Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiviso

Vittorio
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Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiviso

Messaggio da Vittorio »

Apro questo nuovo argomento perché ho notato che i nostri disaccordi nell'interpretare la Bibbia dipendono essenzialmente da un diverso metodo di lettura del testo sacro. Ognuno utilizza un proprio metodo ed ha la pretesa di convincere gli altri che il suo modo di interpretare sia il migliore, il più logico, il più conforme al vero messaggio. L'auspicio è che si riesca a trovare un metodo condiviso, in modo da arrivare a conclusioni condivise.
Premetto che illustrerò il mio metodo senza la pretesa di convincere gli altri che il mio sia il migliore in assoluto, perché penso che il metodo di ognuno dipenda essenzialmente dalla propria fede, che io rispetto, e non solo da considerazioni puramente intellettuali. Ovviamente sosterrò con forza il mio metodo, ma nessuno deve per questo pensare io voglia fare proselitismo, voglio semplicemente fare chiarezza.

Per interpretare un testo, occorre innanzitutto definire il testo da interpretare, e qui sorgono già i primi problemi, perché nella Bibbia non è elencato il numero esatto dei libri che la compongono: saranno 73 come dicono i cattolici, 66 come dicono i protestanti, o 39 come dicono gli ebrei? Inoltre, anche se ci accordassimo su un elenco di libri comune, sappiamo che di quei libri non ci è pervenuto alcun originale, di conseguenza, dobbiamo fare riferimento ad edizioni critiche sempre variabili a seconda del progredire degli studi e di nuovi ritrovamenti archeologici. Come facciamo quindi a sapere qual è l'esatto testo da interpretare?

Lascio a voi la parola.
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Israel75
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Israel75 »

Il tema dei libri ancora si ripropone.
Non sono i protestanti ad avere 66 libri.
39 erano canonici già prima di Gesù fino a Malachia.
27 sono quelli del nuovo testamento.

Solo cattolici arbitrariamente aggiunsero 7 libri . Daje de coccio sei. :d
Sarebbe casomai lecito discutere sul perchè gli Ebrei nè ammettono 39 e perchè i 7 cattolici sono da sempre apocrifi per ragioni ben precise che ancora ti ostini a non voler affrontare Vittorio.
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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Gianni
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Gianni »

Caro Vittorio, ti ringrazio per aver aperto questa interessantissima discussione.

Il metodo di interpretazione della Bibbia va sotto il nome di ermeneutica biblica. La parola ermeneutica deriva dal greco ἑρμηνευτική (ermeneutikè), a sua volta derivato dal verbo greco ἑρμηνεύω (ermenèuo), “spiegare / esporre / interpretare / tradurre”. Questo verbo lo troviamo anche nella Bibbia, in Gv 1:42: “Cefa (che si traduce [ἑρμηνεύεται (ermenèutai)] ‘Pietro’)”. Oltre al verbo greco, la parola contiene anche la parola greca τέχνη (tèchne), “arte”. Ermeneutica è quindi l’arte di interpretare.
Questa parola è usata nella filosofia per indicare appunto le regole interpretative. Può però applicarsi a qualsiasi campo, tanto che assume il senso d’interpretare i testi antichi. In ambito biblico, nelle scienze bibliche, si parla di ermeneutica biblica intendendo l’insieme delle regole che devono essere applicate per la corretta comprensione del testo sacro.

Vittorio dice nella sua presentazione che ritiene che “il metodo di ognuno dipenda essenzialmente dalla propria fede”. Mi permetto di dissentire, spiegando perché.
L’ermeneutica non va confusa con l’esegesi, sebbene ci sia tra loro una forte affinità. L’esegesi è sì un’interpretazione, ma critica, ovvero di valutazione; interpretazione critica che non va a sua volta confusa con l’analisi critica che riguarda la filologia ovvero la ricerca del testo genuino confrontando tutti i manoscritti disponibili.
Essendo questa discussione importantissima, è bene chiarire i termini.
L’ermeneutica biblica riguarda le regole interpretative del testo biblico.
L’esegesi biblica riguarda la valutazione del testo.
Facciamo un esempio prendendo il primo versetto della Bibbia in cui è detto che “Elohìm creò i cieli e la terra”. Come interpretare la parola Elohìm? Di ciò se ne occupa l’ermeneutica. Come valutare la parola Elohìm? Di ciò se ne occupa l’esegesi.
È quindi l’esegesi che risente della propria fede, non l’ermeneutica.

Qui trattiamo solo di ermeneutica biblica per stilare insieme l’elenco delle regole interpretative.

Vittorio fa un’osservazione del tutto vera: “Per interpretare un testo, occorre innanzitutto definire il testo da interpretare, e qui sorgono già i primi problemi, perché nella Bibbia non è elencato il numero esatto dei libri che la compongono: saranno 73 come dicono i cattolici, 66 come dicono i protestanti, o 39 come dicono gli ebrei?”.
Potrei rispondere che è possibile stabilire con certezza da quanti libri è composta la Scrittura, ma ciò ci porterebbe ad un’altra discussione che riguarda il testo biblico e la sua trasmissione. Suggerisco pertanto di risolvere la questione così:
Il libri del canone ebraico (39) sono accettati anche dai cattolici e dai protestanti, per cui questi rimangono validi. Credendo in Yeshùa accettiamo anche i libri dell’erroneamente detto Nuovo Testamento, per cui riteniamo validi anche questi (27), per un totale di 66 libri. Rimarrebbero fuori quei libri che i cattolici chiamano deuterocanonici e i protestanti chiamano apocrifi.
Se ci atteniamo tutti ai 66 libri canonici, problemi non ce ne sono. Si potrà sempre avviare (in seguito!, però) una discussione su questi libri, ma intanto abbiamo ben 66 libri, che tutti accettiamo, su cui basare la nostra discussione.


Vittorio fa un’altra importante osservazione: “Dobbiamo fare riferimento ad edizioni critiche sempre variabili a seconda del progredire degli studi”. Giustissimo. Così faremo.
Per vostra informazione, specifico che il Testo Masoretico è l’edizione critica per ciò che riguarda le Scritture Ebraiche, mentre per le Scritture Greche il testo critico più aggiornato è quello di Nestle-Aland.
Suggerisco di attenerci a questi quali principali, senza trascurare gli altri.

Faccio mio l’auspicio di Vittorio: “L'auspicio è che si riesca a trovare un metodo condiviso, in modo da arrivare a conclusioni condivise”. :-)
Vittorio
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Vittorio »

Caro Gianni, normalmente io intendo per "ermeneutica" ciò che tu intendi "esegesi". È importante chiarire il significato dei termini. L'esegesi, essendo operazione puramente scientifica, può essere anche effettuata da un ateo, non necessita di alcuna fede, si tratta di un'operazione tecnica, che parte dalla raccolta dei manoscritti e la loro analisi (critica testuale) per arrivare ad un testo il più possibile vicino all'originale perduto, ed usa i metodi della filologia per l'individuazione del significato delle parole e di queste nel loro contesto.
Per me non ci sono problemi nell'interscambiare i significati, basta accordarsi, ma io per ermeneutica non intendevo un'operazione puramente scientifica, altrimenti questa discussione sarebbe solo scientifica e la scienza esclude Dio, perché ipotesi indimostrabile.

Per quanto riguarda il canone, possiamo anche accordarci su un numero di libri, stessa cosa per il testo critico di riferimento, ma a questo punto sembra evidente quella che possiamo chiamare la regola ermeneutica/esegetica N.1:

Nella Bibbia non ci sono tutte le informazioni necessarie per la sua corretta interpretazione, occorre preliminarmente accordarsi su punti fondamentali, usando criteri esterni alla Bibbia stessa, per poter raggiungere risultati condivisi.
Vittorio
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Vittorio »

Caro Armando, ho dato una veloce occhiata al testo da te linkato. È vero che gli ebrei facevano attenzione ad usare certi valori numerici dando loro significato, ma francamente che l'ispirazione della Bibbia si possa dimostrare con "schiacciante evidenza matematica" è davvero troppo. La concordanza, vera o presunta, di certi numeri nella Bibbia dimostra soltanto la volontà dell'autore di dare un significato simbolico, magari cifrato e riservato a pochi, non di certo l'ispirazione divina, cosa assolutamente indimostrabile, ed accettabile solo per fede. Altrimenti tutti i matematici dovrebbero essere credenti, con buona pace di Odifreddi.
Tuttavia vorrei chiederti come mai non ti fidi della Tradizione della Chiesa, esposta da geni del pensiero come Tommaso D'Acquino, e poi hai fiducia in certi studiosi, che arrivano a conclusioni a dir poco stravaganti.
chelaveritàtrionfi
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Prima di commentare occorre leggere con attenzione. Che ci siano coincidenze numeriche nella bibbia ci può stare, ma troppe non sono più una coincidenza.Chi conosce un minimo di matematica e probabilità deve ammettere la straordinaria coincidenza (?) dei numeri. Se quei numeri sono voluti da qualche autore e che li abbia voluti trovare con stratagemmi è impossibile. E' possibile solamente se qualcuno ha taroccato il testo biblico ..tutto quanto. La coincidenza dei numeri non dimostra nè l'attendibilità nè l'ispirazione , ma sicuramente dimostra l'intervento di una mente troppo superiore alla nostra.

Quel brano dice che tutti coloro che potevano investigare a fondo non l hanno fatto ( ma non è nemmeno vero), alcuni perchè non interessati altri perchè avevano paura di sdradicare le loro credenze. Proprio come accade oggi . Siamo a questo punto per questo motivo, per volersi fidare della tradizione degli uomini piuttosto della stessa scrittura.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
Vittorio
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Vittorio »

Chelaverità, le coincidenze numeriche spesso e volentieri sono forzature di chi le cerca. In un testo complesso possiamo trovare molte coincidenze attribuendo valori numerici alle parole, è un po' come chi crede di vedere nelle dimensioni delle piramidi egizie la distanza terra luna, o altre simili forzature. Anche in questo post, se attribuisci valori numerici alle mie parole, sono convinto troverai risultati sorprendenti.
chelaveritàtrionfi
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Caro Vittorio, a meno chè non si considerano valori numerici fatti apposta per portare a certi risultati (a quale scopo poi), la vedo dura. . Bisogna vedere quali sono i risultati. Nelle tue discussioni attribuendo dei valori numerici dall'alfabeto italiano non ci troverei nulla di sorprendente ma qualcosa del tutto casuale. Bisogna prima leggerle bene le cose e poi commentare. Leggi quel post anche se ti interessa poco. Comunque questo è un argomento che esula dalla discussione. Non sono quei numeri che fanno la differenza . State parlando di cose molto più interessanti qui.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
Vittorio
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Vittorio »

Certo, Chelaverità, qui si sta parlando di cose più importanti, ma Armando voleva appunto cercare di dimostrare matematicamente che il numero dei libri sacri è 66, facendo riferimento a certi studiosi, di matematica tra l'altro, nemmeno di scienze bibliche. Un matematico può individuare rapporti numerici divini anche nelle proporzioni di un televisore. Ma la cosa più sorprendente è che attribuisci valore a studi discutibilissimi, fatti da persone non competenti in scienze bibliche, e poi sostieni di non volerti "fidare della tradizione degli uomini piuttosto della stessa scrittura". Spero tu noterai la contraddizione.
chelaveritàtrionfi
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Caro Vittorio, ma quale contraddizione. Numeri o non numeri non cambia il significato della scrittura. Se invece prendiamo la tradizione in confronto con la scrittura non ha nulla a che vedere.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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