il libro dell' APOCALISSE

ARIANNA
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Re: il libro dell' APOCALISSE

Messaggio da ARIANNA »

Elena gli ingiusti risorgeranno durante il regno millenario che avrà luogo su questa terra proprio perché devono conoscere l'insegnamento divino e metterlo in pratica.
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bgaluppi
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Re: il libro dell' APOCALISSE

Messaggio da bgaluppi »

Ciao Bruno, Yeshùa dice che tutti i deceduti (quelli che sono nella tomba, cioè sottoterra, morti fisicamente) risorgeranno al suo ritorno (Gv 5). Tra questi, i giusti in risurrezione "di vita". Ciò sembra ovvio, visto che tornano in vita; ma lui qui parla della vita vera, quella in Dio, la condizione di completezza. Nello stesso momento, anche gli ingiusti risorgeranno, ma è naturale che non godranno della stessa risurrezione "di vita"; altrimenti che differenza ci sarebbe tra giusti e ingiusti? Essi, risorgono "in vista del giudizio", ossia per esser giudicati. Ma attenzione: il giudizio non è sentenza di condanna, può anche determinare sentenza positiva. Quando è il giudizio? Dopo il millennio (Ap 20:11,12). Infatti, il testo dice che "i morti" (risorti, ma non ancora "vivi" perché in attesa di giudizio) torneranno in vita dopo il millennio (Ap 20:5). Coloro che saranno giudicati dopo il millennio, nel Giorno del Trono Bianco, e che saranno salvati, risorgeranno alla vita, quella perfetta ed eterna.

Dunque, abbiamo la prima resurrezione alla vita dei giusti, al ritorno del messia (che regneranno con lui, Ap 20:4), e poi la seconda resurrezione alla vita degli ingiusti che saranno salvati, dopo il millennio. :-)

Il testo di Apocalisse non descrive la resurrezione degli ingiusti alla fine del millennio come "seconda resurrezione"; ma visto che c'è una prima (Ap 20:5), deve esserci una seconda. E visto che la prima riguarda la salvezza (vita eterna), anche la seconda deve riguardare la salvezza (i "morti" vengono giudicati e quelli ritenuti giusti ricevono la vita, ossia la salvezza).
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Israel75
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Re: il libro dell' APOCALISSE

Messaggio da Israel75 »

Ah ok è vero m'ero scurdà l'Apocalisse, grazie :-)
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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Simeone Alan Tovar
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Re: il libro dell' APOCALISSE

Messaggio da Simeone Alan Tovar »

Credo che sul libro di Rivelazione o Apocalisse sia stato scritto di più che su qualsiasi altro libro. Infatti invece di essere una "rivelazione" o svelamento sembra un intricato mistero che via via si infittisce sempre di più.
Credo che il problema principale sia da cercare nella nostra cronocentricità ovvero pensiamo di essere non solo il centro dell'universo ma anche il centro del tempo. Quindi gli avvenimenti importanti dovrebbero accadere adesso, nella nostra vita, altrimenti perché sperare?
Il ritorno del Cristo, la presunta guerra di Har- Maghedon, non essendo accaduti tali avvenimenti debbono accadere per forza ora, adesso nella nostra vita. Una visione oltre che puerile, anche abbastanza narcisistica. Non uso il concetto egoistico, ma appunto narcisista, quello del bambino che vuole quello che vuole ora adesso perché... appunto è un bambino. Sfruttando comunque la nostra comune razionalità sarebbe interessante dare una occhiata al libro di Rivelazione utilizzando i mezzi a nostra disposizione, ovvero oltre appunto la razionalità, i mezzi tecno informativi che ci permettono un agevole accesso al sapere, il contesto allargato, ovvero quello storico e culturale che partorisce il libro d Rivelazione; quindi il riferimento imprescindibile oltre che alle scritture greche alle scritture ebraico aramaiche. Il tutto cementato da un vero rispetto per le Sacre Scritture, non cadendo nelle biglinate e nel dubbio sistematico russelliano (Bertrand).
Partirei da un punto di partenza condiviso, ovvero la supremazia dell'armonia interna o evidenza scritturale, rispetto alle prove esterne. Mi spiego, se tracciamo un sistema cartesiano occorre definire immediatamente una origine un punto di partenza. In questo caso direi, anche se sembra accademico, credo sia importante rispondere alla domanda: quando fu scritta Rivelazione?
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Gianni
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Re: il libro dell' APOCALISSE

Messaggio da Gianni »

Caro Simeone Alan Tovar, condivido molto di ciò che hai scritto. Personalmente penso che il grande errore interpretativo che si fa con il libro di Apocalisse è quello di valutarlo dal punto di vista occidentale e di trattarlo alla stregua di un manuale di profezie alla Nostradamus.
Per te la domanda chiave è quando fu scritto. Per me la chiave di lettura sta nel genere letterario in cui fu scritto. Se non si conosce l'apocalittica giudaica, l'esegesi di Apocalisse consiste nel chi la spara più grossa.
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Simeone Alan Tovar
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Re: il libro dell' APOCALISSE

Messaggio da Simeone Alan Tovar »

Grazie della precisazione, Signor Gianni (scusatemi ma lasciatemi questo vezzo). Fondamentalmente occorre anche stabilire proprio il genere letterario, parole sacrosante, altrimenti Al tistakel baqanqan, ela bemah shebetokho, guarderemo alla giara non al contenuto, ovvero giudicheremo il libro dalla copertina. Rivelazione è un libro, anzi è il libro maggiormente permeato dalla presenza della apocalittica ebraica. Yeshayahu Yirmeyahu ( Isaia e Geremia) Yekhezqel e Daniel (Ezechiele, Daniele), e i Trei Asar (ovvero i cosidetti dodici libri dei profeti niente affatto minori, cioè: Sofonia, Gioele, Zaccaria, etc) sono vivi e presenti nelle visioni di Giovanni. Quindi due ottimi punti di partenza: il quando e il come ovvero tempo di scrittura e lo stile di scrittura. Grazie ancora Signor Gianni!
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Gianni
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Re: il libro dell' APOCALISSE

Messaggio da Gianni »

:-)
ARIANNA
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Re: il libro dell' APOCALISSE

Messaggio da ARIANNA »

Simeone, ad attribuire una scadenza molto breve agli avvenimenti che tu citi in Apocalisse sono i pastori delle varie sette americane e non. Potrebbero accadere in qualunque momento, non ci è dato saperlo. Tuttavia non si può negare che la condizione mondiale degenera di giorno in giorno. L'orologio profetico scandisce il susseguirsi degli eventi in Israele e a quelli bisogna guardare.
è importante tenero conto di quando fu scritta Rivelazione ma è ancora più importante credo capire perché Giovanni lo ha scritto. Si tratta di un libro scritto principalmente per esortare i credenti a rimanere saldi e fortificarsi nella fede, non a caso le uniche profezie sono solo alla fine del libro.
noiman
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Re: il libro dell' APOCALISSE

Messaggio da noiman »

אל תסתכל בקנקן אלא במה שיש בו
“Al tistakèl bakankàn , elà bimàh sheyèsh bò
Non guardare nel vaso, ma quello che c’è dentro.

Noiman
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Gianni
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Re: il libro dell' APOCALISSE

Messaggio da Gianni »

Vero, Arianna, sono soprattutto le varie sette americane a leggere Apocalisse … come dire? Io uso l’espressione “all’americana”, proprio per indicare quel tipo di lettura che denota solo ignoranza biblica.

“Non guardare nel vaso, ma quello che c’è dentro” è valido per tante cose, ma quanto ad Apocalisse, cari Simeone e Noiman, permettetemi di dissentire. Apocalisse rientra nel genere letterario dell’apocalittica giudaica, per cui io direi che bisogna guardare
גם את הקנקן, gam et haqanqàn, anche il vaso.
Permettetemi un esempio. Gli astri che cadono, i terremoti, il sole che si oscura è uno schema standard dell’apocalittica giudaica. Leggervi eventi astronomici reali sarebbe come andare alla ricerca dei resti archeologici dell’inesistente locanda in cui il buon samaritano condusse il malcapitato picchiato dai briganti sulla via per Gerico.

La letteratura apocalittica sorse un paio di secoli prima di Yeshùa ed era connotata dall’ansiosa e viva attesa del nuovo mondo di Dio.
Lo scopo della letteratura apocalittica fu quello di conservare il patrimonio dei profeti biblici cercando di riproporre in modo nuovo il loro messaggio. Nel far ciò manifesta anche la visione del tempo della fine, che vede avvicinarsi velocemente. Nella letteratura apocalittica il mondo attuale svanisce tra immani e spaventose catastrofi, mente il nuovo mondo scende dal cielo e reca una gloria paradisiaca. Vi è una drastica contrapposizione tra il mondo attuale e il mondo a venire. Quello attuale, che è soggetto alle potenze demoniache, subisce un’ultima era terrificante: guerre, carestie, varie infermità, cessazione della produzione di frutti da parte della terra, donne che diventano sterili; il cosmo stesso è sconquassato al punto che le stelle escono dalle loro orbite. Quando poi i tormenti giungono al culmine, Dio interviene. I morti escono allora dalle tombe e tutti devono comparire davanti al tribunale presieduto da Dio e dal suo Messia che è “figlio dell’uomo”. I libri che contengono i registri delle azioni di ciascuno sono aperti e letti; sulla loro base si emette il giudizio definitivo: salvezza o dannazione eterna. Dopo il giudizio finale, il nuovo mondo sostituisce quello vecchio in cui abiteranno i salvati, e Dio starà per sempre in mezzo a loro.
Mentre i profeti ricevono il messaggio divino in forma di parole e con le parole lo trasmettono al popolo, gli apocalittici hanno rivelazioni molto misteriose che ricevono in sogno o durante un rapimento estatico. Il messaggio non è trasmesso a parole, come nei profeti, ma per mezzo di immagini che devono essere interpretate.
Gli antichi profeti predicavano alle persone del loro tempo e i profeti scrittori mettevano per iscritto le loro profezie. Gli apocalittici, invece, compongono un’opera letteraria in cui nascondono il loro messaggio nel mistero. Così facendo lo rendono molto attraente, e per renderlo più affascinante lo pubblicano sotto il nome di un personaggio famoso dell’antichità. Così, gli apocalittici fanno parlare quei grandi personaggi per annunciare il corso futuro della storia. In tal modo, la storia che per l’apocalittico è già passata, viene ad essere presentata come futura perché riferita da un personaggio antico. In altre parole, la storia fin lì accaduta viene raccontata come se l’antico personaggio l’avesse prevista. Questo pone le basi per gli eventi futuri: se la profezia si è realizzata fin lì, anche ciò che riguarda il futuro vero e proprio avverrà. Si nota così che per ciò che riguarda la storia già passata e presentata come futura, l’apocalittico è molto preciso e dettagliato, ma per ciò che concerne ciò che è futuro anche per lui, è generico. Tema comune negli apocalittici è la fine del mondo con l’avvento della nuova creazione.
Nello stile apocalittico i personaggi antichi, dietro cui si cela l’apocalittico sotto mentite spoglie, ricevettero le loro visioni e le sigillarono affinché fossero lette in futuro, nel tempo della tribolazione. Così, il tempo contemporaneo all’apocalittico, che è il vero autore degli scritti attribuiti ad un personaggio antico, è il tempo in cui si attente la fine ormai imminente. Ecco perché egli rende nota la sua opera, così che le persone siano consolate. La gloria promessa è ormai vicina e con tale consapevolezza ci si può rafforzare rimanendo fedeli e ubbidienti ai comandamenti di Dio.

I profeti (se i loro scritti solo abbastanza lunghi) presentano particolari precisi per l’epoca a essi contemporanea, mentre sono poco minuziosi e più generici per tutto ciò che riguarda il passato.
Gli apocalittici, al contrario, sono poco precisi per il tempo in cui visse il profeta da essi indicato, mentre sono molto minuziosi per un periodo determinato a lui posteriore.
Si deve perciò concludere che il profeta visse realmente nell’epoca da lui indicata, mentre il profeta apocalittico visse non nel tempo in cui si pone la persona che ha le visioni ma nel periodo del suo annuncio profetico.
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