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Re: 2 Re 2:11/Ebrei 11:5

Inviato: mercoledì 9 aprile 2014, 18:41
da Michele
"In modo da non vedere la morte", è qualcosa di comprensibile, dato che di solito chi muore non vede la sua morte. Quindi non vedere la morte significa, non morire.

Re: 2 Re 2:11/Ebrei 11:5

Inviato: giovedì 10 aprile 2014, 6:00
da Gianni
Caro Trizzi, per Enoc certamente. Il caso di Elia è diverso. Intanto va osservato che dopo la scomparsa di Elia, Eliseo (suo successore) non fa lutto per lui. Soprattutto, però, ritroviamo Elia che anni dopo la sua scomparsa è ancora vivo e agisce stavolta come profeta del Regno di Giuda, come mostra 2Cron 21:12-15.
Va ribadito che sia Enoc che Elia non salirono al cielo. Infatti, Yeshùa precisò che fino al suo tempo “nessuno è salito in cielo”. - Gv 3:13.

Re: 2 Re 2:11/Ebrei 11:5

Inviato: sabato 2 dicembre 2017, 17:16
da Gianni
Ciao. Mattia.

Il "carro" (di Dio, del fuoco) raffigura il temporale con i suoi fulmini e il rumoreggiare del tuono (in certe regioni italiane, quando tuona, si dice che gli angeli giocano a bocce): “Tu coroni l'annata con i tuoi benefici, e dove passa il tuo carro stilla il grasso. Esso stilla sui pascoli del deserto” (Sl 65:11,12; cfr. 18:7-15). Con questo concetto si può meglio comprendere il rapimento di Elia la cui scomparsa sarebbe avvenuta durante una tempesta (= carro): “Essi continuarono a camminare discorrendo insieme, quand'ecco un carro di fuoco e dei cavalli di fuoco che li separarono l'uno dall'altro, ed Elia salì al cielo in un turbine. Eliseo lo vide e si mise a gridare […]. Poi non lo vide più” 2Re 2:11,12). Tant'è vero che alcuni suoi discepoli vogliono andare a cercarlo pensando che il vento lo abbia gettato in qualche burrone: “Ecco qui fra i tuoi servi cinquanta uomini robusti; lascia che vadano in cerca del tuo signore, se mai lo spirito del Signore l'avesse preso e gettato su qualche monte o in qualche valle” (v. 16). Ciò corrisponde in pieno alla descrizione del Salmo: “[Dio] fa delle nuvole il suo carro, avanza sulle ali del vento; fa dei venti i suoi messaggeri, delle fiamme di fuoco [fulmini] i suoi ministri”. - Sl 104:3,4.

Considera anche che il suo discepolo Eliseo non osserva per lui alcun lutto e che alcuni anni dopo è ancora vivo e vegeto, ancora attivo quale profeta, come mostra la sua lettera menzionata in 2Cron 21:12-15.

Nessuno è salito in cielo”. - Gv 3:13.

Re: 2 Re 2:11/Ebrei 11:5

Inviato: sabato 2 dicembre 2017, 18:41
da bgaluppi
Grazie Gianni, davvero un'ottima spiegazione.

Re: 2 Re 2:11/Ebrei 11:5

Inviato: mercoledì 13 giugno 2018, 8:54
da Leviticus
Forse ne avete gia'parlato altrove ma Su 2 re 2:11 ci sarebbero anche interpretazioni e traduzioni diverse, ad esempio una ebraica direbbe che I carri fuoco sono particolari carri da guerra. Anche i cavalli fuoco sono potenti cavalli di battaglia. Il nome "fuoco" fungerebbe qui da "scottante", nel senso di "intoccabile", nome che si assocerebbe ai corpi più vicini al re.
Le espressioni in questo episodio biblico sarebbero di tipo militare.
secondo questa linea in questo passo, non ci sarebbe nessun termine che possa essere tradotto con "rapimento". Il testo direbbe che "Eliahu salì, nella tempesta, al cielo", ma sarebbe solamente di un modo di dire. Anche in Italiano, quando una persona diventa molto importante si usa dire: "salì molto in alto". Il carro che lo prese andrebbe quindi inteso con un carro reale.
Anche le bibbie cristiane cattoliche sono in qualche modo molto prudenti nelle note a questo passo, si dice che la successiva ricerca di Elia certifica solo che il suo.destino e'un mistero ed il testo non dice.che Elia non e'morto.
Interessantissimo

Re: 2 Re 2:11/Ebrei 11:5

Inviato: mercoledì 13 giugno 2018, 8:59
da Gianni
Il "carro" (di Dio, del fuoco) raffigura il temporale con i suoi fulmini e il rumoreggiare del tuono (in certe regioni italiane, quando tuona, si dice che gli angeli giocano a bocce): “Tu coroni l'annata con i tuoi benefici, e dove passa il tuo carro stilla il grasso. Esso stilla sui pascoli del deserto” (Sl 65:11,12; cfr. 18:7-15). Con questo concetto si può meglio comprendere il rapimento di Elia la cui scomparsa sarebbe avvenuta durante una tempesta (= carro): “Essi continuarono a camminare discorrendo insieme, quand'ecco un carro di fuoco e dei cavalli di fuoco che li separarono l'uno dall'altro, ed Elia salì al cielo in un turbine. Eliseo lo vide e si mise a gridare […]. Poi non lo vide più” 2Re 2:11,12). Tant'è vero che alcuni suoi discepoli vogliono andare a cercarlo pensando che il vento lo abbia gettato in qualche burrone: “Ecco qui fra i tuoi servi cinquanta uomini robusti; lascia che vadano in cerca del tuo signore, se mai lo spirito del Signore l'avesse preso e gettato su qualche monte o in qualche valle” (v. 16). Ciò corrisponde in pieno alla descrizione del Salmo: “[Dio] fa delle nuvole il suo carro, avanza sulle ali del vento; fa dei venti i suoi messaggeri, delle fiamme di fuoco [fulmini] i suoi ministri”. - Sl 104:3,4.

Re: 2 Re 2:11/Ebrei 11:5

Inviato: mercoledì 13 giugno 2018, 9:23
da bgaluppi
Ciao Leviticus, Besàseà aveva riportato quella lettura che proponi:

http://www.biblistica.eu/phpbb/viewtopi ... 747#p22064" onclick="window.open(this.href);return false;

Re: 2 Re 2:11/Ebrei 11:5

Inviato: mercoledì 13 giugno 2018, 12:19
da Leviticus
Grandi,e infatti cercavo quella discussione ma non mi saltava fuori pero' me la ricordavo,ho messo anche il link di la cosi sono collegate ora se qualcuno le leggera'.
Siete sempre sul pezzo. :YMPEACE: