Due destini?

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Gianni
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Re: Due destini?

Messaggio da Gianni »

Molto bene, Bruno. :) Aprirò io una discussione (nella cartella La Sacra Scrittura) iniziando a definire biblicamente la parola ebraica che viene tradotta “anima”.
trizzi74
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Re: Due destini?

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"Le religioni sono sistemi di guarigioni per i mali della psiche, dal che deriva il naturale corollario che chi è spiritualmente sano non ha bisogno di religioni."
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trizzi74
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Re: Due destini?

Messaggio da trizzi74 »

Gianni ha scritto:Il Regno millenario vedrà la terra restaurata. I miliardi di morti risuscitano sulla terra.
Anch'io concordo con te nel credere che ci sarà una resurrezione terrena.
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Gianni
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Re: Due destini?

Messaggio da Gianni »

È indubbio, Trizzi, e avverrà nel millennio sulla terra restaurata.
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francesco.ragazzi
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Re: Due destini?

Messaggio da francesco.ragazzi »

Apocalisse 20:5 "...Il rimanente dei morti non tornò in vita prima che fossero compiti i mille anni..." .-

Io credo che la seconda Risurrezione non avverrà all'inizio del millennio ma alla fine :

Apocalisse 20:7"... E quando i mille anni saranno compiti, Satana sarà sciolto dalla sua prigione 8 e uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro canti della terra, Gog e Magog, per adunarle per la battaglia: il loro numero è come la rena del mare. 9 E salirono sulla distesa della terra e attorniarono il campo dei santi e la città diletta; ma dal cielo discese del fuoco e le divorò. 10 E il diavolo che le avea sedotte fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta; e saran tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli.
11 Poi vidi un gran trono bianco e Colui che vi sedeva sopra, dalla cui presenza fuggiron terra e cielo; e non fu più trovato posto per loro. 12 E vidi i morti, grandi e piccoli, che stavan ritti davanti al trono; ed i libri furono aperti; e un altro libro fu aperto, che è il libro della vita; e i morti furon giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le opere loro. 13 E il mare rese i morti ch'erano in esso; e la morte e l'Ades resero i loro morti, ed essi furon giudicati, ciascuno secondo le sue opere. 14 E la morte e l'Ades furon gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda, cioè, lo stagno di fuoco. 15 E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco..." .-
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Gianni
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Re: Due destini?

Messaggio da Gianni »

Caro Francesco R., il passo apocalittico che citi ha dato adito a due diverse interpretazioni. Una è quella che tu hai scelto e l’altra quella che sostiene addirittura una doppia risurrezione. La frase che genera queste interpretazioni è quella di Ap 20:5: “Il rimanente dei morti non tornò in vita prima che fossero compiti i mille anni”.
La difficoltà di comprendere (e perfino di collocare!) questa frase si nota finanche nella struttura adottata dalle varie versioni bibliche.
In NR: “4 Essi tornarono in vita e regnarono con Cristo per mille anni. 5 Gli altri morti non tornarono in vita prima che i mille anni fossero trascorsi. Questa è la prima risurrezione. 6 Beato e santo è colui che partecipa alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la morte seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni”.
In TMN: “4 E vidi dei troni, e c’erano quelli che sedettero su di essi, e fu dato loro il potere di giudicare. Sì, vidi le anime di quelli che furono giustiziati con la scure per la testimonianza che avevano reso a Gesù e per aver parlato di Dio, e quelli che non avevano adorato né la bestia selvaggia né la sua immagine e che non avevano ricevuto il marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Ed essi vennero alla vita e regnarono col Cristo per mille anni. 5 (Il resto dei morti non venne alla vita finché i mille anni non furono finiti). Questa è la prima risurrezione. 6 Felice e santo è chiunque prende parte alla prima risurrezione; su questi non ha autorità la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo, e regneranno con lui per i mille anni”.
Intanto possiamo osservare che se “la prima risurrezione” è quella che riguarda coloro che “tornarono in vita e regnarono con Cristo per mille anni”, non si capisce come costoro possano risuscitare dopo “che i mille anni fossero trascorsi”; d’altra parte, a leggere in NR così sembra. TNM pone la frase tra parentesi, il che pare più logico perché è di “altri morti” che si parla, non di quelli della “prima risurrezione”.
Ora, non dimenticando che il greco giovanneo di Ap è pessimo al punto che è un affronto alla grammatica e alla sintassi greche, cerchiamo di analizzare il concetto espresso dalla frase in questione.
Il fatto stesso che la risurrezione degli eletti che compongono la chiesa di Yeshùa sia detta “prima risurrezione” (Ap 20:6), indica che deve essercene una seconda. Degli eletti è anche detto che “regneranno con lui [Yeshùa] quei mille anni” (Ap 20:6); devono quindi esserci persone viventi nel Millennio su cui regnare.
Ci deve essere “una risurrezione dei giusti e degli ingiusti” (At 24:15). Dei “giusti” fanno certamente parte gli eletti (Rm 8:28-30). La Bibbia mette però fra i “giusti” anche i fedeli dell’antichità, come Abraamo (Gn 15:6; Gc 2:21) e altri (Eb 11). Gli “ingiusti” sono tutti gli altri che, in tutta la storia umana, sono morti senza aver praticato la giustizia di Dio. Moltissime di queste persone non ne hanno avuto neppure la possibilità perché non vennero mai a conoscenza della Legge di Dio. Non spetta a noi fare valutazioni. Dio legge nel loro cuore e sa le loro circostanze. Inoltre, Dio, che è amore (1Gv 4:16), desidera “che tutti gli uomini siano salvati”. - 1Tm 2:4.
Quando avviene questa più vasta e generalizzata risurrezione? Ciò ci riporta al problema iniziale posto da Ap 20:5: “Gli altri morti non tornarono in vita prima che i mille anni fossero trascorsi”. Avendo in mente il quadro che è stato tracciato, possiamo ora esaminare attentamente la questione.

Nel passo di Ap 20:5, la frase “gli altri morti non tornarono in vita prima che i mille anni fossero trascorsi” è presente nel manoscritto Alessandrino (A) e nella Vulgata latina; manca però nel Codice Sinaitico (א) e nella Pescitta Siriaca (Syp). Tutti questi manoscritti sono del 5° secolo.
La frase di Ap 20:5, oggetto della nostra analisi, fa parte di uno dei bruschi passaggi tipici di Giovanni. Nel contesto che parla degli eletti coeredi di Yeshùa (Rm 8:17), Giovanni inserisce un’osservazione che riguarda quelli che vivranno sulla terra.
Il testo originale greco della frase è questo:
οἱ λοιποὶ τῶν νεκρῶν οὐκ ἔζησαν ἄχρι τελεσθῇ τὰ χίλια ἔτη
òi loipòi ton nekròn uk èzesan àrchi telesthè ta chìlia ète
i restanti dei morti non vissero finché furono compiuti i mille anni
Il verbo ζάω (zào), di cui ἔζησαν (èzesan) è indicativo aoristo attivo alla terza persona plurale, significa non solo vivere e respirare ma anche avere una vita piena e vera, degna del nome. In Mt 9:18 uno dei capi della sinagoga chiede l’intervento di Yeshùa per la figlia appena morta, mostrandosi certo che così lei “vivrà”. Per dimostrare la resurrezione dei morti, Yeshùa cita Es 3:6: “Quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto quello che vi è stato detto da Dio: ‘Io sono il Dio d'Abraamo, il Dio d'Isacco e il Dio di Giacobbe’? Egli non è il Dio dei morti, ma dei vivi” (Mt 22:31,32). Paolo, parlando di Yeshùa risuscitato, dice che “non muore più” e che “il suo vivere è un vivere a Dio” (Rm 6:9,10); qui si ha il pieno concetto di vita vera. Yeshùa “vive per la potenza di Dio” (2Cor 13:4). Paolo, come credente, si definisce “vivente riguardo a Dio” (Gal 2:19, TNM). La vedova che “che si abbandona ai piaceri, benché viva, è morta”. - 1Tm 5:6.
Dal raffronto dei passi precedenti, si nota che la vera vita va oltre il semplice vivere e respirare. La vedova libertina è viva, tanto che si gode la vita a modo suo, ma Paolo la definisce morta. Quando Yeshùa dice di lasciare che “che i morti seppelliscano i loro morti” (Mt 8:22), definisce i vivi come morti perché la loro vita non vale nulla non essendo in armonia con Dio. I fedeli patriarchi, benché morti da secoli, sono vivi presso Dio che li risusciterà.
Ora, in che senso “gli altri morti non tornarono in vita prima che i mille anni fossero trascorsi” (Ap 20:5)? Tornano in vita perché respirano di nuovo oppure perché hanno una vita vera come i credenti che sono ‘viventi riguardo a Dio’ (Gal 2:19, TNM)?
Vediamo com’è usato il verbo in questione - ζάω (zào) – nell’Apocalisse. Esso compare sette volte. In 1:18 Yeshùa si definisce “il vivente” e dice: “Sono vivo per i secoli dei secoli”; questa è vera vita. In 3:1 alla chiesa di Sardi è detto che ha fama di vivere ma è morta; qui si ha una vita che non è vera vita. In 4:9 è detto che le quattro “creature viventi rendono gloria, onore e grazie a colui che siede sul trono”; di certo hanno vera vita perché sono ammesse al trono divino. In 7:2 è menzionato il “Dio vivente”, l’autore stesso della vita e della vita vera.
In 13:14 si parla della bestia satanica “era tornata in vita”; qui la forma del verbo assomiglia moltissimo a quella in questione: ἔζησεν (èzesen), indicativo aoristo attivo alla terza persona singolare (in Ap 20:5 è al plurale). Questa bestia selvaggia, benché “tornata in vita” (èzesen), fa poi una brutta fine perché è gettata viva nello stagno ardente (19:20). Vediamo quindi che il verbo ἔζησεν (èzesen) può anche indicare un rivivere temporaneo per poi essere annientati nella morte. In 20:4 si parla degli eletti che “tornarono in vita e regnarono con Cristo per mille anni”; è indubbio che qui si tratta di vita vera, perché gli eletti regnano con Yeshùa. Qui il verbo è ἔζησαν (èzesan), lo stesso identico usato per “gli altri morti” che “non tornarono in vita [ἔζησαν (èzesan)] prima che i mille anni fossero trascorsi” (Ap 20:5). Che senso gli va dato?
Come si è visto, quel verbo, in quella stessa forma (indicativo aoristo attivo) può significare:
• Tornare alla vita temporaneamente per essere poi distrutti. – Ap 13:14.
• Tornare in vita per rimanere in vita e ottenere così una vita vera. – Ap 20:4.
Il verbo in sé ci svela quindi solo la possibilità di due significati opposti. È solo dal contesto che possiamo perciò capire se “gli altri morti” che “non tornarono in vita prima che i mille anni fossero trascorsi”, riprendono la vita per essere giudicati e morire poi definitivamente oppure per ottenere una vita piena e vera. Esaminiamo quindi le due ipotesi.
1. “TORNARONO IN VITA” TEMPORANEAMENTE? Ciò comporterebbe che questi morti, risuscitati solo alla fine del Millennio, sarebbero svantaggiati perché esclusi dal milleniale Regno di Dio; situazione notevolmente aggravata perché “quando i mille anni saranno trascorsi, Satana sarà sciolto dalla sua prigione e uscirà per sedurre” (Ap 20:7,8). Inoltre, siccome sono poi giudicati da Dio (Ap 20:12), c’è da domandarsi che senso avrebbe farli risuscitare per metterli in grave difficoltà e poi giudicarli per condannarli. Ciò è contrario all’amore e alla misericordia di Dio. Infine, si porrebbe un altro problema: su chi mai dovrebbero regnare gli eletti che “regnarono con Cristo per mille anni” se tali morti fossero risuscitati solo alla fine del Millennio?
2. “TORNARONO IN VITA” NEL SENSO PIENO. Ciò comporterebbe che sono risuscitati durante il Millennio, che vivono sotto il Regno di Dio, che sono istruiti nelle vie di Dio e che possono poi affrontare la prova finale. Alla fine del Millennio, superata la prova, possono davvero tornare in vita nel senso pieno.
Quest’ultima spiegazione risolve tutti i problemi ed è conforme al piano misericordioso di Dio. È conforme anche alle parole di Yeshùa in Gv 5:25-29:
“L'ora viene, anzi è già venuta, che i morti udranno la voce del Figlio di Dio; e quelli che l'avranno udita, vivranno . . . Non vi meravigliate di questo; perché l'ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori; quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio”.
Si presti qui attenzione al verbo “udire”, non facendo l’errore di leggerlo letteralmente, all’occidentale. Anche in italiano, del resto, quando diciamo a qualcuno: “Ascoltami”, non intendiamo semplicemente inviarlo ad ascoltare il suono della nostra voce ma indentiamo dire: “Dammi retta”. Così, il verbo greco ἀκούω (akùo) può significare sia ascoltare con l’udito sia prestare orecchio a un insegnamento. Quest’ultimo significato è presente anche più avanti, nello stesso Vangelo giovanneo, in 6:60: “Questo parlare è duro; chi può ascoltarlo?”, in cui il senso è che quell’insegnamento non poteva essere accolto. Così anche in Gv 8:43: “Non potete dare ascolto alla mia parola” (cfr. 8:47;10:3,27), non perché fossero sordi ma perché non volevano accettare quanto detto. Noi diremmo che non c’è peggior sordo di chi non vuole udire. Che questo sia il senso si deduce chiaramente anche dai tempi dei verbi usati in Gv 5:25: i morti, tutti, “udranno”, ma solo quelli che “l’avranno udita” vivranno. Detto in italiano: tutti i morti udranno/sentiranno la voce di Yeshùa ma solo quelli che avranno prestato ascolto vivranno ovvero “gli aventi ascoltato” (οἱ ἀκούσαντες, òi akùsantes).
Tutti i morti devono risorgere e tutti “udranno” (ἀκούσουσιν, akùsusin – v. 28) la voce di Yeshùa che li istruisce. Ciò non può che avvenire nel Millennio sotto il Regno di Dio. Poi, alla fine, per “gli aventi agito” (οἱ ποιήσαντες, òi poièsantes – v. 29) bene, sarà “risurrezione di vita”, per “gli aventi praticato” (πράξαντες, pràcsantes – v. 29) male, sarà “risurrezione di giudizio [κρίσεως (krìseos); “sentenza di condanna”]”. Tutto ciò accade dopo che hanno udito la voce, non prima. Anche qui i tempi verbali danno la sequenza. I morti saranno giudicati non per quello che fecero in vita ma per ciò che faranno dopo aver udito l’insegnamento di Yeshùa.
La risurrezione riporta in vita. Si tratta però di una vita condizionata. Se si agirà male, sarà resurrezione di condanna. Se si ubbidirà a Dio, sarà davvero risurrezione alla vita piena, vera e duratura. È a quest’ultimo buon esito finale che si riferisce Ap 20:5: “Gli altri morti non tornarono in vita prima che i mille anni fossero trascorsi”.
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Re: Due destini?

Messaggio da francesco.ragazzi »

Tu dici :
1. “TORNARONO IN VITA” TEMPORANEAMENTE? Ciò comporterebbe che questi morti, risuscitati solo alla fine del Millennio, sarebbero svantaggiati perché esclusi dal milleniale Regno di Dio; situazione notevolmente aggravata perché “quando i mille anni saranno trascorsi, Satana sarà sciolto dalla sua prigione e uscirà per sedurre” (Ap 20:7,8). Inoltre, siccome sono poi giudicati da Dio (Ap 20:12), c’è da domandarsi che senso avrebbe farli risuscitare per metterli in grave difficoltà e poi giudicarli per condannarli. Ciò è contrario all’amore e alla misericordia di Dio. Infine, si porrebbe un altro problema: su chi mai dovrebbero regnare gli eletti che “regnarono con Cristo per mille anni” se tali morti fossero risuscitati solo alla fine del Millennio?

Caro Gianni, se questi morti risuscitassero dopo che Satana sarà sciolto e giudicato avrebbe senso, tu mi chiederai “e durante il millennio su chi regnerà Yeshua ed i Santi? Io credo che regnerà sul resto dell’umanità che non sarà distrutta durante il periodo apocalittico, perché da nessuna parte ho trovato che si dica che in tale periodo vi sarà la distruzione totale della popolazione terrestre.-
In tal caso i conti tornano !
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Re: Due destini?

Messaggio da Gianni »

Caro Francesco, ciò non risolve le questioni espresse da me al punto 1, se il resto dei morti viene risuscitato solo alla fine del Millennio.
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Michele
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Re: Due destini?

Messaggio da Michele »

TMN: “4 E vidi dei troni, e c’erano quelli che sedettero su di essi, e fu dato loro il potere di giudicare. Sì, vidi le anime di quelli che furono giustiziati con la scure per la testimonianza che avevano reso a Gesù e per aver parlato di Dio, e quelli che non avevano adorato né la bestia selvaggia né la sua immagine e che non avevano ricevuto il marchio sulla loro fronte e sulla loro mano. Ed essi vennero alla vita e regnarono col Cristo per mille anni.
Torna il termine "anima". E qui è strano notare che chi vide questa anima la descrive come qualcosa di visibile, o comunque qualcosa che non poteva rappresentare il vecchio corpo, e non ancora il nuovo. Il quesito non si risolve ancora.
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Michele
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Re: Due destini?

Messaggio da Michele »

L'Apocalisse di Giovanni è uno dei libri che non è arrivato intero fino a noi e oltre ad essere di difficile interpretazioe come tipologia è anche difficile per questa mancanza. Però facendo una piccola stima matamatica, si può affermare senza ombra di dubbio, che non può avvenire una risurrezione generale. La Terra non sarebbe in grado di ospitare questo gran numero di persone. E' più logico interpretare la risurrezione, o in un contesto diverso dalla nostra Terra, oppure effettuata a certe scadenze. Nel senso, tutti quelli che sono morti per esempio dal 33 d.C. al 2000 d.C. e così via, indicando degli "scaglioni" e non la totalità.
Noto che è arrivato lo zoom nella scrittura.
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