Shay ha scritto: ↑sabato 4 febbraio 2023, 20:10
Non conosco questa cosmologia
Allego delle immagini sotto il post. Preciso che la cosmologia biblica non è un trattato di scienza. La terra non deve essere necessariamente un disco piatto e il cielo stellato una sorte di "cupola vetrata". E che dire delle "colonne dei cieli"? Forse questa cosmologia degli antichi ebrei costitutiva un insieme di allegorie. Al di la di tutti i cieli (l'atmosfera, la cupola stellata e le acque di sopra) si credeva che vi era "il luogo" più alto, cioè
l'altissimo. Questo "luogo" è al di sopra delle nuvole e delle stelle di Dio come dice Isaia 14. Il re di Babilonia poteva veramente pensare di salire al cielo? Lui nemmeno poteva sapere che cosa significava tantomeno pensarlo letteralmente. È Dio attraverso il profeta che gli applica questo modo di dire perché il re di Babilonia
non riconosceva Dio,
non riconosceva che il dominio dei regni del mondo dipendeva dal Nome. Così facendo egli si
autodivinizza. Il re babilonese pensava letteralmente di essere
divino e che oltre lui non vi era altro elohim. Questo pensava letteralmente nella sua testa. Dio esprimere quest'auto esaltazione attraverso delle "espressioni" che di certo il pagano re babilonese non poteva conoscere:
12
Come mai sei caduto dal cielo,
astro mattutino, figlio dell'aurora?
Come mai sei atterrato,
tu che calpestavi le nazioni?
13 Tu dicevi in cuor tuo:
«Io salirò in cielo,
innalzerò il mio trono al di sopra delle stelle di Dio;
mi siederò sul monte dell'assemblea,
nella parte estrema del settentrione;
14
salirò sulle sommità delle nubi,
sarò simile all'Altissimo».
Il versetto 12 porta un punto interrogativo? E come se Dio dicesse al re di Babilonia: come mai tu che "ti innalzi al sopra delle nuvole e delle stelle",
cioè ti consideri come me, "sei caduto dal cielo più alto",
cioè come mai tu che ti consideri come me hai fatto una brutta fine perdendo ogni potere?
È una sorte di
ironia che Dio fa sul re babilonese che si era
autodivinizzato a profetizzare così la sua futura sventura.
Dio continua a descrivere l'idolatria del re babilonese con queste espressioni: "saliro piu in alto delle nuvole fisiche e del firmamento fisico sarò uguale a Dio"?
Il re di Babilonia poteva conoscere queste espressioni e cosa significavano? No. Il suo pensiero reale era che si considerava Dio.
Nemmeno pensava di salire letteralmente sulle nuvole. È Dio a descrivere in un certo modo questa autoesaltazione.
Poi immaginiamo che secoli dopo viene un ebreo presunto messia che si presenta al popolo e dice che è il messia ma anche
l'unico figlio di Dio, che nessuno è salito al cielo se non lui stesso, che salirà alla destra di Dio al di sopra delle nuvole e del firmamento.
Costui non sta dicendo di essere solo il messia per come lo concepisce l'ebraismo ma si sta facendo anche uguale a Dio come fece il re di Babilonia con la differenza che il re di Babilonia non conosceva questo linguaggio mentre il presunto messia le conosceva. Il presunto messia stava affermando
con i modi biblici che il messia atteso era l'unico Figlio di Dio cioè Dio stesso e che il re di Babilonia
si era paragonato senza saperlo a me l'altissimo unica vera stella del mattino che può
veramente salire al di sopra di tutti i cieli e poi venire con le nuvole del cielo cioè con la gloria di Dio applicandosi anche la visione di Daniele 7 individualmente.
Che cosa dovevano pensare i capi ebrei? O che costui era impazzito oppure che costui era un bestemmiatore. Esiste poi un ulteriore possibilità: costui era veramente chi diceva di essere e i capi lo accusarono ingiustamente di blasfemia. In questo caso lo accusarono ingiustamente perché per loro era inconcepibile che Dio si facesse un figlio d'uomo per venire a salvare l'umanità dai peccati morendo ucciso e risorgendo.
Sintesi: il re di Babilonia divinizzandosi si paragona senza saperlo al Messia, la stella del mattino, unico che può salire sopra le nuvole e il firmamento. Ma il re di Babilonia poiché non è veramente divino fa una brutta fine. Yeshua poiché dice la verità non rimane nella tomba ma risorge e viene portato da Dio stesso la perché è veramente Dio stesso.
l'antico testamento e il midrash dicono tutta altra cosa. Il Midrash dice che D-o è il luogo del mondo e il mondo non è il suo luogo.
Geremia 23,23-24:
23 Sono io forse Dio solo da vicino - dice il Signore -
e non anche Dio da lontano?
24 Può forse nascondersi un uomo nei nascondigli
senza che io lo veda?
Non riempio io il cielo e la terra? Parola del Signore.
Ancora non mi hai spiegato quali sono queste dottrine di uomini che Gesù condannava. Valuta la possibilità che forse ti sei sbagliato.
Se mi sbaglio si è sbagliato anche Yeshua nel citare queste parole:
Ipocriti! Ben profetizzò Isaia di voi quando disse:
8 "Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il loro cuore è lontano da me.
9 Invano mi rendono il loro culto,
insegnando
dottrine che sono
precetti d'uomini"».
Se uno crede a Yeshua pertanto non può credere che ogni insegnamento ebraico era oro
puro Il nuovo testamento va conformato all'oro puro, non all'oro apparentemente puro. L'oro puro sono gli insegnamenti ebraici che erano conformi all'immutabile significato della parola. L'oro falso invece sono quelle dottrine ebraiche che vengono credute conformi al l'esatto significato del tanakh ma che in realtà non lo sono. Se poi adatti il nuovo testamento all'oro falso il risultato è che distorci anche il significato del nuovo testamento. Io dico che va bene che la Bibbia ma non va valutata con la mentalità occidentale ma dico anche che gli ebrei non hanno l'infallibilita sempre. Quindi ci deve essere un punto di mezzo, equilibrato e che non bisogna passare da un estremo ad un altro.
Nelle profezie escatologiche Babilonia è il simbolo del dominio politico mondiale come David è il simbolo del re messia, ma Babilonia in questo caso non è citata. Si parla di una città e secondo il contesto escatologico di questa profezia si suppone che questa città sia Babilonia, la capitale di Nimrod. Bisogna intendere questa profezia confrontandola con le altre dello stesso genere escatologico, secondo cui le sofferenze e le uccisioni di questo mondo spariranno. La morte delle uccisioni sparirà, non quella naturale.
Dal punto di vista accademico è così. Non è necessario ripetere sempre le stesse cose. Prendo atto che non condividi.
Ma tu non hai detto all'utente "ché la verità trionfi" che il tanakh contiene anche profezie future. Quando dice che la morte non ci sarà più quella è una profezia futura.
Io prendo atto che in Ebrei 1 Yeshua glorificare è immutabile.
Per un essere immutabile il tempo non passa e se il tempo non passa come fa a morire? Poi prendo atto che è scritto anche che i coeredi di Yeshua parteciperanno alla sua natura e che il loro corpo sarà reso simile al suo.
Quindi durante il millennio i risorti della prima resurrezione avranno già il corpo come Yeshua. Gli altri giusti risorti avranno un corpo terreno che vivrà a lungo. Nessuno di questi morirà prima della fine del Millennio. Poi alla fine del Millennio ci sarà un ultima prova e chi non la supera morirà a "cent'anni". Chi la supererà avrà il corpo come quello di Yeshua e quelli della prima resurrezione.
Qua l'era la domanda: sei tu il messia, il figlio di Dio?
Non in quel senso. Figlio nel senso di discepolo.
13 Egli costruirà una casa al mio nome e io renderò stabile per sempre il trono del suo regno. 14 Io sarò per lui un padre ed egli mi sarà figlio; e, se fa del male, lo castigherò con vergate da uomini e con colpi da figli di uomini,
La figliolanza di Yeshua, motivo della condanna per blasfemia, non è come quella di Davide e Salomone ma come quella descritta da Shemot Rabbah 29/5. Dio non ha figli come lui.
Quindi l'idea di un figlio unico di Dio è equiparazione alla divinità.
Poi si applica
individualmente anche Daniele 7. La visione poteva essere concepita collettivamente ma non individualmente giacché nessun uomo può salire letteralmente al di sopra del firmamento e venire con le nuvole del cielo cioè con la gloria di Dio.
Solo quello esiste di trono divino. Sta in cielo solo nei sogni profetici.
I sogni hanno anche dei significati. Un figlio dell'uomo che sale sulle nuvole del cielo e viene con le nuvole del cielo significa sempre qualcosa. Il sogno profetico veniva interpretato come collettivo e mai individualmente perché nessun uomo poteva elevarsi in cielo individualmente.
Mi chiedevi in un altra circostanza: cosa c'è oltre l'universo.
Ti posso rispondere in base alla scrittura: c'è l'altissimo. Un uomo in questo mondo non può salire letteralmente oltre l'universo.
Aggiungo una mia ipotesi: Che con Dio c'è anche il suo regno e il suo trono, quello che pensi tu, l'unico trono esistente della realtà. Parlo del regno a venire. Il regno è già la. Non puoi vedere oltre l'universo perché non abbiamo questa capacità. Non possiamo vedere il futuro. Ma ciò che c'è oltre l'universo è un luogo reale e concreto come questo. È il mondo a venire che deve essere manifestato a suo tempo. Noi lo vedremo con i nostri occhi solo quando si manifesterà a suo tempo. Non si tratta quindi di un posto spirituale come dicono i testimoni di Geova. Loro pensano che esiste un qualche luogo incorporeo perché non può essere visto e toccato. Ma questo per me è un errore.
Quel luogo non può ora essere visto e toccato alla stessa maniera in cui ora in questo momento non possiamo vedere e toccare lo spazio del domani. Si tratta di un luogo concreto che esiste già ma possiamo vederlo e toccare solo domani. Così è anche l'eterno regno dei cieli. Un luogo eterno ma reale e concreto che già esiste ma deve essere "calato" cioè manifestato a suo tempo. E quando si manifesterà potremo vederlo e toccarlo.
Il reato di bestemmia è attestato nella Mishnah e richiedeva la pronuncia del nome proprio tetragrammato.
Ma la bestemmia di cui parla Marco 14,62-64 non riguarda la pronuncia del tetragramma. Il sommo sacerdote non gli domanda: hai pronunciato il nome YHWH. Non gli chiede nemmeno se aveva detto veramente che avrebbe distrutto il tempio e lo avrebbe ricostruito in 3 giorni. Gli chiede altro e Yeshua risponde poi anche un certo modo. Segue poi l'accusa di bestemmia.
Però nel salmo citato Davide dice di avere D-o alla sua destra e poi dice anche che alla destra di D-o "vi sono delizie in eterno". Più chiaro di così cosa vorresti? Sono modi di dire che dipendono dalla lingua semitica di origine.
8 Io ho sempre posto il SIGNORE davanti agli occhi miei;
poich'egli è alla mia destra, io non sarò affatto smosso.
9 Perciò il mio cuore si rallegra,
l'anima mia esulta;
anche la mia carne dimorerà al sicuro;
10 poiché tu non abbandonerai l'anima mia in potere della morte,
né permetterai che il tuo santo subisca la decomposizione.
11 Tu m'insegni la via della vita;
ci sono gioie a sazietà in tua presenza;
alla tua destra vi sono delizie in eterno
Secondo Pietro queste parole non sono riferite a Davide. Secondo Pietro sono dette da Davide ma non riferite a se stesso. Leggi Atti 2. Anche il versetto 10.
Delle parole di Giovanni 3,13 che hai citato non ne puoi fare un dogma perché Gesù non è l'unico che è salito in Cielo.
Giovanni 3,13:
E nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figlio dell'uomo che è nel cielo.
Se fai di questo un dogma, ti troverai questo contro:
Elia salì al cielo in un turbine.
2re 2,11
Almeno di Elia sappiamo che sette anni dopo scrisse una lettera al re Ieoram. Gesù ha forse scritto qualche lettera in questi duemila anni di silenzio?
Quindi il senso non può essere letterale, devi intendere queste espressioni ricorrendo ai modi espressivi e ai simboli ebraici.
Nessuna contraddizione. Yeshua ed Elia non sono saliti allo stesso cielo. Se erano saliti allo stesso cielo Yeshua non poteva dire che nessun è salito al cielo. Elia se non era morto in quell'episodio fu portato in alto nel cielo fisico per essere poi portato in altro luogo sulla Terra. Yeshua invece fu portato in un altro cielo al di sopra del cielo in cui fu portato Elia. Non è lo stesso cielo. Mosè ed Elia apparvero in visione insieme a Yeshua tra sfigurato in visione. Per il nuovo testamento Mosè ed Elia rappresentano la legge e i profeti che profetizzarono le vicende di Yeshua. La vicenda di Elia salito in cielo (fisico) rappresenta un immagine antico testamentaria di un evento
più grande che è quello della salita di Yeshua oltre il cielo fisico a cui salì Elia. Non si tratta dello stesso posto. Il luogo di Yeshua è più grande di quello di Elia e nel luogo più grande c'è andato solo Yeshua. Questo secondo il nuovo testamento. Nemmeno Maria come dicono i cattolici.