Per capire cosa è davvero lo spirito occorre partire dal significato nelle parole rùakh (ebraica) e pnèuma (greca), che indicano la stessa identica realtà.
Dopo qualche risposta raffazzonata, avevo scritto: Da un po’ sto decidendo di affrontare le discussioni bibliche diversamente. Spesso rispondere ad una domanda non è risolutivo. Infatti, se la risposta non viene accolta, si contrappongono altri versetti e si devia. Ne seguono infinite discussioni che a nulla portano. Per cui, faccio diversamente. Ad una domanda rispondo con un’altra che metta sulla via giusta, di modo che chi pone la domanda trovi la risposta. Sto ovviamente parlando di risposte bibliche comprovate dalla Bibbia stessa.
Dopo questa mia specificazione la discussione si è spenta. Ciò merita una riflessione. Si tratta infatti di un fenomeno che si ripete. A quanto pare chi partecipa ha già in mente le sue risposte (spesso quelle del suo credo religioso); costoro partono allora per la tangente e fanno prediche. Ma in tutto ciò che fine a fatto la Sacra Scrittura?
Ribadendo la necessità di analisi che si attengano al testo sacro, faccio un passo avanti, prendendo spunto proprio da questa discussione. Mi spiego meglio.
Giacché la parola greca pnèuma è l’esatto corrispondente di quella ebraica rùakh, è da questa che occorre partire. E qui ha voce in capitolo Noiman, che invito a spiegarci cosa esattamente sia rùakh. Intanto di che genere è? A cosa si riferisce nella Bibbia ebraica? E, siccome è di rùakh di Dio che stiamo parlando, è bene limitarci a ciò.
È poi solo ovvio che nel cosiddetto Nuovo Testamento si debba rinvenire lo stesso significato. Ma ci arriveremo quando avremo capito bene il concetto che ne ha il Tanàch.
Iniziamo?
