Ebrei 12:23

trizzi74
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Ebrei 12:23

Messaggio da trizzi74 »

Caro Gianni, un versetto usato per dimostrare l'esistenza di un'anima che si separa dal corpo è quello di Ebrei 12:23 che dice: " all'assemblea dei primogeniti che sono scritti nei cieli, a Dio, il giudice di tutti, agli spiriti dei giusti resi perfetti".
Su questa scrittura uno studioso disse: " Questo passo rivela senz'altro che gli spiriti dei credenti che sono stati trasferiti in cielo hanno una sorta d'esistenza tra la morte e la resurrezione".
Come intendere il termine "spiriti"? E chi sono questi " giusti resi perfetti"?
"Le religioni sono sistemi di guarigioni per i mali della psiche, dal che deriva il naturale corollario che chi è spiritualmente sano non ha bisogno di religioni."
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Gianni
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Re: Ebrei 12:23

Messaggio da Gianni »

Caro Trizzi, come detto altrove, non esiste nella Scrittura il concetto di anima, sebbene le traduzioni l’inseriscano a sproposito. Come abbiamo già visto, c’è anche chi ha confuso il soffio vitale con l’anima! Ora tocca agli “spiriti” far la parte dell’anima?
Nel passo di Eb lo scrittore ispirato dice ai suoi ascoltatori che non si sono aavicinati al “al monte che si poteva toccare con mano” (Eb 12:18) ovvero al monte Sinày, ma “al monte Sion, alla città del Dio vivente, la Gerusalemme celeste, alla festante riunione delle miriadi angeliche, all'assemblea dei primogeniti che sono scritti nei cieli, a Dio, il giudice di tutti, agli spiriti dei giusti resi perfetti”. – Vv. 22,23.
I “primogeniti” sono credenti, gli eletti, i “giusti resi perfetti” nella loro condizione spirituale e non più fisica.
Che lo scrittore prospetti una realtà eterna ma futura, è indicato dal successivo v. 25: “Badate di non rifiutarvi d'ascoltare colui che parla; perché se non scamparono quelli, quando rifiutarono d'ascoltare colui che promulgava oracoli sulla terra, molto meno scamperemo noi, se voltiamo le spalle a colui che parla dal cielo”.
Già al v. 9 c’era questa esortazione: “Non ci sottometteremo forse molto di più al Padre degli spiriti per avere la vita?”.
trizzi74
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Re: Ebrei 12:23

Messaggio da trizzi74 »

Grazie della spiegazione!
Un'ultima domanda su Ebrei 12:23: Qual'è il tuo parere sulla TNM che traduce "alle vite spirituali dei giusti" invece di " agli spiriti dei giusti".
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Re: Ebrei 12:23

Messaggio da Gianni »

Caro Trizzi, lo stesso aggiustamento viene fatto da TNM in Eb 12:9. Il testo greco ha “Padre degli spiriti”, mentre la Bibbia dei Testimoni aggiusta in “Padre della nostra vita spirituale”. Invece di mettere nelle note in calce la traduzione letterale, forse sarebbe stato meglio fare il contrario: attenersi nella traduzione al testo biblico e poi casomai mettere nelle note la propria spiegazione.
trizzi74
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Re: Ebrei 12:23

Messaggio da trizzi74 »

Gianni ha scritto:Caro Trizzi, lo stesso aggiustamento viene fatto da TNM in Eb 12:9. Il testo greco ha “Padre degli spiriti”, mentre la Bibbia dei Testimoni aggiusta in “Padre della nostra vita spirituale”. Invece di mettere nelle note in calce la traduzione letterale, forse sarebbe stato meglio fare il contrario: attenersi nella traduzione al testo biblico e poi casomai mettere nelle note la propria spiegazione.
Sono d'accordo con queste tue parole. Comunque, quello che conta è che le parole " vite spirituali" della TNM non allontanano il lettore dal significato del testo originale, cioè quello di comunicare lo stato immateriale o non carnale di quei membri privegiati dell'eletta di Cristo ( 1 Cor. 15:44), visto ( si noti) in anticipo, poichè il versetto dice esplicitamente che i loro " nomi sono scritti in cielo" sebbene non dica che essi stessi siano già in cielo.

Aggiungo che un'altro versetto con una terminologia simile ( Dio degli spiriti) si trova in Numeri 16:22. Non è così Gianni?
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Re: Ebrei 12:23

Messaggio da Gianni »

Caro Trizzi, l’aggiustamento di TNM ha il vantaggio di non far intendere che gli spiriti siano entità, intendendole come anime!, il che non sarebbe biblico.
In Nm 16:22 il testo ebraico ha letteralmente “Dio degli spiriti [rukhòt, plurale di rùakh (spirito), tradotto dalla LXX con il greco pnèuma] di ogni carne”. Si tratta della forza vitale.
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Michele
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Re: Ebrei 12:23

Messaggio da Michele »

In questo caso c'entra poco, ma è interessante tradurre anche questa frase:
Padre nelle tue mani rimetto il mio spirito, e spirò.
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Gianni
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Re: Ebrei 12:23

Messaggio da Gianni »

È la stessa cosa, Michele. Lo spirito è anche qui il soffio vitale. Yeshùa esala l’ultimo respiro e muore; spira, appunto.
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Re: Ebrei 12:23

Messaggio da Michele »

Io capisco invece che rimetto possa signficare "mettere di nuovo", "consegnare" ect. E non è proprio la stessa cosa che pensare alla sua dissoluzione. Altrimenti non avrebbe avuto senso. Rimetti qualcosa che è dissolto?
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Gianni
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Re: Ebrei 12:23

Messaggio da Gianni »

Michele, permettimi di fare alcune osservazioni. La più importante è questa: non basare mai le tue interpretazioni di un testo biblico sulle traduzioni. O, perlomeno, prima di fare deduzioni in base alle parole tradotte, verifica l’originale.
Se il testo biblico originale dicesse “rimetto” con il senso di “metto di nuovo”, la tua deduzione non farebbe una piega. Ma cosa dice veramente la Scrittura?
Prendiamo Lc 23:46 nell’interlineare del Vianello, che tu possiedi. Qui trovi παρατίθεμαι (paratìthemai), tradotto dal Vianello “pongo”, che è ben diverso da “rimetto di nuovo”.
È sufficiente questa procedura? Non del tutto, perché il Vianello potrebbe anche sbagliarsi, caso raro ma possibile. Di certo sappiamo che il verbo in questione è paratìthemai. Il prossimo passo è quindi quello di vederne il significato nel vocabolario. Scopriamo così che il verbo παρατίθημι (paratìthemi) – cui paratìthemai è presente indicativo – significa “affidare / depositare / dare in custodia”. Ora è sufficiente? Non ancora, perché il significato è una cosa, il senso che potrebbe avere nella Scrittura è altro. Occorre quindi una concordanza greca per scoprire tutti i passi in cui quel verbo è usato. Poi vanno letti e dal loro contesto se ne ricava il senso. Ti risparmio l’esame dei molti passi in questione e ti confermo che il senso è identico al suo significato. A mo’ d’esempio di cito sempre da Lc: “A chi molto è stato affidato, tanto più si richiederà” (Lc 12:48).
Vedi dunque che il tuo ragionamento basato su una parola tradotta ti ha portato fuori strada. In più, tu sei andato molto oltre, perché hai interpretato “rimetto” come rimettere di nuovo, il che non è neppure esatto. Quando un avvocato dice “mi rimetto alla clemenza della corte”, non sta rimettendo affatto di nuovo.
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