Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiviso

chelaveritàtrionfi
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Se devo dare meglio retta a qualcuno allora do retta ad un ebreo messianico madrelingua. Martini può essere studioso ma sempre italiano rimane e poi chi studia in un contesto è sempre influenzato da un contesto. Si chiama condizionamento. Mi fido di più di uno studioso che non ha filtri di lettura religiosi.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
Vittorio
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Vittorio »

Direi che un ebreo madrelingua, soprattutto se vive in Israele, ha dei condizionamenti culturali altrettanto forti di quelli di un cattolico romano che vive a Roma. Così come un musulmano che vive in un paese musulmano, e dal quale vuoi imparare l'arabo del Corano, ha dei fortissimi condizionamenti culturali. Non è possibile prescindere dai condizionamenti. Per quanto riguarda il primo livello, possiamo ascoltare Gianni, il prof. Salvoni, il card. Martini o qualsiasi altro biblista, ebraico madrelingua o meno, anzi direi che più ne ascoltiamo, più possiamo farci un'idea dei condizionamenti culturali di ognuno. L'importante è che siano studiosi seri e preparati, ma il nostro problema è il secondo livello, perché solo a quel livello possiamo trovare un messaggio che può veramente cambiarci la vita.
Vittorio
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Vittorio »

Il fatto stesso, Antonio, che due ebrei diversi dicano cose opposte riguardo a Gesù come messia, dimostra quanto l'interpretazione di secondo livello non sia legata a competenze linguistiche, ma alla fede di ognuno.
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Israel75
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Israel75 »

Mi fermo al livello 1 allora. :-) :-) :-)
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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bgaluppi
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da bgaluppi »

Infatti, Vittorio, io non cerco la fede nelle Scritture, ma solo di comprenderle sulla base del testo per conoscere piu' profondamente la parola di Dio. La comprensione del testo, poi, edifica la mia fede. Pero', in un certo senso, la mia fede mi fa partire svantaggiato. Avendo fede, ho assoluta certezza che le Scritture non contengano contraddizioni, e quindi sono influenzato da questa certezza e vado a cercare conferma. Invece, chi non ha fede, non ha questa certezza, quindi puo' adottare un approccio neutro e super partes e arrivare a capire molto prima di me.

Parlando con una persona atea, ho imparato un'infinita' di cose su Bereshit; lei ci e' arrivata prima di me, proprio perche' ragiona in modo estremamente critico e non e' influenzata da alcuna fede o convinzione religiosa.

Secondo me, in molti casi, chi ha fede puo' semmai aver paura di scoprire significati che possono sconvolgere la sua fede stessa. A me e' successo questo, ma cio' che ho scoperto mi ha portato ad avere una fede ancora piu' salda e autentica. Prima, avevo fede ma anche un mare di dubbi, e la mia fede andava e veniva, come un'onda sulla battigia; adesso, invece, la mia fede e' consolidata come le fondamenta di un grattacielo. E questo e' successo perche' ho voluto comprendere alcune cose non facendomi condizionare dalle mie precedenti convinzioni. Fede o non fede, non bisogna mai aver paura di conoscere la verita'.
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Gianni
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Gianni »

A quanto pare non si riesce proprio a proseguire. Qualsiasi tentativo di semplice ragionamento viene respinto con questioni più grandi che non attengono al ragionamento stesso. Perché? Ripeto: perché?

La risposta è nascosta, camuffata, sotto le mentire spoglie di argomentazioni che buttano fumo negli occhi. La motivazione vera l’ha individuata Antonio. Eccola:
“Chi ha fede può semmai aver paura di scoprire significati che possono sconvolgere la sua fede stessa”.
Rileggetela questa grande verità esposta da Antonio.

Se ne capite la misera realtà, capirete anche perché per decine di secoli la Chiesa Cattolica ha vietato la lettura della Bibbia, inserendola tra i libri proibiti ai cattolici.

Quando si arriva alla Sacra Scrittura con già una “fede” (vorrei dire credulità, perché di ciò si tratta) il cammino è già compromesso prima di iniziarlo.
Non a caso, chi contesta e boicotta il metodo ermeneutico sono Aldo e Vittorio, due cattolici. Continuano a battere il chiodo sulla fede (chiamiamola così) come unico metodo interpretativo. E di che “fede” si tratta? Non di quella biblica nel Dio d’Israele, ma di quella imposta sin dai tempi del pagano Costantino che fece del suo miscuglio pagano-religioso la religione di stato. Quello romano, e non a caso la Chiesa Cattolica è detta romana.

Potrei abbandonare la discussione, considerato il continuo boicottaggio dei due cattolici presenti. Faccio invece diversamente, coinvolgendoli.

Ricomincio daccapo, con il primo principio ermeneutico: Per capire il significato di una parola biblica serve il vocabolario.

E ora, amici cari, dimostratemi il contrario. Fate tutti gli esempi che volete su tutte le parole bibliche che volete. Sappiate però che respingerò qualsiasi tentativo di sollevare polveroni che nulla c’entrano con questo principio. Mi atterrò in modo rigoroso alla logica. E sappiate che quando si ragiona con logica non c’è persona che possa contraddire.

E dico di più. Tramite il vocabolario è stabilito il significato di una parola da chiunque, sia credente o sia ateo.

Coraggio, cattolici romani o chi la pensa come loro. Dimostratemi che così non è. Avete un solo modo per farlo: citare una parola (ne basta una sola) con cui questo primo principio ermeneutico non finzioni. E non fate i furbi: parliamo di significato e solo di quello (per ora). Non fate i furbi venendo a dirmi, ad esempio, che il pane si riferisce all’ostia per alcuni e a chissà cosa per altri. Il pane è pane, e con quale senso vada accolto non ha nulla a che fare con il significato, che rimane quello. Parliamo di significato e solo di quello (per ora). Coraggio, smentitemi, se ci riuscite.

Per capire il significato di una parola biblica serve il vocabolario.

Smentitemi. Portate un sola parola biblica con cui questo principio non valga. Se ci riuscite.
chelaveritàtrionfi
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Si dovrebbe prima partire dal significato , poi si dovrebbe passare all'interpretazione. Il viceversa vuol dire usare già dei filtri nella lettura.Direi doppi filtri. Il primo già è imposto dalla traduzione, il secondo dalla credulità. I Tdg ad esempio prima leggono la spiegazione sulla loro rivista, poi leggono il passo della bibbia avendo già in mente il significato.
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Vittorio
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Vittorio »

Caro Gianni, a me pare proprio tu stia fraintendendo i miei interventi, e quelli di Aldo. Nessuno di noi nega che "per capire il significato di una parola biblica serve il vocabolario", questo è direi ovvio, siamo tutti d'accordo. La parola "pane" ha certamente il significato di alimento fatto con il grano. Nessuno di noi sta boicottando nulla, perché è assurdo pensare di boicottare il metodo scientifico. Il punto è un altro, e direi che finalmente lo hanno capito anche altre persone, tranne tu. Noi abbiamo messo in evidenza il fatto che per capire la Bibbia e dare senso alla propria vita non è sufficiente fermarsi ad un primo livello di interpretazione, quello degli studiosi, che adottano un metodo condiviso, quello scientifico, un metodo aconfessionale. Molte persone possono tranquillamente fermarsi al primo livello nel leggere la Bibbia, esattamente come chi legge l'Iliade o l'Odissea, in quei testi non cerca la parola degli dèi, ma un miglioramento culturale, che è utilissimo in molti ambiti, ma non in quello di dare senso alla vita. Per dare senso alla propria vita, occorre capire quale sia il significato profondo della parola "pane", soprattutto nella frase "pane di vita eterna", non è sufficiente riferirsi ad un alimento fatto con il grano. I significati metaforici delle parole non sono indicati nel vocabolario, lì ci sono solo quelli letterali, o al massimo anche qualche significato metaforico, ma non certo il significato preciso che un autore vuole dare alla parola all'interno del suo testo. Per capire quel significato, occorre riferirsi al testo stesso, non solo al vocabolario, ma questo fa parte del secondo livello di interpretazione.
Quindi noi non abbiamo proprio nessuna paura di vedere sconvolta la nostra fede, perché non abbiamo paura della verità, noi siamo liberi, tranquilli e sereni. Semmai questa paura la vedo in te, che pensavi di convincere tutti con l'esposizione del tuo metodo ermeneutico, e di fronte alle obiezioni, notando che cominciano ad essere condivise da altri, vuoi ritirarti dalla discussione.
chelaveritàtrionfi
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Non capisco Vittorio quali siano le obiezioni condivise.
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Gianni
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Re: Interpretare la Bibbia, alla ricerca di un metodo condiv

Messaggio da Gianni »

Vittorio, ma di cosa stiamo parlando?

Ti dici che voi avete messo in evidenza il fatto che per capire la Bibbia e dare senso alla propria vita non è sufficiente fermarsi ad un primo livello di interpretazione, quello degli studiosi, che adottano un metodo condiviso, quello scientifico, un metodo aconfessionale.

Ti domando di nuovo: di cosa stiamo parlando?
Ti ricordo che questa discussione riguarda la ricerca di un metodo condiviso per interpretare la Bibbia. Dare un senso alla propria vita e ubbidire a Dio è tutt’altra cosa. Per far ciò non è neppure indispensabile la Bibbia. Il massimo esempio di fede, Abraamo, non aveva a disposizione un solo versetto, perché la Bibbia neppure esisteva.

Qui parliamo di capire correttamente la Bibbia, punto. Può farlo il più devoto dei credenti e il più irriducibile degli atei. Punto.
Dare in senso alla propria vita tramite la Scrittura è senza ombra di dubbio a un livello molto più elevato che capirla semplicemente. Ma è di quest’ultima cosa che ci stiamo occupando, e solo di questa.

Quindi, ritorna in tema, per favore e dimmi chiaramente se – per capire correttamente la Scrittura – il primo passo è di cercare nel vocabolario le parole che hanno bisogno di definizione.
Se condividi, possiamo andare avanti con il secondo passo. Se no, dimostrami perché quel primo passo non è valido.
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