Un abbraccio fraterno in Dio a tutti.
Prima di entrare nell'argomento del post, vorrei rendere omaggio a questo nuovo forum (anche se ha giá mesi di funzionamento) e felicitare tutti i partecipanti per la qualitá degli interventi. A differenza del vecchio forum, ho notato piacevolmente, per quanto sono riuscito a leggere finora, una maggior serenitá e maturitá di intervenire sugli argomenti, anche quelli piú scottanti, il vecchio forum finiva sempre con liti e insulti che ci ha fatto spesso desistere dal porre domande e intervenire. Spero si mantenga cosí nel tempo.
Quindi... FELICITAZIONE A TUTTI.
Torno all'argomento del post.
In questo momento sono le 3 del mattino qui in Venezuela ma pensando alla osservazione fatta da mio figlio a tavola non riesco a dormire e voglio condividerla con voi tutti.
Alcuni giorni orsono, mentre stavamo pranzando e ascoltando il telegiornale. Andres Felipe, mio figlio di 10 anni, ci fá questa domanda:
"...sará che Dio non vede il futuro? non capisco...se ha ucciso tutti i cattivi con il diluvio, e ha salvato solo i buoni, perché il mondo di oggi é tanto cattivo? a cosa é servito uccidere tante persone? ma se Dio vede il futuro perché doveva ucciderli tutti se sapeva che i cattivi non sarebbero morti? se Dio non vede il futuro significa che qualcuno dei figli di Noe non erano buoni perché se fossero stati tutti buoni oggi saremmo tutti buoni."
Io e Liliana ci siamo guardati e l'unica risposta, che usano tutti quando sono a corto di argomenti, che siamo riusciti a dare é stata:
"Se Dio ha fatto questo avrá avuto i suoi motivi che noi non conosciamo".
Andres Felipe ha storto un pó il naso ed ha ripreso a mangiare.
Spero che ci sappiate dare voi una buona argomentazione da dare a mio figlio. Grazie
ma Dio vede veramente il futuro?
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Fabio&Liliana
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Gianni
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Re: ma Dio vede veramente il futuro?
Carissimi Fabio e Liliana, credo che la risposta che avete dato – “Se Dio ha fatto questo avrà avuto i suoi motivi che noi non conosciamo” – sia essenzialmente corretta. Si tratta ora di capire meglio ciò che non conosciamo e ciò che possiamo conoscere, magari ragionandoci sopra.
Una domanda simile a quella fatta da vostro figlio la fece Giobbe direttamente a Dio. Il poveretto, oppresso da mille disgrazie e perfino molto sofferente anche fisicamente, non si capacitava del fatto che lui, uomo giusto e ubbidiente a Dio, fosse tanto piagato, mentre i cattivi e i disubbidienti se la cavavano alla grande. Dio lo lasciò parlare, “poi il Signore stesso, avvolto da un forte vento, parlò a Giobbe: 'Chi sei tu? Perché rendi oscure le mie decisioni con ragionamenti da ignorante? Invece, da persona matura, preparati, dovrai rispondere alle mie domande. Dov'eri tu quando gettavo le fondamenta della terra? Rispondi, se hai abbastanza conoscenza’”. - Gb 38:1-4, TILC.
I capitoli successivi contengono tutte le domande poste da Dio a Giobbe, che non può che tacere. Riesce però a dire: “Io non conto niente, non posso risponderti, anzi, mi tappo la bocca”. - Gb 40:4, TILC.
Alla fine Giobbe dirà: “Ritiro le mie accuse e mi pento, mi cospargo di polvere e di cenere per la vergogna”. - Gb 42:6, TILC.
Giobbe ebbe una spiegazione soddisfacente? No. Però capì che “se Dio ha fatto questo avrà avuto i suoi motivi che noi non conosciamo”, come voi stessi avete detto.
Ma come possiamo accettare questa risposta che ha fatto storcere il naso a vostro figlio? Semplicemente capendo che Dio è molto più grande di noi e che sa quello che fa. Per riuscire a comprenderlo dobbiamo staccarci dalla nostra piccolissima e ristretta visuale e tener conto che Dio ha sott’occhio, con un solo sguardo, tutto e tutti: tutto, passato e presente e futuro, è davanti a lui. Per noi è inimmaginabile, ecco perché non siamo in grado di capire.
Non so, forse si può risolvere la questione in modo pragmatico. Se non accettiamo l’esistenza di Dio, ha poca importanza la ragione per cui le cose vanno come vanno: così è e non ci possiamo fare nulla, vivremo e moriremo come tantissimi senza sapere se ne è valsa la pena. Se crediamo in Dio come Padre che si cura dei suoi, ci fidiamo. E questa si chiama fede. Non capiamo tutto? Lo capiremo. Per il momento non ne siamo in grado. Proprio come un bambino che deve essere operato d’urgenza e non capisce perché il padre, che è sempre così buono con lui, lo sottopone a tutta quella sofferenza ospedaliera.
Una domanda simile a quella fatta da vostro figlio la fece Giobbe direttamente a Dio. Il poveretto, oppresso da mille disgrazie e perfino molto sofferente anche fisicamente, non si capacitava del fatto che lui, uomo giusto e ubbidiente a Dio, fosse tanto piagato, mentre i cattivi e i disubbidienti se la cavavano alla grande. Dio lo lasciò parlare, “poi il Signore stesso, avvolto da un forte vento, parlò a Giobbe: 'Chi sei tu? Perché rendi oscure le mie decisioni con ragionamenti da ignorante? Invece, da persona matura, preparati, dovrai rispondere alle mie domande. Dov'eri tu quando gettavo le fondamenta della terra? Rispondi, se hai abbastanza conoscenza’”. - Gb 38:1-4, TILC.
I capitoli successivi contengono tutte le domande poste da Dio a Giobbe, che non può che tacere. Riesce però a dire: “Io non conto niente, non posso risponderti, anzi, mi tappo la bocca”. - Gb 40:4, TILC.
Alla fine Giobbe dirà: “Ritiro le mie accuse e mi pento, mi cospargo di polvere e di cenere per la vergogna”. - Gb 42:6, TILC.
Giobbe ebbe una spiegazione soddisfacente? No. Però capì che “se Dio ha fatto questo avrà avuto i suoi motivi che noi non conosciamo”, come voi stessi avete detto.
Ma come possiamo accettare questa risposta che ha fatto storcere il naso a vostro figlio? Semplicemente capendo che Dio è molto più grande di noi e che sa quello che fa. Per riuscire a comprenderlo dobbiamo staccarci dalla nostra piccolissima e ristretta visuale e tener conto che Dio ha sott’occhio, con un solo sguardo, tutto e tutti: tutto, passato e presente e futuro, è davanti a lui. Per noi è inimmaginabile, ecco perché non siamo in grado di capire.
Non so, forse si può risolvere la questione in modo pragmatico. Se non accettiamo l’esistenza di Dio, ha poca importanza la ragione per cui le cose vanno come vanno: così è e non ci possiamo fare nulla, vivremo e moriremo come tantissimi senza sapere se ne è valsa la pena. Se crediamo in Dio come Padre che si cura dei suoi, ci fidiamo. E questa si chiama fede. Non capiamo tutto? Lo capiremo. Per il momento non ne siamo in grado. Proprio come un bambino che deve essere operato d’urgenza e non capisce perché il padre, che è sempre così buono con lui, lo sottopone a tutta quella sofferenza ospedaliera.
Re: ma Dio vede veramente il futuro?
Cari Fabio e Liliana, vorrei darvi una risposta diversa, dato che, sia Gianni che Giovanni, hanno risposto in maniera esaustiva.
Provate a ricordare a vostro figlio, quante cattive azioni abbia commesso facendovi arrabbiare seriamente.
Sapendo in anticipo che tutti i bambini commettono "monellerie", tu padre non avresti dovuto mettere al mondo Felipe.
Invece, consono dei rischi, hai dato la possibilità a Felipe di venire al mondo, e con insegnamento della buona educazione (la Legge di Dio) e la sua volontà (libero arbitrio), può diventare un bravo figliuolo, così da soddisfare i genitori (Dio).
Provate a ricordare a vostro figlio, quante cattive azioni abbia commesso facendovi arrabbiare seriamente.
Sapendo in anticipo che tutti i bambini commettono "monellerie", tu padre non avresti dovuto mettere al mondo Felipe.
Invece, consono dei rischi, hai dato la possibilità a Felipe di venire al mondo, e con insegnamento della buona educazione (la Legge di Dio) e la sua volontà (libero arbitrio), può diventare un bravo figliuolo, così da soddisfare i genitori (Dio).