Riflessioni Bibliche

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bgaluppi
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Re: Riflessioni Bibliche

Messaggio da bgaluppi »

Gianni ha scritto:Ma la questione è: perché di Yeshùa viene detto: “Tu, Signore, nel principio hai fondato la terra e i cieli sono opera delle tue mani”? Va evidenziato che l’agiografo si richiama sotto ispirazione a Sl 102:25-27, che originalmente è rivolto a Yhvh. Qui, il colto omileta fa un’operazione arditissima: cambia soggetto al passo salmico! In Sl 102 è Yhvh, ma in Eb 1 diventa Yeshùa.
Caro Gianni, credo che la questione possa essere risolta se si assimila il Cristo alla Parola e alla Sapienza creatrici, come ho spiegato in questo commento (uso le maiuscole per chiarezza).

In Gn 1 Dio crea con la sua Parola. Gv 1:1-3 riprende questo concetto affermando che “Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. Essa era nel principio con Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta”. Col 1:15-17 dichiara che “Il Figlio è l'immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni atto creativo; poiché in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili: troni, signorie, principati, potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e per lui. Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in lui”. E non è Yeshùa stesso a chiedere - in qualità di Cristo e non di uomo - “Ora, o Padre, glorificami tu presso di te della gloria che avevo presso di te prima che il mondo esistesse” (Gv 17:5)? E non era la Parola presso Dio prima che il mondo esistesse?

Ora, abbiamo da un lato Dio che crea per mezzo della sua Parola (che è prima di ogni cosa) e dall'altro Dio che crea per mezzo del cosiddetto Figlio (che è prima di ogni cosa). Delle due, l'una. A me pare che, in realtà, la Parola e il Figlio siano la stessa cosa, nelle Scritture Greche. Oltretutto, la Parola creatrice (che è Sapienza, Pr 8:22 ss.) “è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre”. Mi pare chiaro che Yeshùa – in qualità di Cristo – va ad incarnare la Parola creatrice. Il Cristo e la Parola, dunque, sarebbero la stessa cosa.

Cerco adesso di spiegare la mia idea e perdona i termini poco ortodossi ma necessari al fine di esser chiaro. Ammesso e non concesso che sia così (il dubbio è fondamentale nella discussione), il Figlio (Cristo) e la Parola (epiteti diversi utilizzati da scrittori diversi) sarebbero una sorta di emanazione divina, oserei dire una “energia divina” emanata da Dio, che produce l'atto creativo in Sua funzione, le leggi che regolano l'universo creato e pervade l'essere umano, in virtù degli insegnamenti di colui che per primo ha incarnato quell'energia ed ha insegnato a trovarla. Con la risurrezione, Yeshùa, dopo aver goduto in vita della pienezza di quell'energia sottoforma di Parola e Sapienza e forse più, diventa quell'energia, trasformandosi definitivamente e totalmente in Cristo (Rm 1:4). Yeshùa non nasce Cristo, ossia emanazione divina, ma lo incarna col corpo fisico e lo diventa nel momento della risurrezione (attraverso cui viene trasformato, e non certo in un altro corpo fisico).

In questo senso, l'omileta di Ebrei "scambia" il Creatore con il Figlio, ma in realtà no, perché è si il Figlio (o la Parola) che crea, ma in qualità di emanazione divina, e quindi è sempre Dio a creare. Mi pare si tratti di un'omaggio letterario al Figlio, che è comunque il mezzo con cui il Creatore opera. Se l'omileta avesse scritto: “Nel principio la Tua parola ha fondato la terra e i cieli sono opera della Tua parola”, non ci sarebbe nulla di strano. Se la Parola – mezzo della creazione – coincide col Figlio – anch'egli mezzo della creazione – il problema non sussiste: in entrambi i casi è Dio che crea per mezzo della sua divina energia o forza, che l'uno chiama Figlio e l'altro chiama Parola. Un'energia salvifica, perché trasforma l'uomo, consentendogli di “rinascere”, prima nella vita umana (passaggio dalla morte spirituale alla vita) e poi dopo la morte fisica (divenendo energia divina, “affinché Dio sia tutto in tutti”, 1Cor 15:28). E del resto, non è forse la Parola di Dio a salvarci dalla morte?
chelaveritàtrionfi
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Re: Riflessioni Bibliche

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Ok Gianni, allora passo al seguito. Ho fatto questa precisazione perchè secondo me è importante in alcuni passi.

Per Ebrei 1:8-12, considererei il passo un po' più esteso:

5 Infatti a quale degli angeli Dio ha mai detto: "Tu sei mio figlio; oggi sono diventato vostro Padre” ? O ancora, “Sarò suo padre, ed egli sarà mio Figlio” ? 6 E ancora, quando Dio introduce il suo primogenito nel mondo, dice: "Che tutti gli angeli di Dio lo adorino". c 7 Parlando degli angeli dice:“Fa gli spiriti dei suoi angeli, e i suoi servi fiamme di fuoco”. 8 Ma riguardo al Figlio dice: “Il tuo trono, o Dio, durerà nei secoli dei secoli; uno scettro di giustizia sarà lo scettro del tuo regno. 9 Hai amato la giustizia e hai odiato l'iniquità; perciò Dio, il tuo Dio, ti ha posto al di sopra dei tuoi compagni ungendovi con olio di letizia”. e 10 Dice anche: “In principio, Signore, tu hai fondato la terra, e i cieli sono opera delle tue mani. 11 Essi periranno, ma tu rimani; si consumeranno tutti come un vestito. 12 Li arrotolerai come un manto; come un vestito saranno cambiati. Ma tu rimani lo stesso, e i tuoi anni non avranno fine». 13 A quale degli angeli Dio disse mai: “Siediti alla mia destra finché non ti farò nemici uno sgabello per i tuoi piedi” ? 14 Tutti gli angeli non sono forse spiriti servitori inviati per servire coloro che erediteranno la salvezza? Ebrei 1:5-14 (NIV – New International Version)

Uso questa traduzione, ma va bene anche la TNM o altre. A parte la correttezza (magari i passi di interesse possono essere analizzati), in questi versetti di ebrei c’è un “mix” dei Salmi.

1) Eb.5 - “Tu sei mio figlio; io oggi ti ho generato” richiama il Salmo 2:7 e questa stessa espressione è riportata anche in Eb 5:5 e Atti 13:33.”

2) Eb.8 - Il tuo trono, o Dio, durerà nei secoli dei secoli; uno scettro di giustizia sarà lo scettro del tuo regno”… (NIV) che la TNM fa diventare “Dio è il tuo trono…” ma richiama il Salmo 44:7-.. (CEI) o 45:6-.. in altre versioni.

3) Eb.10-12 - richiamano il Salmo 102 che abbiamo appena visto.

In Atti 13:33, riguardo al “tu sei mio figlio oggi ti ho generato (o sono diventato tuo padre) è specificato: “Dio l'ha adempiuta per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche è scritto nel salmo secondo: tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato”. Qui pare che sia intesa la generazione del figlio al momento della risurrezione.

Sarò suo padre, ed egli sarà mio Figlio” Eb.5. Quando Thèos diventa il padre? In Matteo 3, è riportato il battesimo di Yeshùa ed al versetto 17 leggiamo: “Ed ecco, una voce dai cieli disse: “Questo è mio Figlio, il mio amato Figlio…”. Qui Thèos si compiace nel "figlio", qui lo riconosce tale esattamente all'inizio del suo ministero.

Prima che in Ebrei venga detto, in riferimento al Figlio: “il tuo trono o Dio dura in eterno” leggiamo:

6 E ancora, quando Dio introduce il suo primogenito nel mondo, dice: "Che tutti gli angeli di Dio lo adorino". 7 Parlando degli angeli dice:“Fa gli spiriti dei suoi angeli, e i suoi servi fiamme di fuoco” (NIV)

..quando Dio introduce il suo promogenito nel mondo. il primogenito è il figlio, e "figlio" è inteso come titolo, rivestito dall’uomo Yeshùa che è stato poi elevato e glorificato. Secondo Atti 13:33, l’adempimento della “generazione” avviene con la risurrezione ed anche in linea con Colossesi 1:18. Tutti gli angeli lo devono adorare (rendergli omaggio) perché il figlio, titolo e "nome" acquisito da Yeshùa, è divenuto superiore (più eccellente) agli angeli.

Così divenne [γενόμενος (genomenos) : divenire, venire all’esistenza] tanto superiore agli angeli ἀγγέλων (angelōn) quanto il nome che ha ereditato è superiore [διαφορώτερον (diaphorōteron) – eccellente ] al loro. Eb 1:4 (NIV)

dove:
γενόμενος (genomenos) - γίνομαι (ginomai): vengo all'esistenza, sono nato, divento, vengo, accadere.
διαφορώτερον (diaphorōteron) - διάφορος (diaphoros): diverso, diverso; quindi: eccellente.

Gianni in riferimento a Eb 1:8-12, scrive:
Qui si parla di Yeshùa, e Dio viene definito il suo Dio, per cui la sua inferiorità rispetto a Dio è acclarata. Ma la questione è: perché di Yeshùa viene detto: “Tu, Signore, nel principio hai fondato la terra e i cieli sono opera delle tue mani”? Va evidenziato che l’agiografo si richiama sotto ispirazione a Sl 102:25-27, che originalmente è rivolto a Yhvh. Qui, il colto omileta fa un’operazione arditissima: cambia soggetto al passo salmico! In Sl 102 è Yhvh, ma in Eb 1 diventa Yeshùa.


Yeshùa è distinto letteralmente da Thèos. Yeshùa è sulla terra, uomo. Yeshùa acquisisce il titolo di "figlio" al battesimo in senso di "compiacimento" e "riconoscimento" che poi, mi pare di capire, che alla risurrezione, "il figlio" viene glorificato, iniziando così la generazione di coloro che risorgono in Cristo. Chi crede che Gesù è il Cristo (che è risorto) è nato da Dio.

Il fatto che l’agiografo di Ebrei si rivolge al figlio (da notare che dice al figlio e non nomina Yeshùa anche se Egli riveste questa figura)***, è perché Egli (il figlio) è l’immagine “come in uno specchio”, la rappresentazione del Thèos. Il riferimento indiretto, di riflesso, è quindi Thèos. Così come nel salmo 44 o 45, dove non è l’uomo "re di Israele" il soggetto, ma è Yhvh riflesso (in senso di autorità) in questo Re umano. Essendo un cantico musicale, pare che si tratti di un’inno di incoronazione reale.

*** Yeshùa incarna il “figlio “ che equivale ad un titolo acquisito, associato alla sua manifestazione nell'atto della creazione. Questo figlio è collegabile alla sapienza (mente) divina quindi al logòs. Ma non è un essere spirituale come viene inteso nelle concezioni religiose. E’ come dire: Dio manifesta il suo primo atto, quindi la sua mente (avendo in mente il figlio che poi diventerà l'uomo Yeshùa, nato da una donna terrena), e attraverso atti creativi (che l’autore di Genesi fa diventare comandi attraverso una voce), avviene la creazione ( o ripristino). L’azione vera e propria è sempre una sua manifestazione (energetica, spirituale..). Sono 3 elementi, una trias in questo senso che poi qualcuno l'ha fatta diventare una trinità, ma non si tratta di 3 esseri che insieme fanno uno. Dio è l’uno, unico. Alla risurrezione, il figlio e Yeshùa glorificato diventano una cosa sola. Ma Yeshùa "uomo", viene all'esistenza attraverso Myriam.

Riguardo al cambio di soggetto, per me non c'è. Il soggetto è sempre Dio. C'è invece un "riflesso" nel soggetto umano. Così anche altrove.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
chelaveritàtrionfi
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Re: Riflessioni Bibliche

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Concludo dicendo che non m interessa difendere posizioni. Sto solo ragionando sui passi perchè ogni cosa che ho letto non mi ha mai convinto del tutto. Oggi sono arrivato a questo, ma attraverso altri punti di vista, posso sviluppare in maniera migliore il mio pensiero
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bgaluppi
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Re: Riflessioni Bibliche

Messaggio da bgaluppi »

Aggiungo anche una considerazione. Siamo abituati a parlare utilizzando i termini biblici (in italiano spirito, anima, parola etc.), che tuttavia esprimono significati che andrebbero mentalmente "traslati" secondo la conoscenza e il modo di intendere del nostro tempo. All'epoca degli scrittori biblici si parlava di "spirito di Dio", oggi potremmo parlare di energia, come, in merito alla "parola", potremmo parlare di forza o di onde sonore causate da una forma di energia. Faccio per esemplificare. Cosa scende esattamente su Yeshùa nel momento del battesimo per determinare in lui un così grande cambiamento fisico e spirituale? Di certo non qualcosa di immaginario, ma probabilmente una forma di energia. E cosa gli consente di poter operare atti fisicamente impossibili, se non una forza che risponde a leggi fisiche oltre la conoscenza umana? Lo spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque... Non potremmo immaginare che si trattasse di energia? Insomma, Dio non è un uomo, ma certe caratteristiche vengono presentate in modo antropomorfico o conforme alle caratteristiche umane. Del resto, Gianni, tu spieghi perfettamente, nel tuo studio contro l'evoluzionismo, come la nascita della vita complessa sia un vero e proprio miracolo, in condizioni chimiche e biologiche in cui tale nascita non era possibile. Il meccanismo deve essere stato innescato necessariamente da una forma di energia, visto che tutto ciò che ci circonda è di fatto energia.
trizzi74
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Re: Riflessioni Bibliche

Messaggio da trizzi74 »

E se quel "Signore" di cui si parla in Ebr.1:10 fosse riferito a Jahvè, così come indicato dal Dizionario esegetico del NT della Paideia?

6. Nei passi che seguono Jahvé/Dio è designato in altri modi - prescindendo cioè dalle espressioni indicate sotto -» 5 - come κύριος (l’asterisco * contrassegna citazioni dell’A.T.; il punto interrogativo dopo le indicazioni mostra che in questi passi κύριος si riferisce forse a Gesù): Mt. 1,20.12; 3,3*; 4.7*·™*; 5.33*; n.2-5; 2.1,9*·42; 2.2,37*. 44a*; 23,39*; 24,42(?); 27,10*; Me. 1,3*; 5>19(?); n>9*-10; 12,11*.29a.b*.30*.36a*; 13,20; Lc. 1,6.9.15.16.17.25.28.32.38.45. 46.58.66.68.76(?); 2,9b.15.22.23a.b*.24. 2.6.39; 3.4*5 4.8*.12*.18*.19*; 5,17; 10,21. 2·7*; 13.35*; 19.38*; zo.37.42a*; Gv. 1, 2-3*; 5.4; 12,13*-38a.b*; Atti 1,24; 2,20*. z1*.z5*.34a*.39.47; 3,zo.z2; 4,26.29; 5,9; 7.31-33-49*; 8,22.24.39; 10,4.14(?).33; 11, 8.16(?).21a.23(?); 12,11.17; 13,2.11.12.44. 47; 15.17a-b.40; 16,14.15.30.32(?); 17,24; 18,8.9(?); 20,19(?).28.32; 21,14; Rom. 4, 8*; 9,28.29*; 10,12.13*.16*; n.3*-34*; 12,19*; 14,4b.6a.b.c.n*; 15,11*; 1 Cor. 1, 31*; 2,16*; 3,5.20*; 4,19; 7,17; 10,26*; 14, 21*; 2 Cor. 5,11(?); 6,17*.18*; 8,19.21; 10, 17.18; 2 Tim. 2,14(?).19a*.b*.22(?).24(?); Ebr. 1,10*; 7,21*; 8,ζ(?).8*·9*.ιο*.ιι*; io, 16*.30a*.b*; iz,5*.6*; 13,6*; Giac. 3,9; 4, 10.15; 5.4-na.b; 1 Pt. 1,25*; 2,3*.13(?); 3,12a*.b*; 2 Pt. 2,9.11(?); 3,8.9.15; Gd. 5 (?).9.14; Apoc. 1,8; 4,8.11; 11,4.15.17; 15, 3.4; 16,5.7; 18,8; 19,6; 21,22; 22,5.6.
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Gianni
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Re: Riflessioni Bibliche

Messaggio da Gianni »

Antonio, intanto la parola di Dio non è prima di ogni cosa. In principio, quando Dio creò, la parola di Dio già c’era (Gn 1:3). “La parola era Dio”. – Gv 1:1.

Tu dici che Cristo va ad incarnare la Parola creatrice. L’espressione è bella, diversa da quella del tutto errata secondo cui la parola si sarebbe incarnata in Yeshùa. In Gv 1 è detto che la parola ἐγένετο come carne, “d’un tratto apparve sul palcoscenico della storia come carne”. – Mia libera traduzione.
Io direi che la parola scese in Yeshùa.

Ti dici che «l'omileta di Ebrei "scambia" il Creatore con il Figlio, ma in realtà no, perché è sì il Figlio (o la Parola) che crea, ma in qualità di emanazione divina, e quindi è sempre Dio a creare». Secondo te si tratta «di un omaggio letterario al Figlio, che è comunque il mezzo con cui il Creatore opera. Se l'omileta avesse scritto: “Nel principio la Tua parola ha fondato la terra e i cieli sono opera della Tua parola”, non ci sarebbe nulla di strano. Se la Parola – mezzo della creazione – coincide col Figlio – anch'egli mezzo della creazione – il problema non sussiste: in entrambi i casi è Dio che crea per mezzo della sua divina energia o forza, che l'uno chiama Figlio e l'altro chiama Parola».

La tua spiegazione, Antonio, mi sembra un misto tra il teologico e il filosofico. Ma il punto debole, se mi permetti, è che richiede l’inserimento del concetto di parola. L’omileta autore di Eb non ne fa menzione. In 1:1,2 vi è un accenno molto indiretto: “Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi”. Qui si tratta del parlare di Dio, non della sua parola creatrice.

Neppure il Sl 102, citato dall’omileta, reca traccia della parola creatrice. Qui i cieli e la terra sono opera delle mani di Dio, non della sua parola.

Mi pare che questione rimanga ancora del tutto irrisolta.

Naza, hai fatto un discorso molto lungo, ma mi sembra che la sua sostanza sia sintetizzata in quese tue due frasi: «Il figlio è l’immagine “come in uno specchio”, la rappresentazione del Thèos»; «Riguardo al cambio di soggetto, per me non c'è. Il soggetto è sempre Dio. C'è invece un "riflesso"».

In effetti altrove è detto che Yeshùa è il riflesso di Dio, ma in Eb c’è proprio un cambio di soggetto. Tu lo interpreti nel senso di riflesso, ma l’omileta è molto diretto: cambia proprio il soggetto.

Tiger la butta sulla fisica quantistica e interpreta in tale chiave le parole di un ebreo di due millenni or sono. Si commenta da sé.
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Re: Riflessioni Bibliche

Messaggio da trizzi74 »

Ciao Gianni, in tuo commento del 23 agosto del 2017 sostenevi che il verso 10 non era riferito al Figlio.(https://www.biblistica.eu/viewtopic.php ... 0&start=80).

Hai cambiato idea?
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Re: Riflessioni Bibliche

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Ebrei 1:3-4
3 Il Figlio è lo splendore della gloria di Dio e l'esatta rappresentazione del suo essere, sostenendo ogni cosa con la sua potente parola. Dopo aver provveduto alla purificazione dei peccati, si sedette alla destra della Maestà nei cieli. 4 Così divenne tanto superiore agli angeli quanto il nome che ha ereditato è superiore al loro. (NIV)

ὃς (hos)( ὢν (ōn) ἀπαύγασμα (apaugasma) τῆς (tēs) δόξης (doxēs) καὶ (kai) χαρακτὴρ (charaktēr) τῆς (tēs) αὐτοῦ (autou)

“il quale (riferito al figlio) è la radiazione (l’emanazione, radiosità, come una luce che lampeggia) della gloria (??) la rappresentazione esatta di lui”

da commentatori:
La parola δόξα (tradotta "gloria"), sebbene netta in il greco classico che porta con sé l'idea della luce, è usato nella LXX per l'ebraico כָּבוד, che denota lo splendore che circonda Dio; manifestato sul Monte Sinai, nel sancta sanctorum, nelle visioni di Ezechiele, ecc.; e considerato esistente eternamente " al di sopra dei cieli" (cfr. Esodo 24:15 ; Esodo 40:34 ; 1 Re 8:11 ; Ezechiele 8:4 ; Salmo 24:7, 8 , ecc.).

Di questa gloria il FIGLIO è l' ἀπαύγασμα - una parola che non ricorre altrove nel Nuovo Testamento, ma usata dagli scrittori alessandrini. Il verbo ἀπαυγάζω significa " irradiare ", "irradiare luminosità"; e ἀπαύγασμα, secondo il significato proprio dei sostantivi così formati, dovrebbe significare la luminosità irradiata - questo piuttosto che il suo riflesso da un altro oggetto, come la luce del sole è riflessa da una nuvola.
.
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Re: Riflessioni Bibliche

Messaggio da Gianni »

Caro Trizzi74, non ho cambiato idea. Diciamo che ora ho capito perché c’è il cambio di soggetto, applicando a Yeshùa ciò che il Salmo applica a Dio. Ti spiego come stanno le cose.

Recentemente un biblista molto preparato ha sollevato la questione. Una mia cara amica israeliana e collega biblista (che è anche la direttrice di Ricerche Bibliche della Facoltà Biblica) l’ha esaminata a fondo e mi ha fatto partecipe della sua analisi. Lei pubblicherà il suo studio nel prossimo numero della rivista, in uscita il 1° aprile prossimo. Io qui ho riproposto semplicemente la questione e, come detto, mi limiterò a fare osservazioni critiche sulle spiegazioni che verranno date.
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Re: Riflessioni Bibliche

Messaggio da trizzi74 »

Gianni ha scritto: martedì 10 gennaio 2023, 17:14 Caro Trizzi74, non ho cambiato idea. Diciamo che ora ho capito perché c’è il cambio di soggetto, applicando a Yeshùa ciò che il Salmo applica a Dio. Ti spiego come stanno le cose.

Recentemente un biblista molto preparato ha sollevato la questione. Una mia cara amica israeliana e collega biblista (che è anche la direttrice di Ricerche Bibliche della Facoltà Biblica) l’ha esaminata a fondo e mi ha fatto partecipe della sua analisi. Lei pubblicherà il suo studio nel prossimo numero della rivista, in uscita il 1° aprile prossimo. Io qui ho riproposto semplicemente la questione e, come detto, mi limiterò a fare osservazioni critiche sulle spiegazioni che verranno date.
Non ci puoi accennare qualcosina?
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