Satana nelle Scritture Ebraiche e Greche
Inviato: martedì 15 dicembre 2015, 10:05
Iniziamo con la Scrittura Ebraica e vediamo innanzitutto tutti i versetti della Tanach dove compare la parola "satana" (שָׂטָן, śā·ṭān) o "il satana" (הַשָּׂטָן, haś·śā·ṭān).
Il termine satan è un verbo ebraico che significa provocare o opporre; altre volte è un nome, spesso è usato con l'articolo nel senso di "l'oppositore", o "il provocatore", o "l'avversario", ma sempre come nome comune e mai come nome proprio. Compare nelle Scritture Ebraiche solo 27 volte e con significati diversi. Questi sono i versetti: Num 22:22,32; 1Sam 29:4; 2Sam 19:22; 1Re 5:4; 11:14,23,25; 1Cron 21:1; Gb 1:6-9,12; 2:1-4,6-7; Sl 109:6; Zc 3:1-2.
In Num 22:22 e 22:32 è usato come nome comune (לשטן, lə·śā·ṭān); le traduzioni lo rendono in forma verbale: “l'angelo del Signore si pose sulla strada per ostacolarlo”, “Ecco io sono uscito a ostacolarti il cammino” (CEI).
Anche in 1Sam 29:4 e 2Sam 19:22 (לשטן, lə·śā·ṭān) è usato come nome comune: “Non venga con noi in guerra, perché non diventi nostro nemico” (CEI), “Davide disse: «Che ho da fare con voi, o figli di Seruia, che vi mostrate oggi miei avversari?” (NR)
In 1Re e 1Cron è usato come nome comune (שטן, śā·ṭān), avversario, nemico, oppositore. In 1Cron 21:1, come vedremo sotto, è usato come nome comune ma è tradotto erroneamente come nome proprio (traslitterato con lettera maiuscola) da tutti i traduttori:
“Ma ora il Signore, il mio Dio, mi ha dato pace dappertutto; non ho più avversari, e non sono sotto il peso di nessuna calamità”. — 1Re 5:4
“Il Signore suscitò un nemico a Salomone” — 1Re 11:14
“Dio suscitò un altro nemico a Salomone” — 1Re 11:23
“Fu nemico d'Israele per tutto il tempo di Salomone” — 1Re 11:25
“Satana si mosse contro Israele, e incitò Davide a fare il censimento d'Israele” — 1Cron 21:1
In Giobbe, in Zaccaria e nel Salmo 109 è usato come nome comune, con l'articolo (השטן, haś·śā·ṭān), nel senso di "l'accusatore", ed è applicato all'accusatore della corte celeste. Le traduzioni rendono erroneamente traslitterando come nome proprio con lettera maiuscola (Satana). Nel Salmo 109 è usato in senso umano, e suggerisce l'azione in un tribunale:
“Suscita un empio contro di lui, e un accusatore stia alla sua destra. Quando sarà giudicato, esca condannato” — Sl 109:6-7
Il termine satan non comincia ad avere una connotazione sovrumana prima del tardo periodo biblico; in Zaccaria 3 e nel libro di Giobbe è applicato all'accusatore della corte celeste, che certamente trattasi di un angelo; ma anche in questo senso, Satana non è un dèmone malvagio, né Satana si oppone a Dio, anzi agisce unicamente dopo Sua approvazione (cfr. Gb 1-2). Dal Libro di Giobbe risulta evidente come questo angelo accusatore faccia parte della corte angelica, non demonica; egli percorre la terra e passeggia per essa e va su e giú tra terra e cielo, svolgendo quella che è la sua funzione specifica: accusare l'uomo davanti a Dio e far sí che egli violi la Sua legge. Satana è un angelo creato per questo scopo. Lui obbedisce, senza mai agire di sua spontanea volontà e sempre previo permesso di Dio.
Ciò è confermato nella Jewish Encyclopedia: “Risulta evidente dal pròlogo [del Libro di Giobbe] che Satana non ha potere di azione indipendente, ma necessita del permesso di Dio, a cui non puó trasgredire. Non può essere considerato, per questo, come un avversario di Dio.”.
“Un giorno i figli di Dio vennero a presentarsi davanti al Signore, e Satana venne anch'egli in mezzo a loro. Il Signore disse a Satana: «Da dove vieni?» Satana rispose al Signore: «Dal percorrere la terra e dal passeggiare per essa».” — Gb 1:6-7
L'angelo accusatore percorre la terra e si muove tra essa e il cielo, liberamente. Non è affatto "condannato" e non è stato "precipitato". Accede alla presenza di Dio e interagisce con Lui! Quale dèmone può far questo?
“Il Signore disse a Satana: «Hai notato il mio servo Giobbe? Non ce n'è un altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Dio e fugga il male». Satana rispose al Signore: «È forse per nulla che Giobbe teme Dio? Non l'hai forse circondato di un riparo, lui, la sua casa, e tutto quel che possiede? Tu hai benedetto l'opera delle sue mani e il suo bestiame ricopre tutto il paese. Ma stendi un po' la tua mano, tocca quanto egli possiede, e vedrai se non ti rinnega in faccia». Il Signore disse a Satana: «Ebbene, tutto quello che possiede è in tuo potere; soltanto, non stender la mano sulla sua persona». E Satana si ritirò dalla presenza del Signore.” — Gb 1:8-12
Dio si compiace dell'integrità del Suo servo Giobbe e l'angelo accusatore fa notare come egli sia cosí retto per via delle benedizioni ricevute; dunque propone a Dio di revocare queste benedizioni per vedere come la rettitudine di Giobbe verrebbe conseguentemente meno. Dio acconsente. Da questo passo si capisce come non esista un "potere maligno" opposto a Dio che agisce indipendentemente dalla Sua volontà; se cosí fosse, verrebbe meno l'onnipotenza e il controllo assoluto di Dio. Infatti, in Is 45:7 leggiamo:
“Io formo la luce, creo le tenebre, do il benessere, creo l'avversità; io, il Signore, sono colui che fa tutte queste cose.”
È Dio a creare avversità. Possibile che il Dio infinitamente buono, misericordioso e giusto crei avversità e tenebra? In qual modo Egli crea avversità? Attraverso il satana, l'angelo accusatore, che nasce per provocare l'uomo e indurlo alla disobbedienza; nello svolgere questa funzione, il satana obbedisce perfettamente a Dio.
Nel Talmud (Bava Batra 16a), in relazione al tentativo di Satana di indurre Giobbe a trasgredire, Rabbi Levi dichiara:
“Satana ha agito per amor di Dio. Quando vide come Dio fosse cosí concentrato su Giobbe, lui [satana] pensò: «non sia mai che Dio dimentichi il Suo amore per (il nostro padre) Abramo!»”
Esiste un'altra interpretazione sul ruolo del satana, l'accusatore. Il Talmud (Bava Batra, ibidem) spiega che il satana rappresenta l'istinto al male (yetzer ha-ra), alla ribellione alla legge di Dio, ed è un tutt'uno con l'angelo della morte, che scende dal cielo per traviare l'uomo e poi torna in cielo per accusarlo davanti a Dio e condannarlo. Nel Midrash Rabbah (Bereshit xvii 6) si legge che il satana, ossia l'istinto alle passioni malvagie, nacque nel momento in cui fu creata la donna.
Per concludere, la Scrittura Ebraica non presenta il satana come un angelo ribelle che agisce in opposizione a Dio, ma come un angelo accusatore che obbedisce perfettamente a Dio, svolgendo la funzione per la quale è stato creato: sedurre l'uomo, sviarlo, indurlo alla disobbedienza. In altri termini, il satana ebraico potrebbe essere una vera e propria "manifestazione" della volontà di Dio.
Il termine satan è un verbo ebraico che significa provocare o opporre; altre volte è un nome, spesso è usato con l'articolo nel senso di "l'oppositore", o "il provocatore", o "l'avversario", ma sempre come nome comune e mai come nome proprio. Compare nelle Scritture Ebraiche solo 27 volte e con significati diversi. Questi sono i versetti: Num 22:22,32; 1Sam 29:4; 2Sam 19:22; 1Re 5:4; 11:14,23,25; 1Cron 21:1; Gb 1:6-9,12; 2:1-4,6-7; Sl 109:6; Zc 3:1-2.
In Num 22:22 e 22:32 è usato come nome comune (לשטן, lə·śā·ṭān); le traduzioni lo rendono in forma verbale: “l'angelo del Signore si pose sulla strada per ostacolarlo”, “Ecco io sono uscito a ostacolarti il cammino” (CEI).
Anche in 1Sam 29:4 e 2Sam 19:22 (לשטן, lə·śā·ṭān) è usato come nome comune: “Non venga con noi in guerra, perché non diventi nostro nemico” (CEI), “Davide disse: «Che ho da fare con voi, o figli di Seruia, che vi mostrate oggi miei avversari?” (NR)
In 1Re e 1Cron è usato come nome comune (שטן, śā·ṭān), avversario, nemico, oppositore. In 1Cron 21:1, come vedremo sotto, è usato come nome comune ma è tradotto erroneamente come nome proprio (traslitterato con lettera maiuscola) da tutti i traduttori:
“Ma ora il Signore, il mio Dio, mi ha dato pace dappertutto; non ho più avversari, e non sono sotto il peso di nessuna calamità”. — 1Re 5:4
“Il Signore suscitò un nemico a Salomone” — 1Re 11:14
“Dio suscitò un altro nemico a Salomone” — 1Re 11:23
“Fu nemico d'Israele per tutto il tempo di Salomone” — 1Re 11:25
“Satana si mosse contro Israele, e incitò Davide a fare il censimento d'Israele” — 1Cron 21:1
In Giobbe, in Zaccaria e nel Salmo 109 è usato come nome comune, con l'articolo (השטן, haś·śā·ṭān), nel senso di "l'accusatore", ed è applicato all'accusatore della corte celeste. Le traduzioni rendono erroneamente traslitterando come nome proprio con lettera maiuscola (Satana). Nel Salmo 109 è usato in senso umano, e suggerisce l'azione in un tribunale:
“Suscita un empio contro di lui, e un accusatore stia alla sua destra. Quando sarà giudicato, esca condannato” — Sl 109:6-7
Il termine satan non comincia ad avere una connotazione sovrumana prima del tardo periodo biblico; in Zaccaria 3 e nel libro di Giobbe è applicato all'accusatore della corte celeste, che certamente trattasi di un angelo; ma anche in questo senso, Satana non è un dèmone malvagio, né Satana si oppone a Dio, anzi agisce unicamente dopo Sua approvazione (cfr. Gb 1-2). Dal Libro di Giobbe risulta evidente come questo angelo accusatore faccia parte della corte angelica, non demonica; egli percorre la terra e passeggia per essa e va su e giú tra terra e cielo, svolgendo quella che è la sua funzione specifica: accusare l'uomo davanti a Dio e far sí che egli violi la Sua legge. Satana è un angelo creato per questo scopo. Lui obbedisce, senza mai agire di sua spontanea volontà e sempre previo permesso di Dio.
Ciò è confermato nella Jewish Encyclopedia: “Risulta evidente dal pròlogo [del Libro di Giobbe] che Satana non ha potere di azione indipendente, ma necessita del permesso di Dio, a cui non puó trasgredire. Non può essere considerato, per questo, come un avversario di Dio.”.
“Un giorno i figli di Dio vennero a presentarsi davanti al Signore, e Satana venne anch'egli in mezzo a loro. Il Signore disse a Satana: «Da dove vieni?» Satana rispose al Signore: «Dal percorrere la terra e dal passeggiare per essa».” — Gb 1:6-7
L'angelo accusatore percorre la terra e si muove tra essa e il cielo, liberamente. Non è affatto "condannato" e non è stato "precipitato". Accede alla presenza di Dio e interagisce con Lui! Quale dèmone può far questo?
“Il Signore disse a Satana: «Hai notato il mio servo Giobbe? Non ce n'è un altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Dio e fugga il male». Satana rispose al Signore: «È forse per nulla che Giobbe teme Dio? Non l'hai forse circondato di un riparo, lui, la sua casa, e tutto quel che possiede? Tu hai benedetto l'opera delle sue mani e il suo bestiame ricopre tutto il paese. Ma stendi un po' la tua mano, tocca quanto egli possiede, e vedrai se non ti rinnega in faccia». Il Signore disse a Satana: «Ebbene, tutto quello che possiede è in tuo potere; soltanto, non stender la mano sulla sua persona». E Satana si ritirò dalla presenza del Signore.” — Gb 1:8-12
Dio si compiace dell'integrità del Suo servo Giobbe e l'angelo accusatore fa notare come egli sia cosí retto per via delle benedizioni ricevute; dunque propone a Dio di revocare queste benedizioni per vedere come la rettitudine di Giobbe verrebbe conseguentemente meno. Dio acconsente. Da questo passo si capisce come non esista un "potere maligno" opposto a Dio che agisce indipendentemente dalla Sua volontà; se cosí fosse, verrebbe meno l'onnipotenza e il controllo assoluto di Dio. Infatti, in Is 45:7 leggiamo:
“Io formo la luce, creo le tenebre, do il benessere, creo l'avversità; io, il Signore, sono colui che fa tutte queste cose.”
È Dio a creare avversità. Possibile che il Dio infinitamente buono, misericordioso e giusto crei avversità e tenebra? In qual modo Egli crea avversità? Attraverso il satana, l'angelo accusatore, che nasce per provocare l'uomo e indurlo alla disobbedienza; nello svolgere questa funzione, il satana obbedisce perfettamente a Dio.
Nel Talmud (Bava Batra 16a), in relazione al tentativo di Satana di indurre Giobbe a trasgredire, Rabbi Levi dichiara:
“Satana ha agito per amor di Dio. Quando vide come Dio fosse cosí concentrato su Giobbe, lui [satana] pensò: «non sia mai che Dio dimentichi il Suo amore per (il nostro padre) Abramo!»”
Esiste un'altra interpretazione sul ruolo del satana, l'accusatore. Il Talmud (Bava Batra, ibidem) spiega che il satana rappresenta l'istinto al male (yetzer ha-ra), alla ribellione alla legge di Dio, ed è un tutt'uno con l'angelo della morte, che scende dal cielo per traviare l'uomo e poi torna in cielo per accusarlo davanti a Dio e condannarlo. Nel Midrash Rabbah (Bereshit xvii 6) si legge che il satana, ossia l'istinto alle passioni malvagie, nacque nel momento in cui fu creata la donna.
Per concludere, la Scrittura Ebraica non presenta il satana come un angelo ribelle che agisce in opposizione a Dio, ma come un angelo accusatore che obbedisce perfettamente a Dio, svolgendo la funzione per la quale è stato creato: sedurre l'uomo, sviarlo, indurlo alla disobbedienza. In altri termini, il satana ebraico potrebbe essere una vera e propria "manifestazione" della volontà di Dio.