Ermeneutica per principianti (e non solo)

Armageddon
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da Armageddon »

Se possibile vorrei ricominciare partendo da questa cartella..in effetti nonostante leggo e cerco di studiare da un bel po la Bibbia posso ritenermi ancora un principiante...allora vorrei provare usando il metodo molto semplice ma credo importante per capire proposto da Gianni..ovvero:

1) Scegliamo un brano da analizzare.
2) Cerchiamo nella traduzione interlineare .
3) Individuiamo la parola in ebraico o greco che ci interessa.
4) Cerchiamo la sua definizione nel vocabolario.
5) Ottenuta la sua definizione, dobbiamo tener conto della differenza tra significato e senso. I vocabolari ci danno il significato, ma è la Bibbia che ci dà il senso. Occorre porsi queste domande:
• Perché lo scrittore biblico ha scritto ciò che ha scritto? A chi scriveva? Cosa voleva dire?
• Perché ha usato proprio quell’espressione, quelle parole, quei verbi, quei tempi verbali?
• Qual è il contesto culturale e storico in cui si inquadra il testo?
• Qual è il significato inteso al suo tempo? In che modo i suoi contemporanei capivano il testo?


A qualcuno va di aiutarmi?
Il brano in questione è questo:

Matteo 5-44
"ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori"

Saluti
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bgaluppi
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da bgaluppi »

Ottimo, Armagheddon! Iniziamo valutando tutte le traduzioni possibili:

“Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano” (NR)
“ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori” (CEI)
“Ma io vi dico: Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a coloro che vi odiano, e pregate per coloro che vi maltrattano e vi perseguitano” (ND)
“Ma io vi dico: Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate bene a coloro che vi odiano, e pregate per coloro che vi fanno torto, e vi perseguitano” (Did)
“Ma io vi dico: Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano” (VR)
“Ma io vi dico: Continuate ad amare i vostri nemici e a pregare per quelli che vi perseguitano” (TNM)

Come vediamo, ci sono già delle differenze. Non resta che controllare una traduzione interlineare:

ἐγὼ {io} δὲ {ma} λέγω {dico} ὑμῖν {vi}, ἀγαπᾶτε {amate} τοὺς {i} ἐχθροὺς {nemici} ὑμῶν {vostri} καὶ {e} προσεύχεσθε {pregate} ὑπὲρ {per} τῶν {quelli che} διωκόντων {perseguitano} ὑμᾶς {vi}

Controlliamo che il testo greco sia genuino. Sia Nestlè che W&H hanno:

ἐγὼ δὲ λέγω ὑμῖν, ἀγαπᾶτε τοὺς ἐχθροὺς ὑμῶν καὶ προσεύχεσθε ὑπὲρ τῶν διωκόντων ὑμᾶς·

Questa parte del testo è genuina. Sembra che alcuni traduttori aggiungano qualcosa, il che potrebbe indicare la presenza di varianti. Dunque, il prossimo passo sarà quello di verificare eventuali varianti, anche se Nestlè e W&H non le riportano, dunque sono quasi sicuramente da scartare. Per adesso, dobbiamo ancora completare il punto 2... ;)
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Gianni
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da Gianni »

Il testo di Mt 5:44 riprodotto da Antonio (ἐγὼ δὲ λέγω ὑμῖν, ἀγαπᾶτε τοὺς ἐχθροὺς ὑμῶν καὶ προσεύχεσθε ὑπὲρ τῶν διωκόντων ὑμᾶς) è corretto: è attestato dal testo critico Nestle-Aland, che è il più aggiornato.
Vorrei fare una piccola osservazione. Antonio dice che il prossimo passo sarà quello di verificare eventuali varianti. Buona osservazione, tuttavia ciò appartiene ad una fase molto avanzata. Mi spiego meglio. La ricerca di varianti è una fase già superata dai critici testuali nel loro meticoloso lavoro. Se il Nestle-Aland è arrivato a stabile il testo come pubblicato, vuol dire che le varie lezioni sono già state valutate e scartate. Credo che sia troppo andare a ripescarle; non ne avremmo forse neppure i mezzi e le capacità valutative. Del testo critico possiamo fidarci.
Comunque, nel caso specifico, il manoscritto D (Codice di Beza), del 5° secolo, aggiunge: “Continuate a benedire quelli che vi maledicono”. I testi critici scartano la lezione perché è attinta da Lc 6:28. Potrebbe quindi trattarsi di una nota esegetica apposta da uno scriba e poi finita nel testo; il fatto che è presente solo in quel codice è un buon motivo per ritenerla estranea al testo mattaico.
Ora, come dice Antonio, rimane da completare il punto due: la traduzione. Suggerisco che sia il più letterale possibile (solo alla fine si potrà aggiustarla in un buon italiano).
Buona continuazione (vi seguo con interesse).
Armageddon
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da Armageddon »

Ringrazio Bgaluppi e Gianni per le risposte!

Aspetto che andiate avanti con i primi punti in quanto sono ignorante a riguardo...appena avrò qualche domanda da fare sarò pronto a farlo :YMPEACE:

Saluti
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bgaluppi
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da bgaluppi »

Gianni ha ragione, effettivamente la critica testuale ha fatto già tutto il lavoro. Basandoci dunque sul testo di Nestle-Aland, propongo una traduzione letterale:

ἐγὼ δὲ λέγω ὑμῖν, ἀγαπᾶτε τοὺς ἐχθροὺς ὑμῶν καὶ προσεύχεσθε ὑπὲρ τῶν διωκόντων ὑμᾶς
e io dico a voi, amate i nemici di voi e pregate per i perseguenti voi

Adesso si tratta di esaminare meglio i termini per comprenderne il significato esatto e contestualizzarlo. Devo aspettare fino a domani, o stasera, però, perché al momento non ho con me il fedele Rocci...
ARIANNA
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da ARIANNA »

Non so se questo versetto è stato già trattato, in ogni caso propongo di analizzarlo perché lo voglio capire per bene. Parlo di Romani 8:29-30.
<< 29 Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli; 30 e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati.>> (NR)
29 ὅτι οὓς προέγνω, καὶ προώρισεν συμμόρφους τῆς εἰκόνος τοῦ υἱοῦ αὐτοῦ εἰς τὸ εἶναι αὐτὸν πρωτότοκον ἐν πολλοῖς ἀδελφοῖς·
30 οὓς δὲ προώρισεν, τούτους καὶ ἐκάλεσεν· καὶ οὓς ἐκάλεσεν, τούτους καὶ ἐδικαίωσεν οὓς δὲ ἐδικαίωσεν, τούτους καὶ ἐδόξασεν.
Vorrei capire il significato di preconosciuti e predestinati.
Questa preconoscenza è la stessa di Dio verso Yeshùa. Nel senso che prima ancora della creazione "quelli che sono suoi" erano già nel disegno del Padre? O va intesa in un'altro modo?
E poi questo "predestinati"? Nel testo originale pare proprio non esserci perché προώρισεν viene da προορίζω (proorizò) da cui deriva la parola orizzonte. Questo termine significa stabilire una separazione, delineare, indicare un campo separato. Da Girolamo questo termine è stato tradotto con "predestinatio" ma per lui non aveva nessuna connotazione di destino (chi scelti per la vita, chi per la morte ecc). Il senso di destino arriva con Agostino che ne introduce l'argomento e trova il suo estremo in Calvino e nei suoi discepoli. Addirittura si arrivò alla doppia predestinazione, della morte e della vita.
Come tradurre quindi esattamente questi due termini e qual'è il loro significato nel contesto del capitolo?
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Gianni
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da Gianni »

Ciao, Arianna. Dai un'occhiata qui: http://www.biblistica.it/wordpress/wp-c ... azione.pdf" onclick="window.open(this.href);return false;
ARIANNA
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da ARIANNA »

Letto lo studio Gianni. Molto interessante ed esaustivo. Non mi è ancora chiaro però il concetto di predestinati. Se "proorizò" sta per delineare, fare una separazione come se ne applica il significato ai preconosciuti? E poi delineare rispetto a cosa? Chi è stato preconosciuto è stato nel progetto salvifico divino separato dai non-preconosciuti (dal mondo)?
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Gianni
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da Gianni »

Buongiorno, Arianna. Il verbo proorìzo (προορίζω) sta per “delineare”, fare una separazione? Che cosa intendi?
ARIANNA
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Re: Ermeneutica per principianti (e non solo)

Messaggio da ARIANNA »

è delineare nel senso di stabilire una separazione il significato che mi pareva si confacesse al contesto del versetto però non essendone sicura volevo un chiarimento
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