L’attendibilità della Sacra Scrittura

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Gianni
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L’attendibilità della Sacra Scrittura

Messaggio da Gianni »

Apro questa discussione perché se n’è parlato altrove. Siccome non ho potuto continuare la mia esposizione sull’ispirazione biblica (che si è impantanata perché sono state sollevate tutt’altre questioni), in attesa di poterla riprendere da dove ero rimasto (dopo che si sarà esaurita la vena della deriva), tratterò qui alcuni aspetti che riguardano l’attendibilità della Sacra Scrittura.
Inizierò a parlare della cosmologia biblica, per poi affrontare il concordismo, i rapporti tra Bibbia e scienza, il problema del mito. Vi invito a partecipare, facendo osservazioni o ponendo domande.
Inizio con la cosmologia.

Quale cosmologia presenta la Bibbia? Occorre essere onesti. Se usiamo l’argomentazione (del tutto giusta) che la Bibbia non è un libro di scienze, dobbiamo usarla fino in fondo. Questo comporta che non dobbiamo pretendere (secondo la moderna visione occidentale delle cose) che tutto quanto scritto nella Bibbia sia assolutamente in armonia con la scienza attuale. La Scrittura non ha per nulla bisogno di questa difesa da parte nostra. Voler forzare il testo biblico per dimostrare che la Bibbia sia “moderna” e che sostenga la vera scienza è un sintomo che caratterizza una fede malaticcia, afflitta da quella malattia (che, se non curata, tende a diventare cronica) che è il credo religioso. La fede non è un credo dottrinale. Il vero intendimento della Scrittura deve partire dal presupposto che – proprio perché la Bibbia non è né un trattato di scienza né un libro di storia – Dio parla all’umanità, e lo fa impiegando esseri umani che, ispirati, mantengono pur sempre non solo la loro mente, ma anche la loro mentalità.
Così, quando leggiamo nella Scrittura che Giosuè ordinò al sole: “Sole, fèrmati!” e che “il sole si fermò in mezzo al cielo e non si affrettò a tramontare per quasi un giorno intero” (Gs 10:12,13), non occorre che il nostro animo si ponga domande fuori luogo. Solo la mente religiosa di un aderente a un credo religioso può vacillare di fronte alla reazione scandalizzata di qualcuno che, scuotendo per commiserazione la testa, pensa all’ingenuità del poveretto che ci crede. Ma il sole si fermò o no? Quel giorno fu più lungo degli altri oppure no? Questa domanda non ha senso. E il porla denota, per l’ennesima volta, che della Bibbia non si è compreso molto se si continua a leggerla con mente occidentale. Le domande corrette – di fronte ad un testo che ci crea difficoltà - sono sempre due:
1. Siamo sicuri di intendere il testo come lo intendevano gli ebrei nella loro mentalità semitica? Cosa significavano per loro quelle parole?
2. Siamo sicuri della traduzione che è stata fatta del testo originale?
Cosa accadde, allora? Accadde che il popolo di Israele fu soccorso da Dio. Questo accadde. E il sole? E la durata di quel giorno? Non ci interessa indagarlo astronomicamente. Non è quello il messaggio di Gs 10. Il messaggio è: “Il Signore combatteva per Israele” (v. 14). È da sciocchi cercare le spiegazioni fisiche del fenomeno. Significherebbe solo ostinarsi a voler leggere aridamente la Bibbia in modo letterale anziché commuoversi intimamente per la grandezza di Dio: “Il Signore combatteva per Israele”. E, invece, ecco un misero tentativo di difendere – non la Scrittura – ma la propria opinione su de essa: “Lo stesso effetto [il sole che non tramonta] si sarebbe potuto ottenere con altri mezzi, ad esempio con una particolare rifrazione dei raggi della luce solare e lunare” (Perspicacia nello studio delle Scritture Vol. 2, pag. 624, sottotitolo “Sole e luna immobili”). Eppure, si va anche oltre, cercando di dare addirittura una parvenza scientifica al proprio convincimento: “Giacché vi sono ‘enormi lacune nella nostra comprensione del comportamento della materia nella massa’, perché dovrebbero gli uomini dubitare di ciò che la Bibbia dice su certi avvenimenti astronomici? […] Ma in base a che cosa si può definire ‘impossibile’ il comportamento del sole? […] oggi gli uomini non capiscono i misteriosi avvenimenti astronomici che si verificano proprio ora. Ma chi può negare che hanno effettivamente luogo? Nessuno. Dio, come Creatore, poté, se lo voleva, fermare i movimenti dell’intero sistema solare. Oppure, poté fermare il movimento solo della terra così che parve che il sole e la luna restassero nella stessa posizione visti dalla terra. D’altra parte, è possibile che il sole, la luna e la terra continuassero tutti i loro regolari movimenti, ma che la luce del sole e della luna risplendesse incessantemente per mezzo di qualche forma di rifrazione che ora non comprendiamo” (Svegliatevi! del 22 giugno 1974, pag. 15, “La Bibbia e l’astronomia”). E poi, dopo tutto questo darsi da fare intorno a forzature che cercano di armonizzare la propria comprensione del testo biblico con la scienza - senza, peraltro, riuscirci, ma riuscendo solo a ridicolizzare la Bibbia -, come si rimarrebbe se si scoprisse che si ha a che fare con un passo tradotto male dal testo originale? È il caso proprio del “fèrmati, sole!”. Già. Lo esamineremo in una trattazione successiva quando parleremo degli errori di traduzione.
Occorre però semplicemente capire che gli scrittori della Bibbia si esprimono secondo la mentalità del tempo. Questo fatto non tocca minimamente il messaggio biblico. Con questo in mente, si può esaminare serenamente la cosmologia della Bibbia. Questa cosmologia non è per niente un trattato astronomico in linea con le più recenti scoperte scientifiche né, tanto meno, le anticipa. Non è neppure una negazione dell’astronomia che possa essere presa a dimostrazione che la Bibbia sbagli. Niente affatto. È solamente un’indicazione di ciò che la gente del tempo credeva. Esaminiamo.
Il mare, attorniante la terra, incuteva un certo timore agli ebrei:
“Quelli che scendono al mare nelle navi,
facendo commercio su vaste acque, sono quelli che hanno visto le opere di Geova e le sue meravigliose opere
nelle profondità; come egli dice [la parola] e fa sorgere un vento tempestoso, così che fa levare
le sue onde. Salgono ai cieli, scendono alle profondità.
A causa della calamità la loro medesima anima si strugge.
Vacillano e si muovono in maniera instabile come un ubriaco,
e anche tutta la loro sapienza è confusa”. - Sl 107:23-27, TNM.
Gli ebrei pensavano che all’estremità del mare vi fossero “le isole delle nazioni”:
“La popolazione delle isole delle nazioni si sparse nei loro paesi,
ciascuno secondo la sua lingua, secondo le loro famiglie, nelle loro nazioni”. - Gn 10:5, TNM.
“Non sobbalzeranno le isole?”. - Ez 26:15, TNM.
Più oltre, gli ebrei pensavano ci fossero le “montagne eterne”:
“Colli di durata indefinita”. - Dt 33:15, TNM.
“I monti eterni furono frantumati; i colli di durata indefinita si inchinarono”. - Ab 3:6, TNM.
Queste “montagne eterne” erano dette anche “colonne del cielo”:
“Le medesime colonne del cielo si scuotono”. - Gb 26:11, TNM.
Nella concezione dell’epoca, queste “colonne del cielo” sostenevano la solida volta del firmamento. Entro la volta celeste vagano gli astri tra cui anche il sole che gira attorno alla terra:
“È come lo sposo [il sole] quando esce dalla sua camera nuziale;
esulta come un uomo potente per correre nel sentiero.
Da un’estremità dei cieli è la sua uscita,
e il suo giro [completo] è fino alle loro [altre] estremità;
e non c’è nulla di nascosto al suo calore”. - Sl 19:5,6, TNM.
“Anche il sole ha rifulso, e il sole è tramontato, e viene ansimando al suo luogo da dove rifulgerà”. - Ec 1:5, TNM.
Sotto la terra si trova una specie di carcere sotterraneo (sheòl) destinato ad accogliere i trapassati:
“Le vie dello Sceol sono la sua casa; scendono alle stanze interne della morte”. - Pr 7:27, TNM; cfr. Ez 26:19,20; Is 14:9.
Questa cosmologia non è però sempre consistente: talora la pioggia viene fatta scendere dalle nubi esistenti in cielo. - Dt 33:26; Gb 36:27 e sgg..
I cieli sono tre, oppure, nel giudaismo più tardivo, sette (Testamento di Levi 3). A quale idea aderisce Paolo? In 2Cor 12:2 egli dice di essere stato rapito in estasi “al terzo cielo”. Forse aderiva alla seconda idea; egli, infatti, identifica il “terzo cielo” con il “paradiso” (v. 4), che era diverso dal cielo divino.
Talora la terra, anziché essere presentata come disco, è ritenuta un quadrilatero con quattro angoli:
“Certamente alzerà un segnale per le nazioni e raccoglierà i dispersi d’Israele;
e radunerà gli sparsi di Giuda dalle quattro estremità della terra”, “Dall’estremità del paese”. - Is 11:12;24:16, TNM.
Anziché farla poggiare su colonne, a volte si è anche pensato che fosse sospesa nel vuoto:
“Fa scuotere la terra dal suo luogo, così che le sue medesime colonne vacillano”. - Gb 9:6, TNM.
“Egli distende il nord sullo spazio vuoto,
sospende la terra sul nulla”. - Gb 26:7, TNM.
Si vede quindi come la presentazione biblica del cosmo sia ben diversa dall'attuale, meglio conosciuta oggi grazie alla cosmonautica e alla ricerca spaziale. Tuttavia le scoperte più recenti non possono servire per denigrare la Bibbia, la quale aveva qualcosa di ben più importante da insegnarci. Dovrebbe anzi farci riflettere il fatto che nella Bibbia vi sono varie presentazioni cosmologiche, anche presso il medesimo autore. A meno di tacciarlo d’incongruenza e di controsenso, occorre concludere che egli non dava eccessiva importanza alle sue affermazioni cosmologiche, che spesso erano solo dei dati poetici per meglio sottolineare il suo insegnamento spirituale. Di esse si serviva secondo le concezioni del tempo, quale mezzo espressivo per formulare verità spirituali riguardanti Dio, la sua potenza e il suo intervento nella storia umana.
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Eleazar
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Re: L’attendibilità della Sacra Scrittura

Messaggio da Eleazar »

Esordisco con una piccola premessa di parentesi:è vero, viene in uggia lavorare in questo forum perchè spesso la gente divaga dal tema del tread. Prego,quindi, chiunque partecipa, di attenersi al tema. Bisognerebbe che intervenisse un moderatore a bannare i commenti fuori tema e che vanno sul personale. Grazie.

Detto questo, passo all'argomento. C'è poco da domandare e da ribattere su quanto hai detto Gianni. Perchè? Perchè la chiave di lettura della Bibbia non può essere nè scientifica nè storica ma solo ermeneutica. Io fin qui non ho niente da dire, se non da osservare il tema del tread:l'attendibilità della sacra scrittura. Che sia sacra va ancora dimostrato.Comunque,si fissino due puinti una volta per tutte: la mentalità dell'epoca in cui furono scritti i liobri della bibbia ed il controllo della corretta traduzione. Detto questo per me si può proseguire.
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Eleazar
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Re: L’attendibilità della Sacra Scrittura

Messaggio da Eleazar »

Attendibile significa che merita di essere preso in considerazione perchè credibile. Va detto che la Bibbia non è un tutto unico perchè è composta da 66 libri scritti in epoche diverse. Sono sessantasei perchè qualcuno, in più epoche, ha epurato la biblioteca da elementi ritenuto spuri. In seguito va visto il perchè sono stati eliminati e su quale base sono ritenuti spuri. L'argomento è vasto.
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Gianni
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Re: L’attendibilità della Sacra Scrittura

Messaggio da Gianni »

Grazie, Andrea.
Dici che la Sacra Scrittura sia sacra va ancora dimostrato. Giusto. Ciò attiene al tema dell’ispirazione biblica, che non ho potuto continuare perché si è preteso che fosse interpolato dall’attendibilità biblica. In verità si tratta di due cose diverse. Uno scritto può essere attendibilissimo senza essere ispirato: nessuno mette in dubbio un serio trattato scientifico o un trattato di storia o una pagina delle Treccani, non per questo si tratta di scritti ispirati da Dio. D’altra parte, ci aspettiamo che la Bibbia, in quanto ispirata da Dio, sia assolutamente attendibile. Sono due temi da trattare separatamente.
Comunque, dici bene: possiamo fissare due punti una volta per tutte: la mentalità dell'epoca con cui furono scritti i libri della Bibbia ed il controllo della corretta traduzione. Possiamo quindi proseguire.
Parlerò ora del concordismo.

Il concordismo è la tendenza ad interpretare il testo biblico sulla creazione del mondo in modo tale da mostrare la sua concordia fondamentale con i risultati delle moderne indagini scientifiche; in senso più ampio è il tentativo di convalidare il credo religioso mediante affermazioni scientifiche oppure di trovare pieno accordo fra l’uno e le altre.
Le continue scoperte di questi ultimi secoli crearono in diversi esegeti entusiasmo e fiducia indiscussa nella scienza. Costoro cercarono perciò di accordare la Bibbia con le nuove scoperte scientifiche e pretesero di affermarne l'ispirazione con la pretesa che essa avrebbe precorso, perché ispirata, le scoperte della scienza moderna. L'apogeo di questo metodo concordistico si ebbe alla fine del 19° secolo e all'inizio del 20°, quando pullularono moltissime opere del genere. – Cfr. M.de Serres, De la cosmogonie de Moïse, Paris, 1831.1841.1860; F. Moigno, Les splendeurs de la foi, Paris, 1877; F. Vigouroux, Les lives saintes et la critique rationaliste, Paris, 1886.1890; Belot, Ensignements de la cosmogonie moderne, Bloud, 1832, pagg. 117-126, riguardo all’accordo tra Genesi e scienza; A Stoppani, Sulla cosmogonia mosaica, Milano, 1887, opera anticoncordista; P. Hamard, Cosmogonie mosaique, in Doctionnaire de la Bible II, pagg. 1034-1054; F. Vigouroux, Les lives saintes et la critique rationaliste Vol III, Paris, 1901, pagg. 235-265.
La Bibbia precorse gli scienziati? Riguardo all’idea non scritturale della fantasiosa teoria che la Bibbia abbia precorso la scienza, basti qualche esempio che si può leggere nei libri del 19° secolo o, perfino, in corsi biblici anche contemporanei (di informazione superata). Mattheo Fontaine Maury, fondatore dell'oceanografia, si trova raffigurato in un monumento con la Bibbia in una mano e le carte dell'oceano nell'altra, mentre dietro di lui sta un gigantesco globo terrestre. Ecco come sorse la sua vocazione: stando a letto ammalato si faceva leggere la Bibbia dal figlio, quando udì nel Salmo 8 queste parole: “Tu l'hai fatto solo di poco inferiore a Dio, e l'hai coronato di gloria e d'onore. […] Hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi: […] i pesci del mare, tutto quel che percorre i sentieri dei mari” (vv. 5,6,8). Maury allora disse: “Leggilo di nuovo; se la parola di Dio dice che nel mare esistono dei sentieri, essi ci devono essere e io li voglio trovare”. In pochi anni egli stabilì le principali linee o sentieri del mare che sono tuttora seguite nelle loro rotte dalle navi odierne perché più sicure. Tuttavia va notato che i sentieri di cui parla il Salmo riguardano i pesci e non le navi e vogliono solo indicare che quelli vi guizzano per la loro strada, così come gli uomini seguono la loro.
“Sei entrato nei depositi della neve”?, domanda Dio a Giobbe (Gb 38:22, TNM), e l'autore sacro pensava ai “serbatoi” posti sotto la volta del cielo dai quali la neve usciva come l'acqua posta sotto il cielo vi scende attraverso delle apposite grate. Ma il Dr. Frank T. Schutt del dipartimento canadese dell'agricoltura ha dimostrato che nel loro movimento centrifugo i nitrati esistenti nell'aria si raccolgono con l'ammoniaca libera e l'albuminoide per formare la neve. Essi ne sarebbero quindi i serbatoi. Siamo ai soliti tentativi di volere ad ogni costo dimostrare una scientificità della Bibbia che alla Scrittura per prima non interessava affatto.
Le stelle erano meno di 3000 per Ippareo; poco più di 3000 per Tolomeo (150 E. V.); ma lo scrittore sacro disse che sono innumerevoli come la sabbia (Gn 13:16;15:5; Ger 33:22), il che è stato rivelato dai moderni telescopi assai potenti. In realtà questa interpretazione dimentica lo stile iperbolico degli orientali, che si applica, non solo alle stelle, ma anche al popolo ebraico, il quale si può calcolare.
Parlando di un vuoto a settentrione e di terra sospesa nel vuoto (Gb 26:7), Giobbe avrebbe previsto il vuoto che i moderni telescopi trovano verso il nord, e la legge della gravità. Quando gli altri popoli parlavano della terra come di un piatto galleggiante, la Bibbia già lo presentava come “un globo”, il che solo ai nostri giorni è stato rivelato dalla scienza (Is 40:22; Pr 8:27). I soliti lettori occidentali che leggono alla lettera e pretendono di difendere la loro idea della Scrittura prendono la cosa al volo: “Armonia della Bibbia con la scienza. La Bibbia, in Giobbe 26:7, dice che Dio ‘sospende la terra sul nulla’. La scienza dice che la terra rimane nella sua orbita nello spazio principalmente grazie all’interazione tra gravità e forza centrifuga”. - Perspicacia nello studio delle Scritture Vol. 2, pag. 1097.
In realtà la Bibbia parla della “volta” celeste rotonda posta al di sopra della terra dalla quale Dio vede gli uomini muoversi come locuste (Is 40:22 ne è parallelo):
“Egli distende il nord sullo spazio vuoto, sospende la terra sul nulla”. - Gb 26:7, TNM.
“C’è Uno che dimora sul circolo della terra, i cui abitanti sono come cavallette, colui che distende i cieli proprio come un fine velo, che li spiega come una tenda in cui dimorare”. - Is 40:22, TNM.
Si volle trovare l'anticipo delle dottrine di Pasteur sulla prescrizione per il lebbroso di scostarsi dai sani gridando: “Impuro, impuro”, onde evitare il pericolo del contagio (Lv 13:45). Ma ora si sa che la lebbra non è di per sé contagiosa (salvo rari casi particolari).
Si è pure voluto vedere l'anticipazione della diversa struttura cellulare dei vari animali nell'affermazione paolina che diversa è “la carne dell'uomo, delle bestie, degli uccelli e dei pesci” (1Cor 15:39). Ma Paolo, senza scendere a particolari così sottili, vuole solo presentare l'esperienza dei sensi che nota le diversità delle singole bestie nella loro costituzione differente. “Carne” nella Bibbia indica tutto l'essere visibile, perituro, destinato alla morte, e non la semplice parte carnale (ora, al contrario, i laboratori di Berkeley in California hanno mostrato le affinità cellulari tra l'uomo e alcuni primati).
Secondo lo Schmidt, l'accordo tra la preistoria e il racconto biblico di Caino e Abele starebbe nel fatto che l’iniziale cultura della “raccolta” si sarebbe suddivisa in pastorizia (Abele) e agricoltura (Caino). Ma ciò è ora posto in discussione da altri etnologi (cfr. Pettazzoni), che non ammettono tale divisione contemporanea nelle due classi.
Si volle vedere la prova geologica del Diluvio nelle varie conchiglie depositate entro le montagne alte, dimenticando che un'alluvione durata solo 40 giorni non poteva lasciare tracce così diffuse e profonde. Si è cercato (cfr. Ibero) di rendere più verosimile il racconto dell'arca supponendo che Noè vi abbia raccolto in gran quantità piccoli animali che sarebbero poi stati nutriti dal latte degli animali più adulti. Si farneticò poi di residui dell'arca sul monte Ararat, che di tanto in tanto tornano di moda e provocano diverse spedizioni, che però non li trovano mai. A ragione il Parrot in un suo studio archeologico sul Diluvio, edito dall’editrice Delachause (Le Deluge, Neuchâtel), dice che le spedizioni sull'Ararat rientrano nel dominio dell'alpinismo, ma non nel regno dell'archeologia.
Si dimenticò pure di dire che la massa d'acqua necessaria per ricoprire le più alte montagne terrestri, non si potrebbe trovare sulla terra, per cui Dio avrebbe dovuto crearla appositamente e poi disintegrarla nel nulla per porre fine al Diluvio. Nonostante questo, i Testimoni di Geova insistono nel voler leggere alla lettera la Scrittura: “Poiché, come dice Genesi, ‘tutti gli alti monti’ furono coperti d’acqua, dov’è ora tutta quell’acqua? Evidentemente proprio qui sulla terra. Si ritiene che un tempo gli oceani fossero più piccoli e i continenti più grandi di quanto non siano adesso, com’è reso evidente da alvei di fiumi che si prolungano sotto gli oceani. Va pure notato che secondo alcuni scienziati in passato i monti erano molto meno alti di ora, e alcune montagne sono persino emerse dal mare. In quanto alla situazione attuale, si dice che ‘il volume dell’acqua marina è dieci volte superiore a quello delle terre emerse. Scaricate in modo uniforme tutta questa terra nel mare, e due chilometri e mezzo d’acqua coprirebbero tutto il globo’. (National Geographic, gennaio 1945, p. 105) Quindi, dopo che le acque del Diluvio erano cadute, ma prima che le montagne si alzassero e il letto del mare si abbassasse, e prima che si formassero ai poli le calotte glaciali, c’era acqua più che sufficiente per coprire ‘tutti gli alti monti’, come dice la testimonianza ispirata” (Perspicacia nelle studio delle Scritture Vol 1, pag. 694, alla voce “Diluvio”, sottotitolo “Le acque del diluvio”). È incredibile. Qui si confonde la situazione attuale con quella primordiale. E si mistificano le cose. I 2,5 km d’acqua che coprirebbero il nostro pianeta lo farebbero se la terra fosse appiattita scaricando le montagne negli oceani. Far credere che durante il Diluvio avvenissero sconvolgimenti tali da far emergere le montagne, questo sì che è antiscientifico. Ciò avvenne, sì, ma chissà quanti milioni o miliardi di anni fa. Se fosse avvenuto al Diluvio, probabilmente non saremmo qui, dato lo spostamento dell’asse terrestre.
Non fa quindi meraviglia che dopo l'entusiasmo concordistico dei primi tempi se ne siano viste le difficoltà. La scienza poi va continuamente mutando, per cui non sarebbe mai possibile avere l'interpretazione esatta di alcuni passi biblici che muterebbero sempre di senso con il progresso scientifico. Non saremmo mai sicuri di intendere bene la Sacra Scrittura, poiché potrebbe essere oggi interpretata secondo gli errori degli scienziati odierni, poiché le verità di oggi potrebbero divenire errori domani. Di più, anche se si potesse intendere qualche passo biblico in accordo con le moderne scoperte bibliche, tutto il complesso scientifico supposto dalla Bibbia è pur sempre in stridente contrasto con l’odierna presentazione scientifica del cosmo. Si tratta quindi di accordi più apparenti che reali, che per di più comportano il pericolo di screditare maggiormente la Bibbia con affermazioni del tutto gratuite.
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Re: L’attendibilità della Sacra Scrittura

Messaggio da Gianni »

Andrea, leggo ora il tuo ultimo intervento. Ciò che dici riguarda la canonicità dei testi. Possiamo trattarla in seguito; il tema è indubbiamente interessante e importante. :-)
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Re: L’attendibilità della Sacra Scrittura

Messaggio da Eleazar »

Si, i TdG sono tra quelli più arditi nel portare aventi la teoria del concordismo.Questo perchè leggono la Bibbia senza tener conto del substrato culturale in cui i libri furono scritti e interpretano con mentalità moderna ed occidentale le scritture.

Occorre dire che Bibbia e scienza concordano poco o niente. Il punto dove maggiromente le scritture si discostano maggiormente dalla scienza sono le datazioni, la comparsa dell'uomo e degli animali. Qui occorre soffermarsi.
Per esempio, la scienza sostiene il principio evolutivo secondo cui l'Homo Sapiens è il punto di arrivo di un processo di trasformazione da una forma vivente diversa. Secondo la Bibbia, Dio crea Adam. Verifichiamo.
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Re: L’attendibilità della Sacra Scrittura

Messaggio da Gianni »

Caro Giovanni, capisco cosa vuoi dire circa la questione del darsi del tu o del lei. Personalmente ho sempre invitato tutti a darci del tu; anche a chi preferiva il lei ho chiesto di darmi del tu anche se poi io gli davo del lei come chiedeva. Tuttavia, non ne farei una gran questione. Alla fine ciò che conta è il rispetto. In ebraico non esiste la formula del lei e ancora oggi in Israele ci si dà del tu; così era anche ai tempi di Yeshùa. Tuttavia, pur dandosi del tu, ci sono modi che corrispondono al nostro lei; ad esempio, quando i discepoli si rivolgevano a Yeshùa chiamandolo Rabbi. Se diciamo: “Ciao, dottore” oppure: “Bevi qualcosa, ingegnere?”, stiamo dando del tu ma nel contempo anche del lei, per così dire; come nel caso di Rabbi.

Caro Andrea, lo so. I Testimoni fanno parte di una di quelle religioni che gli studiosi di storia delle religioni fanno rientrare nel cosiddetto revival religioso sorto nel 19° secolo. La loro estrazione americana è tipicamente occidentale, e ciò influenza pesantemente la loro lettura della Bibbia: non sapendo entrare nel pensiero ebraico, che è quello biblico, leggono alla lettera e in modo occidentale. Ho letto loro pubblicazioni ormai datate in cui insegnavano che il cuore di cui parla la Bibbia andava considerato letteralmente ovvero come muscolo cardiaco. Ci hanno messo decenni per abbandonare questa astrusità, e questo è solo un piccolo esempio.
Riguardo all’evoluzione, la teoria non ha nulla a che fare con la scienza. Ma ne parleremo più avanti in questa discussione.

Proseguo ora nel trattare il nostro tema.

Gli studiosi più recenti poggiano sull'intento prettamente spirituale della Sacra Scrittura, sganciando la Bibbia dalla scienza. Seguendo una tesi, già insegnata da Agostino e da Tommaso, accolta in seguito dal Galileo, i teologi più moderni insistono sulla necessità di guardare all'intento dello scrittore. Una nuova realtà può essere vista sotto aspetti e angolature diverse e conseguentemente presentata in forme differenti.
Se lo scrittore biblico sbaglia nella descrizione scientifica non compie un errore. L'errore vi sarebbe solo se errasse nel suo campo specifico, ovvero presentando il messaggio di Dio. Solo questa valutazione è garantita dall'ispirazione divina.
Giobbe può descrivere goffamente l'ippopotamo, come di fatto fa in Gb 40:15-24. Giobbe però non errò scientificamente, poiché da tale descrizione popolare egli voleva trarre lo spunto per esprimere la grandiosa potenza di Dio sapiente. - Gb 38.
L'insegnamento spirituale della Bibbia non è presentato in forma astratta, come talora facciamo noi oggi (maniera occidentale), ma è inquadrato nella vita e nel mondo, che vengono descritti come appaiono ai sensi in funzione di una didattica spirituale. Il sole sembra sorgere e tramontare, spostarsi nel cielo, mentre la terra pare starsene immobile. Se l'acqua scende dal cielo deve ben esserci – nel pensiero degli ebrei del tempo – un deposito delle acque al disopra del cielo. Questi dati non sono però ciò che la Bibbia vuole insegnarci, ma costituiscono solo la cornice entro cui il dato spirituale s’inquadra. Quel che importa è il quadro, non la cornice. Per donare un messaggio spirituale comprensibile, Dio non poteva fare altrimenti. Doveva ben parlare secondo il linguaggio dell'epoca, secondo le conoscenze scientifiche del tempo, altrimenti non sarebbe stato capito. Il rivelare cognizioni scientifiche moderne, in quell'epoca sarebbe equivalso a screditare lo stesso messaggio spirituale. C’è da riflettere su questo paradosso, ma è la verità. Immaginiamo di trovare, nel testo citato di Gb (in cui Dio dà una lezione della sua superiorità all’umano Giobbe) una descrizione scientifica in linea con le conoscenze attuali. Immaginiamo che invece di usare il linguaggio goffo ma comprensibile dell’epoca, il testo dicesse più o meno così:
‘Guarda Beemòt. Voi lo chiamate così, ma che nome è? Forse una derivazione del termine egiziano per “bue d’acqua”? O forse un termine d’origine assira che significa “mostro”? O sarà mica un plurale intensivo del vostro termine ebraico behemàh che gli studiosi ritengono significhi “bestia grossa” o “bestia enorme”? Il suo nome scientifico è “ippopotamo” e sarà chiamato hippopotamus amphibius. Ecco, guarda l’hippopotamus amphibius … è un mammifero enorme, dalla pelle spessa, quasi senza pelo, che frequenta fiumi, laghi e acquitrini. Ha gambe corte, mascelle enormi e testa grossa, che si calcola possa pesare fino a una tonnellata. Le mascelle e l’apparato dentario sono così potenti che con un morso solo può trapassare la corazza di un coccodrillo. Un ippopotamo adulto può essere lungo 4-5 m e pesare 36 q. Essendo un anfibio, nonostante la sua prodigiosa mole può muoversi con relativa rapidità sia nell’acqua sia fuori. Si nutre di piante d’acqua dolce, erba, canne e cespugli, ingerendo ogni giorno oltre 90 kg di vegetazione per riempire il suo stomaco, che ha una capienza di 150-190 litri. La pelle, specie quella del ventre, è estremamente spessa, quindi in grado di resistere a urti e scorticature mentre l’ippopotamo si muove su stecchi e sassi nel letto dei fiumi. Le narici situate strategicamente alla sommità del muso, e gli occhi in alto sulla fronte, permettono all’hippopotamus amphibius di respirare e di vedere anche quando è quasi completamente sommerso. Quando s’immerge, le orecchie e le narici si chiudono completamente. Anche mentre dorme, quando nel sangue l’anidride carbonica raggiunge un certo livello, l’animale emerge automaticamente in cerca d’aria fresca e poi s’immerge di nuovo. Ecco, guarda l’hippopotamus amphibius’.
Che dire? Sarebbe stato preso sul serio il messaggio biblico? Etologi, biologi, glottologi e critici forse gioirebbero. Giobbe e gli ebrei del tempo sarebbero rimasti perplessi. Resa inverosimile la cornice scientifica contestabile, sarebbe divenuto incredibile anche l'insegnamento spirituale incontestabile.
È tutto ispirato nella Bibbia? Anche l'espressione scientifica? Ma sì. Ma solo indirettamente. Se scegliamo un pittore che ha a disposizione certi colori, certi mezzi espressivi, accettiamo pure questi suoi colori e questi suoi mezzi, altrimenti ne ricercheremmo un altro più conforme ai nostri gusti. Così Dio, ispirando l'autore di quell'epoca, ne accolse pure tutti i mezzi espressivi e tutte le sue cognizioni scientifiche che usa come strumento per un più efficace insegnamento spirituale. Se Dio avesse voluto esprimersi scientificamente, non sarebbe stato capito! Di più, egli non avrebbe potuto esprimersi nemmeno con i dati della scienza attuale, poiché anche questa sarà rettificata da scoperte future. Già. Quindi Dio doveva o accettare l'espressione popolare sempre vera, o parlare in modo da non poter essere mai inteso, poiché la scienza è sempre in continuo sviluppo. Anche noi oggi siamo obbligati a esprimerci secondo le apparenze: s’incontra uno che sembra povero e gli si dà l'elemosina, e si tratta forse di un milionario che occulta il suo denaro per avarizia. Ci si sente più tranquilli perché ci cammina accanto sulla strada, in divisa, un appartenente alle forze dell’ordine; e magari si tratta di un ladro, così travestito per meglio truffare.
Credeva lo scrittore a quella presentazione della scienza? Certamente! Ma non è rivelato ciò che l'Autore pensa al riguardo, ma solo ciò che egli insegna. Ora egli non ha insegnato l'astronomia o la scienza, bensì solo il messaggio spirituale che vi sta racchiuso.
La Bibbia, descrivendo le realtà come appaiono, non presenta degli errori scientifici, ma solo delle convinzioni arcaiche sorte in un'epoca pseudoscientifica, usate come mezzo espressivo per insegnare verità spirituali ispirate da Dio. “Guardiamoci dunque” – scrive il Courtade – “dal voler confrontare le assunzioni dei libri sacri con quelle dell'astronomia, della geologia, della biologia. Non vi può essere questione né di opporle né di armonizzarle. A volte esse coincidono materialmente, ma non coincidono sempre e non sono mai dello stesso ordine. Gli scienziati di oggi che si scandalizzassero della Sacra Scrittura sarebbero vittime della stessa illusione dei loro antenati del Medio Evo, che speravano di trovare in esse un aiuto”. - Courtade , Ispiration DB S IV, pagg. 520-528, la citazione è a col. 543.
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Re: L’attendibilità della Sacra Scrittura

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Una piccola nota . "Perspicacia delle sacre scritture" non è stata nemmeno attenta scrivendo "forza centrifuga" , dato che essa non esiste. Esiste la forza centripeta :d
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Re: L’attendibilità della Sacra Scrittura

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Può essere che lo scrittore scrivesse in base alla credenza del tempo perchè altrimenti chi leggeva cose diverse da quelle conosciute poteva ritenerle non credibili? :-( :-( :-( :-(
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Re: L’attendibilità della Sacra Scrittura

Messaggio da Gianni »

Così è, Naza.
Ora proseguo trattando alcuni esempi pratici che mostrano come scienza e Bibbia viaggiano su due binari diversi.

Classificazioni di malattie e animali secondo le apparenze. La Bibbia parla della lebbra che guarisce spontaneamente, per cui il guarito, prima di entrare in contatto con altri, deve togliere la sua impurità con un sacrificio e ottenere un riconoscimento dal sacerdote (Lv 14; Mt 8:1-4). Ora si sa che la lebbra (morbo di Hansen) non guarisce mai spontaneamente, ma va sempre più peggiorando attraverso varie stasi fino a che la carne cade in squame e si giunge così alla morte finale. Ma non vi è opposizione tra i due dati: la Bibbia non parla della “lebbra” in modo scientifico, ma solo di ciò che poteva sembrare lebbra; tutto quello che portava delle macchie sulla pelle (fossero anche semplici abiti o le stesse pareti della casa intaccate dalla muffa) era detto “lebbroso” (Lv 14). Evidentemente in tale caso, molti ammalati potevano guarire, poiché non erano in realtà infetti da lebbra.
Abbiamo già visto che la lepre è posta tra i ruminanti (Lv 11:6; Dt 14:7) mentre non lo è affatto. Anche qui non abbiamo una classificazione scientifica. Nel dare le norme per distinguere il cibo permesso o proibito, l'autore include la lepre tra i ruminanti perché muove il suo labbro dando l'apparenza di un ruminante. Anche la Chiesa Cattolica, nei pochi giorni di magro tuttora rimasti, permette l'uso del pesce includendovi i batraci (rane), i rettili, i crostacei e i molluschi che non sono pesci. In genere le definizioni bibliche degli animali non sono scientifiche, ma popolari.
Lunatici e indemoniati. In queste indicazioni si rinvengono tracce di valutazioni popolari, che sospettavano in questi “pazzi” l'influsso della luna o dei demòni. La Bibbia non aveva un nome proprio per indicare l'agire del pazzo, ma vi applicava il verbo hitnabè che significava “agire da profeta, da ispirato”. Si pensi al comportamento di Davide che, per evitare la punizione da parte del re Achis, si finge pazzo e quindi intoccabile perché ritenuto posseduto da un demonio - o da un dio, secondo i gentili (1Sam 21:10-15). Non si nega tuttavia che in alcuni casi vi possa essere stato un vero influsso demoniaco, come nel caso dei demòni che, scagliatisi contro i porci, li sospinsero nel lago. - Mr 5:1-20.
Alcuni proverbi, quali: “Siate semplici come colombe”, “astuti come volpi” e “prudenti come serpenti” vanno presi per detti popolari senza pensare che di fatto questi animali possiedano le predette qualità. La Bibbia non parla scientificamente, ma riporta alcune opinioni popolari relative a questi animali e al loro comportamento. Nel Medio Evo Yeshùa era paragonato a un pellicano perché si pensava che esso si togliesse il sangue dal proprio cuore per nutrire i suoi piccini; basti vedere quelle orribili raffigurazioni cattoliche di un “Gesù” che, a petto aperto, mostra il suo cuore o lo tiene in mano.
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