Chi è Dio?

Janira
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Re: Chi è Dio?

Messaggio da Janira »

Pensare che Dio possa essere una persona che cambia il suo atteggiamento in base al comportamento delle sue creature, porta al fatto che non sia perfetto.
speculator2
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Re: Chi è Dio?

Messaggio da speculator2 »

Prima di "nascere di nuovo", come dice Nicodemo nel vangelo di Giovanni bisogna: "entrare nel ventre di sua madre ". C'è la necessità di un ritiro di una gestazione.

Inoltre ad un cacciatore non basta sentire un suono "ne ode il suono " ma deve imparare da dove viene e dove va.
Janira
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Re: Chi è Dio?

Messaggio da Janira »

Wow, forse per la prima volta ho capito ciò che vuoi dire! La Kabbalah fa proprio miracoli.. :d
Perdonami lo scherzo ;)
Sono d'accordo con te, i Kabbalisti parlano di un periodo chiamato Preparazione.
La nascita spirituale è tutt'altro che immediata.
http://laitman.it/2010/04/13/il-ciclo-d ... pirituale/
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Maurizio1
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Re: Chi è Dio?

Messaggio da Maurizio1 »

Ciao Sandro. Tu dici che
il Dio di Israele lo scopriamo nella lettura della Bibbia
dalla quale citi senza esitazione il nuovo testamento
"Siamo stati salvati in speranza" (Romani 8,24)
pero' poco prima avevi detto che non si puo' dire chi e' il Dio di Israele
secondo il Cristianesimo che si è sostituito (in modo anti-semita) al Dio Ebraico
.

Non e' una contraddizione?
AEnim

Re: Chi è Dio?

Messaggio da AEnim »

Matteo, glielo ha domandato Mosè, ed ha risposto ehyeh ʾašer ʾehyeh.
Di più non è dato sapere. Come che si voglia interpretare la risposta rimane piuttosto enigmatica e poco esplicativa. Ora, se D-o stesso aveva poca voglia di spiegare se stesso, come possiamo farlo noi e come possiamo saperne di più? ;)
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Gianni
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Re: Chi è Dio?

Messaggio da Gianni »

Ottima risposta, AEnim. E poi c'è anche una ragione. Nela Bibbia conoscere il nome di qualcuno comporta anche avere una certa padronanza su quel qualcuno, e con Dio non è proprio il caso. Si pensi all'angelo che lottò con Giacobbe. Il patriarca voleva sapere qual era il suo nome e l'angelo si rifiutò di dirglielo.
speculator2
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Re: Chi è Dio?

Messaggio da speculator2 »

Dalla Bibbia non mi risulta che l'angelo si rifiutò di dire il suo nome a Giacobbe; non mi risulta che glielo disse. Mi risulta che l'angelo fece a Giacobbe una domanda a cui non abbiamo risposta. Probabilmente la domanda di dell'Angelo a Giacobbe era per sapere con quel ruolo e con n che autorità Giacobbe chiedeva il nome, una specie di password.
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Gianni
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Re: Chi è Dio?

Messaggio da Gianni »

Proprio perché c’era l’idea che conoscendo il nome di una persona si poteva avere un certo potere, gli esseri spirituali nascondono il proprio nome. All’angelo che ha lottato con Giacobbe, costui chiede: “Dichiarami, ti prego, il tuo nome”. L’angelo capisce l’antifona, e controbatte: “Perché domandi il mio nome?”. E non glielo rivela, limitandosi a benedirlo: “E lì lo benedisse”. - Gn 32:29.

La donna di Gdc 13:6, che ha ricevuto la visita di un angelo, dice poi che l’angelo non le “ha dichiarato il suo nome”. Quando Manoa domanda il nome di un angelo, questi gli risponde: “Perché devi chiedere del mio nome, quando esso è meraviglioso?” (Gdc 13:18); più che “meraviglioso”, la Bibbia dice פלאי (fèly): “misterioso”.
AEnim

Re: Chi è Dio?

Messaggio da AEnim »

Gianni ha scritto: sabato 18 settembre 2021, 10:41 c’era l’idea che conoscendo il nome di una persona si poteva avere un certo potere

Scusa l'ignoranza, ma questo lo ricaviamo solo dal fatto che ad Adam venne fatto dare il nome a tutte le creature oppure anche da altro?
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Gianni
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Re: Chi è Dio?

Messaggio da Gianni »

Nel linguaggio semitico (che è quello della Bibbia) il nome indica la realtà della persona, l’essere costitutivo, la sua essenza: “Come è il suo nome, così è lui”. - 1Sam 25:25.
In Is 30:27 (“Ecco, il nome di Geova viene da lontano, ardente con la sua ira e con gravi nubi”) non si allude a chissà quale etimologia del Nome, fatta risalire a tempi lontani, ma alla persona stessa di Dio. Il nome è la realtà di ciò che il nome evoca, si tratti di Dio, di una persona o di una cosa.

“Egli è quel che dice il suo nome”. - 1Sam 25:25, Nuova Riveduta.

Questo concetto ebraico è presente in tutta la Scrittura. Noi (concetto occidentale) diciamo che una persona ha un nome; l’ebreo (concetto biblico) dice che la persona è il suo nome.
Nella Scrittura il nome indica la natura stessa della persona. La Bibbia spiega che “Adamo mise a sua moglie il nome di Eva, perché doveva divenire la madre di tutti i viventi” (Gn 3:20). Il nome ebraico חוה (Khavàh), da cui il nostro “Eva”, significa “vivente”. Già dal primo nome che sia mai stato assegnato da un essere umano ad un altro essere umano si apprende il valore che il nome assume nella Bibbia. “Questa sarà chiamata Donna [אשה (ishàh); “uomo-femmina”; come dire “uoma”, se ci si passa il termine], perché dall’uomo [איש (ish)] questa è stata tratta” (Gn 2:23). Dio cambia il nome ad Abramo: “Il tuo nome dovrà divenire Abraamo [אברהם (avrahàm), “padre di popoli”], perché di sicuro ti farò padre di una folla di nazioni” (Gn 17:5). Il nome indica quindi la natura e il destino di vita della persona. Ad Abraamo Dio dice: “In quanto a Sarai tua moglie, non la devi chiamare col nome di Sarai, perché il suo nome è Sara [שרה (Saràh); “signora”, “principessa”]. E certamente la benedirò”. - Gn 17:15,16.
Così è in tutta la Bibbia, anche nelle Scritture Greche. Un angelo dice a Giuseppe (lo sposo della madre del Messia) circa il figlio che lei avrà: “Tu gli dovrai mettere nome Gesù, poiché egli salverà il suo popolo dai loro peccati” (Mt 1:21). Si noti qui non solo l’imposizione del nome, ma la ragione per cui tale nome è imposto: “Poiché egli salverà il suo popolo”. Ma non poteva chiamarsi Beniamino o Amos o Simone e salvare lo stesso il popolo? Per la nostra mentalità occidentale ciò sarebbe del tutto indifferente e del tutto ininfluente. Per la mentalità biblica, no. Perché nel nome c’è il destino della persona. Il nome imposto al Messia doveva essere proprio יהושע (Yehoshùa), che significa “Yah salva”. Questo nome sarebbe stato il programma di vita del Messia, quel nome particolare avrebbe segnato il suo destino: attraverso di lui Dio avrebbe recato la salvezza. Nel testo greco il nome Yehoshùa è tradotto con Ỉησοῦς, già usato dalla LXX greca per tradurre il nome ebraico “Yehoshùa”, Giosuè, il successore di Mosè.
Nella Scrittura, quindi, il nome rappresenta l’autentica personalità della persona e, in certo senso, il suo destino o programma di vita.

Presso gli ebrei (e, quindi, nella Bibbia) c’era l’idea che conoscendo il nome di qualcuno si poteva esercitare un certo potere su di lui. Questo concetto risulta chiaro in Is 43:1, dove Dio dice ad Israele: “Non aver timore, poiché io ti ho ricomprato. [Ti] ho chiamato per nome. Sei mio”. Si noti il parallelismo: “[Ti] ho chiamato per nome” = “sei mio”.
Israele, orgogliosa della sua appartenenza a Dio, dice: “Ascoltatemi, o isole, e prestate attenzione, gruppi nazionali lontani. Geova [Yhvh] stesso mi ha chiamato fin dal ventre. Dalle parti interiori di mia madre ha menzionato il mio nome”. - Is 49:1.
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