Riflessioni Bibliche

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Gianni
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Re: Riflessioni Bibliche

Messaggio da Gianni »

Caro Tiger, posso anche leggere tutti gli apocrifi che vuoi, ma ciò che conta è alla fine la Sacra Scrittura.
Perché dici che si è voluto a tutti i costi legare gli scritti greci con il Tanàch? È la Bibbia ebraica che fa luce sulle Scritture Greche. Il contrasto con l'ebraismo è dovuto al fatto che gli ebrei non accettano Yeshùa come Messia. Nelle Scritture Greche, viceversa, c’è piena adesione al Tanàch.

Riguardo a Gv 1:14, in questo passo è detto che ὁ λόγος σὰρξ ἐγένετο καὶ ἐσκήνωσεν ἐν ἡμῖν, “la parola carne divenne e pose la tenda tra noi”. Il verbo γίνομαι indica il divenire, l’iniziare ad esistere, l’apparire nella storia. Il senso è che la parola sapiente e creatrice di Dio apparve nella storia come carne. Scese nella persona umana di Yeshùa, tanto che tutto ciò che disse e fece era parola di Dio (cfr. Eb 1:1,2). Yeshùa ebbe una madre, non fu un’incarnazione.
“Da questo conoscete lo Spirito di Dio: ogni spirito, il quale riconosce pubblicamente che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio; e ogni spirito che non riconosce pubblicamente Gesù, non è da Dio” (1Gv 4:2,3). “Molti seduttori sono usciti per il mondo, i quali non riconoscono pubblicamente che Gesù Cristo è venuto in carne”. - 2Gv 7.
Farsi carne è ben diverso da incarnarsi. L’incarnazione, che è un concetto pagano e non esiste, presuppone una carne in cui entrare. Frasi carne significa invece diventare carne (γίνομαι).

Tu parli di concetto gnostico. Lo gnosticismo comparve nel secondo secolo. Nel primo tuttavia iniziarono a manifestarsi i suoi primi germi. Questo pre-gnosticismo Giovanni lo combattè tenacemente.
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Maria Grazia Lazzara
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Re: Riflessioni Bibliche

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Tiger ha scritto: martedì 29 novembre 2022, 22:31

Ma non c'è niente di sbilanciato, il Gesù trascendente Non può essere come il primo Adamo, altrimenti saremmo punto e a capo. Il primo Adamo viene dalla Terra, il secondo viene dal cielo. Anche questo è un concetto gnostico che è rimasto nei Vangeli, non lo trovi nel tanak. Secondo gli gnostici, il primo Adamo fu creato dalla Terra dal demiurgo ignorante, il secondo Adamo è trascendente e viene direttamente dalla luce il Padre, e cioè dal vero Dio. Questo è il vero riscatto.

Maria Grazia qua sopra c'è anche la tua risposta.

Scusa Tiger ,tu dici ,il primo uomo e' dalla terra,il secondo è dal cielo ,questo è il vero riscatto. Ma tu trascuri sempre quella parola , Corrispondente ,riscatto corrispondente , corrispondente a che cosa ??? E poi la scrittura " Il primo uomo Adamo divenne anima vivente ( dopo un processo di preparazione divenne anima vivente ) l'ultimo Adamo divenne spirito vivificante ( dopo un processo di preparazione terreno divenne spirito vivificante alla Risurezione ) mi soffermo su questo verbo Divenire . Chiarificatrici le scritture che Gianni cita a sostegno della sua tesi Ebrei 1-1,2. I Giov 4 : da leggere il versetto 1 a mio parere e 2,3 già Giovanni qui' dice chiaramente il sorgere di idee apostate tra cui il non confessare il Gesù venuto nella carne . 2 Giov 7 Quale chiave di lettura suggeriscono a te queste scritture ?
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Gianni
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Re: Riflessioni Bibliche

Messaggio da Gianni »

Tiger, faccio fatica a seguerti ... troppe ipotesi. Che il termine "Dio", sia nelle Scritture Ebraiche sia nelle Scritture Greche non esista è tutto dire è non è vero che in 1Cor 2:6-8 il termine θεου vada tradotto con "divinità". Per questo termine il greco ha un diverso apposito vocabolo.
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Maria Grazia Lazzara
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Re: Riflessioni Bibliche

Messaggio da Maria Grazia Lazzara »

Tiger ha scritto: mercoledì 30 novembre 2022, 18:25


Caro Tiger , ti nomino mio correttore , non mi entra in testa questa faccenda della quote , come non mi entrano in testa i tuoi ragionamenti ☺️ E quindi sbaglierò ancora e tu con la santa pazienza me lo rispiegherai ,come mi rispiegherai i concetti che esprimi che leggo e rileggo ,leggo e rileggo è più leggo e rischio di far andare in fumo il cervello , scherzi a parte è' un piacere ascoltare imparare , e qui' c'è da imparare 👏🏻
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Gianni
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Re: Riflessioni Bibliche

Messaggio da Gianni »

Tiger, tu hai scritto che «in 1 Cor. 2, 6-8 il termine θεου è tradotto con "divinità". Il termine Dio è stato usato per comodo. Al massimo si potrebbe, come in altri argomenti o dimostrato con fonti alla mano, che il termine Dio derivi da "luce". Il termine θεος dovrebbe essere tradotto con Divinità, una Divinità, senza un nome è un cognome». - Mercoledì 30 novembre 2022, 18:29

Ora, chi è che traduce θεου con "divinità"? Dovresti indicare il traduttore.
Poco dopo affermi: «Il termine θεος dovrebbe essere tradotto con Divinità» (mercoledì 30 novembre 2022, 18:29).
Adesso mi scrivi: «Io non ho detto che in 2 Cor. 6-8 il termine θεου vada tradotto con divinità. Io ho detto che è tradotto con divinità, Ed è esattamente al verso 7 e dice: " parliamo di una sapienza divina," nel originale è scritto "θεου", e non Divina. Controlla e vedi». - Mercoledì 30 novembre 2022, 19:00.

Tiger, mi mandi in confusione, non riesco proprio a seguirti. Prima dici che θεου è tradotto con "divinità" e che Dio è stato usato per comodo. Poi dici che θεος dovrebbe essere tradotto con Divinità.

Davvero non ti seguo.

In 1Cor 2:7 è scritto:
λαλοῦμεν θεοῦ σοφία
parliamo di Dio [di] una sapienza

Messo in buon italiano: “Parliamo di una sapienza di Dio”.
Il verbo λαλέω indica il parlare e in greco è transitivo. Letteralmente sarebbe “pariamo una sapienza”, ma in italiano è scorretto. I meridionali, ad esempio, sono molto scorretti nella frase “ha parlato che viene” al posto di “ha detto che viene”. In italiano dobbiamo quindi tradurre “parliamo di una sapienza di Dio”. Se vuoi mantenere l’accusativo anche in italiano, puoi tradurre “pronunciamo / dichiariamo / esponiamo / usiamo parole per spiegare una sapienza di Dio”.
In ogni caso θεοῦ è il genitivo di θεός e va tradotto “di Dio”.
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Gianni
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Re: Riflessioni Bibliche

Messaggio da Gianni »

PREGO TUTTI DI LEGGERE: potrebbe essere istruttivo.

Tiger, a volte a qualcuno succede che crede di dire chissà cosa e in modo chiaro, ma in verità quel qualcosa è chiaro solo per lui e chi l’ascolta non ci capisce niente. Non so se questo è il tuo caso, ma per ciò che riguarda me è vero che non capisco quello che dici.

Ora ti dico chiaro e tondo come stanno le cose per quel poco che credo di aver capito, poi ti prego di accettare che io esaurisca qui la mia partecipazione a questa specie di scambio non so bene su cosa.

Mi limito a questa tua dichiarazione: “Ribadisco che il termine θεου andrebbe tradotto con divinità, perché quello è il suo significato. Io ti ho fatto notare che in 1 Cor. 2,7 il termine θεου è tradotto con divinità. Controlla”.

Se mi dici “controlla”, che cosa dovrei controllare, e perché? Non ho bisogno di controllare se indichi la fonte. Controllerei solo nel caso di dubbi. Quando ti ho domandato chi è che traduce θεου con "divinità", ho aggiunto: “Dovresti indicare il traduttore”. Non perché mettessi in dubbio che qualcuno traduca così, ma per invitarti ad essere chiaro e preciso.

Ora, Tiger, devi sapere che ci sono diversi modi di tradurre la Bibbia. Diciamo che possono essercene 3 o 4. Te li dico:

1. Traduzione assolutamente fedele all’originale. È quella delle interlineari o, almeno, dovrebbe, perché a volte alcune non rispettano questo criterio.
2. Traduzione che tende al letterale. La traduzione letterale delle interlineari non può essere proposta tale e quale ma va adattata all’italiano. Nel farlo alcuni traduttori cercano di mantenersi però sul letterale per essere più fedeli al testo biblico.
3. Libera traduzione. Ha il grosso vantaggio di rendere piacevole la lettura e di renderla immediatamente comprensibile. Ha lo svantaggio di non essere adatta allo studio, perché chi studia ha bisogno spesso di esaminare una parola o un verbo per come appare nel testo sacro.
4. Traduzione ancora più libera o perfino parafrasata. Stessi vantaggio e svantaggio della precedente, ma più accentuati.

Se ciò ti è chiaro, mettiamolo alla prova con 1Cor 2:7.

Traduzione di tipo 1, interlineare. È quella che ho fatto nel mio precedente intervento: “Parliamo di Dio una sapienza”. Spesso il greco, come il latino, mette il complemento di specificazione (genitivo) prima del complemento oggetto (accusativo), ma in italiano non è così, per cui – per rendere comprensibile la frase paolina – dobbiamo tradurre “parliamo una sapienza di Dio”. Ma ancora non basta, perché il verbo greco è transitivo, ma in italiano no, per cui dire ‘parliamo una sapienza’ sarebbe un errore. Possiamo allora tradurre più correttamente “parliamo di una sapienza” oppure usare un verbo italiano transitivo.

Traduzione di tipo 2. Messa in corretto italiano, ma letterale. È ciò che fa la vecchia TNM: “Esprimiamo la sapienza di Dio”, che però commette l’errore di inserire l’articolo “la” che è assente nel testo biblico. La nuova TNM cerca di fare un passo avanti nell’italiano e traduce: “Parliamo invece della sapienza di Dio”.

Traduzione di tipo 3. È quella di TILC: “Parliamo della misteriosa sapienza di Dio”. Noti in quale stupendo italiano si esprime? Il testo letterale greco è “parliamo di Dio una sapienza in mistero la nascosta”.

Traduzione di tipo 4. “La nostra sapienza è quella di Dio”. – BDG.

Dove si colloca la CEI (“parliamo di una sapienza divina”)? Direi tra la 2 e la 3. Nel tradurre “divina” è decisamente sulla 3. La nuova CEI torna al tipo 2: “Parliamo invece della sapienza di Dio”.

È sbagliato tradurre “divina” il genitivo θεοῦ? Sì, se la Bibbia la studi; no, se la Bibbia la leggi. In italiano si può dire “è di Bari” oppure “è barese”, “l’amore di Dio” oppure “l’amore divino”. È la stessa cosa, ma con sfumature diverse.

Ora l’ultima cosa: è del tutto falso che il termine greco θεοῦ si possa tradurre “divinità”. Intanto è un genitivo, per cui casomai sarebbe “di divinità”. Ma il termine θεός indica un “dio”, sia quello vero, Uno e Unico, che uno falso; dipende dal contesto.

Per “divinità” il greco ha due apposite parole: θειότης e θεότης, le quali hanno sfumature diverse.

Ora, Tiger, intendo chiudere qui questa conversazione. Puoi continuarla con altri, ma non con me, perché mi mandi nel pallone e, per dirla tutta, parlare di calendario è al confronto una passeggiata.

Se mi sono dilungato è soprattutto perché credo sia utile per molti sapere quali sono i criteri con cui si procede alle traduzioni bibliche.
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Re: Riflessioni Bibliche

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Sarebbe il colmo se dovessi moderare un moderatore ed il titolare =))
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Re: Riflessioni Bibliche

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Giovanni 1:14

C.E.I.: E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.

Ho logos sarx egeneto

ἐγένετο (egeneto)
Strong's 1096: Prolungamento e forma di voce media di un verbo primario; far essere, cioè divenire, usato con grande latitudine.
σὰρξ (sarx) Sostantivo
Strong's 4561: Carne, corpo, natura umana, materialità; affini.

1096. γίνομαι (ginomai)

Matteo 7:28 V-AIM-3S
GRK: Καὶ ἐγένετο ὅτε ἐτέλεσεν
KJV: E avvenne quando Gesù
INT: E avvenne quando ebbe finito

Matteo 8:26 V-AIM-3S
GRK: θαλάσσῃ καὶ ἐγένετο γαλήνη μεγάλη
NAS: e il mare, e divenne perfettamente

Matteo 9:10 V-AIM-3S
GRK: Καὶ ἐγένετο αὐτοῦ ἀνακειμένου
NAS: Allora avvenne che come Gesù

https://biblehub.com/john/1-14.htm
https://biblehub.com/greek/strongs_1096.htm

1096 gínomai – propriamente emergere , divenire , passare da un punto (regno, condizione) a un altro. 1096 ( gínomai ) significa fondamentalmente " divenire " (divenire, divenire) quindi non è un esatto equivalente del verbo ordinario equativo "essere" ( è , era , sarà ) come con 1510 /eimí ( 1511 /eínai , 2258 / ēn ).
1096 ( ginomai ) significa " divenire , e significa cambiamento di condizione, stato o luogo " (Vine, Unger, White, NT , 109).M. Vincent, " 1096 ( gínomai ) significa venire in essere/manifestazione che implica movimento, movimento o crescita " (in 2 Pt 1:4). Quindi è usato per le azioni di Dio che emergono dall'eternità e diventano (mostrandosi) nel tempo (spazio fisico).
https://biblehub.com/greek/1096.htm
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Re: Riflessioni Bibliche

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

1 Corinzi 2:7

μυστηρίῳ (mystēriō) Sostantivo - Dativo Neutro Singolare
Strong's 3466: Da un derivato di muo; un segreto o 'mistero'.
ἀποκεκρυμμένην (apokekrymmenēn) Verbo - Participio Perfetto Medio o Passivo - Accusativo Femminile Singolare
Strong’s 613: Nascondersi, nascondere, mantenere il segreto. Da apo e krupto; nascondersi; in senso figurato, per mantenere il segreto.
σοφίαν (sophian) Sostantivo - Accusativo Femminile Singolare
Strong's 4678: Saggezza, perspicacia, abilità (umana o divina), intelligenza. Da sophos; saggezza.
Θεοῦ (Theou) Sostantivo - Genitivo Maschile Singolare
Strong's 2316: Una divinità, specialmente la Divinità suprema; in senso figurato, un magistrato; dall'ebraismo, molto.

New International Version (NIV) No, dichiariamo la saggezza di Dio, un mistero che è stato nascosto e che Dio ha destinato alla nostra gloria prima dell'inizio del tempo.

New Living Translation (NLT) No, la saggezza di cui parliamo è il mistero di Dio, il suo piano che era precedentemente nascosto, anche se lo ha fatto per la nostra gloria ultima prima dell'inizio del mondo.

Italian Standard Version (ISV) Ma noi impartiamo una sapienza segreta e nascosta di Dio, che Dio ha decretato prima dei secoli per la nostra gloria.

Berean Standard Bible (BSB) No, parliamo della misteriosa e nascosta sapienza di Dio, che ha destinato alla nostra gloria prima dell'inizio del tempo.

Berean Literal Bibl(BLB) Ma noi parliamo in un mistero, essendo stata nascosta la sapienza di Dio, che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria,

Bibbia di Re Giacomo Ma parliamo della saggezza di Dio in un mistero, anche la saggezza nascosta, che Dio ha ordinato davanti al mondo alla nostra gloria:

New King James Version (NKJV)Ma parliamo della saggezza di Dio in un mistero, la saggezza nascosta che Dio ha ordinato prima dei secoli per la nostra gloria,

New American Standard Bible (NASB), ma parliamo della saggezza di Dio in un mistero, la saggezza nascosta che Dio ha predestinato prima dei secoli alla nostra gloria;

NASB 1995 ma diciamo la sapienza di Dio in un mistero, la sapienza nascosta che Dio ha predestinato prima dei secoli alla nostra gloria;

NASB 1977 ma diciamo la sapienza di Dio in un mistero, la sapienza nascosta, che Dio ha predestinato prima dei secoli alla nostra gloria
https://biblehub.com/1_corinthians/2-7.htm

Nuova Riveduta: ma esponiamo la sapienza di Dio misteriosa e nascosta, che Dio aveva prima dei secoli predestinata a nostra gloria

C.E.I.: parliamo di una sapienza divina, misteriosa, che è rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria.

Nuova Diodati: ma parliamo della sapienza di Dio nascosta nel mistero, che Dio ha preordinato prima delle età per la nostra gloria,

Martini: Ma parliamo della sapienza di Dio in mistero, di quella occulta, di quella preordinata da Dio prima de' secoli per nostra gloria.

Diodati: Ma ragioniamo in misterio la sapienza di Dio occulta, la quale Iddio ha innanzi i secoli determinata a nostra gloria.
https://www.laparola.net/testo.php?rife ... []=Diodati

TNM: Parliamo invece della sapienza di Dio espressa in un sacro segreto, la sapienza nascosta, che Dio aveva già stabilito prima dei sistemi di cose per la nostra gloria
https://www.jw.org/it/biblioteca-digita ... corinti/2/


4. Θεός è usato per tutto ciò che può in qualche modo essere paragonato a Dio, o gli somiglia in qualche modo : Ebraisticamente, equivalente al rappresentante o vicegerente di Dio, di magistrati e giudici, Giovanni 10:34 f dopo Salmo 81:6() ( del saggio , Philo de mut . _ _ _ _ _ _ _ ); πατήρ καί μήτηρ ἐμφανεις εἰσί θεοί , μιμούμενοι τόν ἀγεννητον ἐν τῷ ζοωπλάστειν , de decal. § 23; ὠνομάσθη (ie Moses) ὅλου τοῦ ἔθνους Θεός καί βασιλεύς , de vita Moys. io. § 28; (de migr. Abr. § 15; de alleg. leg. i. § 13)); del diavolo, ὁ Θεός τοῦ αἰῶνος τούτου (vedi αἰών , 3), 2 Corinzi 4:4 ; la persona o cosa a cui si è totalmente devoti, per la quale solo si vive, ad esempio ἡ κοιλία , Filippesi 3:19 .

LESSICO GRECO DI THAYER, Database Elettronico.
https://biblehub.com/greek/2316.htm

Da dove trae origine la nozione di “dio” (in greco theós)? Nei due brani riportati qui di seguito – rispettivamente un frammento di Sesto Empirico (II-III secolo d.C.) relativo al De philosophia di Aristotele e un passo dell’apologia Ad Autolico di Teofilo di Antiochia (II secolo d.C.) – l’idea di divinità viene accostata all’ordine e al movimento della volta celeste. Per Aristotele, scrive Sesto Empirico, l’origine della nozione di dio è duplice, derivando «da ciò che accade nell’anima e dai fenomeni celesti». Il legame tra la divinità e il movimento regolare dei pianeti sarebbe testimoniato, secondo Teofilo, anche da un punto di vista etimologico: «È chiamato Dio (Theós) perché ha fondato tutte le cose sulla propria stabilità e per il (significato di) théein […] correre, essere in movimento, essere attivo».
https://disf.org/educational/sesto-empi ... ione-theos
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Re: Riflessioni Bibliche

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Tiger ha scritto: venerdì 2 dicembre 2022, 17:32
Caro Naza e Gianni, mi avete dato un po' da leggere, appena ho tempo leggerò con attenzione :-)

:-) Prenditi il tempo che vuoi. Aggiungo questo e poi mi taccio per un pò.

Questi sono analisi di termini e traduzioni. Voi che siete bravi non ne avete di certo bisogno, ma potrebbero essere utili per dare la possibilità a tutti di verificare velocemente tutte queste spiegazioni. Ovvio che ci sono altre fonti che voi più esperti nella lingua greca indicherete e spiegherete. Partendo dai termini, ci sono tutte le altre questioni da trattare, un pò alla volta.

Il problema è legato anche all'esprimere concetti ebraici nella lingua greca, utilizzando termini e concetti filosofici noti e soprattutto nel separare quelli come "corporeità" ed altri attributi divini, facendo riferimento all'essere umano. Ecco perchè Maimonide, per esempio, parla di due vie parallele alla comprensione di un'unica verità: la tradizione ebraico/giudaica e la filosofia di Aristotele. Ma si parla anche di due categorie legate a due livelli di comprensione: la massa (volgo) e l'èlite, ossia pochi eletti che hanno il privilegio di arrivare a comprendere ciò che è il limite della comprensione umana. Ognuno, tramite lo studio ecc. può cercare di seguire diverse vie, tentando di spiegare certi concetti complessi.

Maimonide (nella "Guida dei Perplessi") scrive che più ci si avvicina alla conoscenza di Dio più ci si rende conto della sua inconoscibilità, per cui non è possibile creare un’immagine (inesistente) di Dio fondata su qualità che egli non ha. Piuttosto che considerare "attributi positivi" come per esempio "potenza" sarebbe più idonea l'attribuzione di caratteri negativi (ovvero che presentano una negazione), come per esempio "non impotenza" (in riferimento all'esempio precedente). Come anche la credenza della corporeità di Dio, secondo Maimonide, rientra negli atti di miscredenza e l’idolatria una delle più gravi offese a Dio. L'antropomorfismo (in riferimento alla divinità) serve al volgo per comprendere concetti in maniera concreta, ma sono in realtà allegorie.

Onqelos, il traduttore aramaico della Bibbia, si è sforzato nella traduzione (Targum) di eliminare qualsiasi riferimento alla corporeità contenuta nel testo. Pertanto, di ogni attributo che la scrittura attribuisce a Dio e che conduce corporeità, egli interpreta il significato allegorico. Ogni termine che indica una specie di movimento, va interpretato in senso di manifestazione di luce creata, ossia come un segno della presenza divina o dell’azione della provvidenza. Così Dio che cavalca le nubi del cielo, il trono, l’immagine dei carri celesti ecc.. sono allegorie del governo di Dio che esercita nei cieli, che per la filosofia aristotelica sono le regioni che stanno al di sopra della luna.

Poi ci ritroviamo la dottrina greca del "lògos" basata su concetti prettamente filosofici ma interpretata successivamente come esistenza e corporeità. Giovanni sin dal primo capitolo (1:1) fa riferimento al principio in cui vi sono due dimensioni: quella invisibile (spirituale) e quella materiale (sfera celeste delle stelle e quella terrestre). Elohim è colui che non si vede nel mondo manifesto ma si ode con la sua voce e tutto appare. La voce (parola), diventa il lògos Giovanneo, quello che appare nella sfera manifesta (dove l'uomo può ascoltare). Serve a dare una spiegazione concreta del divenire, del venire all'esistenza in forma materiale. Quindi nel mondo invisibile vi è Elohim ma Giovanni usa l'espressione Thèos o Theon ecc. che sono termini greci riferiti a ciò che "corrono sopra" ovvero le stelle (il mondo al di sopra della luna). Questa sfera celeste ha anch'èssa caratteristiche di visibilità ed invisibilità. La visibilità è legata alla sua presenza fisica dell'astro (la stella si vede). L'invisibilità è legata all'azione della stella (energia che emana).

Ma è Thèos (colui che sta sopra) che ha creato tutto e le stelle sono il suo "'esercito del cielo". Le azioni, che sono i suoi attributi positivi, così come l'ira, sono manifestazioni. Così anche "'immagine" è legata al concetto aristoletico di "forma" che equivale all'intelletto e non alla figura dell'essere umano. Così il "lògos" (la parola creatrice), diviene da concetto astratto a concetto concreto, perchè appare nel mondo creato affinchè l'essere umano possa ascoltare.

Mi fermo qui perchè non so se sono riuscito ad esprimermi in maniera corretta e comprensibile #:-S
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