La questione del peccato

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matteo97
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La questione del peccato

Messaggio da matteo97 »

l peccato è la disubbidienza alle leggi di Dio:
“Chiunque commette il peccato, commette anche violazione della legge, perché il peccato è violazione della legge.” (1 Giovanni 3:4).
Le Scritture sono chiare nell’affermare che siamo tutti peccatori:
“Non c'è nessun giusto, neppure uno” (Romani 3:10).
La parole che la Bibbia spesso utilizza per descrivere il “peccato” è “mancare il bersaglio”. Un arciere che spara frecce verso un obiettivo spesso manca il bersaglio. Noi ci comportiamo allo stesso modo quando pecchiamo – manchiamo il bersaglio. Il bersaglio è l’esempio perfetto fornitoci da Gesù. Egli ci ha mostrato i livelli di Dio per quanto riguarda il modo di vivere. Il suo esempio è l’obiettivo a cui dovremo ambire nelle nostre vite. Noi pecchiamo quando non viviamo secondo gli standard di Dio:
“… tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” (Romani 3:23).
La maggior parte di noi non hanno commesso crimini terribili come l’omidicio, l’adulterio o il furto, e dunque ci scusiamo e pensiamo che siamo persone buone e gradite a Dio.
Ma deludiamo noi stessi. Ogni qualvolta manchiamo il bersaglio, di poco o di molto, è peccato: “Ogni iniquità è peccato” (1 Giovanni 5:17). Galati 5 fornisce una lista di peccati che include invidia, rabbia, ubriacarsi e altre cattive condotte che spesso non
consideriamo nemmeno come peccati.

Ora la domanda è la seguente: se la Scrittura afferma che tutti hanno peccato e sono iniqui perchè Yeshua chiama i suoi discepoli ad essere perfetti?
Janira
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Re: La questione del peccato

Messaggio da Janira »

Perché possiamo andare oltre alla nostra natura egoistica e divenire perfetti come Yeshua. Questo è il percorso che inizia con la nuova nascita.
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matteo97
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Re: La questione del peccato

Messaggio da matteo97 »

Se tutti diventassimo perfetti allora il peccato non esisterebbe e non avrebbe senso parlare di ciò. Comunque se il peccato è la violazione della legge, essere peccatori significa essere irresponsabili dinnanzi alla legge. E chi stabilisce chi è sotto la legge e chi no? - intendo in tempi moderni
Janira
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Re: La questione del peccato

Messaggio da Janira »

Io ti posso rispondere solo dal punto di vista della Kabbalah.
La domanda principale dovrebbe essere: perché esiste il peccato?
Dio poteva crearci già "buoni", in armonia con Lui e con la Creazione, invece ci ha creati con l'inclinazione al male, perché?
E dopo aver constatato ciò, qual è il rimedio?
Siamo destinati ad essere così imperfetti?
Qual è il proposito della Creazione?
noiman
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Re: La questione del peccato

Messaggio da noiman »


Ciao Janira, ;) ottima osservazione, provo ad aggiungere il mio punto di osservazione utilizzando quello che ho studiato in molti anni.

Il concetto di bene e male dell’antico testamento era un concetto chiaro e veniva compreso con facilità dai contemporanei e non creava conflitto nelle interpretazioni delle parole scritte , nessun conflitto con la spiegazione che il male potesse essere compreso nel piano divino o addirittura creato al pari di tutte le altre cose contenute nella creazione, in una apparenza ingenuità il contemporaneo dava per scontato che tutto il male e tutto il bene appartenessero alla volontà divina e alla creazione, le parole contenute in Isaia: “Colui che forma la luce e crea la tenebra, che fa la pace e crea il male, io Dio, faccio tutto questo” non creavano nessun scompiglio nei tempi in questo fu scritto.
Anche l’affermazione :”Dio ha fatto da sé tutte le cose, anche il maligno per il giorno della sventura” (proverbi 16/4) non ha scosso nessun animo e nessuna coscienza.
Solo con la filosofia greca e il dualismo platonico separerà il bene e male e creerà la contrapposizione tra il bene divino completamente diverso da quello che ci sembra scritto nei testi originali, pensiero che è stato fortemente aiutato dai primi capitoli del libro di Bereshit dove leggiamo in modo simbolico la caduta di Adamo e la presenza del serpente che condensa tutti i presupposti del male.
Esiste dunque la contrapposizione tra i “ buoni e i malvagi “, e di conseguenza tra “giusti e malvagi” che non è una apparente sottigliezza.
La razionalizzazione in categorie consente di creare delle categorie e di conseguenza la retribuzione al male e al bene, la natura stessa si deve adeguare a questo ordine a questo punto il senso della giustizia divina diventa cosmico.

Yosef Gikatilla in un breve trattato dal titolo “il segreto del Serpente e del suo giudizio” offre una curiosa interpretazione per spiegare l’origine del male:” Perciò quando il Santo, sia Benedetto, mise in guardia il primo uomo da toccare l’Albero della conoscenza finchè il bene e il male aderivano ancora ad esso, l’uno dall’interno l’altro dall’esterno. Egli avrebbe dovuto attendere per staccare dall’alveo il suo”prepuzio”[cioè il primo frutto] [….] ma come è scritto Adamo prese del frutto e portò con ciò “un idolo nel Santo dei Santi”, cosicché la forza dell’impurità dall’idolo nel Santo dei Santi, e la forza dell’impurità dall’esterno penetrò all’interno[….] sappi che tutte le opere di Dio, se stanno ognuna al proprio posto, nel luogo che è stato loro ordinato e predestinato nell’atto della creazione sono buone[….] ma se si ribellano e lasciano il posto assegnato, allora sono malvagie [….] perciò in Isaia è scritto: “ Che stabilisce l’armonia e crea il male” . ( tratto da La Figura mistica della divinità - Gershom Scholem).

Non male questa affermazione “Bene e male sono originati dallo stesso materiale, ciò che li distingue non è una diversa natura, ma una diversa lavorazione (Somekh).

La creazione non dimenticate è sola una mossa in una scacchiera dove male e bene si alternano, la prima mossa che conosciamo è sulla casella del bene, secondo l’affermazione : “D-o vide che era bene e molto bene” , ma la mossa precedente proveniva dal male, l’omissione di bene o molto bene equivale a “molto male .
Allora bisogna ritornare alla affermazione “Il Signore crea il male, ‘oseh shalom u-bore ra’. È singolare che nella tefillàh di tutte le mattine si ripeta questa frase, nella quale invece di dire che il Signore crea il male, diciamo che il Signore crea la pace e crea tutto "oseh shalom u-bore et ha-kol".

Il male fa parte della creazione, ma secondo questo racconto il male è in realtà un derivato della libertà, uno dei significati di Bereshit non subito evidente è che nel momento in cui il D-o lascia la prima coppia in uno stadio primordiale, hanno soltanto una scelta da fare, quella di rimanere in una dimensione di innocenza oppure di crescere, ovviamente scelgono un cambiamento suggeriti dal serpente.
D-o ha affermato che se resteranno in questo giardino isolato, godranno di solo delizie e tranquillità.

“La luce dotata di pensiero entra cosi in conflitto originario con l’ambito di D-o stesso che non vuole essere compenetrato da lei e che nella resistenza contro questa formazione ad extra cerca di distruggere le strutture cui essa da luogo. Quando la luce dotata di pensiero irradiò lo spazio primordiale pervase, secondo questa tradizione , solo una metà degli ambiti resi liberi dallo tzimtzum per la creazione. La parte inferiore invece, chiamata “informe”(golem) o “profondità del grande abisso “omqa de-tehoma rabbàh” , restò del tutto colma della luce senza pensiero divenuta a quel punto, nei suoi effetti sulla creazione, il principio distruttivo e la radice del male. Ad ogni processo cosmogonico si ripropone questo conflitto, che non vede contrapporsi due processi ostili, ma due aspetti della dell’unica divinità”
Tutte le strutture e le forme della creazione sono portate all’esistenza dalla luce senza pensiero nel momento in cui è costretta dal pensiero a passare da una potenza all’atto. Nella misura in cui l’informe” accetta di rivestirsi di una forma diviene un elemento costruttivo, mentre rappresenta la radice del male ogni volta che si rifiuta”

Gershom Sholem- La figura mistica della divinità, (pag 73/75).

In conclusione il male ci appare come un fattore anomalo della creazione e pone sempre la stessa domanda:”Ma se D-o è buono perché permette il male”, mentre il pensiero cabalista afferma che c’è una radice del male anche in D-o stesso.
Ancora una nota , Natan di Gaza, formula la teoria che il male è un elemento presente in D-o stesso, ma non è malvagio nel senso filosofico come indica il misticismo greco, si tratta piuttosto della parte di D-o stesso che secondo il principio di En-sof, non ammette nulla accanto a se stesso
Ovviamente ben pensanti e integralisti non approvano questa possibilità e riducono tutto alla natura dell’uomo …. Che ci possiamo fare …. Forse continuare argomentare.
Aggiungo questo post nella cartella “Interpretazione ebraica delle scritture”
Shalom
Noiman



France
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Iscritto il: martedì 1 aprile 2014, 11:53

Re: La questione del peccato

Messaggio da France »

Bella ed interessante, come tutte del resto, questa interpretazione di Noiman!
Cosa ho capito io.

Dio ha creato il bene ed il male per darci la possibilità di scegliere e di crescere.
Se il fine ultimo è la scelta del bene perché creare il male?

Penso che se non passiamo dal male, alla conquista del bene assoluto, saremmo come gli angeli o i bambini. Essi hanno l’assenza del male, gli angeli distruggono Sodoma con tutti gli uomini, le donne, i bambini e gli animali proprio per l’assenza in loro del male, loro ubbidiscono e basta.
Quindi saremmo stati come gli angeli od i robot.

L’uomo nella sua fretta di conoscenza non ha aspettato che Il “buono” dell’interno dell’albero maturasse e si espandesse all’esterno.
Adesso il cammino è al contrario dall’esterno verso l’interno. L’uomo ha scelta la strada larga e lunga.

Il piano divino comunque si realizzerà! in quanto tempo?
Un rimedio a questa fretta dell’uomo forse Iddio la prevista con il dono e la venuta del Messia.
Senza forse, lui ci ha indicato la via.
Shalom a tutti!
Janira
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Iscritto il: giovedì 8 febbraio 2018, 15:13

Re: La questione del peccato

Messaggio da Janira »

Spesso ho letto negli articoli del Baal Ha Sulam la frase: non esiste nulla tranne Lui.
Io sono arrivata all'idea che sia questa la più grave idolatria, peggio ancora della Trinità.
Non esiste un'entità che si oppone al bene proveniente dal Creatore, bensì tutto, ma proprio tutto, proviene da Lui.
Perciò ci possiamo chiedere il perché dell'esistenza della sofferenza, del male in generale.
Perché l'uomo compie il male?
Perché la sua natura è completamente egoista. Non muoverebbe un dito se non ne avesse un guadagno e questo vale per tutti, ma proprio tutti gli uomini.
L'uomo, da solo, non ha nessuna possibilità di fare il Bene, inteso anche come il più piccolo atto di amore altruistico.
Perché Dio ci ha creati così? Perché il Suo proposito , il Suo pensiero è molto più immenso: non solo di donarci tutto l'amore, il bene e il piacere possibile, ma di renderci come Lui, con la stessa consapevolezza.
Come dice France, saremmo altrimenti come i bimbi nell'utero della mamma, completamente ricolmi di ciò che serve, ma senza alcuna consapevolezza.
Per poter realizzare questo alto proposito, dobbiamo essere completamente opposti alla natura del Creatore. Possiamo capire un concetto solo se esiste il suo opposto.
Questo mondo materiale, in cui il Creatore è completamente nascosto, ci serve per sviluppare al massimo il nostro egoismo ( cibo,famiglia, sesso, potere, soldi, conoscenza), fino a quando il Creatore sveglia in noi quella piccola scintilla con la stessa natura del Creatore. A quel punto solo abbiamo la libertà di scelta: un ambiente, un terreno fertile in cui piantare il seme della spiritualità. Ma solo il Messia può aiutarci a cambiare la nostra natura. La parola Messia in ebraico richiama anche il verbo tirare fuori, cioè è quella forza che ci libera dalla nostra natura egoista ( cioè dal peccato).
A quel punto possiamo risalire la scala, correggendo tutti i 613 ( alcune volte ho letto 620) desideri spirituali da egoisti a altruisti, cioè compiendo le 613 mitzvoth, fino alla fine della correzione.
Ho letto questa citazione:
" Ho creato l'inclinazione al male, ho dato la Torah come spezia"
La Torah è l'istruzione per ricevere la Luce
Sandro_48
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Iscritto il: giovedì 18 luglio 2019, 0:58

Re: La questione del peccato

Messaggio da Sandro_48 »

SALMO 36 ( 35 ) lA SUGGESTIONE DEL PECCATO:
2 IL peccato è suggestione che seduce
nel cuore del malvagio
perchè non c'è il Timor di Dio
davanti ai suoi occhi.

3 Guarda a se stesso con occhio adulatore
non discerne nè odia la sua colpa

4 le parole della sua bocca malizia e inganno
ha perduto ogni senso del bene.

5 Sul suo letto progetta azioni inique
si ostina su strade perverse
non rinuncia a compiere il male.
Janira
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Iscritto il: giovedì 8 febbraio 2018, 15:13

Re: La questione del peccato

Messaggio da Janira »

Grazie Sandro!
Questa è una mia grande lacuna, non memorizzo un versetto nemmeno per sbaglio, perciò sono sempre tanto grata a chi mi supporta citando le Scritture!
Com'è difficile per l'uomo riconoscere di essere malvagio! Tante volte sento le persone accanto a me lamentarsi dell'ingiustizie ricevute: loro così buoni, ricevono in cambio solo il male!
Invece siamo tutti prigionieri della nostra natura, finché non capiamo che dobbiamo metterci nelle mani del Creatore! Yeshua ci ha mostrato la via per fare tutto ciò, di questo sono convinta!
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