Metodi di interpretazione delle Scritture

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Maria Grazia Lazzara
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Re: Metodi di interpretazione delle Scritture

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

No Noiman ti assicuro che non è così ,non si guarda a Israele come pensi tu , ma Israele rappresenta il punto di riferimento i depositari di una Legge superiore a tutte le altre perché data dallUnicoVero Dio , milioni di persone se non miliardi riconoscono questo esclusivo privilegio.
Ma è l'uomo che viene meno non la sua Legge.
Perché dovrebbe sorprendere questo , viviamo in un sistema che l'uomo domina l'uomo a suo danno.È stato sempre così
Dimmi tu quale governo può vantarsi di saper applicare la sua stessa Legge ?
O quale sistema religioso che vanta leggi principi e poi vengono violati dai loro stessi pastori , dunque l'errore c'è e nessuno ne è esente e nessuno si può vantare
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Maria Grazia Lazzara
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Re: Metodi di interpretazione delle Scritture

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Io non sò perché avete questa idea fissa che vi guardano male , non è affatto così ė proprio l'opposto a me risulta l'opposto , una grande grande stima rispetto verso l'ebraismo . Ma l'immagine non è perfetta e allora ? Cosa cambia ? Nulla anzi vi rende più avvicinabili .
noiman
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Re: Metodi di interpretazione delle Scritture

Messaggio da noiman »

Maria Grazia, hai scritto delle ottime cose, e riconosco che hai studiato per molto tempo le scritture e poi in confidenza sono contento che anche tu sostenga questo forum e contribuisca a mantenerlo disponibile, almeno spero che ha fine anno Gianni non lo chiuda, riguardo l’idea fissa a cui i riferisci era rivolta alla pessima interpretazione delle chiese sui farisei e sugli scribi, non in riferimento al popolo ebraico ne allo stato di Israele , non intendevo questo, rimane sempre la domanda”perche D-o ha deciso di incarnarsi proprio in un ebreo? Non poteva scegliersi un navajo?
Noiman
AEnim

Re: Metodi di interpretazione delle Scritture

Messaggio da AEnim »

Maria Grazia Lazzara ha scritto: domenica 27 agosto 2023, 19:04 No Noiman ti assicuro che non è così ,non si guarda a Israele come pensi tu , ma Israele rappresenta il punto di riferimento i depositari di una Legge superiore a tutte le altre perché data dallUnicoVero Dio , milioni di persone se non miliardi riconoscono questo esclusivo privilegio.
E questo tu lo dici perchè naturalmente sei un'esperta di storia del diritto antico presso tutte le popolazioni mondiali.
Poi magari sei fra quelli che rimproverano agli ebrei 'l'occhio per occhio' senza nemmeno sapere che è concepito come risarcimento (in parte) già nel codice hammurabi il quale in alcuni articoli di legge era più concessivo e misericordioso degli applicativi ebraici.
AEnim

Re: Metodi di interpretazione delle Scritture

Messaggio da AEnim »

Il Rifiuto del Testo-idolo

da pagina 79 del .pdf di rav Sciunnach, capitolo VI - INTERPRETAZIONE
Tratta gli approcci al testo biblico.

Fonte:
https://libri.levy.it/audio/conferenze/ ... EOrale.pdf

"Il testo deve dunque essere elusivo, inafferrabile, per non prendere la forma o il posto di un idolo.
[...]
Il rapporto col testo e con D.o è pertanto paradossale:
bisogna allontanarsi, creare una distanza affinchè il rapporto con D.o non sia idolatrico.
E' ciò che H. Atlan definisce con un'espressione radicale l'"ateismo della scrittura":

"La prima preoccupazione dell'insegnamento biblico non è quella dell'esistenza di D.o, del teismo rispetto all'ateismo, ma piuttosto la lotta contro l'idolatria.
C'è un rischio idolatrico in ogni teismo. Ogni teismo è una idolatria, il termine stesso lo chiarisce e lo stabilisce, a meno che il discorso negandosi diventi ateo.
In altre parole, i paradossi del linguaggio e dei suoi significati sono tali che il solo discorso su D.o che non sia idolatrico è un discorso ateo. O ancora: in ogni discorso il solo D.o che non sia un idolo è un D.o che non è un D.o.

Tutti i maestri del pensiero ebraico, dai profeti ai dotti contemporanei, lo hanno capito ..."

"Il sistema di interpretazione è fondanto sulla volontà di rifiutare l'idolatria. Il testo, primo rapporto con D-o, non deve trasformarsi in idolo. La tentazione idolatrica è forte, basti ricordare il vitello d'oro all'indomani della Rivelazione: tentazione dell'apparenza e della Presenza. "L'idolo ci rivela il divino, e in questo non inganna nè delude". L'idolo - e in questo caso il Testo offerto alla presa della mano, il 'manuale' - rassicura; l'idolo avvicina.

"Ciò che l'idolo contribuisce a ridurre, è appunto la distanza e il ritrarsi del divino... sopperendo all'assenza del divino l'idolo lo mette a disposizione, lo garantisce e alla fine lo snatura. [...] L'idolo tenta di farci avvicinare al divino, di farcene appropriare:
poichè teme l'ateismo, l'adoratore mette le mani sul divino nella forma di un dio; ma questa presa perde quello che afferra: non le resta in mano che un amuleto fin troppo noto, troppo manipolabile, troppo rassicurante... . l'Idolo manca la distanza che identifica e autentica il divino come tale - come ciò che non ci appartiene, ma ci accade"."

da pagina 84 del PDF a cura di Rav. Shunnach
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Maria Grazia Lazzara
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Re: Metodi di interpretazione delle Scritture

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Buona sera Gualtiero
Sono interessata al significato di Giov 11: 25, 26 dal greco , in attesa che Gianni intervenga
mi sono presa la briga di guardare i versi in greco e in effetti είς εμέ viene tradotto in me ,
ma il vocabolario di greco είς traduce : preposiz. In ,verso , su ,tra , contro . Anche εν è una preposiz. e si può tradurre in , a .
Nel caso di Giov: 11:25,26 troviamo έις E tu contesti il fatto che viene tradotto in me .
Vorresti gentilmente ripetere la spiegazione che avevi dato nella cartella confidenziale ?
E poi c'era un εγώ che sottolineavi .
Spero che Gianni intervenga mi ha dato delle lezioni di greco basilari e quindi cercherò di seguirvi .

Per quanto riguarda se si riferisce alla fisicità di Jeshùa penso di no , perché era vero uomo in lui risiedeva un potere che veniva dall'uomo interiore concessogli da Dio ed è da lì che nasce come figlio di Dio . Non la sua fisicità ma l'uomo spirituale quale era .
Ma percepisco che tu hai da dire . Sarà interessante leggerti .
Gualtiero
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Re: Metodi di interpretazione delle Scritture

Messaggio da Gualtiero »


Buongiorno a te Maria Grazia, e a tutti.

"Vorresti gentilmente ripetere la spiegazione che avevi dato nella cartella confidenziale ?"

Va bene Maria Grazia. Però appena sarà possibile. In questi giorni, e per un po' di giorni sto fuori, quindi non ho materiale nelle mani. Quello che ho scritto ieri sono andato di memoria.
Però, se affronteremo un ragionamento, non voglio scontrarmi con fideismi religiosi. Per fideismi religiosi intendo: "quelli che credono che Gesù sia Dio". E quelli che credono che: "nessuno va al Padre se non per mezzo di lui".
Non ho niente contro di loro, anzi.... però so per esperienza che è impossibile ragionare con chi ha un approccio alle scritture di fede religiosa.

Buon riposo di fine settimana.
Gualtiero

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Maria Grazia Lazzara
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Re: Metodi di interpretazione delle Scritture

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Anch'io sono fuori questo fine settimana perciò buon relax a te Gualtiero e a
tutti
Gualtiero
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Re: Metodi di interpretazione delle Scritture

Messaggio da Gualtiero »


Rieccoci Maria Grazia, Salve a te.
έμέ/μέ/έμοί/ἐμοῦ/ ἡμᾶς/ ἡμεῖς/ ἡμῖν /ἡμῶν ecc. Sono tutti casi: accusativo, dativo, genitivo, nominativo inclusi i plurale di "έγώ/egô".
Nel caso di έμέ/μέ (del Passo in questione) è un caso accusativo di egô, il complemento oggetto, su cui cade l’azione; e cio è "il me", che significa "io, mio" ed indica il "sé stesso".
"είς" a differenza della preposizione "εν" che indica una "posizione fissa" e si può tradurre "in" che appunto questa preposizione indica una posizione fissa.
είς, è una preposizione che indica "il punto raggiunto" e cioè: "verso" o "dentro" e non una posizione fissa, quindi non è appropriato tradurre "in". Questa preposizione "είς" è spesso confinata al significato di "in" ma è sbagliato per i motivi sopra evidenziati. Ciò che indica "il punto raggiunto" è sempre indicato dal sostantivo o dal pronome o dalla località seguente la preposizione είς.
Nel passo in questione che ci interessa, l'accusativo "έμέ" che indica: "il me", è il pronome che indica il punto raggiunto dalla preposizione "είς". Concludendo: "είς έμέ" si dovrebbe tradurre: "verso/dentro il mio", in extremis per semplificare andrebbe anche bene: "αl mio(egô)" o anche "nel mio(egô)", dipende i casi.

Ora passiamo al verbo "είμί" il suo significato è "essere" voce del verbo essere al presente:
Io sono
Tu sei
Egli è
ecc. "είμί" può essere tradotto anche con: "è".
"είμί" è l'equivalente del verbo ebraico hayah/היה hayah asher hayah di Esodo 3,14 che anch'esso esprime il verbo essere.
( Sono i piccoli dettagli che fanno la differenza)

Dopo queste considerazioni, si può tradurre il passo alternativamente.

Questo è il passo in esame Gv 11,25
ἐγώ εἰμί ἡ ἀνάστασις καί ἡ ζωή ὁ πιστεύων εἰς ἐμέ κἄν ἀποθανη ζήσεται.

traduzione:
L'egô è la risurrezione e la vita, quello che crede e si affida verso il mio, anche se muore vivrà.

Gesù sta parlando dell’alter-ego. Mi sembra molto più coerente con l'insegnamento di Gesù. invece le religioni hanno creato l'uomo Dio.
Mi sembra anche coerente con il video che ti ho fatto vedere, dove si parla della "mente profonda" e della "mente di superficie". La mente profonda è l'alter-ego la mente di superficie è l'avversario. sta a noi scegliere chi ascoltare. Ma prima di scegliere, bisogna avere la consapevolezza che "esiste in noi"; Poi bisogna imparare ad ascoltarla. È questo che insegna Gesù. E non solo Gesù, ma tutta la scrittura insegna questo. Nel Tanak questo alter-ego è individuato come yhwh.

Saluti
Gualtiero
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Maria Grazia Lazzara
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Re: Metodi di interpretazione delle Scritture

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Buona sera Gualtiero
Ti ringrazio innanzitutto per l'introduzione e spiegazione fattami ,altrimenti sarebbe stato difficile seguirti nella traduzione alternativa del versetto in questione .
Tu apri degli scenari inimmaginabili e profondi , cerco di capirti e vediamo se mi avvicino al significato che vuoi trasmettere .
Intanto un dubbio, εγώ è un pronome nominativo e si dovrebbe tradurre ,io, είμι , sono
tu traduci in terza persona? L' egό è , sono una dilettante e quindi aspettati degli errori .
είς εμέ - verso me mi è chiaro εν si usa nelle posizioni fisse invece erroneamente traducono in me . Ok.

Ora cerco di spiegare la traduzione con i termini alternativi che hai fatto tu
"L'egò è la Risurezione e la vita " Vuoi dire che nella parte profonda (mente di noi stessi dimora l'egò e da lì nasce la potenzialità che tu chiami alter-ego , Jeshùa ne ebbe la consapevolezza e da lì potè dire " Quello che crede e si affida verso il mio ( alter ego dimorante in lui ) anche se muore vivrà
Cosa significa ciò ? Che in Jeshùa ma a questo punto in ogni uomo dimora questo alter ego e che ognuno potrebbe sviluppare delle potenzialità illimitate perchè in noi c'è del divino .
Mi chiedo chi Risuscitò Jeshùa ? Volendo seguire questo modo alternativo di esprimersi .
A te chiedo ulteriori spiegazioni .
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