Le sante Festività di Dio

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Enigma
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Re: Le sante Festività di Dio

Messaggio da Enigma »

Gianni ha scritto:LA PASQUA. L’istituzione della Pasqua ha a che fare con la salvezza della nazione di Israele. Ciò rappresenta propriamente la salvezza del pianeta. Dio ci ha dimostrato che liberando Israele dall'Egitto, tiene tuttora il suo popolo fuori dal peccato. Il mondo intero sarà tratto fuori dal peccato in una seconda fase. Ciò avviene tramite Yeshùa, il vero Agnello pasquale. - Gv 1:29; 1Pt 1:19.
Gianni, che la festa della Pasqua debba essere celebrata siamo pienamente d'accordo. Ma continuare ad usare un l’agnello alla lettera nel giorno di Pasqua non fa parte della Legge cerimoniale abolite con la venuta di Yeshùa? Paolo dice che: in realtà, Cristo, la nostra pasqua, è stato sacrificato (1Cor 5:7). Essendo l’agnello la figura di Yeshùa che doveva essere sacrificato, per gli ebrei che non hanno riconosciuto in Yeshùa il vero agnello, credo che sia più che normale continuare a sacrificare un agnello nel giorno della Pasqua, ma per noi, discepoli di Yeshùa che abbiamo creduto in lui quale agnello provveduto da Dio per la Pasqua, a cosa serve celebrare la Pasqua con un agnello reale visto che Paolo dice che Yeshùa è la nostra pasqua? Ho come la sensazione che usando un angelo reale nel giorno di Pasqua, è come se sostenessimo il pensiero degli ebrei odierni che hanno bisogno di un agnello reale perchè non hanno riconosciuto in Yeshùa l’agnello di Dio. Oltre a Gianni, vorrei sapere anche il parere di tutti voi. Quindi, senza brontolare, fatevi avanti. :mrgreen:
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Gianni
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Re: Le sante Festività di Dio

Messaggio da Gianni »

Caro Enigma, le norme cerimoniali della Bibbia sono quelle legate al sacerdozio e alle offerte. In Eb 7:11,12 è spiegato: “Se dunque la perfezione fosse stata possibile per mezzo del sacerdozio levitico (perché su quello è basata la legge data al popolo), che bisogno c'era ancora che sorgesse un altro sacerdote secondo l'ordine di Melchisedec e non scelto secondo l'ordine di Aaronne? Poiché, cambiato il sacerdozio, avviene necessariamente anche un cambiamento di legge”. Questo “cambiamento di legge” riguarda appunto la legge cerimoniale. Più avanti è spiegato ancora: “A noi era necessario un sommo sacerdote come quello, santo, innocente, immacolato, separato dai peccatori ed elevato al di sopra dei cieli; il quale non ha ogni giorno bisogno di offrire sacrifici, come gli altri sommi sacerdoti, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo; poiché egli ha fatto questo una volta per sempre quando ha offerto se stesso”. – Vv. 26,27.
Ben altra cosa è la Pasqua, che non fa parte del cerimoniale ma delle sante Feste di Dio, di cui Paolo parla in Col 2:16, che traduco alla lettera qui di seguito, perché questo passo è manomesso dai traduttori "cristiani" che sono anche detrattori della santa Toràh di Dio:
“Non dunque qualcuno voi giudichi … in merito di una festa o di un novilunio o di sabati, che sono [estin, presente] ombra delle cose future [mellònton, “stanti per (venire)”]”. Qui Paolo parla al presente: Feste, noviluni i sabati “sono” raffigurazioni (“ombre”) di realtà “che stanno per (venire)”, quindi ancora future. L’apostolo delle genti afferma che nessuno deve permettersi di giudicarci in merito a ciò. NR manomette la parola di Dio e parla di “cose che dovevano avvenire”, volgendo al passato (nell’intento di far credere che siano già adempiute) ciò che Paolo afferma essere ancora futuro. Anche TNM manomette, ma - siccome tende sempre a mantenere il letterale - si tradisce, perché traduce: “Nessuno vi giudichi … quanto a festa o a osservanza della luna nuova o a sabato”; se i Testimoni sapessero leggere bene ciò che è scritto nella loro stessa versione biblica, si renderebbero conto che c’è scritto “quanto … a osservanza”, e non ‘a non osservanza’.
La tua argomentazione che il vero agnello di Dio, Yeshùa, è già stato sacrificato, è debole, e ti spiego perché. Il senso vero della Pasqua non è il messia ma la liberazione dalla schiavitù egiziana. Dio ci libera tuttora da tutti gli Egitto del mondo e dalla schiavitù al peccato. L’agnello addita il messia, è vero, ma anche il pane e il vino della Cena del Signore sono emblemi del messia. Eppure, proprio Yeshùa comanda di commemorare, anzi di annunciare la sua morte con questi simboli. Nessuno però pensa di sostenere che, siccome Yeshùa si è già sacrificato, non abbia senso impiegare proprio del pane e del vino. Così ci è comandato.
Quanto al passo che citi (1Cor 5:7), in cui Paolo dice che “la nostra Pasqua, cioè Cristo, è stata immolata”, non devi trascurare ciò che dice subito dopo: “Celebriamo dunque la festa, non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e di malvagità, ma con gli azzimi della sincerità e della verità” (v. 8). Paolo esorta a celebrare la Festa, quella degli Azzimi (connessa strettamente alla Pasqua), celebrandola nel modo corretto.
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Enigma
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Re: Le sante Festività di Dio

Messaggio da Enigma »

Gianni ha scritto:Caro Enigma, le norme cerimoniali della Bibbia sono quelle legate al sacerdozio e alle offerte.
Gianni, anche per la Pasqua c'era l'intervento del sacerdote. "Poi fu sacrificata la Pasqua; i sacerdoti sparsero il sangue ricevuto dalle mani dei Leviti, e questi scorticarono le vittime". - 2Cr 35:11. Per non parlare di tutto il contesto, che presenta la Pasqua legata ad un grandissimo cerimoniale.
Ben altra cosa è la Pasqua, che non fa parte del cerimoniale ma delle sante Feste di Dio, di cui Paolo parla in Col 2:16, che traduco alla lettera qui di seguito, perché questo passo è manomesso dai traduttori "cristiani" che sono anche detrattori della santa Toràh di Dio:
“Non dunque qualcuno voi giudichi … in merito di una festa o di un novilunio o di sabati, che sono [estin, presente] ombra delle cose future [mellònton, “stanti per (venire)”]”. Qui Paolo parla al presente: Feste, noviluni i sabati “sono” raffigurazioni (“ombre”) di realtà “che stanno per (venire)”, quindi ancora future. L’apostolo delle genti afferma che nessuno deve permettersi di giudicarci in merito a ciò. NR manomette la parola di Dio e parla di “cose che dovevano avvenire”, volgendo al passato (nell’intento di far credere che siano già adempiute) ciò che Paolo afferma essere ancora futuro. Anche TNM manomette, ma - siccome tende sempre a mantenere il letterale - si tradisce, perché traduce: “Nessuno vi giudichi … quanto a festa o a osservanza della luna nuova o a sabato”; se i Testimoni sapessero leggere bene ciò che è scritto nella loro stessa versione biblica, si renderebbero conto che c’è scritto “quanto … a osservanza”, e non ‘a non osservanza’.
Conosco bene questo tuo discorso e lo condivido a pieno. Quindi, non serve che tu mi dica questo. Io non sto mettendo in discussione le Feste di Dio, ma il cerimoniale che contengono queste feste. Al riguardo, leggendo un tuo studio dove parli dei pane Azzimi, tu riporti il racconto biblico che durante questa festa, il sacerdote agitati davanti al Signore i covoni delle primizie. Puoi dici che oggi non raccogliamo più le primizie della terra per portarle a un sacerdote. Questo perché il sacerdozio è stato abolito, e di conseguenza è stata abolito anche il cerimoniale del covone. Non riesco a capire perché alcune cose vengono abolite a altre no. O si abolisce tutto, o si celebra tutto.
La tua argomentazione che il vero agnello di Dio, Yeshùa, è già stato sacrificato, è debole, e ti spiego perché. Il senso vero della Pasqua non è il messia ma la liberazione dalla schiavitù egiziana. Dio ci libera tuttora da tutti gli Egitto del mondo e dalla schiavitù al peccato.
Per gli ebrei la Pasqua non è il messia, ma il ricordo della liberazione d'Egitto, ma per noi che ricorda la liberazione dalla schiavitù del peccato, la Pasqua è il messia, visto che questa liberazione è avvenuta tramite lui.
L’agnello addita il messia, è vero, ma anche il pane e il vino della Cena del Signore sono emblemi del messia. Eppure, proprio Yeshùa comanda di commemorare, anzi di annunciare la sua morte con questi simboli. Nessuno però pensa di sostenere che, siccome Yeshùa si è già sacrificato, non abbia senso impiegare proprio del pane e del vino. Così ci è comandato.
Quanto al passo che citi (1Cor 5:7), in cui Paolo dice che “la nostra Pasqua, cioè Cristo, è stata immolata”, non devi trascurare ciò che dice subito dopo: “Celebriamo dunque la festa, non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e di malvagità, ma con gli azzimi della sincerità e della verità” (v. 8). Paolo esorta a celebrare la Festa, quella degli Azzimi (connessa strettamente alla Pasqua), celebrandola nel modo corretto.
L’ esempio pare poco convincete, perchè l’agnello è figura di Yeshùa che doveva venire per essere sacrificato. Una volta compiuto il sacrificio, viene abolito l’uso dell’agnello come figura di ciò che doveva venire. Diverso è per il pane e il vino che furono costituiti per ricordare il sacrificio di Yeshùa. Quindi, per come la vedo io, sono due cose diverse. Yeshùa dopo morto sostituisce l’agnello reale e, stabilisce per i credenti la commemorazione della suo morte.
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Gianni
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Re: Le sante Festività di Dio

Messaggio da Gianni »

Caro Enigma, la Cena del Signore è ben più di una commemorazione: è l’annuncio della sua morte: “Ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore”. - 1Cor 11:26.
Il fatto che i sacerdoti avessero un ruolo nella Pasqua è del tutto normale. Ma, a ben vedere, non strettamente indispensabile. La prima Pasqua fu celebrata senza l’intervento sacerdotale: ogni famiglia ebrea provvedeva per sé. La seconda Pasqua fu celebrata nel deserto del Sinày; se leggi Nm 9 noterai che furono direttamente gli ebrei a prepararsi la Pasqua; i sacerdoti non sono neppure nominati. Qui è presentato anche il caso di coloro che erano impuri e Dio stabilì che osservassero la Festa un mese dopo, provvedendo da sé. La prima Pasqua celebrata nella Terra Promessa è descritta in Gs 5; neppure qui troverai l’intervento dei sacerdoti. Nella Pasqua indetta da Giosia (2Cron 35) compaiono i sacerdoti, ma non si trattava solo di Pasqua: ci furono molte altre offerte. La stessa cosa vale per la Pasqua celebrata dai giudei dopo il ritorno dall’esilio babilonese (Esd 6). È solo naturale che nella celebrazione della Pasqua assunsero poi i sacerdoti un ruolo importante.
L'Esodo ebraico sta alla base della festa pasquale e la storia è basata sulla salvezza fisica del popolo di Israele, ma il simbolismo rappresenta la liberazione e la salvezza spirituale dell’intero popolo di Dio che è liberato da tutte le schiavitù al peccato per mezzo del vero agnello di Dio, Yeshùa. La partecipazione alla Pasqua di stranieri non ebrei che si erano uniti a Israele (Nm 9:14), illustra come anche oggi l’intero popolo di Dio sia tenuto a osservare la Pasqua e tutte le altre sante Festività bibliche comandate da Dio (Gv 10:16; Zc 8:12). La pena per la mancata osservanza di questa Festa è l’esclusione dal popolo o congregazione di Dio. - Nm 9:13.
Riguardo alla notte di Pasqua, la Bibbia dice: “Questa è una notte da celebrarsi in onore del Signore, perché egli li fece uscire dal paese d'Egitto; questa è la notte di veglia in onore del Signore per tutti i figli d'Israele, di generazione in generazione” (Es 12:42). “Notte di veglia” è nel testo ebraicoלֵיל שִׁמֻּרִים (lel shimurìym). La parola plurale שִׁמֻּרִים (shimurìym) si trova solo qui; la radice shamar significa recintare (come con siepi), quindi ha il senso di proteggere, attendere con attenzione. Il concetto della “notte di veglia” è di prestare attenzione a se stessi, essere prudenti. Non si tratta di stare attenti a pericoli esterni ma, come circondati da siepi, di prestare attenzione a se stessi e all’evento stesso. La variante shomèr ha il significato di scrutare, guardando con speranza. È lo stesso concetto che troviamo nella prima Pasqua, quando gli ebrei, all’interno delle loro case, erano protetti dall’ira distruttrice di Dio grazie al sangue dell’agnello, asperso sulle porte all’ingresso delle loro case. Israele dovette stare necessariamente all’erta, quella notte, in attesa di ordini su come muoversi. Nella prima Pasqua gli ebrei furono protetti dall’angelo della morte. Dio veglia sul suo popolo: “Colui che ti protegge non sonnecchierà. Ecco, colui che protegge Israele non sonnecchierà né dormirà”. - Sl 121:3,4.
Questa notte così speciale è davvero l’occasione giusta per riflettere sulla grandiosità di Dio, apprezzando la liberazione che ci dona da tutte le schiavitù e la prossima grande liberazione dopo il giudizio che nella Bibbia è espresso in linguaggio simbolico contro l’Egitto (Ez 29:1-7;32:1-32). È una notte di veglia per meditare, apprezzandolo, sul sacrificio compiuto da Yeshùa, il vero agnello pasquale, in nostro favore. - Gv 1:29,36; 1Cor 5:7; 1Pt 1:19.
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Re: Le sante Festività di Dio

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Gianni ha scritto:Caro Enigma, la Cena del Signore è ben più di una commemorazione: è l’annuncio della sua morte: “Ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore”. - 1Cor 11:26.
Se è per questo non è neanche solo annunciare la sua morte. Al masso avresti potuto dire che, la Cena del Signore, oltre a commemorare: "fate questo in memoria di me". - 1 Cor 11:24,25. E' anche annuncia la sua morte: "annunciate la morte del Signore". - 1 Cor 11:26.
Gianni, noto che ci perdiamo con questi giri di parole. Mi serve togliere il dubbio se è indispensabile usare un agnello alla lettera nel giorno di Pasqua, non scendere in polemica sulla Cena del Signore. :D Ti avevo fatto anche il confronto con l'offerta dei covoni durante la festa degli Azzimi. Tu stesso dici che oggi non raccogliamo più le primizie della terra per offrirle al Signore. Non capisco perché alcune cose vengono abolite a altre no. O si abolisce tutto, o si celebra tutto. Per la Pasqua che per noi figura il messi, è indispensabile un agnello vero. Mentre, per l'offerta dei covoni che figura il messia come primizia offerta a Dio, non è più necessario agitare un vero covone davanti a Dio. :?
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Gianni
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Re: Le sante Festività di Dio

Messaggio da Gianni »

Caro Enigma, non ho detto che la Cena del Signore non sia una commemorazione ma ho detto che è ben di più. Più che commemorazione è rivivere, oltre che annunciare la sua morte. Rimaniamo comunque sulla Pasqua. Ma prima, visto che la citi, fammi dire qualcosa sull’Offerta del Covone. Questo evento è del tutto trascurato dai cosiddetti cristiani. Costoro non capiscono che Yeshùa salì al cielo la domenica dopo la sua risurrezione quale offerta del covone ovvero come primizia delle primizie per presentarsi a Dio. Tornò poi sulla terra dove rimase altri 40 giorni prima della sua ascensione definitiva. La ricorrenza va osservata come commemorazione proprio domenica dopo la Pasqua. Perché oggi non raccogliamo più un covone con le primizie della terra? Perché non c’è più il sacerdozio levitico e quindi un sacerdote a cui portarle per offrirle. Il culto avviene in spirito e verità. La Pasqua non è legata invece al sacerdozio. Come per la santa Cena si usano emblemi veri, così per la Pasqua.
Così capisco io, Enigma.
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Re: Le sante Festività di Dio

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Ok Gianni, va bene così. Ti ringrazio per la tua sempre gentile disponibilità. :)
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Re: Le sante Festività di Dio

Messaggio da Maryam Bat Hagar »

pace ad ognuno di voi volevo chiedervi...è vero che domani(da stasera dopo le 21:43 se non erro secondo il calendario ebraico)e dopodomani si celebra Shavout(Pentecoste)?in memoria del dono della Sacra Torah al popolo ebraico(quindi anche a noi :D )e per chi segue Yeshua,la discesa dello spirito sugli apostoli?abbraccio in Cristo
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Re: Le sante Festività di Dio

Messaggio da Gianni »

Cara Maryam, ti può rispondere meglio Noiman. Comunque Shavuòt (Pentecoste) per gli ebrei cade il 6 di sivàn, quest’anno il 4 e 5 giugno. Stasera è Èrev Shavuòt. Biblicamente le cose stanno un po’ diversamente, perché occorre fare un conteggio ogni anno. Quest’anno cade domenica 8 giugno (la Pentecoste cade sempre di domenica). Il 6 di sivàn fu fissato con il calendario modificato dai rabbini.
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Maryam Bat Hagar
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Re: Le sante Festività di Dio

Messaggio da Maryam Bat Hagar »

ah ok grazie Gianni!perchè sul sito che mi hai dato qualche tempo fa(torah.lunario) dove si calcolano gli orari delle preghiere e dello Shemà effettivamente mi risultava il 4 e 5 giugno
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