Analizzando in Vangeli, credo che Lc 16:19-26 descriva alla perfezione quella che era la visione dei Farisei in merito alla condizione dei morti. Tralasciando le immagini allegoriche del testo che parla attraverso un simbolismo che comunque caratterizza tutti gli scritti biblici, resta il fatto che "'uomo non conscio di nulla di Ecclesiaste" è incompatibile con l'idea che si possa soffrire nell'Ades (il ricco infatti in maniera simbolica patisce il fuoco delle fiamme) mentre il povero riceve la sua giusta ricompensa essendo stato portato nel seno di Abramo dagli angeli. Gesù quindi parlando in questi termini sposa una tesi propria di quella parte di Giudei che credevano negli angeli e nella resurrezione, a differenza dei Sadducei che neanche in questa credevano. Abbiamo pure delle conferme storiche extra-bibliche di questa credenza al tempo di Gesù, dato che lo storico Giuseppe Flavio nei suoi scritti dice chiaramente che i Giudei credevano nella possibilità che le anime dei defunti potessero ricevere la giusta ricompensa dopo la morte a seconda del loro operato quando erano in vita.
Il quadro mi sembra quindi chiaro in relazione al mutamento rispetto ad Ecclesiaste, non capisco come sia possibile che molti di voi sposino la visione di Gianni che poi di fatto è quella dei tdG e degli Avventisti.
