Leggere il testo biblico originale

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Gianni
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Re: Leggere il testo biblico originale

Messaggio da Gianni »

Ciao, caro Naza. Inizio rispondendo alle tue domande su Mr 1:1-3.
L’interiezione ἰδού significa “ecco”, dici bene, ma cosa intendi quando dici che “non è segnata”? la trovi a metà del v. 2. Se poi con segnata intendi spirito e accento, questi ci sono.
Mi domandi perché in τὴν ὁδὸν κυρίου gli accenti cambiano su due parole consecutive. Perché la regola del cambio dell’accento acuto in grave vale anche per le parole consecutive. Dopo τήν segue una parola non separata da punteggiatura, per cui τήν diventa τὴν, ma poi anche la parola ὁδόν è seguita da altra parola non separata da punteggiatura, per cui diventa ὁδὸν. E se ce ne fosse stata un’altra ancora? Stessa cosa. Se, per combinazione, ci fossero dieci parole ossitone (così sono chiamate le parole accentate sull’ultima) senza punteggiatura tra loro, le prime nove cambierebbero l’accento acuto finale in grave. Nota: solo le prime 9, perché dopo la decima ci sarebbe necessariamente un punto finale.
La domanda che mi aspettavo era questa: perché ἐν, μου e i due σου al v. 2 sono senza accento? Lo stesso vale per l’Ἐν al v.3. Risposta: ci sono parole, in verità paroline, che per l’accento si appoggiano alla parola seguente o alla precedente. Prendi Ἐν τῇ: la maiuscola di Ἐν ci fa capire che siamo a inizio frase, per cui Ἐν (senza accento) non può che appoggiarsi alla parola seguente. In pratica, Ἐν τῇ si legge “entè”, come fosse un tutt’uno. In ὁδόν σου avviene il contrario: σου (senza accento) si appoggia alla parola precedente e ὁδόν σου si legge “odònsu”. Questo fenomeno fonetico (in greco fonè significa suono/voce) lo abbiamo anche in italiano: dicendo “la torta” diciamo in realtà “latorta”.
Ecco, era solo per sapere. Non c’è da fare nulla: la lettura verrà naturale.

Passiamo al resto. “La legge del trisillabismo” l’hai spiegata alla perfezione! Bravo. Ma proprio perché sei bravo, ora ti metterò in crisi! Guarda qui: ἄνθρωποι. La parola è scritta in modo corretto. Ma se ἄνθρωπος cambia la posizione dell’accento in ἀνθρώπου perché la finale breve ο è ventata lunga (ου), perché non accade la stessa cosa con la finale οι, che pure è lunga? Caro Naza, nel darti la spiegazione, devo prima dire una cosa banale (ma non sempre data per scontata): prima viene la lingua, poi la grammatica. Prendi un bambino di 5 anni o una bambina di 4 (le femmine sono più sveglie!): parlano italiano perfettamente; usano congiuntivi e condizionali come se niente fosse, ma non sanno neppure cosa sono. Li studieranno poi, alle medie. Ora, per spiegare il perché e il per come di una lingua c’è la grammatica, la quale ricava dalla lingua stessa le sue regole. Ecco allora, per il greco, “la legge del trisillabismo”. Ma poi il povero grammatico trova ἄνθρωποι e qui casca l’asino. Che può inventarsi allora? Una spiegazione che fa cadere le braccia: “Ai fini dell’accento la finale lunga οι è considerata breve”. Bravi! Bis? Ma certo: “Ai fini dell’accento la finale lunga αι è considerata breve” (lo vedremo nella prima declinazione). Caro Naza e chi ci legge: tutto ciò che ho scritto finora è solo per sapere. Non c’è nulla da imparare!

Proprio nella linea del semplice sapere senza nulla dover imparare si colloca la tua seguente domanda: “Se trovo una parola priva di accento tonico, l’accento sulla parola precedente se è acuto rimane tale?”.
La risposta la trovi in Mr 7:1: καί τινες. Qui abbiamo τινες che è atono e, in più, è enclitico (= per l’accento si appoggia alla parola precedente: si legge come se fosse “kàitines”; se la parola si appoggia invece alla seguente si chiama proclitica), per cui καί mantiene il suo accento naturale. Nota però che all’inizio del versetto abbiamo Καὶ συνάγονται, in cui è applicata la solita regola. Ora, per complicarci la vita, osserva in Mt 2:16 καὶ ἐν πᾶσι. Qui abbiamo l’atona ἐν, ma καί muta l’accento in καὶ. Perché? Perché ἐν è proclitica e ἐν πᾶσι si legge come se fosse “enpàsi”, per cui davanti ad “enpàsi” è richiesto il grave (καὶ).
A proposito, “atono” deriva dal greco ἄτονος = “senza tensione”. L’alfa (α) è detta “alfa privativa”: priva cioè del suo significato la parola a cui è premessa, nel nostro caso tònos, che vuol dire “tensione”. L’alfa privativa la ritroviamo in tante parole italiane come amorale, ateo, asessuale, areligioso.

Nella tua traslitterazione di Gal 1:1, caro Naza, c’è un’imperfezione: ἀπ’ ἀνθρώπων lo hai trascritto “ap antròpon”, trascurando l’accento e non rendendo bene la lettera θ; meglio ap’anthròpon. Anche δι’ ἀνθρώπου va traslitterato di’anthròpu e non di antròpu. Di Παῦλος hai sbagliato l’accento: non è Paùlos ma Pàulos. Infine, καὶ è kài, non kaì. La trascrizione di utòn per αὐτὸν è probabilmente una svista. Le due traduzioni (letterale e discorsiva) sono ottime.

In conclusione, caro Naza, sei bravissimo. L’esercizio ha comunque svelato la necessità di essere preciso, proprio come lo sei nello studio e nell’apprendimento. La scrupolosità, che tu hai di tuo, non s’inventa, e tu la hai innata. Gli esercizi, come dice il nome, servono appunto ad esercitarsi. E raggiungono il loro scopo quando esprimono la stessa precisione messa nell’apprendere la teoria. Tu sei bravo, amico mio! ;)

Dammi quindi un consiglio. Il programma prevede per domenica una nuova lezione. È il caso, secondo te, che proponga nuovi esercizi su quanto imparato finora, prima di andare avanti con una nuova declinazione?
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Maria Grazia Lazzara
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Re: Leggere il testo biblico originale

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Buon giorno Gianni ,posto il mio esercizio

Παύλος Απόστολος - nomin. Singol. ( soggetto colui che compie l'azione )

Καί - con l'accento grave perché nella precedente parola non c'è accento

Θεού - genit. Singol.

Ιησού Χριστού - genit. masch. Singol. ( compl. di specif. )

νεκρών - genit. plurale neutro


Traduco il testo

Paolo apostolo ,non d'uomini , nè d'uomo ma di Gesù Cristo e Dio Padre avente risuscitato lui dai morti .

Ma si potrebbe tradurre anche così ??

Paolo apostolo e neppure d'uomini e neppure d'uomo ma di Gesù Cristo e di Dio Padre avente risuscitato lui dai morti
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Gianni
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Re: Leggere il testo biblico originale

Messaggio da Gianni »

Molto bene, Maria Grazia! Unica correzione da fare. Tu dici: "Καί - con l'accento grave perché nella precedente parola non c'è accento". A parte il fatto che la precedente parola è accentata, quella che conta è la seguente.

Ripeto la regola: Una parola accentata sull'ultima prende l'accento grave se è seguita da altra parola senza punteggiatura tra loro.
Χριστοῦ καὶ θεοῦ
parola accentata καὶ con accento grave perchè seguito da altra parola accentata.

Le traduzioni vanno bene. Unica cosa: non "e Dio Padre" ma "e di Dio [θεοῦ] padre"].
chelaveritàtrionfi
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Re: Leggere il testo biblico originale

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

ANALISI DEI MIEI ERRORI

Caro Gianni, tento un’autoanalisi dei miei errori.

1) Di Παῦλος hai sbagliato l’accento: non è Paùlos ma Pàulos - καὶ è kài, non kaì.
Perché ho commesso questi errori se pagine addietro invece ho traslitterato correttamente?

In questo caso… sia per dimenticanza della regola:

Attenzione: nei dittonghi l’accento si segna sulla seconda vocale ma si legge sulla prima: εύα si legge èua..
Sia per non avere ancora chiari i dittonghi:
propri: αι, αυ, ει, ευ, οι, ου, ηυ, υι
Impropri: ᾳ, ῃ, ῳ
Maiuscolo: Αι, Αυ, Ει, Ευ, Οι, Ου, Ηυ, Υι, ᾼ, ῌ, ῼ
riporto dalla rete: http://www.poesialatina.it/_ns/Greek/ht ... onghi.html
Infine, per errato schema mentale acquisito nel tempo.
2) ἀπ’ ἀνθρώπων lo hai trascritto “ap antròpon” - δι’ ἀνθρώπου va traslitterato di’anthròpu e non di antròpu.
Qui ho commesso un errore grave. Ho letto erroneamente l’apostrofo per “spirito” ma non c’entra nulla perché lo spirito si posa sopra la lettera minuscola e a sinistra della maiuscola. Per antròpon e antròpu al posto di anthròpon e anthròpu, che dire? Altri errori gravi. Se θεοῦ è traslitterato Theù con θ = th, perché mai altrove non ho rispettato (adesso) questa regola? Evidentemente è lo schema mentale errato memorizzato su lacune parole a forza di leggerne di simili in italiano. Quando si ha uno schema errato memorizzato, anche rileggendo si è convinti che non ci sia errore. Stessa cosa capita in altri ambiti (per esempio schemi motori e concetti).
La trascrizione di utòn per αὐτὸν è probabilmente una svista.
Questa è una svista... perchè se non metto il Times New Roman specialmente quando "sonnecchio" leggo lucciole per lanterne :-\


Quindi caro Gianni, non sono bravissimo ma sono errori che a questo punto non dovrei commettere.

Mi chiedi se secondo me è il caso di proporre esercizi nuovi. Per ciò che mi riguarda,,, ancora sbaglio la traslitterazione .. quindi secondo me è il caso di ripassare ancora. Poi ho notato che ci sono regole e concetti non completamente chiari perché giustamente dobbiamo approfondire noi. Per esempio i dittonghi o anche la semplice questione della parola non tonica . Facendo pratica emergono nuove questioni.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Gianni
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Re: Leggere il testo biblico originale

Messaggio da Gianni »

Naza, sì che sei bravo! Di studenti di greco ne ho visti, fìdati, e tu sei tra i più dotati. Hai commesso errori? Ma è così che si impara. Da ora, ad esempio, sono certo che non scambierai più l'apostrofo per uno spirito fuori posto.

Bene, domenica mattina proporrò nuovi esercizi. :-)
chelaveritàtrionfi
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Re: Leggere il testo biblico originale

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Per esercitarmi, nelle altre discussioni, quando trattiamo brani anche dalle scritture ebraiche, farò anche li riferimento al testo greco (ovviamente la LXX), come nel caso che posterò a breve su Genesi 16... Ho delle domande e ho ragionato con il fai da te :-)
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Re: Leggere il testo biblico originale

Messaggio da Gianni »

Bene, Naza. Poni le tue domande quando vuoi. :-)
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Maria Grazia Lazzara
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Re: Leggere il testo biblico originale

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Sono d'accordo con Naza , c'è bisogno di ripassare , per quanto mi riguarda ho bisogno di memorizzare , metabolizzare digerire le informazioni e ci vuole pratica per questo , sono molto grata a Gianni per la sua pazienza e grata a Naza per la sua capacità di sollevare domande avanzate , pregusto il fine di poter insieme analizzare scritture controversi , quelli dove i traduttori si sono fatti influenzare da concetti radicati e non così onestamente tradotti , un esame obbiettivo può aiutarmi grazie al vostro aiuto a capire ciò che per me conta davvero . Buon proseguimento a noi !
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Gianni
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Re: Leggere il testo biblico originale

Messaggio da Gianni »

E infatti ripasseremo, Maria Grazia! Domattina troverere un nuovo esercizio per il ripasso. :-)
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Gianni
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Re: Leggere il testo biblico originale

Messaggio da Gianni »

Rieccoci. Come d’accordo, proseguiamo con l’esercitazione su quanto appreso finora.
Scusate se me lo dico da solo, ma questa lezione è bella! Spero vi piacerà.
Prenderemo in considerazione un brano della cosiddetta Lettera agli ebrei, la quale è scritta nel miglior greco delle Scritture Greche.

Eb 3:1


Ὅθεν, ἀδελφοὶ ἅγιοι, κλήσεως ἐπουρανίου μέτοχοι, κατανοήσατε τὸν ἀπόστολον καὶ ἀρχιερέα τῆς ὁμολογίας ἡμῶν Ἰησοῦν,

Ecco il vocabolario in ordine alfabetico:

ἅγιος, ἁγία, ἅγιον – aggettivo - “santo”
ἀδελφός, ἀδελφοῦ, ὁ - sostantivo - “fratello”
ἀπόστολος, ἀποστόλου, ὁ - sostantivo – “inviato”
ἀρχιερέα = “sommo sacerdote”
ἐπουράνιος, ἐπουράνιον – aggettivo – “celeste”
ἡμῶν = “di noi” (pronome)
Ἰησοῦς, Ἰησοῦ - nome proprio maschile – “Yeshùa”
κατανοήσατε = “considerate” (verbo)
κλήσεως = “di chiamata” (sostantivo della terza declinazione)
μέτοχος, μέτοχον - aggettivo – “partecipe”
ὅθεν, avverbio - “perciò”
ὁμολογίας = “(di) professione [di fede]” (sostantivo della prima declinazione)

Prima di proseguire, impariamo ad usare il vocabolario. Più sopra ho scritto per esteso, ma nei vocabolari di greco potete trovare i termini scritti così (faccio solo due esempi):
ἅγιος, α, ον, santo
ἀδελφός, οῦ, ὁ, fratello

Circa ἀδελφός, οῦ, ὁ, sapete già che corrisponde al nominativo e al genitivo singolari seguiti dall’articolo (da cui sappiamo se il termine è maschile o femminile o neutro).

Ora notate queste due elencazioni:

ἅγιος, α, ον, santo
ἐπουράνιος, ον

Mancano gli articoli! Perché? Perché sono aggettivi. Il primo (ἅγιος, α, ον) è detto aggettivo a tre terminazioni, che sono rispettivamente per il maschile (ος), per il femminile (α) e per il neutro (ον). Il secondo (ἐπουράνιος, ον) è detto aggettivo a due terminazioni: la prima terminazione (ἐπουράνιος) vale sia per il maschile che per il femminile; la seconda (in -ον) per il neutro. Sistema di identificazione geniale, non vi pare?
Se nel vocabolario trovare un solo termine (come ad esempio ὅθεν) è perché si tratta di un avverbio o di una preposizione o simili. E i verbi? Nel nostro versetto abbiamo κατανοήσατε; nel vocabolario si trova alla voce κατανοέω. Ne parleremo a suo tempo. Per il momento sappiate che i verbi greci si trovano sempre alla prima persona singolare del presente indicativo. Κατανοέω significa “considero”, tuttavia normalmente si dice: Il verbo considerare è in greco κατανοέω, oppure: κατανοέω significa “considerare”. È una stranezza, se volete, ma così è. Ci si abitua.

Molto bene. Ora iniziamo l’esercizio. Cominciamo con domande banali di ripasso:

Si prenda ἀπόστολος, ου, ὁ, in cui abbiamo nominativo, genitivo, articolo.
Domanda: perché mai è indicato anche il genitivo?

Ora si prenda questa voce del vocabolario:
πονηρός, ά, όν
Domanda:
Perché tre voci senza l’articolo?

Ora si prenda ἀπόστολος, ἀποστόλου, ὁ
Domande:
Se voglio dire “chiamò gli apostoli”, in quale caso si trova “gli apostoli”?
Quale desinenza ci vorrà?
E dove cadrà l’accento? Perché?
Se dico “gli apostoli si riunirono”, in quale caso si trova “gli apostoli”? Perché?
Quale desinenza ci vorrà?

Altre domande:
Cosa vuol dire ἀδελφοῖς?
E τοῖς ἀδελφοῖς?
E τῶν ἀδελφῶν?
Quale grave errore c’è in ἡ ἀδελφῷ?
Quale particolare caratteristica di ἀδελφῷ ci permette si sapere in che caso si trova questa parola? E qual è il caso?

Ultima domanda (trabocchetto): qual è il plurale di Ἰησοῦς? Per rispondere potete usare la trascrizione in lettere latine.

Per ultimo, traducete il versetto, ma in modo assolutamente letterale e segnando gli accenti.

Martedì passeremo al v. 2, ma sempre e solo ripassando quanto studiato finora.

Un regalo per voi: a chi lo desidera posso inviare il Vocabolario del Nuovo Testamento greco-italiano. Chi vuole averlo mi comunichi la mail a cui mandarlo. :-)
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