Il LOGOS

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Gianni
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Re: Il LOGOS

Messaggio da Gianni »

Ciao, Francesco. Dire che la parola che era con Dio si è fatta carne e intendere che la parola si è trasformata in Yeshùa, sarebbe una conclusione errata. Il rischio di intendere così c’è. Però vanno fatte due considerazioni.
La prima riguarda l’espressione in italiano. Se diciamo ad una persona, per esempio: tu sei la bontà (o la saggezza o un’altra qualità) fatta persona, nessuno pensa scioccamente che la bontà si sia letteralmente incarnata. Perché allora dovremmo prendere alla lettera l’espressione biblica? Ciò però viene così inteso da chi pensa che Yeshùa fosse Dio incarnato (cattolici e protestanti) e da chi pensa che la “parola” fosse una creatura celeste (Testimoni di Geova).
La seconda questione riguarda il testo biblico originale di Gv 1:14:
ὁ λόγος σὰρξ ἐγένετο
o lògos sàrcs eghèneto
la parola carne ?
Come tradurre eghèneto? Il verbo greco significa “divenire / apparire nella storia / arrivare sul palcoscenico, in pubblico”. Chi compie questa azione? È la parola, che Giovanni ha appena spiegato essere la parola sapiente e creatrice di Dio: “Essa era nel principio con Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta” (vv, 3,4). Tale parola, invisibile di per sé, ha preso forma umana: “La Parola è diventata [è apparsa nella storia] carne”. Giovanni aggiunge: “Pose la tenda fra noi” (v. 14, traduzione letterale dal greco). Questa espressione metaforica mostra che Giovanni sta usando un linguaggio figurato. Infatti aggiunge: “E noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre” (v. 14). Nota bene: “come”. Il termine primogenito indica nella Bibbia, quando è usato metaforicamente, il prediletto. Così è chiamato da Dio, ad esempio, Israele, che è il suo popolo prediletto.
Per capire fino a che punto la parola sapiente di Dio è scesa in Yeshùa, si consideri che anche i profeti erano mossi dalla stessa parola di Dio. Ma solo per il tempo in cui profetavano, poi tornavano a essere uomini come tutti. In Yeshùa, invece, la parola di Dio era sempre presente: tutto ciò che diceva era sempre parola di Dio. Ecco perché Giovanni può dire: “Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia" (v. 16). Poi spiega: “Poiché la legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo” (v. 17; si noti il paragone tra Mosè e Yeshùa). E, infine, Giovanni afferma che, sebbene “nessuno ha mai visto Dio”, Yeshùa “è quello che l'ha fatto conoscere”. – V. 18.
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