Non commettere adulterio

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Salvatore Tarantino
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Re: Non commettere adulterio

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Fabiogiuff, provo a rispondere alla tua domanda, che dovrebbe essere questa:

Se il sangue di Cristo ci ha liberato dai nostri peccati, se abbiamo ottenuto il perdono di Dio che senso avrebbe non poter ricominciare il nostro cammino nonostante il nostro grande bagaglio di errori commessi?

Innanzitutto dalla tua domanda comprendo che non hai frainteso il mio pensiero, come ha fatto Gianni.
Qui stiamo esaminando la questione se una donna ripudiata può risposarsi (non può), non se può ottenere il perdono (certo che può).

Qual è il senso? Evidentemente per Dio è sbagliato che una donna il cui marito sia ancora in vita possa risposarsi. Non si tratta di peccati o di colpe, si tratta di situazioni non conformi alla volontà di Dio.
Dio perdona la donna adultera ripudiata, e alla ripudiata innocente non ha nemmeno nulla da rimproverare, ma non permette loro di risposarsi perchè ciò non è bene. Tutto qua.
Non è una punizione, è una situazione spiacevole.
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Salvatore Tarantino
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Re: Non commettere adulterio

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Gianni, il tuo paragone non regge.
Nel caso di cui parli si applicherebbe Deuteronomio 24,2-4, e sei d'accordo anche tu che il marito non può riprendere la moglie ripudiata che nel frattempo è andata ad un altro uomo (altri dèi nel paragone da te fatto).
Quindi puoi rivolgere la domanda a te stesso, risponderti, e rinunciare al paragone che proponi.
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Gianni
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Re: Non commettere adulterio

Messaggio da Gianni »

Immaginavo, Salvatore, che avresti risposto così. Non dimenticare però che la norma deuteronomica in questione è proprio quella che Yeshùa disse che fu concessa da Mosè. Il fatto che Dio non la applica nel matrimonio mistico con Israele, non fa che avvalorare che la norma non era divina. Il paragone rimane quindi valido; è la norma che non è più valida.
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Salvatore Tarantino
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Re: Non commettere adulterio

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Yeshùa contesta che un uomo possa ripudiare la moglie per qualsiasi motivo; in Deuteronomio 24,1-4 (e in tutta la bibbia) non è scritto che l'uomo possa ripudiare la moglie per qualsiasi motivo.
Questa norma nella Legge non esiste, ma evidentemente qualcuno l'ha applicata ugualmente.
Ultima modifica di Salvatore Tarantino il venerdì 31 ottobre 2014, 15:41, modificato 1 volta in totale.
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Re: Non commettere adulterio

Messaggio da Gianni »

Vero.
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Salvatore Tarantino
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Re: Non commettere adulterio

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Sta arrivando il sabato e cominciamo a essere d'accordo... o:-)
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Re: Non commettere adulterio

Messaggio da Gianni »

:-) Shabàt shalom, amico mio.
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Re: Non commettere adulterio

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Credo che possiamo passare al punto 3).

3) Secondo te anche la donna può giustamente ripudiare il marito e quindi possono risposarsi sia lei che lui. Secondo me no.

Avevo in mente tre domande per te, Gianni.

La prima è questa: siamo d'accordo che la facoltà di ripudiare, quantomeno nella Legge, e in precisamente in Deuteronomio 24,1-4, era riservata soltanto all'uomo?

Se la tua risposta è "sì", la mia seconda domanda è questa: in quale momento biblico (chiedo che mi vengano mostrate le Scritture) questa facoltà è stata estesa anche in favore della donna?

La terza domanda - solo se ritieni che l'estensione del ripudio in favore della donna ci sia stata ad opera di Yeshùa - è questa: come mai un simile insegnamento rivoluzionario non ha destato alcuno scandalo e alcuna violenta reazione da parte dei suoi avversari?
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Gianni
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Re: Non commettere adulterio

Messaggio da Gianni »

Rispondo alle tue domande.
Dt 24:1-4 enuncia la concessione che, secondo Yeshùa, Mosè fece. Con tale concessione l’uomo aveva facoltà di liberarsi della moglie per vari motivi. Era una concessione fatta ai mariti, ma non era una norma di Dio.
Non risulta che Mosè facesse tale concessione anche alle mogli. Non va dimenticato che una delle parole ebraiche per “marito” era bàal, che significa “proprietario”, indicando che in quella antica società maschilista la donna era proprietà dell’uomo, prima del padre e poi del marito. Il fatto che la concessione non fosse a favore della donna prova unicamente che gli uomini erano padroni ed egoisti. Non trattandosi di norma divina, non possiamo ricavarne nulla se non il maschilismo.
Quanto alla terza domanda, fa testo Mt 5:32. Il ripudio (divorzio) è legittimo nel solo caso di fornicazione. Lì Yeshùa parla dell’uomo perché c’è una prospettiva di genere: è dell’uomo che trattava (cfr. 19:9). Che la norma sia estesa alla donna lo suggerisce non solo in buon senso (diversamente ci sarebbe grave ingiustizia) ma soprattutto la visione che le Scritture Greche hanno della donna (atteggiamento di Yeshùa scritti paolini).
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Salvatore Tarantino
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Re: Non commettere adulterio

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Caro Gianni, io posso concludere che scritturalmente il mio studio è corretto.

Queste tue ultime obiezioni sono fondate sul presupposto che Deuteronomio 24,1-4 sia una norma umana e non divina, umana e maschilista, benchè avevamo concordato che Yeshùa contestava invece una norma inesistente nelle Scritture, e cioè che l'uomo potesse ripudiare per qualsiasi motivo (cosa che Deuteronomio 24,1-4 non dice).

Che nei vangeli, quanto al ripudio lecito, si parli sono nella prospettiva maschile, è naturale, dato che il ripudio è una facoltà maschile.
Si parla anche nella prospettiva femminile solo quando si afferma che il ripudio non è lecito.
Se ai farisei che chiedevano se fosse possibile all'uomo ripudiare per qualsiasi motivo, Yeshùa avesse risposto "no, solo per motivo di fornicazione" (in linea perfetta con Deuteronomio 24,1), "e anche le mogli possono ripudiare i mariti per lo stesso motivo", penso che ci sarebbe stata una protesta violenta, o quantomeno una reazione molto scandalizzata.
Ma tutto questo non c'è stato.

Io non credo che Dio avrebbe permesso prima a Mosè e poi a Yeshùa di dire le cose a metà o di dirle in modo sbagliato, in modo che tu oggi possa dire che questa norma è maschilista e quindi non divina.
Dio avrebbe potuto tranquillamente colpire Mosè di lebbra, come fece con sua sorella, e dargli una bella lezione: "devi dire quanto ti comando io, non quanto conviene a voi maschi".

Sappiamo che i farisei portavano avanti la dottrina della torah orale, e cioè l'esistenza di una Legge di Mosè trasmessa oralmente che andava a integrare la Legge scritta.
Su questo punto personalmente preferisco nettamente la posizione dei sadducei che ammettevano soltanto la Legge scritta.
Perciò, come ho scritto anche nel mio studio, io penso che la norma concessa da Mosè per la durezza dei loro cuori era una norma della torah orale.
La bibbia, invece, non si contraddice.
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