L'evangelizzazione(predicazione) è OGGI un dovere?

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Eleazar
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L'evangelizzazione(predicazione) è OGGI un dovere?

Messaggio da Eleazar »

Buongiorno a tutti. Vorrei iniziare questo argomento all'uopo di comprendere se la predicazione della buona notizia del regno e della morte e resurrezione del Cristo sia un dovere specifico del seguace di YHWH.

Io sostengo di no,tuttavia chiedo a tutti i lettori delle scritture di condividere le loro tesi e di supportarle con le scritture.

Non sono per niente graditi commenti fuori tema.
Grazie.
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Gianni
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Re: L'evangelizzazione(predicazione) è OGGI un dovere?

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In Mt 24:14 Yeshùa predisse: “Questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; allora verrà la fine”. Si noti lo scopo della predicazione: “Affinché ne sia resa testimonianza”. Lo scopo non è quello di cercare di convertire le persone. La Bibbia dice chiaramente che solo una piccola parte, esigua, dell’umanità si converte: “Larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano” (Mt 7:13,14). Tuttavia, il mondo intero deve ricevere la testimonianza di cui parla Mt 24:14. Anche se l’ignorano, i più odono qualcosa intorno agli ammonimenti di Dio. La testimonianza riguarda “tutte le genti”, ma non si legga qui come se si trattasse di tutte le persone. La Bibbia dice “in tutto il mondo in testimonianza πᾶσιν τοῖς ἔθνεσιν [pàsin tòis èthnesin, “a tutti i popoli”]”. Se si dovessero raggiungere tutte le persone, tra l’altro, sarebbe un fallimento sicuro. Gli istituti demografici preposti non sanno neppure in quanti siamo al mondo. Ci sono poi popolazioni in guerra, altre così selvagge o talmente integraliste che sono inavvicinabili. Milioni e milioni di persone in Cina, in India e in chissà quali altri posti non hanno mai sentito nominare neppure “Gesù”.

Yeshùa parlò di “testimonianza” a “tutti i popoli”, non a tutte le persone del mondo. Chi pretende di raggiungere tutte le persone del pianeta, oltre ad essere un illuso, è anche ingiusto: mentre alcuni sono tempestati di visite, moltissimi altri non saranno mai raggiunti. “In testimonianza” è esattamente ciò che aveva fatto Paolo secondo le istruzioni di Yeshùa, come abbiamo visto sopra. Va anche sottolineato che in quella riunione tenuta da Paolo con gli anziani efesini, tra le molte istruzioni che egli dà loro non compare mai quella di andare a predicare casa per casa. – At 20:17-36.

La Bibbia dice chiaramente che solo coloro che sono chiamati, preparati e scelti sono autorizzati a predicare. Non è cosa per tutti i credenti. Paolo disse: “Guai a me, se non evangelizzo!” (1Cor 9:16). E con lui possiamo dire: guai a tutti i ministri se non lo fanno. Ma questo compito non è per tutti. Yeshùa dapprima scelse i dodici apostoli: “Chiamò a sé quelli che egli volle, ed essi andarono da lui. Ne costituì dodici per tenerli con sé e per mandarli a predicare” (Mr 3:13-15). In seguito “il Signore designò altri settanta discepoli e li mandò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dov'egli stesso stava per andare” (Lc 10:1). Si noti che fu lui a designarli e quindi a sceglierli tra tutti i suoi discepoli. E quelli che non furono scelti? Continuarono ad essere discepoli, ma senza avere il compito di predicare.

Un solo corpo ma molte funzioni. In Rm 12:3, Paolo molto schiettamente dichiara ai credenti: “Dico quindi a ciascuno di voi che non abbia di sé un concetto più alto di quello che deve avere”. Poi prosegue: “Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non hanno una medesima funzione, così noi, che siamo molti, siamo un solo corpo in Cristo, e, individualmente, siamo membra l'uno dell'altro. Avendo pertanto doni differenti secondo la grazia che ci è stata concessa, se abbiamo dono di profezia, profetizziamo conformemente alla fede; se di ministero, attendiamo al ministero; se d'insegnamento, all'insegnare; se di esortazione, all'esortare; chi dà, dia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le faccia con gioia” (vv. 4-8). Lo stesso concetto viene ribadito in 1Cor 12. Si presti attenzione al v. 29: “Sono forse tutti apostoli? Sono forse tutti profeti? Sono forse tutti dottori?” Gc 3:1 conferma: “Fratelli miei, non siate in molti a fare da maestri”.
“È lui [Yeshùa] che ha dato:
alcuni come apostoli,
altri come profeti,
altri come evangelisti,
altri come pastori e dottori”.
- Ef 4:11.
Non tutti nella primitiva congregazione erano apostoli: solo alcuni; non tutti erano profeti: solo alcuni. E non tutti erano evangelizzatori: solo alcuni. Perché mai oggi si dovrebbe pensare di far meglio di Yeshùa e trasformate tutti in evangelizzatori?

Ciò non significa che tutti gli altri che non sono qualificati per evangelizzare debbano semplicemente non parlare mai della loro fede. “Siate sempre pronti a render conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni” (1Pt 3:15). Ogni credente può e deve “render conto della speranza” che ha, ma – lo si rilevi – a tutti quelli che “chiedono spiegazioni”. Non ci si deve mai vergognare della verità di Dio. Non si deve però andare all’estremo opposto per lanciarsi in infiniti confronti con lo scopo di convincere. “Comportatevi con saggezza verso quelli di fuori . . . Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale, per sapere come dovete rispondere a ciascuno” (Col 4:5,6). Ancora una volta, si tratta di rispondere, non di andare all’arrembaggio cercando di “convertire”. Il comportarsi “con saggezza verso quelli di fuori”, ovvero con i non credenti, comporta di saper discernere l’atteggiamento del nostro interlocutore. Vuol solo provocare discussioni? “Non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le pestino con le zampe” (Mt 7:6). È semplicemente un po’ curioso? Oppure desidera sinceramente capire? Pur rispondendo onestamente alle sue domande, non è necessario essere precipitosi e dire tutto quello che si sa. “Hai mai visto un uomo precipitoso nel parlare? C'è più da sperare da uno stolto che da lui” (Pr 29:20). È meglio limitarsi a dire quanto può soddisfarlo al momento, lasciandogli abbastanza curiosità da indurlo a fare successivamente altre domande. “[Yeshùa] fece come se volesse proseguire. Essi lo trattennero” (Lc 24:28,29): l’opportunità di non proseguire la conversazione Yeshùa la diede e il fatto che fu trattenuto indicava che erano davvero interessati. Se non si è qualificati per predicare, è meglio indirizzare le persone sinceramente interessate a chi sa e può farlo.

Non va trascurato l’aspetto più importante di tutta la questione. “Il Signore conosce quelli che sono suoi” (2Tm 2:19). “Se qualcuno ama Dio, è conosciuto da lui” (1Cor 8:3). È solamente Dio che può aprire la mente delle persone alla verità. Yeshùa lo spiegò: “Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre” (Gv 6:44). “Il Signore aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che venivano salvati” (At 2:47). La storia della congregazione dei discepoli di Yeshùa mostra che sono relativamente pochi quelli che Dio chiama ed elegge. Così è anche oggi. È dunque del tutto inutile cercare di fare opera di persuasione. Se Dio non chiama, qualsiasi strenuo tentativo di convincere produrrà solo ostilità.
La nostra parte è quella di essere fedeli e di ubbidire ai comandamenti di Dio. “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5:16). “Qui è la costanza dei santi che osservano i comandamenti di Dio e la fede in Gesù”. – Ap 14:12.
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Eleazar
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Re: L'evangelizzazione(predicazione) è OGGI un dovere?

Messaggio da Eleazar »

Sostanzialmente, è Yeshua stesso che ,all'epoca, scelse coloro che dovevano predicare.
YHVH stesso chiama a se le persone che sceglie come eletti.
La predicazione di casa in casa, eseguita da alcuni evengelisti scelti da Yeshua, fu prerogativa di tali evangelizzatori a quell'epoca.Perchè? Perchè Yeshua stesso, attraverso la predicazione degli evangelizzatori, gettò il seme del regno che germogliò assieme alle zizzanie. Quindi, attraverso la religione apostata, si diffuse un credo diverso da quello originale.

Qualcosa di vero circa il regno di Cristo si diffuse,nonostante l'apostasia;intanto si diffuse la Bibbia, e non è poco.Certamente anche oggi, chi è chiamato a spiegare la propria fede, è tenuto alla risposta. Convengo che non sia tenuto ad organizzare un esercito di evangelizzatori aventi lo scopo di fomentare un proselitismo.Yeshua ,nel primo secolo,non lasciò affatto un modello da seguire su questo.

Le scritture indicano che non tutti SONO EVANGELIZZATORI, quindi NON TUTTI DEVONO PREDICARE.Soprattutto,oggi, non so se Yeshua scelga dei predicatori.

Giacomo 1:27 riporta:-"La religione pura e senza macchia davanti a Dio e Padre è questa:soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni,e conservarsi puri dal mondo".Questo è un dovere:essere perseveranti nella legge.Evangelizzare può andar bene se non ci si propone di convincere le persone a divenire membri di una religione e di professare un credo,proponendosi,invece, di divulgare il vangelo come valore salvifico adesso e forse in eterno.
Ultima modifica di Eleazar il domenica 5 aprile 2015, 19:07, modificato 1 volta in totale.
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Gianni
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Re: L'evangelizzazione(predicazione) è OGGI un dovere?

Messaggio da Gianni »

:-)
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Eleazar
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Re: L'evangelizzazione(predicazione) è OGGI un dovere?

Messaggio da Eleazar »

Analizzando il contesto di Giacomo, la scrittura al capitolo tre veso uno non è direttamente attinente al tema che stiamo svolgendo. In quella scrittura si parla di non divenire maestri ma intesi come punti di riferimento e Giacomo evidenzia come tutti noi siamo fallaci in parola. Inoltre, chi si erge a maestro si assume una grossa responsabilità perchè egli può, con la propria arte dell'eloquenza, combinare molti guai.

L'indiretta attinenza consiste nella proveniza contestuale di Giacomo 3:1, ovvero dal capitolo 2 dove Giacomo dimostra come la fede senza opere sia morta. Ma di quali opere si sta parlando?
Non della predicazione. Basta leggere i versi dal 2:20 al 2:26. Dopo Giacomo parla di come l'eloquenza, se mal diretta, crea gravi danni; dopo,dal verso 13 fino alla fine del capitolo si parla di mansuetudine, saggezza e frutto della giustizia che è pace. Nei capitoli 4 e 5 si parla di vari comportamenti etici che l'amore per il prossimo dovrebbe, per sua natura stessa,produrre spontaneamente.
Non si parla mai di evangelizzazione di casa in casa.
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Re: L'evangelizzazione(predicazione) è OGGI un dovere?

Messaggio da Eleazar »

La prima lettera ai corinti ci fornisce ulteriori spunti di riflessione.
L'apostolo Paolo (che io ho in antipatia per il suo atteggiamento e per la personalità dominante che ha influenzato il credo posteriore a Yeshua;ma questa è questione personale) si presenta come apostolo di Cristo-quindi scelto da lui direttamente- per volontà di Dio.
Egli invia questa lettera ai corinti,quindi le informazioni in essa contenute riguardano principalmente loro;che poi contenga, tale lettera, dei concetti utili per tutti è altro discorso.

Al capitolo 1 verso 17 Paolo dice:-" Infatti Cristo non mi ha mandato a battezzare, ma a evangelizzare;non con sapienza di parola,perchè la croce di Cristo non sia resa vana".
Paolo si esprime nel contesto ove spiega l'assurdità della divisione che si era venuta a formare nella congregazione dei corinti, i cui membri provenivano da una cultura ellenica in cui era in uso seguire i maestri delle varie scuole filosofiche.
Quindi lo scopo dell'evangelizzazione era rendere testimonianza e non convertire.
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Re: L'evangelizzazione(predicazione) è OGGI un dovere?

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

In Mt 24:14 Yeshùa predisse: “Questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; allora verrà la fine”
Yeshùa dapprima scelse i dodici apostoli: “Chiamò a sé quelli che egli volle, ed essi andarono da lui. Ne costituì dodici per tenerli con sé e per mandarli a predicare” (Mr 3:13-15). In seguito “il Signore designò altri settanta discepoli e li mandò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dov'egli stesso stava per andare” (Lc 10:1). Si noti che fu lui a designarli e quindi a sceglierli tra tutti i suoi discepoli. E quelli che non furono scelti? Continuarono ad essere discepoli, ma senza avere il compito di predicare.
Scusa Gianni, di che fine si parla? Oggi o in quel tempo?
Yeshùa ha scelto tutti coloro che dovevano predicare il vangelo. Lo hanno fatto. Lo stesso vangelo poi è stato messo per iscritto e si è diffuso in tutto il mondo.
Oggi chi sono questi evangelizzatori eletti da Yeshùa?
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Re: L'evangelizzazione(predicazione) è OGGI un dovere?

Messaggio da Gianni »

Caro Naza, domandi di fine parlò Yeshùa, se di oggi o di quel tempo. La risposta la trovi nelle stesse parole di Yeshùa:
“Io vi dico in verità che tutto ciò ricadrà su questa generazione”. - Mt 23:36.
“Io vi dico in verità che questa generazione non passerà prima che tutte queste cose siano avvenute”. - Mt 24:34.

In Mt 24:14 Yeshùa preannuncia: “Questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; allora verrà la fine”.
Quando accadde? Al tempo di Paolo la predicazione mondiale si era già conclusa, come lui stesso dice in Col 1:23, affermando che il vangelo “è stato predicato a ogni creatura sotto il cielo”.
La fine venne nell’anno 70.
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Eleazar
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Re: L'evangelizzazione(predicazione) è OGGI un dovere?

Messaggio da Eleazar »

La fine è collegata allevangelizzazione ma non così strettamente e direttamente come alcune religioni vorrebbero indurre a credere.

Il Vangelo è la buona notizia del regno. Quindi, ancor prima di chiedersi di quale fine(telos) si sta parlando, possiamo domandarci cosa è questo regno e cosa intesero i discepoli,quindi cosa scrissero.

All'epoca di Yeshua, quando uscirono dal tempio Yeshua rispose ad una domanda dei discepoli:-" dicci quando avverranno tutte queste cose e quale sarà il segno della tua presenza è del termine del sistema di cose". Il contesto di Matteo 24:14 è la risposta a questa domanda.
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Re: L'evangelizzazione(predicazione) è OGGI un dovere?

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Caro Gianni, intendevo appunto questo. Ciò però non vuol dire che oggi non accadrà più nulla. Il messaggio è sempre quello di rimanere vigili.
Ecco perchè quando si è parlato di congregazioni oggi , e qualcuno si è opposto con "tu sbagli" , ho chiesto che senso avessero se poi li ci debbano essere persone chiamate "pastori" o "vescovi" o altro , anci peggio "guide spirituali"(titolate da chi) che pretendono di evangelizzare nel modo corretto le persone, interpretando a loro modo... e l'interpretazione dottrinale religiosa abbiamo visto dove porta.
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