Ermeneutica per principianti (e non solo)

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Gianni
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da Gianni »

Caro Ilvigilante, tu parli di interpretazione e di esegesi, e dici “per comprendere meglio”.
Personalmente ti lodo per questa espressione: “per comprendere meglio”.

Se si tenesse sempre presente questo obiettivo, si progredirebbe. Se si applicasse sempre come primo passo ermeneutico, non si seguirebbe come pecoroni i falsi pastori che pretendono di sapere già tutto.

Di fronte ad un testo biblico, occorre per prima cosa domandarsi cosa intendeva dire lo scrittore e come voleva che fossero intese le sue parole.
Per farlo vanno analizzate le sue vere parole, non le traduzioni. Solo dopo possiamo comprendere meglio e fare esegesi.

Applicando queste linee-guida, esaminiamo ora 1Cor 1:10-12. Il raffronto con TNM ci aiuterà a mettere a fuoco il vero pensiero di Paolo.
Al v. 10 TNM traduce “a parlare tutti concordemente”, contro il greco he ha “la stessa cosa diciate tutti” (si tratta quindi di una singola cosa specifica). “Non avere fra voi divisioni” di TNM è conforme al testo originale; si noti "tra voi". “Essere perfettamente uniti nella stessa mente e nello stesso pensiero” (TNM) si allontana ancora dal testo biblico, che ha invece “siate invece tendenti alla completezza in lo stesso pensiero e in lo stesso parere”.

Prima domanda: qual era il problema? Al versetto 11, dopo le esortazioni, Paolo ne espone il motivo. Qui al v. 11 la parolina chiave è gar, “infatti”. Questo “infatti” introduce la ragione dei rimproveri di Paolo, che subito dopo dice: “Ci sono tra voi contese”, e non esattamente “esistono fra voi dei dissensi” (TNM). Al v. 12 troviamo un’altra parola-chiave: òti, “perché”. E il perché è che esistono tra i corinti dei partiti; ne sono citati tre. Tali partiti esistono solo all’interno di quella comunità e sono sorti all’insaputa dei tre a cui si ispirano, Pietro, Apollo e lo stesso Paolo.

Ora, la scelta delle parole da parte di TNM – come hai acutamente evidenziato – è tesa a creare una norma generale ad uso e consumo della dirigenza di Brooklyn, così da uniformare a livello mondiale il modo di pensare fatto ad immagine e somiglianza del gruppetto che si è autoproclamato unico canale tra Dio e l’intera comunità dei credenti.

Analizzando il testo paolino vediamo però che si tratta unicamente di un problema locale sorto a Corinto e che riguardava solo i corinti.
“La stessa cosa diciate tutti”, riguarda il richiamarsi tutti al Cristo e non ad uno dei tre suoi portavoce creando dei partiti.

Se poi teniamo conto che Paolo esorta ad essere “stesso parere”, e ciò a riguardo della questione trattata, va escluso ogni ampliamento a questioni diverse. Non si tratta qui di avere lo stesso pensiero su un intero corpo dottrinale, ma unicamente di avere la medesima γνώμη (ghnòme), la tessa opinione, lo stesso punto di vista; nella fattispecie che il Cristo rimane uno e non è stato diviso in partiti.
ilvigilante
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da ilvigilante »

Grazie Gianni,
infatti ho sempre ritenuto capziosa la spiegazione della dirigenza dei TdG (non più di Brooklin, ma di Warwick).
Una spiegazione distorta a loro uso e consumo, mentre il sottoscritto ha sempre pensato che si trattasse di avere un unico pensiero volto all'insegnamento di Cristo, come giustamente si evince dal contesto.


Appena ne avrò il tempo proporrò un altro passo.

Un caro saluto
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Gianni
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da Gianni »

Lo esamineremo. :-)
ilvigilante
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da ilvigilante »

Mt 16:19 
Io ti darò le chiavi del regno dei cieli, e qualunque cosa legherai sulla terra sarà stata legata nei cieli, e qualunque cosa scioglierai sulla terra sarà stata sciolta nei cieli”.
Qual è il significato di queste parole?
Cosa simboleggiano le chiavi?
Cosa avrebbe sciolto o legato Pietro?
Sarebbe stato solo Pietro ad avere questo simbolico incarico e ciò che rappresenta?
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Gianni
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da Gianni »

I vv. 17-19 (il 19 fa riferimento alle chiavi) di Mt 16 non hanno corrispondenza negli altri due sinottici. Si tratta quindi di un’aggiunta che fa Matteo. Aggiunta non significa alterazione o modificazione dei fatti. Quei versetti fanno parte della Bibbia. Gli altri due sinottici semplicemente non riportano la replica di Yeshùa alla confessione di fede di Pietro. Giovanni non riporta neppure l’episodio; solo in Gv 6:69 troviamo le parole di Pietro: “Noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio”, ma non sono riferite all’episodio riportato dai sinottici.

“Io ti darò le chiavi del regno dei cieli”. In tutta la Bibbia, sia nella parte ebraica che in quella greca, le chiavi rappresentano una funzione particolare. Non si deve pensare alla chiave moderna che gira nella serratura. L’antica chiave era costituita da un pezzo di legno che aveva sporgenze che corrispondevano ai fori del chiavistello e che spingevano la sbarra interna che bloccava della porta. Il maggiordomo reale portava appesa alle spalle la chiave della città. In Is 22:22 è detto infatti: “Metterò sulla sua spalla la chiave della casa di Davide”; con ciò venne profetizzata la sostituzione di Sebna con Elìachim. La loro funzione era quella di amministrare la casa reale; si trattava della funzione di visir. La chiave ha nella Scrittura anche una valenza simbolica basata proprio sul suo uso da parte chi era preposto alla custodia della reggia. Così, ad esempio, vediamo che l’angelo apocalittico a cui “fu data la chiave del pozzo dell'abisso” (Ap 9:1), con la chiave datagli ha il dominio su satana e sui demòni. Anche oggi si usa il simbolismo delle chiavi quando si consegnano le chiavi di una città.
Detto ciò, ora occorre capire in che senso Yeshùa promette di dare a Pietro “le chiavi del regno dei cieli”. Si noti intanto che non si tratta delle chiavi della chiesa ma del Regno dei Cieli. Riferendosi proprio a questo regno, Yeshùa così rimproverò i dottori della Legge: “Guai a voi, dottori della legge, perché avete portato via la chiave della scienza [“conoscenza” (TNM)]! Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l'avete impedito” (Lc 11:52). Che si tratti del Regno di Dio è confermato da Mt 23:13: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché serrate il regno dei cieli davanti alla gente; poiché non vi entrate voi, né lasciate entrare quelli che cercano di entrare”.
“La chiave della scienza [“conoscenza” (TNM)]” fa riferimento all’interpretazione che i dottori della Legge, gli scribi e i farisei davano dell’insegnamento di Dio. Essa era sbagliata, tanto che essi stessi non entravano nel Regno e impedivano agli altri di accedervi. Ricevendo “le chiavi del regno dei cieli”, Pietro aprirà le porte del Regno a chi vorrà entrarvi. Sebbene qui Pietro sia il primo a cui Yeshùa comunicò questa facoltà - e ciò per via della sua professione di fede, di cui fu il primo -, essa è poi estesa da Yeshùa agli altri apostoli e discepoli, come attestato da Mt 18:18 e Gv 20:22,23.
“Tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli”. I verbi “legare” e “sciogliere” erano tipici dei rabbini per indicare le proibizioni e le concessioni. Nella letteratura rabbinica, infatti, “legare” indica stabilire un obbligo e “sciogliere” indica lo scioglimento da un obbligo. Questa terminologia è presa dalla Bibbia. Si veda, ad esempio, Nm 30:10-14.
Degna di nota è la traduzione di Mt 16:19 fatta dal biblista (e grecista) R. Young: “Qualunque cosa tu possa legare sulla terra dovrà esser stata legata nei cieli, e qualunque cosa tu possa sciogliere sulla terra dovrà esser stata sciolta nei cieli”. Similmente, C. B. Williams, traduttore biblico che fu anche professore di greco: “Qualunque cosa tu proibisca sulla terra dev’essere ciò che è già stato proibito in cielo, e qualunque cosa tu permetta sulla terra, dev’essere ciò che è già stato permesso nei cieli”. Con ciò non s’intende dire che Pietro avesse il potere di dettare legge in cielo, ma solo che Pietro fu l’esecutore di ciò che in cielo era già stato deciso di “legare” e “sciogliere”.
Siccome questo potere di “legare” e “sciogliere” è in relazione alle “chiavi del regno dei cieli”, esso si riferisce all’ingresso nella chiesa, indicando cosa sia necessario e cosa non lo sia per entrarvi e farne parte. Fu proprio Pietro che il giorno di Pentecoste “legò” o rese obbligatorio il battesimo: “Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo” (At 2:38). Fu sempre Pietro che “sciolse” aprendo la porta del Regno di Dio ai non ebrei (At 10:1-48;15:7-9). Anche nella questione della circoncisione, fu Pietro che “si alzò in piedi e disse”, ponendo le basi per “sciogliere” dall’obbligo di circoncidersi. - At 15:6-29.
La decisione maturata circa la circoncisione, dopo la presa di posizione di Pietro al concilio gerosolimitano, illustra bene quanto espresso da R. Young e da C. B. Williams, come riportato più sopra. Non furono Pietro né tantomeno gli altri apostoli a decidere per loro volontà indipendente, ma essi ci arrivarono per volontà di Dio, come traspare dalle loro stesse parole: “Allo spirito santo e a noi è parso bene di …”. - At 15:28, TNM.
La stessa considerazione va fatta per lo “scioglimento” con cui Pietro aprì ai gentili. Non fu decisione sua personale: gli ci volle una visione divina (At 10:1-22) per arrivare a “sciogliere”.
stella
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da stella »

...a te Gianni ed a tutti i forumisti e lettori il mio buon giorno . :-)

grazie per la spiegazione ,
comunque come credo gia' sai , questo ''legare e sciogliere ''uno dei versetti molto discusso ed interpretato in modo e modi diversi ... ;;)

chi ubbidienza alla chiesa ,chi confessare ai fratelli il peccato ,chi confessione riconoscere le responsabilita' ecc..ecc..insomma cio che PIETRO '''o ora forse dire i PIETRI legano o sciolgono qui ,lo fara anche GESU' in cielo . ;;)
l,anima mia. ha sete del Dio vivente
ilvigilante
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da ilvigilante »

Quindi il ruolo attribuito a Pietro di decidere su aspetti strettamente legati alla missione del regno, comunque dipendenti dalla volontà divina, non si è rinnovato a chi ha avuto un ruolo di continuità in seguito alla morte degli apostoli.
Non ho posto un punto di domanda perché credo che sia così senza ombra di dubbio
ilvigilante
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da ilvigilante »

Gianni,
Scusa ma spero che non sia colpa mia che tu perda il riposo notturno per rispondermi.
Vedo che lo fai di buooon mattino... I-)
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Gianni
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da Gianni »

Caro Ilvigilante, io amo la notte. Mi sveglio tutti i giorni al massimo alle 4 di notte (mi addormento attorno alle ore 20). Nel silenzio della notte (sintonizzato su http://www.radioswissjazz.ch/it" onclick="window.open(this.href);return false; o su http://www.radioswissclassic.ch/it" onclick="window.open(this.href);return false;, che diffonde solo musica stupensa senza pubblicità), lavoro meglio. :-)
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Gianni
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da Gianni »

Ciao, Mattia. In 2Re 2:9 l’espressione tradotta “parte doppia” èפִּי־שְׁנַיִם (py-shnàym). Shnàym significa indubbiamente “due”. Quanto a פִּי (py), è lo stato costrutto di פֶּה (pe), che indica diverse cose: la bocca, la gola, il becco, un ordine. Abbinato però a “due”, pe pare proprio indicare una parte. In Zc 13:8 troviamo “i due terzi saranno sterminati, periranno, ma l'altro terzo sarà lasciato”. Qui “due terzi” è la traduzione di פִּי־שְׁנַיִם (py-shnàym); “l’altro terzo” è nel testo ebraico hashlishìt, “la terza”, il che conferma che pe indica una parte.
Perché Eliseo chiede ad Elia una “parte doppia” del suo spirito? Può essere spiegato con Dt 21:17, che stabilisce che al primogenito spettava “una parte doppia [ פִּי שְׁנַיִם (py shnàym)] di tutto quello che possiede” il padre. Traduce quindi molto bene la TILC dando al passo il senso giusto: “Vorrei essere l'erede principale del tuo spirito di profeta”.

Perché poi si passi dal senso basilare di pe come bocca a quello di parte, forse ce lo possono spiegare i nostri cari amici Besaseà e Noiman. Io non lo so. :-)
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