non credono al NT oppure credono alla dottrina pagana dei demoni.
Riflettendo ho intuito che si tratta di un sistema letterale squisitamente giudaico di tipo esortativo, ovvero rivolto a spingere il popolo credente a obbedire. Esso infatti risponde alla regola ermeneutica giudaica del qal wa-chomer (deduzione dal più facile al più difficile /risponde al se quanto-tanto più).
Se Dio ha punito gli angeli ribelli e gli uomini nel diluvio, tanto più mostrerà misericordia verso i giusti.
Pietro utilizza quindi dei simbolismi per applicare una regola ermeneutica utile a dimostrare la soteriologia della salvezza.
Quindi, 2Pietro non pone l'attenzione per dimostrare l'esistenza di un Regno del Male. Siamo noi occidentali che, inconsapevoli dei metodi ermeneutici usati dai giudei, vediamo ciò che vogliamo credere.
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bgaluppi
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da bgaluppi »

Akragas, potrebbe trattarsi del peccato commesso dai "figli di Dio" in Gn 6:2. Anche nel Libro di Enoch si fa riferimento al peccato carnale commesso dagli angeli con donne (Enoch VII 1,2). E anche on Gd 1:6 leggiamo: “Egli ha pure custodito nelle tenebre e in catene eterne, per il gran giorno del giudizio, gli angeli che non conservarono la loro dignità e abbandonarono la loro dimora.”

Non può trattarsi di altro peccato angelico che di questo, visto che Pietro non parla di alcuna ribellione di satana e visto che tale presunta ribellione non esiste sulla Scrittura. Anzi, Giuda 1:6 parla di perdita di dignità da parte degli angeli, e dice che abbandonarono la loro dimora. Il peccato angelico di Gn 6:2, inoltre, precede cronologicamente l'elenco di eventi fatto da Pietro e si inserisce bene nel contesto del "mondo di empi" che viene descritto:

“5 Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo... 11 Or la terra era corrotta davanti a Dio; la terra era piena di violenza. 12 Dio guardò la terra; ed ecco, era corrotta, poiché tutti erano diventati corrotti sulla terra.” — Gn 6:5,11-12
:-)
AKRAGAS
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da AKRAGAS »

Lo so,Antonio.
Pietro attinge da fonti giudaiche non presenti nel Tanach.
Che fare quindi? Non saprei, prendiamo come vera la lettura letterale degli apocrifi? Rimarrebbe comunque una delle molteplici correnti giudaiche.
Io penso inoltre che l'esistenza di più tradizioni siano solo tentativi di spiegazioni di realtà che nessuno conosce, nemmeno i profeti.Infatti nel giudaismo non ci sono dogmi; il NT è una fetta del giudaismo è quindi non può esistere una sola spiegazione.
Quella della" una sola verità "mi pare una bufala.
Paolo non disse che avremo una conoscenza perfetta;inoltre non mi pare che il messia ci dia delucidazioni a riguardo ma piuttosto occupava il tempo a vivere conformemente alla Torah.
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bgaluppi
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da bgaluppi »

Akra, il peccato angelico è menzionato in Gn 6:2, non è apocrifo. :-)

Aggiungo altro, per andare un po' avanti. Si potrebbe affermare che in Ez 28 sussista un'allusione all'insuperbimento di un certo cherubino protettore. Ma l'intero capitolo è riferito al re di Tiro, e anche nelle parole "io ti getto a terra" è davvero difficile vedere un riferimento alla presunta caduta angelica, anche perché subito dopo dice "ti dò in spettacolo ai re", e non si può pensare che ciò sia riferito al satana. Pur cercando forzature, non si scorge traccia di ribellione angelica in Ez 28.

Inoltre, le parole al v.15 non sono conformi alle parole di Yeshua in Gv 8:44, in cui, in riferimento al diavolo, dice: “Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c'è verità in lui.” Invece Ez 28:15, parlando del presunto cherubino, dice: “Tu fosti perfetto nelle tue vie dal giorno che fosti creato, finché non si trovò in te la perversità.”. Se il cherubino fosse il satana, Ezechiele affermerebbe che inizialmente fu creato perfetto e che poi si pervertí, mentre Yeshua afferma che il satana "fu omicida fin dal principio" e che "non c'è verità in lui".

La descrizione di Yeshua è perfettamente conforme al modo ebraico di concepire il satan: egli nasce oppositore, menzognero, avverso, ed il suo ruolo è quello di essere fedele alla sua natura.
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da AKRAGAS »

La descrizione di Yeshua è perfettamente conforme al modo ebraico di concepire il satan: egli nasce oppositore, menzognero, avverso, ed il suo ruolo è quello di essere fedele alla sua natura.

Perfetto, Yeshùa ci fa una definizione abbastanza chiara del satan: è creato per ingannare,mettere alla prova; questa è la sua funzione è non può ripiegare. :-)
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da AKRAGAS »

Riguardo a genesi 6.2 non avevo letto bene l'accostamento che hai ricordato con il Libro di Enoch.
Su genesi sono le traduzioni e le interpretazioni che generano confusione facendo pensare a esseri spirituali che si uniscono a donne.
A riguardo, pure qui, ci sono altre spiegazioni molto più plausibili quanto semplici.

Ps. Quando hai tempo, vai pure avanti con lo studio; io seguo.
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bgaluppi
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Re: Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche

Messaggio da bgaluppi »

Akra, ho controllato la traduzione di Luzzatto di Bereshit 6:1-2. Effettivamente non indica i figli di Dio come angeli:

“1 Ora, poiché gli uomini [viventi in civile consorzio] incominciarono a moltiplicarsi sulla faccia della terra, e nate furono loro (anche molte) figliuole. 2 I (cosiddetti) figli di Dio [uomini agresti e più forti dei primi] avendo trovate belle le figlie degli uomini, si presero delle donne, tutte quelle che scelsero.”

Quindi, se Luzzatto ha ragione, Pietro non può riferirsi a Gn 6:2. Però, il Brown-Driver-Briggs riferisce i "figli di Dio" ad "esseri soprannaturali":
d. בְּנֵי האלהים applied to supernatural beings Genesis 6:2,4; Job 1:6; Job 2:1; בְּנֵי אלהים Job 38:7; בְּנֵי אֵלִים Psalm 29:1 (on which compare Che's note) Psalm 89:7.
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