L'anima

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Enigma
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Re: L'anima

Messaggio da Enigma »

Michele ha scritto:E si, ma non è che poteva soffiare due animali a settimana, le stelle e i pianeti ha avuto tutto il tempo, quanti miliardi di anni sono passati? :lol:
Ma come, mi hanno sempre detto che babbo natale non esiste. :mrgreen:

Michele, lo dice la Scrittura stessa cos’era quel soffio.
Dio il SIGNORE formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente. - Genesi 2:7.

Anche preso in metafora il soffio nelle narici, comunque il significato non cambia cioè, che Dio ha dato vita all’anima intesa come essere o persona.

Riguardo agli animale, non penso che sia come dici tu che “non c'era stato bisogno di soffiargli nulla dentro”, perchè sempre in Genesi leggiamo che: “Tutto quello che era sulla terra asciutta e aveva alito di vita nelle sue narici, morì. Tutti gli esseri che erano sulla faccia della terra furono sterminati: dall'uomo fino al bestiame". - Genesi 7:22-23.

Come puoi notare, Michele, l’ alito di vita dato all’uomo è lo stesso dato alla bestia.

Personalmente questo capisco.
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Michele
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Re: L'anima

Messaggio da Michele »

Giusto Enigma, ma allora cosa è questa enfasi nel descrivere il soffio vitale solo nell'uomo?
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Gianni
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Re: L'anima

Messaggio da Gianni »

Caro Trizzi, la tua trattazione è perfetta. Aggiungo che “sotto l’influenza greca” (New Catholic Encyclopedia) vuol dire che il concetto di anima è stato preso dalla filosofia greca.
È il caso di dirlo molto chiaramente: la parola ebraica nèfesh ha tante sfumature, tutte riconducibili al corpo fisico, ma mai – assolutamente mai – ha il significato di “anima”.
Michele fa confusione e scambia l’alito vitale, il respiro, con l’anima! Questo è un esempio di come spesso le persone parlino per sentito dire invece di fare accertamenti personali. Proviamo ad indagare la questione entrando davvero nel merito. In Gn 2:7 si legge: “Dio il Signore formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente”. La parola tradotta “alito vitale” è nel testo originale נשמה (neshamàh).
In Gb 27:3 si legge:
“Il mio alito è ancora tutto dentro di me,
e lo spirito di Dio è nelle mie narici”. – TNM.
La prima parola, tradotta “alito”, è nell’ebraico נשמה (neshamàh), che qui sarebbe meglio tradurre con “respiro”. La seconda parola, tradotta “spirito”, è רוח (rùakh), che qui sarebbe meglio tradurre con “alito”.
Quando si racconta del figlio malato della vedova di Sarepta, in 1Re 17:17, si dice che la sua malattia lo aveva talmente spossato che alla fine nessun neshamàh restava in lui, e così subentrò la morte. “Dopo queste cose avvenne che il figlio della donna, la padrona della casa, si ammalò, e la sua infermità fu così grave che non gli restò respiro [נשמה (neshamàh)]” (TNM). È evidente che qui la parola neshamàh sta ad indicare la vita. Quando non gli resta più respiro, muore.
Questo significato di “vita” è chiaro in Gs 11:11: “Colpivano tutte le anime [kol-hanèfesh] che erano in essa col taglio della spada, votando[le] alla distruzione. Non si lasciò nessuna cosa che respirava” (TNM). “Cosa che respirava” è un giro lungo per tradurre נשמה (neshamàh). “Non si lasciò nessun respiro” è una traduzione letterale che mal si comprende. “Non vi restò anima viva” di NR rende l’idea ma non è letterale. Una buona traduzione potrebbe essere: “Nessuna vita fu risparmiata”, in cui neshamàh assume il significato di “vita”.
In riferimento alla “vita”, neshamàh – richiamando il respiro – è evidentemente più preciso di nèfesh. Il significato di “essere vivente” è nella radice di neshamàh. Tale significato matura quando neshamàh diventa l’oggetto di esecuzione in Gs 10:40: “Giosuè colpiva tutto il paese della regione montagnosa e il Negheb e la Sefela e le pendici e tutti i loro re. Non lasciò rimanere alcun superstite, e tutto ciò che respirava lo votò alla distruzione” (TNM). Ancora una volta TNM preferisce il giro di parole “ciò che respirava” per tradurre נשמה (neshamàh). Anche qui viene distrutta ogni “vita” umana.
Il termine è usato anche al plurale. Le “le creature che respirano” di Is 57:16 in TNM sono i neshamòt della creazione di Dio, gli “esseri viventi”.
Con ciò possiamo dire che in ebraico l’essere vivente è definito come un essere che ha respiro.
Nel passo di Pr 20:27, però, sembrerebbe che questo significato fondamentale vada dimenticato. Infatti, NR traduce: “Lo spirito [neshamàh] dell'uomo è una lucerna del Signore, che scruta tutti i recessi del cuore”. È ovvio che possa essere solo lo spirito umano che scruta, non il respiro o alito come in TNM: “L’alito dell’uomo terreno è la lampada di Geova, che scruta attentamente tutte le parti più interne del ventre”. Come può un “alito” scrutare? Tuttavia, ammettere qui neshamàh come lo spirito umano che indaga costituirebbe davvero un’eccezione, dato che anche per rùakh sarebbe un significato inconsueto. D’altra parte, la logica ci obbliga a scartare il respiro come indagatore dell’interiorità. Esaminando meglio in testo la nostra attenzione cade sull’inizio del versetto: נֵר יְהוָה (ner Yhvh). Ner significa “lucerna”, e così viene tradotto. Il dubbio è che si tratti di un errore del copista. Anziché scrivere נצר (nòtser) lo scriba avrebbe scritto נר (ner), tralasciando la lettera צ (ts) e creando così una frase senza senso. Nòtser significa “colui che veglia”, come in Pr 24:12: “Colui che veglia [נצר (nòtser)] su di te non lo sa forse?” e come in Gb 7:20: “Se ho peccato, che posso compiere contro di te, Osservatore [נצר (nòtser)] del genere umano?” (TNM). La frase di Pr 20:27, ricostruita, suonerebbe: “Yhvh, colui che veglia sul respiro dell’uomo, scruta le oscurità del corpo”. Il che avrebbe un senso, creandosi anche il parallelismo respiro-corpo: Dio è contemporaneamente colui che veglia e scruta la sua creatura. Il significato fondamentale di neshamàh è così riscoperto.
Il respiro come contrassegno della vita mostra l’essere umano in inscindibile connessione con Dio. Tutto l’essere umano è materiale, anche se creato da Dio stesso. Come essere vivente è debitore del conferimento del respiro da parte di Dio. I primi libri della Bibbia, perciò, non parlano mai del respiro di Dio. Resta tuttavia da considerare che in almeno otto passi (in libri biblici più tardivi) ciò avviene.
In Giobbe è spesso menzionato. In 33:4, stando a NR, si legge: “Lo Spirito [rùakh] di Dio mi ha creato, e il soffio [neshanàh, “respiro”; TNM: “alito”] dell'Onnipotente mi dà la vita”. In 34:14 è detto che Dio può richiamare il neshamàh umano. In 32:8 è detto che è il neshamàh di Dio che rende saggi! In 37:10 il respiro di Dio forma il ghiaccio! Il respiro di Dio non è solo una forza creatrice; il suo alito porta anche il giudizio: “Periscono mediante l’alito [neshanàh] di Dio”. - 4:9, TNM; cfr. 2Sam 22:16; Is 30:33.
Del respiro degli animali non si parla mai espressamente. Solo in Gn 7:22 se ne accenna.
Compito di ogni respiro umano è la lode di Dio: “Ogni cosa che respira [ebraico: “ogni respiro”], lodi Iah”. - Sl 150:6, TNM.
Perciò, ogni respiro come funzione fondamentale della vita umana dovrebbe tenere unito l’uomo al suo Creatore.
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francesco.ragazzi
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Re: L'anima

Messaggio da francesco.ragazzi »

.....in forza di quella creazione ad immagine e somiglianza .....
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Michele
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Re: L'anima

Messaggio da Michele »

Rimango attonito, non rispondo più a rimandi personali e altro, di cui si era parlato abbondantemente già nell'altro forum, se il tutto prosegue non posso far altro che smettere di scrivere.
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E' chiaro che non si può rispondere a certe domande, una disparità di trattamento tra Dio e gli animali. Una spiegazione ci deve pur essere.

Si dice poi che nel caso di Giobbe, una traduzione sarebbe meglio di un'altra, ovvero "spirito" si dovrebbe tradurre con "alito". Non si capisce bene in base a cosa:


In Gb 27:3 si legge:
“Il mio alito è ancora tutto dentro di me,
e lo spirito di Dio è nelle mie narici”. – TNM.
La prima parola, tradotta “alito”, è nell’ebraico נשמה (neshamàh), che qui sarebbe meglio tradurre con “respiro”. La seconda parola, tradotta “spirito”, è רוח (rùakh), che qui sarebbe meglio tradurre con “alito”.

Qui sotto po, si contesta addirittura il copista, errore di copiatura. Guarda caso, fino ad oggi (e sono anni) non ho mai sentito questa espressione, eppure la Bibbia non è un giornalino.

Nel passo di Pr 20:27, però, sembrerebbe che questo significato fondamentale vada dimenticato. Infatti, NR traduce: “Lo spirito [neshamàh] dell'uomo è una lucerna del Signore, che scruta tutti i recessi del cuore”. È ovvio che possa essere solo lo spirito umano che scruta, non il respiro o alito come in TNM: “L’alito dell’uomo terreno è la lampada di Geova, che scruta attentamente tutte le parti più interne del ventre”. Come può un “alito” scrutare?

Il dubbio è che si tratti di un errore del copista.



E infine, prima di trarre ogni conclusione, sarebbe bene analizzare tutti i versetti che contengono spirito e tutti quelli che contengono anima:


spirito

Questa espressione appare in 511 versetti


anima

Questa espressione appare in 194 versetti
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Gianni
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Re: L'anima

Messaggio da Gianni »

Michele, con te ci vuole una pazienza infinita. Il che sarebbe perfino doveroso, se tu avessi un’attitudine di umiltà. Il problema è che a questa sostituisci la presunzione, pur mostrando di ignorare completamente l’antropologia biblica.
Riproviamo tuttavia a esporti di nuovo i passi biblici di cui contesti come al solito la spiegazione.
Vediamo Gb 27:3, così tradotto da NR: “Finché avrò fiato e il soffio di Dio sarà nelle mie narici”. Richiamandomi alle parole ebraiche originali, io avevo scritto: La prima parola è nell’ebraico נשמה (neshamàh), che qui sarebbe meglio tradurre con “respiro”. La seconda parola è רוח (rùakh), che qui sarebbe meglio tradurre con “alito”. Ora, tra “respiro” e “fiato” di NR non mi sembra ci sia un abisso; quanto al “soffio di Dio” di NR, che cosa è mai se non l’alito, dato che è detto che sta nelle narici? Tu invece sostenevi addirittura che neshamàh indicasse l’anima!!! :shock:
Quanto a Pr 20:27, se non hai capito in base a cosa si deve pensare a un errore del copista, non hai che da rileggere la mia spiegazione. La frase originale ebraica dice letteralmente: “Ner Yhvh spirito [neshamàh] di uomo scrutante tutti-recessi di seno”, che messo in bell’italiano vuol dire “che esamina tutti i recessi dell’interiorità”. Ora, se assumiamo ner per quello che significa, ovvero “lampada”, avremmo che lo spirito umano sarebbe una lampada di Dio e che tale metaforica lampada avrebbe la facoltà di scrutare anche la nostra più segreta interiorità. A parte il fatto che ciò non è vero, perché servono psicologi e psicoterapeuti competenti per indagare l’interiorità della psiche umana, e neppure sempre ci riescono, poco prima è detto in Pr 16:2: “Tutte le vie dell'uomo gli paiono pure; ma il Signore pesa gli spiriti”. L’essere umano non sa giudicarsi obiettivamente; l’unico che può scrutarci completamente è solo Dio. È Dio, non lo spirito umano, che prova “i cuori e le reni” (Sl 7:9), che nell’antropologia biblica corrispondono alla mente e alla coscienza.
Il dubbio che si tratti di un errore del copista che ha ricopiato נר (ner) al posto di נצר (nòtser), è quindi più che giustificato. Forse non lo sai, ma non è l'unico caso. I critici testuali hanno evidenziato decine di errori dovuti ai copisti.
Una cosa giusta la dici: “Prima di trarre ogni conclusione, sarebbe bene analizzare tutti i versetti che contengono spirito e tutti quelli che contengono anima”. Tuttavia parti male perché parti da una ricerca preconcetta. Se infatti cerchi “spirito” e “anima” nelle versioni italiane, approdi a ben poco. Devi cercare nel parole ebraiche: allora sì che puoi vedere dai contesti i loro veri significati. In un secondo tempo puoi confrontarli con le traduzioni e renderti conto delle diversità. La più eclatante è che la parola ebraica nèfesh non significa assolutamente mai “anima”.
Dici un’altra cosa giusta affermando che non bisognerebbe fare rimandi personali. Vedi, Michele, se tu davvero ti rendessi conto di questa semplice regola, smetteresti di mettere al primo posto le tue interpretazioni (spesso personali e mai documentate biblicamente). Se poi non ci riesci proprio, fai davvero bene a smettere di scrivere.
Antonella

Re: L'anima

Messaggio da Antonella »

E sì Michele sei hai detto bene: sei proprio Babbo Natale!
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Israel75
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Re: L'anima

Messaggio da Israel75 »

Scusate tornando a noi. L'uomo allora perchè è diverso dagli animali? Nella Genesi si dice che gli animali vengono prodotti dalla terra o dalle acque.
(Gn 1:20,24) . Per l'uomo invece c'è qualcosa di più , D.O gli soffia nelle narici (Gn 2:7) e diviene un anima vivente. Sembra abbastanza chiaro. Noi siamo anime viventi. Al giudizio i morti (cioè le anime morte) resusciteranno e verranno giudicate alla presenza dei vivi (anime ancora vive). Fila tutto abbastanza così no?

PS. A proposito , come interpretare questo passo?
Ap 20:13 Il mare restituì i morti che erano in esso; la morte e l'Ades restituirono i loro morti; ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere.
merita una trattazione a parte secondo voi?
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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Enigma
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Re: L'anima

Messaggio da Enigma »

Caro Bruno, (dalla foto sembri piuttosto chiaro :mrgreen:) se andiamo a confrontare i due versi che parlano della creazione dell'uomo e dell'animale sul testo ebraico, sembra non esserci differenza fra i due. Dico questo in base al seguente confronto che ho fatto su Genesi.

“Poi Dio disse: Produca la terra “nèfesh” vivente secondo la loro specie” - Genesi 1:24

“Dio il SIGNORE formò l'uomo dalla polvere della terra....e l'uomo divenne “nèfesh” vivente” - Genesi 2:7

Come puoi notare, in ebraico “nèfesh” è riferito sia all’animale che all’essere umano. Tutti e due vengono dalla terra (haares), tutti e due sono viventi (Hayàh) in quando hanno il soffio vitale di Dio (Genisi 7:22). Con la differenza che all’uomo viene specificato, all’animale no.

Se ciò che dico è corretto, allora l’unica differenza che l'uomo ha sull'animale è di essere fatto a immagine di Dio, del resto tutti e due hanno la stessa eventualità. “Gli uomini e le bestie hanno lo stesso destino: tutti devono morire. Tutti hanno lo stesso spirito vitale ma l’uomo non è superiore agli animali. Tutto è come un soffio. Tutti vanno allo stesso luogo. Tutti vengono dalla polvere e tutti alla polvere ritornano. - Ecclesiate 3:19 TILC.

Se viceversa, queste Scritture le ho intese male, non ho problemi ad abbandonare questa veduta esposto sopra.
Lascio la parola agli esperti specie a Gianni visto che ho riportato qualche parola ebraica.
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Israel75
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Re: L'anima

Messaggio da Israel75 »

Sì Enigma grazie. Io puntualizzavo che per l'uomo si parla di un soffio , mentre per gli animali no. MA magari non è quello il punto
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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