RIBELLIONE DEL CHERUBINO

Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10127
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: RIBELLIONE DEL CHERUBINO

Messaggio da Gianni »

“Eri in Eden, il giardino di Dio ... Eri un cherubino dalle ali distese, un protettore. Ti avevo stabilito, tu stavi sul monte santo di Dio ... Tu fosti perfetto nelle tue vie dal giorno che fosti creato, finché non si trovò in te la perversità”. - Ez 28:13-15.
Quel cherubino era già in Eden prima della creazione di Adamo, già da prima che Dio ri-creasse la terra. La sua perversità la mostro già da prima che Dio creasse l’essere umano, già da prima che Dio ri-creasse la terra. Anzi, si può dire che Dio creò l’uomo proprio per la ribellione di quel cherubino.
Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10127
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: RIBELLIONE DEL CHERUBINO

Messaggio da Gianni »

Ciao, Lucia. Puoi trovare i dettagli qui: http://www.biblistica.it/wordpress/?page_id=1603
Con la creazione dell’essere umano vediamo un certo modo di fare di Dio, modo che è sapiente e meraviglioso: di fronte ad un ostacolo che blocca il suo amorevole progetto, Dio non solo elimina l’ostacolo ma riprende il suo progetto da dove si era interrotto. Nel caso della ribellione satanica, Dio riprese il progetto del governo del nostro pianeta in un modo incredibile. Non rimpiazzò il cherubino messo a presidiare il pianeta con un altro cherubino, ma gli mise sotto il naso un essere carnale. Un vero affronto per quella creatura spirituale perfetta e meravigliosa! Quel cherubino dovette sorridere ironicamente di fronte a quella “mossa”, pensando che avrebbe “fatto fuori” quella spregevole creatura carnale in quattro e quattr’otto. E così infatti avvenne. Ma Dio aveva già in mente un altro essere umano, Yeshùa, che avrebbe stritolato quel presuntuoso cherubino.
Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10127
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: RIBELLIONE DEL CHERUBINO

Messaggio da Gianni »

Lucia, andiamo con ordine e senza trarre conclusioni affrettate.
Vediamo il primo punto che citi: Adamo ed Eva vengono chiamati "marito e moglie" molto prima di peccare; tu dai per scontato che ciò significhi che si erano già uniti intimamente. Non è necessariamente così. Tanto per fare un esempio, oggi due novantenni potrebbero sposarsi ed essere così marito e moglie, e lo sarebbero per tutta la vita, pur non avendo mai rapporti intimi. Ci sono persone, giovani, che si sposano e per qualche motivo non consumano mai il matrimonio, eppure continuano a essere marito e moglie. L’unione intima tra Adamo ed Eva è menzionata chiaramente solo in Gn 4:1: “Adamo conobbe Eva, sua moglie” (nota che è detta sua moglie), che nel linguaggio biblico significa che ebbe rapporti sessuali con lei, tanto è vero che è subito detto che lei “concepì e partorì Caino”.
Le conseguenze del peccato riguardano tutti, uomini e donne, ciascuno ha la sua: fatica nel lavoro e dolori nel parto.
Il rabbino ti ha detto bene. Nell’ebraismo la donna è ritenuta più vicino agli angeli e per questo non tenuta a osservare tutti i precetti. È una visuale bellissima della donna. Purtroppo non è compresa bene la frase che l’ebreo dice ogni mattina in preghiera a Dio: “Ti ringrazio di non avermi fatto donna”. Gli ignoranti la scambiano per una frase maschilista. In verità significa: Se tu mi avessi fatto donna ora non sarei tenuto a osservare tutti i precetti, ma mi piace talmente osservarli che ti dico grazie per esserne obbligato in quanto uomo.
Tracce nella Scrittura? Paolo dice che “Adamo non fu ingannato, ma la donna fu completamente ingannata” (1Tm 2:14, TNM). Adamo peccò volontariamente, la donna trasgredì perché ingannata.
La tua ipotesi che Dio abbia dato alla donna di poter creare "in sé" una vita proprio perché è stata una donna la prima ad essere curiosa di conoscere qualcosa di più sulla vita, a me pare assurda. La donna fu creata come madre dei viventi, e ciò prima che mostrasse qualsiasi attitudine.
Tornando al punto principale, è del tutto vero che Dio quando ha creato i primi esseri umani li ha messi al mondo con già la consapevolezza di dove avrebbero dovuto vivere ovvero in un mondo con a capo satana. Questo è un punto teologico fondamentale. È difficile da capire, tant’è vero che i Testimoni di Geova, non riuscendo ad accettarlo perché non lo capiscono, arrivano a dire una delle loro più grandi assurdità. Secondo loro Dio non sapeva cosa sarebbe successo! A chi gli fa notare che Dio è onnisciente e sa sempre tutto, rispondono con una trovata che è più ingenua ancora: dicono che Dio non usò la sua onniscienza, ovvero che poteva sì saperlo ma che non si avvalse della sua onniscienza. Avremmo così, a dar retta a loro, che il corso della storia va per conto suo e che Dio debba poi adattarsi perché non guarda a ciò che succederà. Non so se è più ingenuo o più blasfemo. Per definire questo loro modo di pensare spicciolo dovrei usare parolacce, per cui mi astengo. Una contenuta però la dico: poveretti.
Allora Dio sapeva già tutto da subito? Ovvio che sì. Proprio per questo Yeshùa fu “già designato prima della fondazione del mondo”. - 1Pt 1:20.
Difficile da capire? Sì, molto difficile. Fa parte della infinita sapienza di Dio.
“Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue vie! Infatti «chi ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo, sì da riceverne il contraccambio?». Perché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui sia la gloria in eterno”. - Rm 11:33-36.
Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10127
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: RIBELLIONE DEL CHERUBINO

Messaggio da Gianni »

Lucia, troppe domande insieme. Ciascuna di esse richiederebbe una discussione a sè.
marco
Messaggi: 2277
Iscritto il: mercoledì 2 aprile 2014, 18:47

Re: RIBELLIONE DEL CHERUBINO

Messaggio da marco »

Cara Lucia, il rito del matrimonio per le leggi umane e religiose, è sancito dall'unione carnale tra i due coniugi.
Per Dio il rito che unisce i due in maniera indissolubile è il giuramento di fedeltà che viene proclamato dai coniugi davanti a Lui.
Questa è Legge di Dio: "Sarete una sola carne" Per me, questa espressione, significa che i due si devono amare e rispettare come si rispetta il proprio corpo.
Un uomo può mai darsi un pugno in faccia? Se sano di mente, no. Così il marito non deve alzare le mani contro la moglie (sua stessa carne).
Una donna può cucinare per se una pietanza senza gusto? No. Così la donna deve mettere tutto l'amore che possiede nel cucinare una pietanza al marito (stessa carne).

Cara Lucia, per il fatto della donna: che non deve rispettare i precetti, che non deve parlare, che non deve ect.
Tutte queste cose sono precetti di uomini. La donna davanti a Dio è sullo stesso piano dell'uomo.
Questo cosa significa?
Che a livello di preghiera, di vicinanza e di amore reciproco, Dio non guarda il sesso, ma il cuore dell'interlocutore.

Satana ha molti ruoli è sono indicati nella Bibbia. Umanamente non possiamo concepire come sia possibile che Dio si serva di lui.
Mettere Satana a contatto con due innocenti, dato che non conoscevano la differenza tra il bene e il male, non è stato prudente.
Ma è vero questo? Due sono le cose: o è stato un piano di Dio forzare i due, o questi non erano proprio così innocenti.
Vero che non conoscevano il bene e il male, ma dovevano avere delle capacità mentali straordinarie, tali da superare ben oltre il concetto di bene e di male.
L'atto del tradimento fù innescato dalla voglia di essere uguali a Dio. Quindi i due si insuperbirono a tal punto da poter pensare di divenire uguali a Dio.
La somiglianza non gli bastava.
Sia Satana che i due vollero essere uguali a Dio, cosa che Yeshùa rifiutò.
Tutto doveva passare da ciò? Si.
Ultima modifica di marco il mercoledì 17 settembre 2014, 6:51, modificato 2 volte in totale.
Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10127
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: RIBELLIONE DEL CHERUBINO

Messaggio da Gianni »

(Lucia confonde il matrimonio con le nozze).
Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10127
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: RIBELLIONE DEL CHERUBINO

Messaggio da Gianni »

Lucia, visto che insisti e considerato che non sono affatto pigro perché studio la Bibbia giorno e notte (guarda l’ora in cui questa risposta viene inserita! ;) ) e produco studi uno dopo l’altro, rispondo a una tua domanda, la prima, che è questa:
“Il rito del matrimonio come noi lo conosciamo oggi all'epoca non esisteva, credo. Da quello che avevo capito dalle Scritture, uomo e donna diventano marito e moglie solo dopo aver compiuto l'atto intimo, altrimenti quale altro rito li avrebbe uniti tanto da considerarli già marito e moglie?”.
Ai tempi biblici per sancire il matrimonio i due iniziavano ad abitare insieme nella stessa casa. Molto anticamente (al tempo in cui fu scritta Genesi) era l’uomo a lasciare la propria casa e ad andare ad abitare in quella della moglie, poi (al tempo di Yeshùa) avveniva il contrario.
Sia in ebraico che in greco biblici, una parola specifica per “moglie” e “marito” non esisteva neppure: si usavano le parole “donna” e “uomo”.
Non devi poi confondere le nozze con il matrimonio.
Avendo Dio creato un maschio e una femmina già adulti e avendo stabilito che si moltiplicassero (Gn 1:27,28) possiamo dire che il primo sposalizio o nozze fu celebrato da Dio stesso, come si legge in Gn 2:22-24. È del tutto evidente che prima avvenivano le nozze e poi si consumava l’atto coniugale. È solo nella depravazione dei tempi che venne prima consumato l’atto e poi avvenivano le nozze, forse riparatrici; fino ad alcuni decenni fa ciò era considerato ancora scandaloso, oggi è ritenuto normale e moltissime coppie non si sposano neppure.
marco
Messaggi: 2277
Iscritto il: mercoledì 2 aprile 2014, 18:47

Re: RIBELLIONE DEL CHERUBINO

Messaggio da marco »

Cara Lucia, non potrai vedere mai un contratto o un giuramento con Dio, sottoscritto da un notaio.
E' la nostra conoscenza di Dio, che ci indica che sposando una donna è per sempre, nel bene e nel male.
E' una regola, stabilità da Dio per gli uomini, da sempre. Se applicata si rispetta la Sua volontà, altrimenti è disubbidienza.
Quello che voglio dirti è che con Dio non occorrono riti o contratti. Non per forza bisogna giurare un qualcosa a Dio per essere valido. L'azione stessa ha in se il giuramento.
Perchè tutti, atei o credenti, dobbiamo rispondere della nostra condotta a Dio.
Quindi se una coppia di atei si sposa e non rispetta le leggi di Dio sul vincolo del matrimonio, il loro non credere in Dio, non li assolverà dalla loro trasgressione.
Come fa notare Gianni, in Gn 2,22 si legge: Poi la condusse all'uomo. Guarda che bello e commovente. Il primo Padre che accompagnò la figlia "all'altare" fù Lui.
Lì sposò Lui.
Cara Lucia, non lo fece solo per Adamo e Eva, ma lo fà ogni volta che un uomo e una donna si sposano.
Ecco dov'è il giuramento nascosto.
Avatar utente
Salvatore Tarantino
Messaggi: 462
Iscritto il: sabato 9 agosto 2014, 8:04

Re: RIBELLIONE DEL CHERUBINO

Messaggio da Salvatore Tarantino »

Caro Gianni, essendomi interessato in passato all'argomento "matrimonio", vorrei esporre le mie considerazioni.

Innanzitutto diciamo che la differenza tra nozze e matrimonio poco importa.
Le nozze sono formalità, il matrimonio è sostanza.

Le nozze possono essere celebrate con riti pagani o compatibilmente con la volontà di Dio, mentre il matrimonio è uno stato di fatto, indipendente dalla religione dei coniugi e dal rito utilizzato.
Se una coppia si sposa con un rito vudù (ammesso che esista, non lo so), ma va a convivere considerandosi marito e moglie e consumando il matrimonio, quella coppia è sposata e qualunque estraneo si unisce a uno dei due commette adulterio.
Se dovessimo considerare il matrimonio come qualcosa che va fatto secondo un rito biblico saremmo costretti a ritenere inesistenti i matrimoni civili e anche quelli religiosi che reputiamo contrari alla volontà di Dio.
In altre parole un uomo potrebbe non farsi alcuno scrupolo a prendersi in moglie una musulmana sposata, o una indù sposata, o un'atea sposata solo civilmente, ecc.
Invece i matrimoni vanno tutti rispettati, anche quelli delle tribù indigene dell'Amazzonia, che non hanno nè i municipi nè le chiese e magari adorano le scimmie.

Andiamo dunque al matrimonio come fatto e cerchiamo di capire quando questo fatto è compiuto.
Il mio ragionamento inizia dal verso che hai citato anche tu in questa discussione:
"Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne" (Genesi 2,24).
Tu sottolinei che è l'uomo che va a convivere in casa della donna... secondo me il verso sottolinea soltanto che l'uomo esce dalla casa paterna andando a convivere con la propria moglie.
Il fatto che l'uomo sia indicato come colui che compie l'azione risiede soltanto nel fatto che è l'uomo che prende moglie, mentre la donna va a marito. Tra l'altro non è nemmeno scritto che l'uomo vada a convivere con la donna in casa di quest'ultima... francamente sembra logico che i due vadano a vivere in una terza casa.
Ma questa circostanza poco importa: conta che i due inizino a convivere.
Questo è il primo presupposto del matrimonio.
La seconda parte del verso ci dice che l'uomo si unisce alla moglie e i due diventano una sola carne.
Chiariamo due cose.
Tu puoi dire che effettivamente il verso chiama "moglie" la donna con cui l'uomo deve ancora unirsi, ma io ti rispondo che viene chiamata "moglie" perchè ormai designata come tale: l'uomo si unisce alla donna che sta prendendo in moglie, non a una donna qualsiasi.
Seconda cosa: diventare una sola carne.
Mi sembra che molti vedano in questa "sola carne" un'unione totalizzante di corpo e di spirito. Ma la carne non è spirito!
Il verso ci sta dicendo che i coniugi, essendosi uniti in un rapporto sessuale, diventano una sola carne. Lo spirito non c'entra nulla!
Ben venga - e sicuramente è volontà di Dio - che i coniugi siano uniti anche spiritualmente, ma questo non è un presupposto del matrimonio.
Giobbe aveva una moglie così terribile che il diavolo decise di togliergli tutto tranne lei!
Certamente non avevano alcuna unione spirituale - lei lo induceva a maledire Dio - e tuttavia erano marito e moglie, una sola carne.
Pertanto il secondo presupposto del matrimonio è il primo rapporto sessuale.
Una conferma molto chiara ce la dà l'episodio di Rebecca e Isacco in cui i due diventano marito e moglie solo nel momento in cui lui introduce lei nella tenda di Sara e si unisce a lei, nonostante già in precedenza fossero stati fatti tutti gli accordi matrimoniali (si confrontino Genesi 24,2-4; Genesi 24,50-51 e Genesi 24,67).

Per un certo tempo ho creduto che questi due fossero gli unici presupposti del matrimonio.
Tuttavia ho constatato che manca ancora un presupposto quando ho esaminato il caso di Sansone e Dalila.
In Giudici 16 leggiamo che Sansone e Dalila convivevano eppure non divennero mai marito e moglie.
Conosciamo tutti la passione per le donne che aveva Sansone (addirittura andava a prostitute) e sostenere che i due non ebbero mai rapporti sessuali è qualcosa di veramente difficile, sebbene non sia scritto esplicitamente.
Sansone era pazzo di lei, e lei lo seduceva per farsi svelare il suo segreto.
Non possiamo proprio pensare che Sansone sia caduto senza aver prima soddisfatto i suoi desideri carnali, e nemmeno possiamo pensare che una donna spregiudicata come Dalila si facesse tanti problemi a concedersi.
Eppure i due non divennero mai marito e moglie.
La sola spiegazione possibile a questo mancato matrimonio è la non volontà della coppia di ritenersi sposata.
In altre parole i due convivevano alla maniera moderna, consumavano rapporti sessuali ma non si consideravano marito e moglie.
Ciò ci impone di riconoscere un terzo presupposto del matrimonio: la volontà.
Tale volontà oggi riguarda soltanto i due coniugi, mentre in passato coinvolgeva anche (o soltanto) quella dei genitori di entrambi.

La pubblicità o ufficialità del matrimonio, che sia civile o religioso, non costituisce, invece, un presupposto del matrimonio, ma soltanto un opportuno adempimento che consenta a tutti gli altri di essere a conoscenza di quel matrimonio e quindi di rispettarlo.
Ma in realtà questa opportunità è ormai molto relativa: sia lo Stato che le chiese consentono di sciogliere i matrimoni anche quando essi rimangono validissimi davanti a Dio.
Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10127
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: RIBELLIONE DEL CHERUBINO

Messaggio da Gianni »

Ciao, Salvatore. Non posso che dirmi d’accordo con le tue considerazioni. In verità, non ho ancora capito la domanda di Luca e dove lei voglia andare a parare (mi succede spesso con le domande poste da Lucia, ma forse sono io a non capirle). Lei scrive: “Da quello che avevo capito dalle Scritture , uomo e donna diventano marito e moglie solo dopo aver compiuto l'atto intimo, altrimenti quale altro rito li avrebbe uniti tanto da considerarli già marito e moglie?”. Sinceramente – ma, ripeto: forse è un mio limite – non afferro che senso abbia speculare sul momento esatto in cui si diventa marito e moglie. Forse si potrebbe rispondere da diversi punti di vista: da quello legale biblico, da quello legale di oggi, da quello sociale, da quello riferito a Dio. Non so, ma continua a sfuggirmi che importanza possa avere il momento preciso. Anche perché, se andiamo a speculare, quand'è che è “compiuto l'atto intimo”? Quando inizia, ancora prima dell’atto vero e proprio? Alla penetrazione? All’eiaculazione? E se non avviene penetrazione, non è intimo? Mi sembra che entrare in questa casistica non porta da nessuna parte. E ancora: una coppia che si sposa davanti a Dio e poi per qualche ragione non consuma, non è sposata? E una coppia che si unisce carnalmente senza aver celebrano e nozze, è “sposata”?
Perdonate, ma a me sembrano tutte assurdità. Per questo non volevo commentare, ma Lucia ha insistito. Se poi non ho capito nulla di ciò che intendeva, mi scuso con lei. Ma invito qualcun altro a risponderle, perché io continuo a non capire il senso delle sue domande. Forse, Salvatore, potresti risponderle tu. Così magari capisco finalmente anch’io.
Rispondi